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informazioni estratte dal "Dizionario delle Alpi Apuane" del Prof. Fabio Frigeri
ALTISSIMO (monte)
È un monte formato interamente da marmo che, dal mare, appare talmente imponente da meritare un appellativo che non gli compete, raggiungendo la sua vetta solo i 1589 metri. Esso è interamente compreso nel comune di Seravezza (Lucca), a sud, nel versante a mare, guarda la Valle del Serra mentre a nord guarda il canale delle Gobbie. Il versante sud è orrido e cade verticalmente per oltre 700 metri presentando, da lontano, l’aspetto di una parete strapiombante. In realtà è possibile distinguere una vera e propria parete Sud che fa capo alla vetta, mentre a ridosso della cresta sud-est che poi si prolunga a sud verso Falcovaia, è possibile distinguere un ampio anfiteatro che fa riferimento alle due vette minori: quota 1460 e 1471 in cui si stagliano le famose cave della Tacca Bianca (nome collettivo usato per le cave meridionali, tra cui la cava omonima). I versanti settentrionali e orientali, delimitati dalle creste Ovest e Sud-est, sono invece boscosi e degradano meno ripidamente a valle dove passa la strada che da Massa porta ad Arni e in Garfagnana. Si sale facilmente alla vetta dal Passo degli Uncini con il sentiero 143 facendo comunque un po’ di attenzione per alcuni punti esposti e scivolosi con la pioggia. Decisamente più semplice è la salita dalle cave del Fondone sempre con il 143. In vetta è stata eretta una nuova croce il 28 ottobre 2007 molto imponente e ben visibile da lontano. Il panorama che si gode dalla vetta è molto bello sia sul mare che sulle Apuane settentrionali e meridionali. Il monte è profondamente segnato da numerose cave che si aprono sui suoi fianchi ed arrivano anche a grande altezza, la maggior parte sono, comunque, ormai abbandonate. Distinguiamo un gruppo settentrionale di cave presso la cresta nord, un gruppo orientale a nord delle quote 1471 e 1460 (tra cui la cava del Fondone), un gruppo meridionale alla testata della valle del Serra (tra cui quella della Tacca Bianca), diviso in due bacini con un’appendice nella zona di Falcovaia a sud-est, quest’ultima è la zona oggi più attiva. Michelangelo Buonarroti, tra il 1518 e il 1520, esplorò la zona di Seravezza e le pendici meridionali del Monte Altissimo alla ricerca di giacimenti di marmo destinati alla facciata della Basilica di S. Lorenzo a Firenze su commissione di papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico della famiglia de’ Medici. Fu attivata la cava della Cappella, situata sotto la pieve di San Martino, che produsse marmi che però non vennero usati per la chiesa fiorentina per un ripensamento del papa. Il grande scultore probabilmente intuì le potenzialità della zona, ma la vera escavazione iniziò solo alla fine del XVI secolo e raggiunse livelli importanti di produzione solo con Henraux a partire dal 1800. Quindi è assolutamente falso che Michelangelo abbia ricavato dalle cave del monte Altissimo il marmo per le sue grandi sculture. La prima salita invernale risale al 5 gennaio 1896 e fu opera di C. e Lorenzo Bozano del cai ligure.
Fotografie