PENNACCHIO A FOGLIE LARGHE
(Eriophorum latifolium)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
12 Giugno 2012 (revisione)

(f.f.) l’erioforo è una pianta che ama i luoghi umidi e sulle Alpi Apuane si trova in svariate migliaia di esemplari al Padule di Fociomboli e, meno diffusa, in pochissime altre zone. Meravigliosa è la sua fioritura a giugno-luglio che merita da sola l’escursione alla zona umida di Fociomboli. Naturalmente è specie protetta e il pericolo maggiore che questa pianta corre è proprio la raccolta del fiore che ne determina la drastica riduzione nei pochi habitat nei quali essa prospera.

IL GENERE ERIOPHORUM

Famiglia Cyperaceae

Eriophorum L. fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome generico Eriophorum deriva dal latino scientifico Eriǒphorus a sua volta dal greco έριον (= lana) e dalla voce greco-indoeuropea φέρω (= portare). Quindi letteralmente “portatore di lana” in riferimento ai fiocchi bianchi che a maturità compaiono sulle infiorescenze. La pronuncia è Eriòforo

Il genere Eriophorum comprende circa 25 specie che prosperano nell’emisfero boreale in zone umide, sia al piano che in montagna, particolarmente nella tundra. Sono piante erbacee perenni con infiorescenze a spighe terminali o a false ombrelle. I semi sono coperti da fiocchi bianchi che permettono la dispersione per mezzo del vento e sono la caratteristica del genere.

ERIOPHORUM LATIFOLIUM

Eriophorum latifolium

Eriophorum latifolium Hoppe

Classificata da Hoppe[1] nel 1800.

Conosciuta anche come: Eriophorum polystachyum L.

Conosciuta volgarmente come: erioforo, pennacchio, pennacchio a foglie larghe, piumino, fiocchetto

Il nome specifico latifolium è latino (lātĭfŏlĭus, a, um = dalle foglie larghe) in riferimento alla larghezza delle foglie. Il congenere Eriophorum angustifolium Honckeny, anch’esso presente sia pure in pochissime stazioni sulle Alpi Apuane, ha le foglie più strette, come si evince dal nome specifico.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[2], che la descrive presente sull’Appennino:

1534. – Eriophorum latifolium – Hoppe

= Eriophorum polystachyum – L. β – latifolium (Hpe.)

= Eriophorum pubescens – Bert.

(luoghi in cui è stata osservata:) Indicato al M. Orsaio e al lago di Sassalbo (Parl.).

Volg. Pennacchi.

Fiorisce in giugno. Pianta perenne erbacea.

Il destino di questa specie sulle Apuane è legato a quello del Padule di Fociomboli. Salvaguardare questa zona umida significa proteggere non solo l’erioforo, ma anche le molte specie tipiche delle zone umide che lo popolano. La specie è, naturalmente, protetta in provincia di Lucca.

C’è da aggiungere che all’interno dell’Orto Botanico Pellegrini di Pian della Fioba (MS) è stato allestito un laghetto[3] per ospitare alcune specie vegetali presenti nelle poche zone umide apuane e, tra queste, c’è anche l’ Eriophorum latifolium.

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Liliopsida; Sottoclasse: Commelinidae; Ordine: Cyperales; Famiglia Cyperaceae; Genere Eriophorum; Specie: Eriophorum latifolium

Forma biologica: Emicriptofita cespitosa (simbolo: H caesp). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Cespitosa (simbolo caesp): pianta che presenta ciuffi fitti di foglie che si dipartono dal suolo.

Descrizione: pianta erbacea alta da 30 a 90 cm, la radice fascicolata la ancora al terreno. Ha fusti eretti e lisci all’apice dei quali sono le spighe. Le foglie sono per lo più basali, lineari e lunghe fino a 30 cm e larghe circa 0,5 cm e formano densi cespi. I fiori, raccolti in spighe, sono poco appariscenti mentre i frutti sono ricoperti da candide sete molto appariscenti e lunghe fino a 4 cm che giustificano il nome della pianta.

Antesi:.giugno-agosto, secondo l’altitudine. Sulle Apuane giugno-luglio.

Tipo corologico:.è presente nelle zone temperate e fredde euro-asiatiche. In Italia è comune sull’arco alpino mentre diventa più rara nell’Appennino dove è presente fino a Molise e Lazio. Sulle Alpi Apuane è presente in pochissime stazioni, ma, in particolare. Al Padule di Fociomboli.

Habitat: paludi torbose, prati costantemente umidi, corsi d’acqua dal piano fino a oltre 2000 metri. Predilige il terreno leggermente alcalino. Il Padule di Fociomboli si trova a 1150 metri e le acque calcaree neutralizzano l’acidità della torbiera determinando le condizioni ideali per la crescita della pianta.

Conservazione: la specie è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette ed è classificata come VU (vulnerable) cioè vulnerabile. L’elenco comprende anche la congenere Eriophorum angustifolium Honckeny che è classificata come CR (critically endengered) cioè gravemente minacciata, cioè a rischio di estinzione in natura nell’immediato futuro.

Le notizie che seguono sono tratte da un articolo del volume Geositi tra valorizzazione e conservazione della natura[4].

In Toscana, al di fuori delle Alpi Apuane, la specie è presente solo al Lago Greppo nell’Appennino pistoiese, mentre in passato era stata segnalata anche al Lago Padule di Cerreto (Fivizzano). Sulle Alpi Apuane essa è stata descritta al Monte di Roggio (a nord del Lago di Vagli), al Padule del Puntato, alla Torbiera di Fociomboli. In queste stazioni è presente in migliaia di esemplari al Padule di Fociomboli e in minor quantità nelle altre due stazioni, ma senza pericolo di estinzione. Inoltre pochi esemplari resistono a fatica nelle aree umide di Gorfigliano, di Pierdiscini (presso Careggine) e in quantità quasi irrilevanti a Nàiora di Careggine e al Padule di Mosceta.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui

 

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 David Heinrich Hoppe (1760-1846) micologo e botanico tedesco. Si interessò in particolare di flora alpina e diede il nome a oltre 200 specie vegetali.

2 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 304.

3 In realtà il laghetto è una minuscola pozza posta presso il Centro Visitatori e tutti i progetti dell’Orto Botanico si scontrano con la cronica carenza di fondi degli enti comunali.

4 Antonio Bartelletti, Emanuele Guazzi Valenza floristica e vegetazionale di geositi di morfologia glaciale e di localizzazione “periglaciale” nelle Alpi Apuane, in AA.VV. Geositi tra valorizzazione e conservazione della natura – la geodiversità della Alpi Apuane, Atti del convegno di studi, Pacini Editore, Pisa, 2009, pag. 69-86.