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informazioni estratte dal "Dizionario delle Alpi Apuane" del Prof. Fabio Frigeri
VINCA
È un borgo abbastanza grande del comune di Fivizzano. Alcune leggende fanno risalire l’origine di Vinca ai Liguri-Apuani sconfitti dai romani e costretti a rifugiarsi sulle montagne più impervie. Secondo altre storie, invece, furono gli abitanti di Luni che qua cercarono un luogo più salubre e più sicuro dove vivere durante il periodo delle invasioni barbariche. Di sicuro c’è che verso il 1000 Vinca, insieme ad Equi e Monzone, apparteneva ai Malaspina di Fivizzano e di questa famiglia seguì le complesse vicende e successive suddivisioni delle loro proprietà. Vinca non fu mai sede di rocche o castelli e rimase sempre un centro secondario nella storia feudale lunigianese. Nel 1418 Vinca, insieme ad alcuni borghi vicini, si offrì spontaneamente alla protezione e al dominio della Repubblica di Firenze e della dominazione fiorentina rimane qualche segno nella chiesa parrocchiale dedicata a S. Andrea apostolo e in alcune abitazioni. Per un breve periodo, prima dell’unità d’Italia, passò sotto la dominazione del Ducato di Modena come il resto della provincia di Massa-Carrara. Si trova a 808 metri di quota, nell’alta valle omonima formata dal Lucido (ramo di Vinca), in posizione soleggiata, alle falde occidentali (cresta Nattapiana) del Pizzo d’Uccello che, visto dal paese, appare schiacciato dalla prospettiva. La cresta Garnerone, il Grondilice e il Sagro, che si trova a sud, la circondano completamente mentre a nord-ovest si sviluppa la valle percorsa da strada asfaltata proveniente da Ponte di Monzone e che costeggia il torrente per lasciarlo negli ultimi tre chilometri, prima del paese, costituiti da dodici ripidi tornanti. Da questa strada asfaltata se ne dirama un’altra che avrebbe dovuto collegare il paese con le cave del Sagro e con Campocecina permettendo comunicazioni più semplici con Carrara, questa strada non fu terminata. Inoltre da essa si dirama uno stradello nel bosco (la via dei tedeschi) in direzione della foce di Vinca, costruita per motivi militari durante la seconda guerra mondiale: anche questa è interrotta. Il paese fu teatro, nella seconda guerra mondiale, di un eccidio nazi-fascista che provocò 174 vittime in maggioranza donne, vecchi e bambini. Nel cimitero c’è un monumento a ricordo della strage. Il paese è circondato da quello che resta dei castagneti secolari, testimonianza della antica cultura della castagna. Molto diffusa era anche la pastorizia e, in epoca moderna, l’estrazione del marmo effettuata nelle cave del Sagro. Oggi le quasi nulle opportunità di lavoro hanno ridotto la popolazione a poco più di cento persone che aumentano in estate, più che per turismo, per il ritorno degli antichi abitanti desiderosi di tornare nel paese natio, ma il paese è purtroppo in decadenza. Il paese è oggi famoso in tutta la provincia per il famoso pane di Vinca vanto della sua popolazione. Esso è prodotto con farina integrale ed è cotto in forni a legna, è scuro e ha, generalmente, forma rotonda ed è commestibile per un’intera settimana. Attualmente sono rimasti solo tre forni a produrlo. Oggi il paese è importante nodo sentieristico e base di partenza per escursioni e scalate al Pizzo d’Uccello, alla cresta Garnerone, al monte Grondilice e al monte Sagro. Qua transita il sentiero 39 (Equi-Torano la Piastra). Qua iniziano: il 38 per Colonnata, il 175 per Foce di Giovo, il 190 per la Foce Lizzari e la ferrata Zaccagna. È presente anche un rifugio: il CLES di Vinca, nella vecchia scuola elementare, aperto su prenotazione [il comune di Fivizzano comunque ha messo in vendita la struttura].
Fotografie