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informazioni estratte dal "Dizionario delle Alpi Apuane" del Prof. Fabio Frigeri
UCCELLO (PIZZO D’)
È la prima cima importante delle Alpi Apuane che si incontra partendo da nord.
Raggiunge i 1782,8 metri ed è quindi settimo per altezza.
Da qualsiasi parte lo si guardi ha una sagoma piramidale rocciosa ed ardita e dà alla zona circostante un aspetto alpino, che giustifica il nome di Cervino delle Apuane.
Il monte ha la forma di una piramide con tre facce e tre creste: la cresta Nord-Est o di Capradossa e la Sud-Sud-Est che delimitano il versante orientale di forma triangolare.
La cresta Ovest-Nord-Ovest è molto lunga e corre verso il monte Bardaiano fino al Pizzo dell’Aquila, essa a sud scende verso Vinca mentre a nord forma la imponente parete Nord.
Il versante sud-ovest si affaccia sulla valle di Vinca di fronte al monte Sagro, quello orientale dà verso Val Serenaia, di fronte alla mole possente del monte Pisanino ed il versante nord incombe sul Solco di Equi di cui forma la testata.
Il monte è compreso tra la provincia di Massa-Carrara (comuni di Casola Lunigiana e di Fivizzano) e quella di Lucca (comune di Minucciano). in particolare la vetta è intersezione dei tre confini.
La montagna, per le sue caratteristiche, rappresenta la più importante meta apuana degli arrampicatori: in particolare la famosa parete Nord con i suoi 700 metri di dislivello verticale.
La parete nord fu vinta solo il 9 ottobre 1927 attraverso la “Via dei Genovesi”.
La via normale alla vetta lungo la cresta sud-sud-est è facile ed adatta agli escursionisti esperti, ma presenta le sue difficoltà per cui non deve essere sottovalutata.
Interessante è anche la cresta Nattapiana con andamento nord-occidentale, essa è lunga 2 km e domina il paese di Vinca.
I fianchi della montagna sono percorsi anche da due vie ferrate: la Domenico Zaccagna e la Mario Piotti che permettono di effettuare un anello attorno al monte.
Il nome, probabilmente, deriva alla montagna dalla presenza di corvi che qua nidificano e dalla presenza in passato dell’aquila reale.
Comunque pare sulle rupi sia tornata a nidificare l’aquila reale e questo ha portato al divieto di arrampicata sportiva sulle pareti del Solco che ha causato proteste e polemiche da parte degli arrampicatori.
Era abitudine degli abitanti della vicina Vinca accendere falò sulla vetta del monte la notte di S Giovanni e quindi il monte fu salito da arditi pastori locali ben prima degli alpinisti che esplorarono la zona nel secolo XIX.
Fotografie