SAGRO (monte)
Il nome Monte Sagro è, probabilmente, legato al culto delle vette tipico di antiche popolazioni di pastori-agricoltori dell’eneolitico forse dovuto al fatto che le montagne prossime al mare (come è il caso del Sagro) o alla Pianura Padana, nelle estati secche, favoriscono la formazioni di nubi e di breve temporali ristoratori. Dall’osservazione del fenomeno, oggi spiegabile scientificamente, alla credenza che sulla vetta abitasse un dio elargitore di piogge il passo era breve. Il Sagro, alto 1749 metri, è una delle vette più panoramiche delle Alpi Apuane ed è molto frequentata essendone particolarmente semplice l’ascesa. È detto il monte dei Carrarini, nonostante sia situato in parte nel territorio del comune di Fivizzano ed in parte in quello di Massa (la vetta si trova lungo il confine tra i due comuni), solo le estreme propaggini sud sono in territorio carrarese. Il massiccio del monte Sagro è in posizione isolata rispetto alla dorsale principale della catena apuana, domina la parte occidentale della catena stessa e può essere considerato come una grossolana piramide a base triangolare. Esso divide la valle del Lucido di Vinca (a NE) dalle Valli del Frigido a Massa (a SE) e del Carrione a Carrara (a SO). La montagna assume forme molto diverse a seconda del punto di osservazione. Da settentrione presenta un aspetto spiccatamente alpino con pareti verticali di roccia e spigoli acuti, aspetto particolarmente evidente se lo guardiamo da lontano, per esempio dalla Lunigiana interna, nel qual caso insieme al Pizzo d’Uccello forma una coppia di monti dall’aspetto molto severo. Da oriente, guardandolo verso il mare, la montagna assume un aspetto più tranquillo reso ancora più dolce dall’antecima (monte Spallone 1560 metri) dove si incontrano i confini dei tre comuni di Carrara, Fivizzano e Massa nei quali si trova il monte. Da occidente, quindi dal mare, la montagna appare come una gobba erbosa sulla quale corre il sentiero principale per la vetta. La salita al monte è rapida, poiché si parte già in quota, se infatti si sale da Foce di Pianza in poco più di un’ora e mezza siamo in vetta e da qua si può ammirare un panorama veramente splendido se la giornata lo permette. Infatti si spazia dalle Apuane settentrionali a quelle meridionali ed alla costa fino a Livorno ed al golfo della Spezia. Nelle giornate limpide possiamo ammirare le isole dell’arcipelago Toscano: Capraia, Gorgona, isola d’Elba e se siamo fortunati anche la Corsica. Nelle giornate limpide si scorgono anche le Alpi Marittime innevate (tra cui l’Argentera ed il Monviso). Le pendici del monte sono ricche di fioriture rare tra le rocce. Inoltre la zona è nodo nevralgico di sentieri per la zona di Vinca ed il vicino rifugio Cai permette di poter programmare anche escursioni di più giorni in un ambiente che rimane incontaminato, nonostante le cave che rappresentano, comunque, uno spettacolo di per sé. Da foce di Pianza il sentiero 172 arriva alla foce della Faggiola da cui seguendo i segni blu si arriva in vetta per la via più frequentata. Invece il sentiero 173, che si stacca dal precedente, arriva presso un bivio da cui, con segni blu, si segue la cresta nord-ovest, con itinerario che incontra il precedente, mentre il sentiero prosegue per la Foce del Faneletto.. Esistono poi vie di arrampicata a difficoltà variabile. In vetta c’è una croce, due statue della Madonna decapitate da vandali ed un piedistallo con una rosa dei venti con indicazione della direzione delle cime e delle isole donata dal Lions Club nel 2001. Il vandalismo a carico delle immagini sacre non è una bella cosa anche se qualcuno non si riconosce in esse, c’è da dire che lo stesso è in aumento negli ultimi anni. Io ebbi il mio battesimo con la montagna, già avanti con gli anni, nel luglio 1984 proprio ascendendo alla vetta di questo monte e da qua nacque un grande amore per l’alpinismo e l’escursionismo.