PULSATILLA ALPINA
(Pulsatilla alpina)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
19 maggio 2013

(f.f.) questa è una pianta tipicamente montana con una bellissima fioritura e una caratteristica infruttescenza globosa. È pianta protetta.

IL GENERE PULSATILLA

Famiglia Ranunculaceae

Pulsatilla Mill. fu classificato da Philip Miller[1] nel 1754. Invece Linneo includeva le piante di questo genere in Anemone.

Il nome generico Pulsatilla proviene dal latino medioevale pulsatilla usato dai botanici per denominare queste piante. Esso, a sua volta, deriva dal participio passato del verbo latino pulso, as, āvi, ātum, āre (= pulsare, urtare), infatti l'infruttescenza piumosa, per azione del vento, è in continuo movimento e sembra pulsare.

Pulsatilla è un genere di piante erbacee perenni comprendente una trentina di specie presenti nelle praterie erbose di montagna del Nord America e dell'Eurasia.

Queste piante somigliano agli anemoni tanto che furono a lungo considerate un sottogenere di Anemone. La differenza principale è nella forma degli acheni che nel genere Anemone hanno un breve becco mentre in Pulsatilla hanno una lunga resta[2] piumosa.

Sono piante piccole a foglie caduche che vivono a lungo. Hanno foglie, sia basali che cauline, peduncolate e profondamente divise e, in genere, pelose, che si sviluppano dopo la fioritura e seccano in autunno. Hanno fiori solitari bianchi, gialli, violacei sotto i quali c'è un verticillo di foglie cauline e più piccole di quelle basali. Hanno una tipica infruttescenza piumosa formata da numerosi acheni.

Diverse specie sono apprezzate come ornamentali per i giardini rocciosi.

In Italia si trovano nei pascoli alpini e subalpini delle Alpi e nell'Appennino e le specie presenti sono: Pulsatilla alpina, Pulsatilla montana, Pulsatilla vernalis e Pulsatilla vulgaris.

Le piante di questo genere sono molto tossiche e causano disturbi cardiaci, diarrea, vomito e convulsioni. Nonostante questo sin dall'antichità sono state usate come piante medicinali, esse inducono l'aborto e favoriscono il parto, sono antipiretiche e disinfettanti intestinali. Oggi sono usate come sedativo, analgesico ed espettorante.

PULSATILLA ALPINAPulsatilla alpina

Pulsatilla alpina (L.) Delarbre

Classificata da Antoine Delarbre[3] nel 1800.

Sulle Alpi Apuane è presente la sottospecie: Pulsatilla alpina (L.) Delarbre subsp. millefoliata (Bertol.[4]) D.M. Moser[5] classificata da Daniel Martin Moser nel 2003.

Conosciuta anche come: Anemone alpina L.

Conosciuta volgarmente come: anemone alpina, pulsatilla alpina. La sottospecie è conosciuta come anemone millefoliata, pulsatilla millefoliata.

Il nome specifico alpina deriva dall'aggettivo latino alpīnus, a, um (= delle Alpi) a indicare i luoghi in cui la pianta prospera.

Il nome millefoliata della sottospecie deriva dai termini latini millĕ (= mille) e fŏlĭatus (= provvisto di fogliato) e si riferisce al fatto che le foglie sono profondamente incise in numerosissimi segmenti.

La Pulsatilla alpina è una pianta erbacea perenne che vegeta sulle montagne dell'Europa centrale e meridionale nei luoghi erbosi e soleggiati. Essa presenta l'aspetto tipico delle piante di montagna con una peluria morbida che la protegge dal freddo, poi la pianta assume aspetto glabrescente.

Ha un rizoma legnoso di forma cilindrica. Il fusto è eretto ed è alto fino a 40 cm. Le foglie basali sono lungamente picciolate e tomentose, sono divise in almeno tre segmenti a loro volta tripartiti e profondamente incisi (foglie pennatosette). Quelle cauline sono simili, ma sono più piccole e formano un verticillo sotto il fiore.

Il fiore ha diametro di 45-60 mm ed è inizialmente pendulo e poi eretto a differenza delle altre specie di Pulsatilla che hanno fiori generalmente sempre penduli. Esso si trova solitario all'apice del fusto ed è costituito da 5-7 tepali bianchi internamente e soffusi di violetto all'esterno, sono invece gialli nella sottospecie apiifolia. Gli stami sono molto numerosi e sono giallo intenso. A volte il fiore si apre mentre la pianta è ancora coperta da neve.

L'infruttescenza è globosa ed è formata da numerosi acheni piumosi che persistono sulla pianta per diverse settimane e sono dispersi dal vento (disseminazione anemofila).

Queste piante sono usate per la bellezza della loro fioritura nei giardini rocciosi, particolarmente apprezzata è la sottospecie apiifolia. In molte regioni italiane è specie protetta.

È pianta velenosa e può causare diarrea, nausea, problemi respiratori e irritazioni da contatto. In passato era usata per curare malattie respiratorie e stati depressivi. Attualmente sono stati isolati da questa pianta principi antipiretici e sedativi.

Esistono numerose sottospecie che si differenziano principalmente per la forma e la pelosità delle foglie. Sulle Alpi Apuane è presente solo la sottospecie millefoliata presente anche in Val d'Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise e Calabria, mentre non è certa la presenza in Piemonte.

La caratteristica principale di questa sottospecie sono le foglie molto fessurate che le danno il nome e i frutti molto numerosi. Inoltre è pianta androdioica, cioè presenta un dioicismo imperfetto con fiori ermafroditi e fiori maschili su individui distinti.

Sulle Alpi Apuane la Pulsatilla vegeta nei luoghi erbosi e sulle rocce calcaree dai 600 metri fino alle vette (1850m).

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[6]:

7. – Anemone pulsatilla - L. γmillefoliata (Bert.) [Pulsatilla alpina (L.) Delarbre subsp. alpina]

(luoghi in cui è stata osservata:) Al M. Orsaio in Lunigiana (P. Sav.), nelle Alpi Apuane al Sagro, alla Tambura e al Cavallo (Bert.), al M. Sumbra (Ross.).

Fiorisce da maggio a luglio. Pianta erbacea perenne.

Pellegrini cita anche: Anemone pulsatilla L. [Pulsatilla montana (Hoppe) Rchb.].

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta; Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Magnoliidae; Ordine: Ranunculales; Famiglia: Ranunculaceae; Genere: Pulsatilla; Specie: Pulsatilla alpina

Forma biologica: Emicriptofita scaposa (simbolo: H scap). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.

Descrizione: pianta erbacea perenne con rizoma legnoso e fusto eretto e peloso alto fino a 40 centimetri. Le foglie basali sono lungamente picciolate e tomentose, sono divise in almeno tre segmenti a loro volta tripartiti e profondamente incisi. Quelle cauline sono simili, ma sono più piccole e formano un verticillo sotto il fiore. Il fiore ha diametro di 40-50 mm ed è solitario all'apice dello scapo fiorifero, prima è pendulo, poi eretto. Esso è formato da 5-7 sepali petaloidi bianchi nella parte interna e più o meno soffusi di violetto in quella esterna. Possiede numerosi stami gialli. L'infruttescenza è globosa e formata da numerosi acheni piumosi.

Antesi: maggio - luglio

Tipo corologico: orofitico centro sud europeo, presente dalla Spagna ai Balcani e in Germania. In Italia è assente nelle regioni insulari, in Puglia, Basilicata e Campania.

Habitat: prati alpini, luoghi sassosi, substrati rocciosi, boschi radi di larice da 1000 metri a 2700, su terreno sia siliceo che calcareo.

Conservazione: la specie è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette come le congeneri.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Philip Miller (1691-1771) botanico britannico a lungo fu direttore del Giardino Botanico di Chelsea (Londra) dove coltivò rare piante esotiche. Descrisse numerose piante e introdusse la coltivazione del cotone nelle colonie americane.

2 La resta è un'appendice filiforme lunga e rigida presente al termine di un organo.

3 Antoine Delarbre (1724-1807) fu ecclesiastico francese, studiò medicina e si interessò alla botanica e alla geologia. Fondò l'Orto Botanico di Clermont-Ferrand

4 Antonio Bertoloni (Sarzana 1775 – Bologna 1869), si laureò in medicina e si dedicò poi alla botanica ed è considerato il più insegne botanico italiano del 1800. Scrisse una monumentale opera in 10 volumi sulla flora italiana: “Flora italica: sistens plantas in Italia et insulis circumstantibus sponte nascentes”, Masi, Bologna, 1833-1854. E in particolare scrisse opere dedicate alla flora apuana come Flora alpium Apuanarum compresa nel testo: Amoenitates italicae sistentes opuscola ad rem herbarium et zoologiam Italiae spectantia, De Nobili, Bologna, 1819 e Mantissa plantarum florae alpium Apuanarum, Da Olmo e Tiocchi, Bologna, 1833.

5 Daniel Martin Moser è un botanico svizzero vivente. È esperto di flora alpina e insieme ad altri autori ha pubblicato nel 2004 Flora Alpina. Si è molto interessato alla Pulsatilla alpina che è stata argomento della sua tesi di dottorato.

6 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 18.