GRONDILICE (monte)
Con i suoi 1807,9 metri il monte Grondilice (pronuncia Grondìlice) è la quinta vetta per altezza delle Apuane. Praticamente esso è la prosecuzione della Cresta Garnerone dalla quale non è distinto in modo molto marcato. Dall’antecima nord-ovest (1791 metri) del Grondilice la catena si allaccia al gruppo del Monte Sagro situato a sud-ovest mediante modeste propaggini erbose, che dividono il comune di Massa da quello di Fivizzano. Esso fa parte dello spartiacque principale della catena apuana: dal Pizzo d’Uccello alla Cresta Garnerone fino al Contrario ed al Cavallo con varie propaggini. Si vede benissimo dal mare mostrando il roccioso versante sud-ovest che si sviluppa per 400 metri. Proprio presso il monte il crinale, che dal Giovetto scendeva in direzione Nord-Sud, curva decisamente ad est. Il lungo crinale separa la valle di Vinca in territorio di Fivizzano e l’alta Valle di Forno in territorio massese da quella di Orto di Donna e da quella dell’Acqua Bianca nel comune di Minucciano. Dalla Finestra del Grondilice si diparte uno sperone roccioso, detto la Forbice, verso Sud-est dal quale a sud una diramazione rocciosa delimita il Canal Fondone dalla Valle degli Alberghi. Essa presenta due famosissimi torrioni amati dai rocciatori: il Torrione Figari e la Punta Questa chiamati in questo modo dal nome di due alpinisti liguri attivi sulle Apuane all’inizio del secolo XX. Il crinale sud-est poi termina con il Passo delle Pecore dal quale inizia il gruppo del Contrario-Cavallo. La via più semplice di salita porta in vetta in un quarto d’ora dalla Finestra seguendo segni azzurri per rocce facili e sfasciumi di marmo con qualche passaggio di primo grado. Il monte consente tutta una serie di salite adatte ai rocciatori a vari livelli di difficoltà. Sui grezzoni meridionali del Grondilice si apre l’abisso Olivifer, scoperto nel 1988, che scende per 1215 metri e si sviluppa, almeno per il momento, per oltre 7,6 chilometri. Il pesciatino Giovanni Sandri, socio della sezione di Firenze, salì il monte nel corso di una traversata di più giorni della catena apuana nel settembre 1881. Questo non esclude che valorosi montanari lo avessero preceduto nell’impresa, ma a Sandri si deve una relazione delle sue conquiste.