(LU-Minucciano) RIFUGIO DONEGANI– FOCE DEL GIOVETTO (1502 m) – PIZZO D'UCCELLO (1781m) - FOCE DEL GIOVETTO (1502 m) – FOCE DI GIOVO (1500 m) – RIFUGIO DONEGANI (A/R con deviazioni)
Loc. di partenza: RIFUGIO DONEGANI (1121 m)
Loc. di arrivo: RIFUGIO DONEGANI (1121 m)
Dislivello mt.: 767
Tempo totale: 5h 30'
Difficoltà: EE
Punti d'appoggio: Rifugio Donegani, Rifugio Val Serenaia
Rifornimento acqua: assente
Tratti di ferrata: No
Sequenza sentieri: 37; 191; sentiero di vetta; 181; 37; strada
DATA ESCURSIONE: 09/09/2018 [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1993023987385458/?type=3&theater[FXLK][TYLK]

Si consiglia di leggere attentamente le note a questa escursione.
Essa, come da tabelle CAI, è classificata con grado di difficoltà EE e presenta alcuni tratti con passaggi di 1° grado.


[ILK]PizzodUccello.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sul Pizzo d'Uccello.

Iniziamo l'escursione dal Rifugio Donegani dove esiste un ampio spiazzo parcheggio. [Il rifugio è privato, ma convenzionato Cai. Ha 52 posti letto e servizio bar ristorante.]
Il sentiero 37 inizia di fronte al parcheggio ed è ben indicato. Volendo è possibile seguire, per un tratto, la marmifera e lo faremo al ritorno.
Il sentiero 37 porta alla Foce di Giovo per continuare per le foci Rasori e Navola e poi scendere verso Forno (Mozziconi). Noi lo seguiremo per un breve tratto fino al bivio con il sentiero 191, mentre al ritorno percorreremo tutto il tratto da Foce di Giovo.
Il tratto iniziale sale abbastanza ripido e panoramico sul Pisanino che è alle nostre spalle, poi entra nella faggeta e procede a tornantini fino ad arrivare alla marmifera dopo 8'.
La seguiamo per un breve tratto verso sinistra e dopo 3' siamo ai cartelli che indicano di salire decisamente verso destra. Questo tratto di sentiero è intitolato a Maurizio Scheggi del Cai Pisa.
La marmifera prosegue per la zona delle cave e porta al Rifugio Orto di Donna, che è il più alto della valle.
Il panorama è aperto su tutti i monti della valle, dal Pisanino agli Zucchi di Cardeto, dal Cavallo al Contrario, dal Grondilice alla Cresta Garnerone. Naturalmente poi ci sono le cave, molte abbandonate e altre in attività e vecchi edifici di servizio.
Saliamo adesso per tratto ampio e agevole su sfasciumi di marmo, avendo sulla sinistra vecchie cave. Superiamo un edificio di cava e a 18' siamo a un secondo edificio e a un piazzale di cava completamente di marmo.
Superiamo alcuni massi di marmo e riprendiamo a salire per sfasciumi. A 22' percorriamo un tratto ripido dove in passato era una corda metallica di protezione che è stata tolta. Rimangono solo i pali metallici, il tratto dura circa 3'.
Saliamo ancora e a 32' siamo al piazzale di un'altra cava con qualche blocco di marmo abbandonato e una vasca scavata nel marmo.
Dopo 5' siamo in un boschetto da cui usciamo poco dopo e a 45' siamo a un bivio: il sentiero 37 prosegue verso sinistra (lo faremo al ritorno) mentre verso destra sale il sentiero 191 per la Foce del Giovetto che seguiamo.
Il primo tratto è aperto e panoramico sulle pendici del Pizzo e sulla quota 1544. A 49' entriamo in una bella e giovane faggeta che ci accompagnerà fino al Giovetto.
A 01h 04' siamo a un bivio: il sentiero 181 va a destra diretto a Foce Siggioli, poi a Ugliancaldo e a Pieve San Lorenzo. Esso inizia dalla Foce di Giovo.
Saliamo e in un paio di minuti siamo alla Foce del Giovetto (c'è da aggiungere che il sentiero che stiamo percorrendo raggiunge la stessa foce anche in altro modo e quindi c'è una deviazione che non abbiamo visto).
Siamo ai piedi del Pizzo d'Uccello, c'è una palina con le indicazioni dei sentieri: il 181 va verso sinistra alla Foce di Giovo e lo percorreremo dopo essere scesi dal Pizzo, invece il sentiero 191 scende per la Foce dei Lizzari. Un tratto di esso è attrezzato e costituisce la Ferrata Piotti. Dal Giovetto inizia la via normale, e più semplice, per salire il monte: essa si sviluppa lungo la cresta sud-sud-est. Il percorso è completamente segnato con segni rosso-bianchi, alcuni tratti sono di facile arrampicata e richiedono quindi l'aiuto delle mani. In brevi tratti c'è un minimo di esposizione, ma gli appigli sono sicuri.
È possibile salire seguendo il sentiero a destra oppure salire subito verso sinistra per semplice cresta, dopo pochi minuti i due percorsi vanno a coincidere. Noi seguiamo la seconda soluzione, mentre al ritorno seguiremo il sentiero di destra.
Il primo tratto è decisamente tranquillo su rocce e sfasciumi e non richiede nemmeno l’aiuto delle mani. A 01h 29' superiamo un breve camino, abbastanza stretto, ma non difficoltoso, cui segue un tratto ripido, una strettoia, un pianoro tranquillo e ancora un po’ di ripidità.
Arriviamo quindi a 01h 40' a una stretta cengia (circa un paio di metri) verso sinistra ricca di appigli. C'è da dire che salendo il panorama si allarga ed è splendido sull'intera Val Serenaia e le montagne che la circondano e poi sul Sagro e sulla costa.
Poco dopo iniziamo a salire un erto, ma semplice, canalino di sfasciumi che ci porta a un pianoro a 2h 02’ da cui la salita continua più tranquilla e dopo 5’ arriviamo ad un’ampia cresta rocciosa che seguiamo, in parte spostandoci verso sinistra.
A 2h 08’ siamo su ampia cresta in salita cui segue un tratto meno ripido su sfasciumi che ci porta a un'antecima del monte. Da questa scendiamo fino a un intaglio che è possibile superare a sinistra per evitare il salto.
Dopo di esso arriviamo in vetta a 2h 25’. Il panorama è aperto sul Pisanino, la valle Serenaia/Orto di Donna, il Cavallo, il Contrario,la cresta Garnerone, il monte Sagro ed in lontananza le Apuane meridionali, verso mare il golfo della Spezia e le sue isole e poi tutto l’Appennino. Nelle vicinanze a ovest c'è il borgo di Vinca e la cresta Nattapiana a est la Capradossa, i paesi di Ugliancaldo e Minucciano e il lago di Gramolazzo.
In vetta c'è una piccola croce posta il 28 maggio 2006 dal signor Giuliano Gherardi, poi tolta e riposizionata in seguito in maniera definitiva. Dopo 10' di sosta scendiamo a 02h 35'.
Adesso scendiamo con la necessaria prudenza e concentrazione richiesta in alcuni passaggi. Oggi c'è molta gente che sale e quindi qualche ingorgo ci rallenta.
A 03h 50' siamo nuovamente alla Foce del Giovetto. Decidiamo di continuare per la Foce di Giovo, ma chi volesse abbreviare l'escursione può tornare indietro per il percorso fatto all'andata.
Noi seguiamo il sentiero 181 di fronte a noi, esso passa tra rocce e macchiette di faggi contorti dal vento, il percorso è a saliscendi con salita iniziale e costeggia la modesta quota 1539. La visuale si apre, tra le fronde, su Sagro e Valle di Vinca verso destra e su Pisanino e Val Serenaia a sinistra.
A 03h 55' un tratto di sentiero sulla roccia va percorso con attenzione, ma non mancano gli appigli e, volendo, è possibile evitarlo scendendo di pochi metri.
Più avanti la visuale si apre sulla Cresta Garnerone e il Grondilice e, in basso a sinistra, verso le cave di val Serenaia. Segue un tratto aperto che porta alla panoramica Foce di Giovo dove arriviamo a 04h 10'. Alla foce è presente un palo con le indicazioni dei sentieri: il 181 per Foce Siggioli che abbiamo percorso dal Giovetto, il 175 che scende in basso per Vinca, il 37 che scende verso il Rifugio Donegani e Val Serenaia, mentre dalla parte opposta va a Capanna Garnerone e Forno e quindi, nella parte iniziale, coincide con il 175. Infine il 179 che porta al Rifugio Orto di Donna.
Il panorama da Foce di Giovo è splendido su Sagro, su Pisanino e su Pizzo d’Uccello, che incombe in tutta la sua imponenza, e sulla cresta Garnerone. Il luogo è erboso, ameno, ampio e invita al riposo e alla contemplazione.
Dopo un'altra sosta di 10' a 04h 20' scendiamo per il sentiero 37. Seguiamo la traccia evidente che scende in una prateria di Calluna e di ginepri, con carline sparse in fioritura.
Segue poi un tratto tra radi alberi e infine entriamo nella faggeta per tratto di ampia mulattiera che scende a tornantini. A 04h 31' troviamo delle indicazioni: il sentiero prosegue, sempre ben segnato, verso sinistra. Invece verso destra prosegue un'ampia traccia (si vede a pochi metri una vecchia cisterna) che costituiva il vecchio percorso del sentiero che è stato ridisegnato nel 2007 per evitare di passare dalle cave attive.
Quindi scendiamo verso sinistra e in breve siamo su roccette con visuale sulle cave di Orto di Donna. Segue poi tratto aperto su cava e panoramico sul Pisanino, Zucchi di Cardeto, Cavallo e Contrario.
A 04h 42' siamo nuovamente fuori dal bosco e dopo 5' siamo al bivio tra i sentieri 37 e 191. Proseguiamo in discesa con un altro tratto nel bosco, usciamo di nuovo e a 05h siamo al piazzale di cava con blocchi abbandonati.
Proseguiamo il percorso fatto all'andata e a 05h 20' siamo sulla marmifera. Scendiamo verso sinistra, poco dopo troviamo sulla sinistra le indicazioni per il 37 che trascuriamo continuando a scendere per la marmifera.
A 05h 28' troviamo sulla sinistra le indicazioni per il sentiero 187 che sale per la Foce Siggioli dove arriva la Ferrata Tordini-Gallicani. Dopo 5' siamo alla sbarra della strada e a 05h 36' arriviamo al piazzale del rifugio dove terminiamo l'escursione.
Da Lucca si seguono le indicazioni per Castelnuovo Garfagnana (47,4 km) e poi per Piazza al Serchio (62,2 km), poi per Gramolazzo (70,2 km) e da qui per Minucciano, prima di raggiungere questo borgo all’inizio di una galleria (72,8 km) si svolta a sinistra (le indicazioni non mancano) e si segue per circa 5 km la strada asfaltata, in parte nel bosco. Si arriva al rifugio Val Serenaia (77,8 km) e al campeggio cento metri dopo, la strada poi si inerpica a destra per le cave e in pochi minuti porta al Rifugio Donegani (78,7 km). Qua è presente un ampio spiazzo parcheggio.
Partendo da Aulla (facilmente raggiungibile in autostrada) si segue la statale per Fivizzano e il Cerreto, superate Rometta e Soliera (10,8 km) si devia a destra per Gassano e da qua per Gragnola e poi per Casola (22 km), da Casola si va a Minucciano (29,8 km) e superato il borgo si arriva alla galleria di cui sopra (31,6 km) e si devia a destra dopo averla superata.
La cresta sud-sud-est del Pizzo d'Uccello è accessibile agli amanti della montagna con buon allenamento ed esperienza nell’arrampicata elementare.
La salita è facile, ma non facilissima, e da evitarsi quando le condizioni del tempo non siano le migliori, nel qual caso le difficoltà diventano altissime. Da escludere la salita con neve e ghiaccio.
L’intero tracciato è segnato con ben evidenti segni bianco-rossi che accompagnano lo scalatore indicandogli con precisione il percorso che deve seguire.
Le difficoltà alpinistiche sono, in alcuni tratti, di primo grado, molti tratti sono camminabili senza problemi, il resto è da farsi con attenzione e con la dovuta concentrazione, specialmente in discesa.
L’emozione della salita al Pizzo è indimenticabile e il panorama che si gode dalla vetta è magnifico. Il nostro consiglio, rivolto all’escursionista allenato ed esperto, è di salirla con qualcuno che già la conosca.
I panorami sono notevoli sulla Val Serenaia e sull'Orto di Donna, sulla costa e Apuane centrali.

ATTENZIONE!!!

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