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informazioni estratte dal "Dizionario delle Alpi Apuane" del Prof. Fabio Frigeri
BIVACCO ARONTE
È situato, nel comune di Massa, a 1642 metri a breve distanza dal Passo della Focolaccia, tra la Tambura e il monte Cavallo. È dominato dalla Coda del Monte Cavallo e dalla Punta Carina. È raggiungibile da Resceto e da Forno, nel versante massese delle Apuane, e da Campocatino e da Gorfigliano nel versante garfagnino. Vi arrivano molti sentieri: il 36 da Biforco o da Gorfigliano, il 167 da Forno e Case Càrpano, il 166 e 166 A da Resceto, il 177 da Vagli e Campocatino, il 179 da Foce di Giovo per Foce di Cardeto e il 148 dal Passo della Tambura. La zona in cui si trova il bivacco è stata completamente modificata dall’attività estrattiva sia nel versante massese che in quello garfagnino, in particolare dagli anni ’70 del XX secolo. Il nome è quello dell’indovino Aronte citato da Dante nella Divina Commedia (Inferno: Canto XX vv 45-52): “Aronta è quei ch’al ventre lì s’atterga/ che nei monti di Luni, dove ronca/ lo Carrarese che di sotto alberga,/ ebbe tra’ bianchi marmi la spelonca/ per sua dimora onde a guardar le stelle/ e’l mar non li era la veduta tronca”). Fu eretto nel 1902 dalla sezione ligure del Cai e fu il primo rifugio costruito sulle Apuane ed è anche quello a maggior quota. Attualmente è in uso alla sezione del Cai di Massa che lo ha ottenuto in comodato gratuito per 30 anni. Gli alpinisti genovesi, insieme a quelli fiorentini, furono i primi a scalare le vette delle Apuane. In questo furono favoriti dalla presenza a Forno di Massa del Cotonificio Ligure, proprietà del genovese Giovanni Battista Figari, amante della montagna, che volentieri ospitava i conterranei. Inoltre i collegamenti erano buoni: la ferrovia Genova-Pisa con fermata a Massa e la tramvia Massa-Forno. Tra i genovesi si distinsero Lorenzo Bozano, Emilio Quèsta e Bartolomeo Figari che salirono per primi diverse vette apuane. Nel 1901 il Cai ligure fece richiesta al comune di Massa di 100 mq al Passo della Focolaccia (comunello di Resceto) per costruirvi un rifugio. La scelta non fu casuale, ma legata all’importanza strategica della zona, nodo di sentieri frequentati da pastori, uomini delle nevi e uomini del sale. Il 25 maggio 1901 fu dato il consenso e i lavori iniziarono subito, a giugno, su progetto di Carlo Agosto. La struttura è a sesto acuto, un solo ambiente con cucina a legna e due tavolati sovrapposti per dormire. Le dimensioni sono 4x6 metri e altezza circa 4 metri. I lavori finirono il 2 ottobre 1901 e l’inaugurazione avvenne il 18 maggio 1902 con la presenza di 46 persone tra cui Bozano, Quèsta e Bartolomeo Figari. Il pastore rescetino Giovanni Conti fu a lungo custode del rifugio e guida per gli escursionisti, suo successore fu poi il figlio Nello. Il 27 maggio 1928, in ritardo di un anno, furono festeggiati i 25 anni del bivacco con l’inaugurazione di una lapide che ricorda anche Bozano e Quèsta, entrambi morti in giovane età, il primo di spagnola e il secondo in montagna. Durante la guerra il rifugio fu anche brevemente occupato da soldati tedeschi. Verso gli anni ’70 iniziò la decadenza, la zona ormai era invasa dalle cave che avevano anche distrutto le antiche fonti di acqua e il Cai ligure non era più interessato al suo antico rifugio. Questo era ormai tutto scrostato e decrepito e abbandonato al vandalismo. Finalmente nel 1988 il Cai ligure lo cedette alla sezione di Massa in comodato gratuito per 30 anni e questa provvide a consolidarlo e restaurarlo, esso fu impermeabilizzato, intonacato e reso di nuovo agibile. Il 15 settembre 2002, Anno internazionale della Montagna, i Cai toscani, emiliani e liguri celebrarono il centenario del rifugio con l’inaugurazione di una lapide ricordo. In effetti nel 2007 la lapide non c’era più, presumo a causa di atti di vandalismo. Sul retro ci sono altre due lapidi: una marmorea del 1932 in memoria dei morti in montagna e una targa metallica in memoria di Carlo Genoni morto sulle Apuane nel 1970. Il bivacco è sempre aperto, ma purtroppo esposto agli atti di vandalismo. Nel 2002, in occasione del centenario dell’Aronte, la sezione di Massa del CAI ha pubblicato un opuscolo molto interessante con testi e immagini dal titolo “1902 – 2002 Cento anni di Aronte”.
Fotografie