VANDELLI (via)
Conosciuta anche come Via della Tambura è percorsa dal sentiero Cai numero35 che parte da Resceto e termina ad Arnétola. Nel 1738 Maria Teresa Cybo (Novellara 1725 – Reggio Emilia 1790), figlia dello scapestrato Alderano ed erede del minuscolo ducato di Massa e Carrara, si fidanzò con Ercole Rinaldo d’Este poi Ercole III (Modena 1727 – Treviso 1803), figlio del duca Francesco III di Modena, che poi sposò nel 1741. Con questo matrimonio il ducato entrò nell’orbita politica di Modena, anche se solo nel 1829 alla morte di Maria Beatrice d’Este, figlia di Ercole e di Maria Teresa, divenne anche formalmente territorio modenese. In questo modo per Modena si aprirono interessanti prospettive commerciali tra cui quella di un porto da costruire a Marina di Carrara. Per far questo era necessaria una via di comunicazione diretta tra Modena e Massa che attraversasse sia l’Appennino che le Apuane, senza passare per il territorio di altri stati. Fu così dato incarico all’abate cartografo, ingegnere e matematico di corte Domenico Vandelli (Modena 1691-Modena 1754) di progettare questa strada che da Modena doveva passare per Castelnuovo Garfagnana, Vagli e Resceto, per arrivare a Massa superando l’Appennino a S.Pellegrino in Alpe e le Apuane al passo della Tambura. Il tracciato apuano, in parte, ricalcò preesistenti e antichissimi sentieri che esistevano tra Vagli e Massa. L’opera, iniziata nel 1738, fu terminata solo nel 1751 per problemi legati alla guerra di successione austriaca che costrinse Francesco III a lasciare momentaneamente i suoi possedimenti. La via, nella parte apuana, non fu quella che sarebbe dovuta essere, le pendenze eccessive e i numerosi tornanti, insieme al fatto che in inverno rimaneva coperta dalla neve la resero poco più di una mulattiera inadatta al passaggio di veicoli a ruota e, inoltre, fu anche infestata dai briganti. Sicuramente Vandelli fece errori nella progettazione per la scarsa conoscenza geologica dei luoghi e si scontrò con Francesco Maria Colombini ingegnere massese, sicuramente più competente, ed ebbe la meglio su di lui solo per il rispetto di cui godeva presso la corte estense. Il versante garfagnino della strada, più vicino al passo della Tambura, è stato devastato dalla costruzione della marmifera per Arnétola ma, salendo, la massicciata è ancora presente, anche se in cattivo stato di conservazione, e porta al passo dopo aver superato una fonte (ripiano degli Acqui Freddi). Dal passo inizia il tratto massese lungo 6,7 km fino a Resceto per un dislivello di 1100 m. La parte più alta è quella che maggiormente ha risentito del passare del tempo, mentre quella più bassa è stata restaurata ed è più agevole a percorrersi. Negli ultimi anni sono cresciuti anche molti alberi per cui a tratti il percorso è all’ombra, ma rimane una discesa (o una salita) aspra e faticosa ripagata dalla bellezza dei panorami. In basso la Vandelli fu anche usata come via di lizza, come testimoniato dai fori e dai piri. Del tratto che scendeva da Resceto a Massa non è rimasto più niente essendo la vecchia via diventata un’ampia carrozzabile asfaltata.