ARABETTA ALPINA
(Arabis Alpina)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
13 febbraio 2010

(f.f.) pianta sempreverde piuttosto diffusa sulle Apuane. Non è considerata a rischio, ma accontentiamoci di ammirarla e fotografarla.

IL GENERE ARABIS ALPINA

In passato al genere Arabis, appartenente alla famiglia delle Brassicaceae o Cruciferae, erano attribuite molte specie eurasiatiche e nord-americane. I più recenti studi genetici però hanno evidenziato l’esistenza di due gruppi principali piuttosto diversi tra loro, per cui le specie americane sono state classificate quasi tutte in un nuovo genere (Boechera).

Queste piante sono annuali erbacee e perenni, crescono fino a quasi un metro di altezza, sono di solito pelose, hanno foglie lobate e piccoli fiori bianchi con quattro petali. Alcune specie sono ornamentali, come la Arabis alpina, mentre altre sono considerate piante infestanti.

Arabis alpina

Arabis alpina L. subsp. caucasica (Willd.) Briq.

È conosciuta volgarmente come: Arabetta alpina.

Sinonimi: Arabis caucasica Willd., Arabis albida Steven.

L’ etimologia dipende dalle zone di diffusione: Arabia, Alpi, Caucaso.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[1]:

75. – Arabis alpina – L. – var. grandiflora (Royle.)

= Arabis alpina – Sant.

= Arabis albida – Stev.

= Arabis apennina – Tausch.

(luoghi in cui è stata osservata:) Nelle Alpi Apuane alla Tambura (Bert.), al Sagro (Bert.), e nelle località Campo Cecina e Poggio Uccelliera dello stesso gruppo del Sagro (Bolzon), al M. Cavallo (Bert.), al Pizzo d’Uccello (Ad. Targ.), tra Monzone Alto e il Balzone, al Solco d’Equi. Rinviensi in gran copia anche presso la Ferrovia Marmifera di Colonnata a Carrara (Bolzon) e a Montelungo e alla Cisa in Lunigiana.

Fiorisce da maggio a luglio. Pianta erbacea perenne.

Pellegrini riporta anche: Arabis hirsuta, Arabis muralis, Arabis pumila var. stellutata, Arabis turrita.

Esiste la sottospecie: Arabis alpina L. subsp. Alpina. Essa è assai simile alla subspecie caucasica, ma è più pelosa ed i fiori sono leggermente più piccoli. Essa è presente sulle Alpi e sull’Appennino Ligure e Tosco-Emiliano.

La subspecie caucasica è più termofila di quella alpina per cui è difficile vederla sopra i 1400 metri sull’Appennino.

La pianta è utilizzata per fare insalate e per costruire giardini rocciosi.

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Dilleniidae; Ordine: Brassicales; Famiglia: Brassicaceae; Genere: Arabis; Specie: alpina; sottospecie: caucasica.

Forma biologica: Emicriptofita scaposa (simbolo: H scap). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.

Descrizione: pianta alta da 5 a 40 cm, ha stoloni striscianti e numerosi getti sterili con foglie che formano un denso tappeto sempreverde. I fusti fioriferi sono eretti, semplici o ramosi e ricoperti da peli. Le foglie sono ovate o allungate ed abbracciano il fusto nel punto di inserzione ed hanno bordo dentellato. Sono spesso punteggiate da grani di carbonato di calcio che assorbono dal terreno e poi eliminano. Le foglie sono presenti alla base della pianta e lungo il fusto. I fiori formano infiorescenze ed hanno quattro petali bianchi allargati a forma ovata (da 5 a 17 mm). I frutti sono silique che a maturità si dispongono orizzontali al terreno.

Antesi: da Marzo ad Agosto

Tipo corologico: zone artiche eurasiatiche ed alta montagna nelle zone temperate. In Italia: Alpi Apuane e Appennino fino alla Sicilia.

Habitat: vive dai 200 ai 3000 metri in ambienti rocciosi, su ghiaie, macereti e talvolta in ambienti umidi. Sulle Apuane è facile a vedersi su tutto il territorio tra detriti, sulle rupi, lungo i sentieri e i ruscelli.

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette. Naturalmente, non deve essere danneggiata e il fiore non deve essere colto.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui

 

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 30.