(LU-Stazzema) ARNI–PASSO FIOCCA (1550 m)–MONTE SUMBRA (1764 m)–COLLE DELLE CAPANNE (1435 m)–CAPANNE DI CAREGGINE (840 m)-INNESTO STRADA PROVINCIALE (616 m) (TRAVERSATA DEL SUMBRA)
Loc. di partenza: ARNI (916 m)
Loc. di arrivo: CAPANNE DI CAREGGINE (840 m)
Dislivello mt.: 850
Tempo totale: 08h 15'
Difficoltà: EEA
Punti d'appoggio: Arni - Capanne di Careggine
Rifornimento acqua: Arni - Capanne di Careggine
Tratti di ferrata:
Sequenza sentieri: 144 - 145
DATA ESCURSIONE: 24/08/2008. Aggiornato al 15 /09/2019 [IXLK]https://www.facebook.com/Escursioni.Apuane/photos/a.1985769234777600/1991299797557877/?type=3&theater[FXLK][TYLK]

[ILK]MonteSumbra.html[FLK]Qui[TLK]un approfondimento sul Monte Sumbra.

Lasciata la provinciale, nei pressi di una curva, entriamo nel piccolo borgo di Arni e troviamo subito un parcheggio sulla destra dove ci fermiamo. [Arni è la frazione più settentrionale e più alta del comune di Stazzema. Essa si trova nel versante garfagnino, alle sorgenti della Turrite Secca, a nord-est del Monte Altissimo. La valle di Arni ha forma longitudinale, in direzione da ovest a est, per un'estensione di circa 3 Km. Essa è dominata dal Monte Macina e dal Monte Fiocca ed è chiusa dal Sella. I monti che la circondano sono ricchi di minerali, in particolare di marmo. Il borgo nacque agli inizi del 1800 da preesistenti abitazioni di pastori e nel 1822 fu costruito dagli abitanti l’oratorio di S. Agostino (il campanile invece è successivo). I giacimenti marmiferi furono sottoposti a intenso sfruttamento, che sconvolse, l’aspetto della valle a partire dalla fine del XIX secolo a causa dell'apertura della Galleria del Cipollaio, ma lo sfruttamento, intensivo e velleitario, durò poche decine di anni. Oggi le cave sono quasi tutte abbandonate e questo ha portato allo spopolamento del borgo. La strada marmifera presente nella valle conduce verso le cave Ronchieri del versante massese del Monte Sella invece ancora attive. Attiva è pure la cava del Faniello. Ancora oggi l'attività economica prevalente è quella legata all'estrazione del marmo.]
Il sentiero che seguiremo è il 144 per il Passo di Sella che inizia pochi metri dopo il parcheggio seguendo la strada asfaltata, lo seguiremo fino al Passo di Fiocca.
In alternativa si potrebbe seguire una traccia segnata che va a recuperare la strada più in alto, ma oggi questa traccia è impraticabile per lo sviluppo eccessivo della vegetazione. Su questa traccia, pochi metri sopra il parcheggio c'è una fontana. [Ricordiamo che da parte opposta al parcheggio salgono i sentieri 33 e 155, con tratto comune iniziale. Il primo è diretto al Pasquilio passando dalle Gobbie e dal Passo degli Uncini. Il secondo è diretto al Passo di Sella passando dallo Schienale dell'Asino.]
Quindi seguiamo la strada e, trovati subito dopo i cartelli del sentiero, prendiamo verso destra in salita. In breve siamo alle Case di Oriali presso le quali il sentiero sale, ben segnalato, a destra (09’) con breve scalinata iniziale.
Alcune delle case sono state risistemate in maniera gradevole e molto rispettosa del luogo. Il primo tratto del sentiero segue delle balze erbose piuttosto ripide con bella vista sul Monte Altissimo e sul Macina. Più in alto il sentiero passa attraverso fastidiosi ginestroni e si comincia a vedere, in basso, il paese di Arni. La traccia è sistemata e non ci sono problemi a progredire nonostante la vegetazione.
Ancora più in alto saliamo per facili rocce scalinate e a 41’ siamo sulla cresta rocciosa presso una palina segnaletica. Il panorama adesso si allarga al monte Fiocca, che abbiamo di fronte, e al gruppo delle Panie e, a sinistra, al monte Sella.
La cresta sale, ma in maniera non molto ripida, mantenendosi sempre molto panoramica, svolta a sinistra e poi si fa più ripida. Ad 1h 18’ siamo alla base della parete del Fiocca, dopo aver percorso un breve tratto su terreno erboso, e proseguiamo sulla destra per un tratto scalinato nel marmo, il sentiero è sempre ben segnato. Questo tratto deve essere percorso con attenzione e piede sicuro e, in caso di fondo scivoloso, è bene tornare indietro.
Dopo una decina di minuti troviamo l’ingresso di una modesta grotta (Buca dei Corvi) e poi segue un tratto su roccette, paleo e terra. Troviamo poi una lapide nuova in marmo ricordo di Èlia Baisi (1925-2018), detta la Voglina, che "da qui passava ogni mattina per raggiungere il marito e il suo gregge nell'Alpeggio del Fatonero".
A 1h 45’, presso un ometto, il sentiero gira a destra, seguendo la conformazione del monte (cresta sud-est). Cominciamo a vedere l’inconfondibile sagoma a panettone del Monte Sumbra e, dopo 5', siamo al Malpasso (1430 m) da cui scendiamo a sinistra in direzione del bosco del Fatonero per un tratto di rocce scistose che bisogna percorrere con un po’ di attenzione.
Il primo tratto è attrezzato con corda metallica e, più avanti, ce n'è un altro per superare rocce un po' degradate. Poco dopo questo secondo tratto, a 02h, entriamo nel bosco del Fatonero, una bella faggetta.
[Il nome Fatonero deriva da faggio, infatti il bosco è una faggeta, e dal fatto che essendo molto fitto non lascia passare i raggi del sole. Da lontano esso appare come una macchia verde-nera. Nella fantasia popolare il bosco era abitato da spiriti e folletti, tra cui il famigerato Linchetto, dispettoso e disturbatore sia di uomini che di animali. Queste storie sono sopravvivenze di miti e riti dei Liguri Apuani e del loro culto degli alberi e degli spiriti tutelari delle foreste a cui si sono sovrapposti poi miti latini e germanici.]
Qua il sentiero, molto ameno, incontra alcuni rivoli di acqua, poi una piccola radura dove prosperano i lamponi che si trova presso un rudere sulla destra.
Usciamo dal bosco a 02h 31' e il sentiero prosegue nel paleo a mezza costa e panoramico sulle Panie. In breve (2h 41’) siamo ad una selletta panoramica (Passo Contapecore) presso un poggetto alto 1482 m, con indicazioni di sentiero e una stele di ardesia piena di nomi. La sella è una ventina di metri più bassa del poggio che fa parte del contrafforte che separa la Valle dell’Anguillaia da quella del Fatonero. Proprio di fronte a noi c’è il Sumbra con la sua imponenza e dall’altra parte il Fatonero che abbiamo appena percorso.
[Il nome del passo deriva dall’abitudine che avevamo i pastori di contare le loro pecore in questo luogo, poiché era inevitabile che i greggi si mischiassero tra la Valle del Fosso del Fatonero e quella del Fosso dell’Anguillaia.]
Continuiamo in salita, inizialmente per un tratto erboso, poi risaliamo roccette e, infine, percorriamo un bel tratto su un lastrone di marmo che ci porta al Passo di Fiocca a 03h 10’. Il passo è molto panoramico sul monte Fiocca, sul Sumbra, sulle Panie e sul gruppo Sella, Tambura, Roccandagia, in basso vediamo la Valle dell’Edron e il lago di Vagli. Qua il sentiero 144 prosegue a sinistra per il Passo di Sella e, con deviazione, è possibile salire alla vetta del Monte Fiocca.
Dopo una breve sosta seguiamo il sentiero 145 che qua inizia e termina a Capanne di Careggine, noi lo percorreremo interamente. Inizialmente seguiamo l'ampio crinale roccioso per arrivare ai piedi del monte.
A 03h 20' passiamo per un affioramento roccioso attrezzato con corda metallica nel versante verso Vagli. Essa facilita la progressione essendoci un po' di esposizione. Quindi saliamo verso destra le pendici del monte.
Segue un tratto erboso e poi roccioso e a 03h 32' siamo all’inizio del tratto attrezzato, esso permette di aggirare per una cengia erbosa lo spigolo ovest del Sumbra. Il tratto lungo 180 metri (ferrata Ricciardo Malfatti) è attrezzato con un cavo d’acciaio che agevola la progressione, infatti il percorso in qualche tratto è piuttosto esposto. La ferrata è stata sistemata con cavo nuovo, comunque più che una ferrata è un sentiero attrezzato da percorrere con la necessaria prudenza. È consigliabile l’uso della necessaria attrezzatura, per quanto la progressione non sia difficoltosa.
Arriviamo alla fine della ferrata a 03h 52'. Qui c’è una targa metallica (Via Ferrata Ricciardo Malfatti Monte Sumbra-Passo Fiocca sviluppo 180 metri Anno 1987). Siamo adesso alla base della vetta nel versante meridionale del monte. Saliamo e, in meno di 5', siamo in vetta.
Essa è indicata da una croce ed è estremamente panoramica sulle Apuane settentrionali e meridionali e sulla zona di Vagli, sull'Appennino, sulla costa e sulle isole.
Scendiamo subito e ci fermiamo un po' alla base del monte e poi, a 04h 17', scendiamo per il versante opposto in direzione Capanne di Careggine. Il primo tratto è erboso e quasi appenninico e tra le fioriture notiamo la Gentianella campestris che richiede rispetto, essendo una pianta a rischio. Poi, dopo 10', proseguiamo per crinale avendo di fronte l'impressionante parete sud del Sumbra che scende fino alla Turrite e dietro il gruppo delle Panie.
Ora il sentiero scende sulla sinistra, mantenendosi parallelo alla cresta e, in zona, ci sono ricche fioriture di Astrantia pauciflora, importante endemismo apuano.
Scendiamo poi su roccette e poi, per un breve tratto, su rocce scanalate dall’azione erosiva delle acque, con bella vista sul Lago di Vagli e sull'Appennino. Subito dopo entriamo in una zona boschiva a 04h 48'. Dall’inizio di essa, poiché siamo ancora molto alti, si ha una finestra panoramica molto bella sulle pareti sud del Sumbra cui ne segue, dopo 5', un'altra su Panie, Corchia e Puntato.
Ora scendiamo decisamente nella faggeta, all’inizio ancora tra rocce e poi molto più amena. Poi incrociamo uno stradello nel bosco che prendiamo verso sinistra e subito incontriamo un luogo ameno, il Colle delle Capanne, a 05h 29', nei pressi del quale arrivano le automobili dalla vicina Maestà di Tribbio.
Il Colle delle Capanne è un nodo orografico dal quale si diparte verso est il crinale delle Coste di Giovo mentre a ovest inizia il crinale boscoso del Monte Sumbra. Qua arriva uno stradello da Vianova per la Maestà di Tribbio che continua nel bosco. Lo stradello è parte della terza tappa del Garfagnana Trekking che qua si innesta nel sentiero 145 che da Capanne di Careggine porta alla vetta del Sumbra e al Passo di Fiocca. Ricordiamo che sullo stradello che proviene da destra si inserisce una traccia che inizia dal Ponte del Balzello, percorre la Via di Lizza delle Comarelle e poi la Cresta delle Comarelle ovvero cresta NE del Sumbra (rimandiamo alla relativa relazione).
Adesso scenderemo a Capanne di Careggine con il sentiero 145. Esso percorre all'inizio una prateria di mirtilli, eriche e ginestre, aperta e molto panoramica sulle Panie, Corchia e Freddone. Poi entriamo nuovamente nel bosco, a 05h 37', per tratto ameno. Poi costeggiamo in discesa un canale umido e in 5' siamo fuori del bosco.
Scendiamo per balze erbose tra paleo, ginestre, elicrisi, garofani e carline. La traccia è evidente con qualche palina indicatrice utile con la neve. Dietro di noi, in alto, vediamo la Cresta delle Comarelle. Scendendo vedremo bene Capanne di Careggine e il Lago di Isola Santa mentre sulla sinistra ci sono le Coste del Giovo.
A 05h 54' il sentiero si allarga e sulla destra c'è un muretto, dopo 4' ci sono i primi due ruderi. Sono abitazioni di pastori (Capannelli di Careggine) abbandonati ormai da decine di anni. Intanto si comincia a notare il caratteristico intaglio (la Crepa) per il quale tra un po' passeremo.
Il sentiero scende abbastanza ripidamente e a 06h 06' siamo presso altri ruderi, cui ne seguono altri dopo 5' uno ancora con il tetto che guarda verso Isola Santa.
Proseguiamo e, a 06h 21', iniziamo a salire per il caratteristico intaglio. Questo è una stretta spaccatura naturale (quota 1130 m) nella roccia, larga meno di un metro e lunga una ventina di metri attraverso la quale passa il sentiero. In un paio di minuti siamo fuori dall'intaglio e ci fermiamo pochi minuti. Poi riprendiamo il cammino a 06h 37'.
Entriamo brevemente nel bosco per uscirne subito per seguire un tratto in salita su roccia che ci porta nuovamente nel bosco in pochi minuti. A 06 47' passiamo presso dei ruderi che lasciamo a sinistra, segue un ripido canale. Più avanti c'è una captazione di acqua e poi il sentiero diventa un ampio stradello.
Seguono altri ruderi e, a 07h 07', siamo presso una grossa costruzione dell'acquedotto e il sentiero curva decisamente a sinistra. Seguono le prime case di Capanne di Careggine, molto panoramiche sulle Panie e poco dopo, a 07h 19', la Chiesa di San Giacomo (XVII secolo) con piazzetta, campanile e fontana.
[Capanne di Careggine è una frazione del Comune di Careggine nella valle della Turrite Secca ed è costituita da un gruppo di case che si raccoglie attorno alla piccola chiesa di San Giacomo a 840 metri di quota. Quest'ultima era un oratorio intitolato a San Pellegrino (XVII secolo) poi ampliato è intitolata a San Giacomo come la chiesa di Isola Santa. Capanne era un borgo di pastori oggi ridotto a poche decine di abitanti. Esso è dominato dall’imponente vista del gruppo delle Panie e in particolare del Pizzo delle Saette. Qua transita la seconda tappa del Garfagnana Trekking (Rifugio Rossi - Capricchia).]
Ci fermiamo qualche minuto a dissetarci poi scendiamo per la strada e subito a destra per il sentiero ancora nel bosco, esso ci porta in 5', dopo una piccola edicola, ad altre case da cui si scende alla strada.
A 07h 30' siamo sulla strada presso il Ristorante La Ceragetta. La strada a sinistra va a Careggine, mentre a destra scende a recuperare la provinciale 13 Arni-Castelnuovo. Noi la percorreremo fino all'innesto nella provinciale.
[Naturalmente l'escursionista può terminare qua l'escursione se ha parcheggiato qua la seconda auto, evitando una quarantina di minuti su strada.]
La strada è ampia e panoramica sulle Panie, su Corchia e Freddone e sulle pendici del Sumbra. Proprio all'inizio, poco dopo il ristorante, una traccia scende per portarsi a Isola Santa nei pressi del ristorante Il Mattarello sulla provinciale.
A 07h 46' sulla sinistra c'è un gruppo di case ristrutturate da poco che costituiscono il Borgo delle Panie o Ceragetta Resort, un albergo diffuso con ristorante e servizio di Bed & Breakfast.
Scendendo troviamo dopo 5' il bar ristorante Daniela sulla destra. Dopo altri 3' a destra ci sono le indicazioni per Cerreta e la Fonte dell'Acqua Azzurrina. Continuiamo a scendere per la strada e a 07h 56' siamo alla deviazione per il Villaggio Ater Isola Santa (anni settanta del secolo scorso) con chiesa moderna. Qua vivono alcuni abitanti di Isola Santa costretti ad abbandonare le loro abitazioni nel vecchio borgo, diventate umide e malsane a causa della costruzione del lago artificiale. Continuiamo e a 08h 10' ci innestiamo nella provinciale dove terminiamo l'escursione.
Da Massa, passando per Altagnana e Antona (8,4 km) si imbocca la galleria del Vestito (18,1 km) che porta in provincia di Lucca. Si continua e si supera una seconda galleria (del Castellaccio) dopo la quale alla prima curva a U si devia a sinistra e dopo 100 m si trova il parcheggio (21 km). Da Seravezza si segue la strada provinciale di Arni (strada del Cipollaio), si lascia sulla destra il bivio per Ponte Stazzemese, e si arriva poco dopo alla deviazione per Retignano e poi a quella per Levigliani (12 km), si supera il bivio per Terrinca. Poi si continua fino alla Galleria del Cipollaio (20 km) e presso la località Tre Fiumi (20 km) si prosegue a sinistra per Arni superando Campagrina e la chiesa e al curvone a U si devia a destra per il parcheggio (22,7 km). Provenendo da Castelnuovo Garfagnana servono 16,7 km per arrivare a Tre Fiumi e 19,6 per arrivare al parcheggio di Arni.
lL’escursione descritta è una traversata che inizia da Arni e termina a Capanne di Careggine, distanti per strada circa 8 km.
É possibile effettuarla con due automobili, oppure chiudere l’anello per la strada, nel qual caso però sono da aggiungere almeno altre due ore.
Il tratto di 3 km fino alla strada provinciale richiede circa 40’, è tranquillo con bella vista sul Pizzo delle Saette. Gli altri 5 km sono su strada più trafficata con una breve galleria, dopo la quale c’è la cava Henraux (altri 45’) che può essere visitata e il bar ristorante La Romana. Poi ulteriori 2,5 km in salita per il paese e quindi un’altra mezz’ora.
L’escursione è lunga e il dislivello richiede il necessario allenamento. Alla ripida salita iniziale segue un tratto su roccia alle pendici del Fiocca da percorrere con attenzione.
Al Malpasso un paio di tratti sono attrezzati poiché la roccia è un po' degradata. Al Passo di Fiocca un altro breve tratto è attrezzato. Poi segue la ferrata del Sumbra, che è bene percorrere con l’attrezzatura richiesta ed è, comunque, da evitarsi in presenza di neve o ghiaccio.
Molto interessante è il boschetto del Fatonero che nell’immaginario popolare è abitato da misteriose creature tra cui il dispettoso Linchetto.
Molto panoramico è poi il Passo di Fiocca in un surreale ambiente di lastroni di marmo, divertente la salita per la ferrata.
Nella discesa da sottolineare i panorami mozzafiato sulle nude pareti strapiombanti del Sumbra e l’intaglio nella Costa del Giovo.
Chi volesse evitare la ferrata può salire da Capanne di Careggine e tornare indietro per la stessa via. Il percorso, come detto, è da evitarsi con fondo scivoloso e in inverno con neve e ghiaccio.
I tempi possono essere ridotti da giovani escursionisti allenati e con meno soste. Oltre ai panorami sono sempre interessanti le fioriture.

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