(LU-Stazzema) STAZZEMA–ALPE DELLA GROTTA (865m)–CALLARE DEL MATANNA (1139m)–MONTE NONA (1297m)– FOCE DELLE PORCHETTE (982m)–STAZZEMA (ANELLO ALTO DEL NONA)
Loc. di partenza: strada di Stazzema (527 mt)
Loc. di arrivo: strada di Stazzema (527 mt)
Dislivello mt.: 770
Tempo totale: 5h 40'
Difficoltà: E
Punti d'appoggio: Rifugio Forte dei Marmi, Casa Giorgini
Rifornimento acqua: Strada di Stazzema, Alpe della Grotta, Rifugio Forte dei Marmi, Fonte di Moscoso, bivio 5 A/6
Tratti di ferrata: No
Sequenza sentieri: 5/6, 5, sentiero blu, 109, 8, 6
DATA ESCURSIONE: 02/10/2011
Itinerario percorso nuovamente in data 28/08/2020. Per aggiornamenti consultare la sezione "Note" [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1993027284051795/?type=3&theater[FXLK][TYLK]

[ILK]MonteNona.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sul Monte Nona.

La strada asfaltata finisce poco dopo una casa con annessa maestà privata, qua fermiamo l’auto.
Ben evidente è, a destra, l’inizio dei sentieri 5/6 rispettivamente per il rifugio Forte dei Marmi e per il Monte Forato.
Da poco tempo è presente anche una fontana per approvvigionarsi di acqua: essa è posta in una piazzola pochi metri dietro, presso un bivio della strada.
A pochi metri dalla partenza c’è una prima maestà con annessa panchina per riposarsi, essa è stata restaurata dalla famiglia Giannaccini.
Il sentiero sale a sinistra nel bosco di castagni e, per un breve tratto, si vede lo sterrato in basso che continua la strada asfaltata che abbiamo fatto in auto (iniziata nel 1973 questa avrebbe dovuto collegare Stazzema con Palagnana e il Rifugio Alto Matanna, fortunatamente il progetto non si è realizzato, preservando la bellezza di queste zone).
In 5’ dalla partenza siamo a un bivio: a sinistra si stacca il sentiero 6 (che faremo al ritorno) per il monte Forato, a destra il sentiero 5, che imbocchiamo, per il Rifugio Forte dei Marmi e il Callare del Matanna.
Il sentiero è molto tranquillo, ben tenuto e si sviluppa nel bosco di castagni.
A 10’ incontriamo un’altra maestà, in questa c’è un’immagine in terracotta del 1998 della Madonna del Popolo, quella originale, in marmo, è stata asportata da vandali.
Lungo il sentiero ci sono tre brevi tratti attrezzati con corde metalliche per agevolare la progressione quando il terreno è scivoloso, ma non sono necessarie competenze tecniche.
Inoltre sono presenti diversi ruderi: alcuni, le cosiddette “burraie”, servivano ai pastori e ai montanari per conservare gli alimenti, altri sono calchere, cioè fornaci di calce usata per costruire le abitazioni.
A 27’ c’è un breve tratto di salita più ripida: di fronte ci sono il Procinto e il Nona mentre a destra abbiamo il Matanna; la visuale è buona anche perchè sono stati tagliati molti alberi.
Proseguiamo con tratti pianeggianti seguiti da salite e a 42’ incrociamo un traliccio dell’Enel.
Finalmente a 56’ arriviamo alle Sorgenti della Grotta: qua c’è una captazione d’acqua con relativa fonte freschissima e l’incrocio con il sentiero 5 A che proviene a sinistra dalle Scalette.
Pochi metri più avanti, ancora a sinistra, c’è anche l’imbocco del sentiero 121 (fonte di Moscoso-S.Rocchino) che passa anche dalla Baita dello Scoiattolo.
Inoltre c’è una maestà con icona marmorea del 1727 dedicata a Sant’Antonio e Santa Margherita.
Dopo una breve sosta di 5’ prendiamo a destra per il 5/121 in direzione del Rifugio Forte dei Marmi.
Il sentiero costeggia agevolmente la parete strapiombante del Monte Nona.
A 01h 04’ arriviamo a un bivio: a destra continua il sentiero 121 sul quale, a 50 metri tra gli abeti, si trova il rifugio Forte dei Marmi, invece a sinistra sale il sentiero 5 per il Callare del Matanna.
Questo tratto è il sentiero dedicato all’ingegner Aristide Bruni (al quale si deve la prima ascesa documentata, nel 1879, del Monte Procinto, ma probabilmente egli fu preceduto da boscaioli locali) che sale ripidamente per le pendici calcaree del Monte Nona: la vista che si gode è splendida e, nelle giornate limpide, arriva al mare dove si vedono le isole dell’arcipelago toscano.
Su noi incombe la parete del Nona molto impegnativa per i rocciatori.
In pochi minuti arriviamo alla cengia rocciosa, attrezzata con una fune d’acciaio, molto utile in caso di neve e ghiaccio, lungo la quale una lapide ricorda la costruzione del sentiero.
Saliamo ancora e a 01h 24’ troviamo la deviazione a sinistra per il Procinto che porta alla cintura e alla ferrata. Noi continuiamo il sentiero che costeggia il monte Nona, fino a un traliccio dell’Enel da cui si ha una buona vista su Procinto e Matanna e, a 01h 45’, siamo a un intaglio con una sorta di ara pagana.
In realtà questo traforo (del Pizzo di San Pietro) è artificiale e fu fatto alla fine dell’ottocento per allestire una via attrezzata per il monte Nona che fu poi smantellata.
Noi saliamo ancora pochi minuti e a 01h 58’ siamo al Callare del Matanna, dove è presente un altro traliccio dell’Enel e un grande crocifisso di recente restaurato.
A sinistra sale il sentiero per il monte Nona, mentre a destra quello per il Matanna, entrambi i sentieri sono segnati di blu e non sono numerati.
In basso il sentiero 5 scende per l’albergo rifugio Alto Matanna (1037m) da cui è possibile seguire il sentiero 109 per la Foce delle Porchette (percorrendo così l’anello basso del monte Nona) e altri sentieri per San Rocchino e la Foce del Crocione.
Il luogo è molto panoramico, in particolare sul monte Procinto e Corchia da una parte, e sul Piglione, dietro il quale si intravedono i monti Pisani, dall’altra; inoltre la visuale si apre sull’Appennino, sulla costa e se la giornata è limpida arriva fino alle Alpi Marittime.
Dopo una sosta brevissima iniziamo il sentiero per il monte Nona seguendo segni sbiaditi bianco-rossi e blu verso sinistra (trascurare la traccia a destra in basso).
Il sentiero segue il crinale molto panoramico, inizialmente piuttosto tranquillo poi sale più ripidamente; sulla destra, in basso, scorgiamo il borgo di Palagnana.
Dopo pochi minuti c’è un bivio: il sentiero blu continua verso destra ed è consigliabile poiché si sviluppa in cresta ed è più panoramico, invece l’altro, che continua diritto, sale a mezza costa per congiungersi più in alto. La vista si apre progressivamente sul monte Croce a destra e sul gruppo delle Panie, mentre più a sinistra vediamo il Sumbra, l’Altissimo e il Sagro.
A 2h 32’ siamo in vetta, segnalata dai resti arrugginiti di una croce che giace desolatamente a terra ormai da molti anni.
Il panorama è veramente splendido, in particolare sulle Panie e, in basso, verso sinistra, sul la vetta del Procinto.
Ci fermiamo una decina di minuti a goderci il bel panorama e poi scendiamo (02h 42’) per le ben evidenti tracce di sentiero che corrono per la Cresta Nord avendo sulla sinistra la vetta del Procinto; è bene non sporgersi perchè c’è il precipizio della parete del Nona.
A 02h 52’ arriviamo poco prima della spalla 1277: i segni blu scendono verso destra mentre altri proseguono in avanti per qualche metro, ma devono essere trascurati.
Adesso scendiamo per prati e alberi sparsi che più in basso diventano anche piccoli boschetti.
La discesa è inizialmente piuttosto ripida, abbastanza evidente e segnata di blu, bisogna sempre fare attenzione ai segni e non spostarsi a sinistra dove continua la ripida parete nord-ovest del monte Nona con i suoi strapiombi.
Il panorama è splendido sulle Panie e sul Monte Croce.
A 03h 20’ iniziamo a vedere il Procinto e il Gruppo dei Bimbi e la visuale progressivamente si amplierà.
Intanto il sentiero si sposta leggermente verso sinistra, in discesa, e poi sale per un breve tratto fino ad arrivare alla panoramica sella posta a circa 1120 metri a 03h 31’.
Questa sella si trova sotto la quota 1132 del monte Nona che domina la Foce delle Porchette.
Qua scendiamo verso sinistra su terreno erboso e tramite un valloncello arriviamo a 03h 46’ a incrociare il sentiero 109 (Foce di Petrosciana – Rifugio Alto Matanna).
Adesso scendiamo per questo sentiero diminuendo progressivamente di ripidità, superiamo alcuni ruderi sulla destra e subito dopo siamo alla Foce delle Porchette, a 03h 56’.
La Foce costituisce un importante nodo di sentieri: essa è attraversata dal sentiero 109 che abbiamo in parte percorso e dall’8 (Cardoso-Palagnana) che seguiremo, inoltre qua inizia il 108 per il Termine, tramite il quale si sale al monte Croce.
Anche qua è presente una bella maestà con la Madonna col bambino e con un altro piccolo, forse San Giovanni.
Un bell' esemplare di Cornus mas (corniolo) è in piena fruttificazione di fronte alla maestà.
Sostiamo una decina di minuti e a 04h 06’ scendiamo per comode voltoline.
A 04h 28’ troviamo sulla parete del monte una lapide dedicata alla Madonna di sotto gli organi di Pisa, ricordo del viaggio per trasportare quella immagine sacra, oggi conservata nel duomo di Pisa (il trasporto da Lombrici a Pisa nel 1225 nel corso di guerre tra Lucca e Pisa è comunque solo leggenda).
Continuiamo a scendere e in pochi minuti incrociamo il sentiero 6 (Stazzema – Foce di Petrosciana).
Lo seguiamo prendendo a sinistra e in cinque minuti (04h 36’) siamo alla Fonte di Moscoso da cui scende il sentiero 8 per Cardoso.
Continuiamo per il sentiero 6 e dopo 5’ troviamo sulla sinistra la deviazione per il sentiero 121, la zona è panoramica sul gruppo delle Panie e sulla Cresta Pulita.
Il sentiero continua in lieve discesa e a 04h 54’ siamo presso una casa con maestà dedicata a San Francesco e fonte.
Ancora un po’ di discesa e a 05h 08’ siamo al primo bivio con il sentiero 5 A che sale verso sinistra (diretto alla Baita dello Scoiattolo e al Rifugio Forte dei marmi), superiamo la Casa del Pittore e poi Casa Giorgini (bed and breakfast e ristorante) e a 05h 19’ siamo al secondo bivio con il 5 A che scende a destra per le Scalette, dove c’è la strada non asfaltata, che può essere raggiunta anche da qua scendendo in direzione opposta al sentiero 6.
Noi continuiamo a sinistra per il sentiero 6 e all’inizio troviamo una captazione d’acqua con fontana.
Il primo tratto costeggia una zona dove si trovano cavalli.
Il sentiero adesso è lastricato e in pochi minuti arriviamo a una miniera abbandonata, poi c’è una maestà con un muro pericolante, essa ha un’icona marmorea piuttosto recente.
Continuiamo a scendere e iniziamo a scorgere sulla destra la strada non asfaltata che è la prosecuzione della strada asfaltata percorsa stamani in auto.
A 05h 35’ chiudiamo l’anello e a 05h 40’ siamo all’auto.
Da Seravezza si prosegue sulla strada provinciale per Castelnuovo Garfagnana, oltrepassata Ruosina, si prende la deviazione a destra per il fondovalle in direzione Stazzema.
Si oltrepassa Ponte Stazzemese, Mulina e Culierchia, si lascia a destra la deviazione per Pomezzana e Farnocchia e, poco dopo, su un ampio tornante prima di arrivare a Stazzema, si imbocca la deviazione a destra contrassegnata con una rustica ma utile indicazione "Rifugio Forte dei Marmi" (Basta fare attenzione).
Il percorso è molto interessante per la varietà dei panorami dal Procinto, al Nona, al Matanna, alle Panie e al Monte Croce oltre a Piglione e Prana e altre vette più lontane: Altissimo, Corchia, Sagro e Sumbra.
Di grande interesse è il tratto iniziale del sentiero Bruni che costeggia la parete del Nona, il Callare del Matanna, per i panorami che offre, e la vette del Nona con la visione superba delle Panie.
La discesa per il sentiero blu non è particolarmente impegnativa, ma va fatta con attenzione perchè sulla sinistra c’è lo strapiombo della parte del Nona ed è quindi da evitare con ghiaccio e con nebbia.
L’anello non è lungo, ma sicuramente è molto appagante e in primavera offre anche la possibilità di godere di molte fioriture interessanti.

Aggiornamenti del 28/08/2020
Nel tratto di discesa dalla vetta del Nona i segni blu risultano per lo più assenti o molto sbiaditi. Vari ometti di pietra indicano la giusta direzione, tuttavia alcune formazioni rocciose possono facilmente essere scambiate per ometti e trarre in inganno. In linea di massima occorre mantenersi per lo più paralleli al crinale, evitando la tentazione di allontanarsi troppo da esso. Nei pressi della sella 1120m, poi, la traccia diventa estremamente evidente e dunque molto semplice da seguire fino all'innesto nel sentiero 109. In quest'ultimo tratto incontriamo anche alcuni grossi ometti in pietra.

Sulla vetta è stata posta una nuova croce, la cui targhetta riporta la data 24 maggio 2017. I resti arrugginiti della vecchia croce permangono in loco.

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