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informazioni estratte dal "Dizionario delle Alpi Apuane" del Prof. Fabio Frigeri
SANT’ANNA DI STAZZEMA (LA STRAGE)
Nell’estate 1944 la zona di Sant’Anna ospitava oltre mille sfollati dalla Versilia, ma anche da altre parti d’Italia, che qua cercavano rifugio dalla guerra. Infatti il paese era praticamente isolato, sperduto tra i boschi e privo di strade d’accesso e quindi era ritenuto luogo sicuro. All’alba del 12 agosto, però, 4 colonne di SS forse al comando del criminale di guerra Walter Reder, ma guidate da fascisti locali, provenienti dal Monte Ornato, da Farnocchia, da Mulina e da Valdicastello, invasero la zona bruciando le case ed uccidendo bambini, donne e vecchi. Alla Vaccareccia oltre cento persone furono radunate in una stalla ed uccise con bombe a mano e col fuoco, in altre frazioni (Colle, Moco, Franchi, Case) la gente riuscì a fuggire specialmente i giovani uomini che credevano ad un normale rastrellamento che non riguardava mai il resto della popolazione. Gli abitanti del Pero, di Vinci, gli sfollati che vivevano nella canonica e nella scuola furono ammassati nel piazzale della chiesa per essere poi trucidati con le mitragliatrici e dati alle fiamme. Moltissime vittime erano irriconoscibili La strage rientrava nella strategia ideata da Kesserling della “terra bruciata” per intimorire in maniera indiscriminata la popolazione civile per evitare che collaborasse con i combattenti per la libertà.