PISANINO (monte)
Il monte Pisanino è il re delle Alpi Apuane di cui costituisce la massima sommità con i suoi 1946 metri. Esso è una grossa piramide con sommità tronca. Localmente è denominato Pizzo della Cranca o della Caranca. Il monte è molto imponente visto dalla Lunigiana e dalla Garfagnana, invece dal versante a mare appare come una vetta modesta nascosta dalle altre. In particolare dalla Garfagnana apprezziamo i suoi versanti nord-orientali sui quali la neve, a volte, rimane anche in estate. Esso si trova, insieme al Pizzo d’Uccello, all’estremo nord della catena che domina con la sua imponenza e sorge un po’ isolato al termine di una cresta laterale che si diparte dalla Foce del Cardeto. È interamente compreso nel comune di Minucciano in provincia di Lucca mentre tutte le altri grandi cime della zona: si trovano sul confine tra le province di Massa-Carrara e di Lucca. I suoi fianchi sono per lo più erbosi e la roccia è scistosa con qualche zona di marmo. Il monte è circondato da valli molto profonde: ad Ovest la Val Serenaia ed Orto di Donna con i suoi rifugi e le sue cave; a Nord la valle di Gramolazzo incisa dal Serchio di Gramolazzo; ad Est la Valle dell’Acqua Bianca incisa dal Fosso omonimo che nel lago di Gramolazzo va a mescolare le sue acque col Serchio di Gramolazzo, anche questa valle è ricca di cave; a sud il monte si congiunge al Monte Cavallo mediante gli Zucchi di Cardeto che scendono alla Foce di Cardeto da cui inizia il monte Cavallo in direzione sud-est. Essendo circondato da ogni lato da valli molto profonde dà di sé un’immagine sempre molto grandiosa che giustifica la fatica necessaria per arrivare alla sua vetta. A nord-est il monte digrada con una lunghissima cresta, detta Cresta della Mirandola, verso il paese di Gorfigliano. Si chiama invece Bàgola Bianca la cresta a nord-ovest che scende verso la valle di Gramolazzo ai Prati del Pisanino. Dalla val Serenaia una costola ovest porta alla Bàgola Bianca. La roccia del Pisanino è poco adatta per i rocciatori per la presenza del paleo e la scarsa qualità della roccia stessa. Il monte si sale sempre con itinerari faticosi, ripidi ed adatti solo ad escursionisti esperti. Il percorso più seguito parte presso la Buca della Neve nella valle dell’Acqua Bianca. Esso costeggia gli Zucchi, sale alla Foce dell’Altare e porta alla vetta tramite il ripido Canale delle Rose. La faticosa salita porta ad una vetta priva di croce con una piccola Madonna di marmo posta in una nicchia insieme al libro di vetta. Il panorama è veramente splendido ed indimenticabile. Un itinerario più difficoltoso passa per la Bàgola Bianca. Dal punto di vista alpinistico il monte dà il meglio di sé in inverno quando è ammantato di neve e la salita richiede grande impegno, capacità ed esperienza. La prima ascensione conosciuta è del 27 settembre 1869 ad opera di Felice Giordano con il pastore Luigi Berti di Minucciano ed un’altra guida da Resceto, ma il monte era abitualmente salito, senza problemi, da pastori locali. La prima invernale è di Aristide Bruni, Efisio Vangelisti e G. Berti il 1 dicembre 1883. Lungo le sue pendici orientali splendide fioriture dalla Peonia Officinalis all’Arenaria di Bertoloni, alla Astranzia Pauciflora solo per citarne alcune.