ACINO ALPINO
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
16 luglio 2010

(f.f.) questa pianta, molto piccola, con i fiori viola intenso può non attrarre l’attenzione dell’escursionista distratto, ma una volta che l’ha vista è inevitabile che si fermi ad ammirarla e fotografarla.

IL GENERE ACINOS

Famiglia Lamiaceae (o Labiatae)

Acinos L. fu classificato da Linneo nel 1753.

Acino alpino (Acinos alpinus)

Il nome generico Acinos è preso dal latino ăcĭnǒs (usato da Plinio per riferirsi a una qualità di basilico o a erba aromatica in generale) a sua volta derivato dal greco ακιυος. Il termine greco si riferiva alla pianta di timo e, per la somiglianza tra i due generi, Linneo chiamò l’Acinos alpinus con il nome Tymus alpinus.

Il genere Acinos comprende una decina di specie legnose annuali o perenni, ma di corta vita, originarie del sud-Europa e dell’Asia occidentale. Hanno dimensioni ridotte non raggiungendo mezzo metro di altezza.

ACINOS ALPINUS

Acinos alpinus (L.) Moench subsp. alpinus

Classificata da Moench[1] nel 1794

Conosciuta anche come: Thymus alpinus L., Satureja alpina (L.) Scheele, Calamintha alpina (L.) Lam.

Conosciuta volgarmente come: acino alpino, santoreggia alpina.

Il nome specifico alpinus deriva dal latino alpīnus, a, um (= delle Alpi) a indicare i luoghi in cui la pianta prospera.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[2]:

1150. – Calamintha alpina – Lam. [Acinos alpinus (L.) Moench subsp. alpinus]

= Thymus alpinus – L.

= Acinos alpinus – Moench.

= Melissa alpina – Benth.

= Satureja alpina – (L.) Scheele

(luoghi in cui è stata osservata:) indicata al M. Orsaio in Lunigiana (Parl.) e nelle Alpi Apuane alla Maestà di Vinca (Somm.), al Sagro, alla Tambura (Bert.), trovasi frequente alle sorgenti del Frigido e lungo il canale del Regolo e del Biforco sopra il Forno di Massa, nel monte e nella valle di Antona, fra Redicesi e Resceto e nella valle di Renara, alle cave di Colonnata, nella valle del Lucido al Solco di Equi, tra Monzone e Vinca, a Campo Catino e al Balzone e in Lunigiana al M. Tavola sopra Pracchiola di Pontroli, a Bratto e al Borgallo.

Fiorisce da maggio a agosto. Pianta legnosa.

Alla pianta sono riconosciute proprietà medicamentose: diaforetiche (favorisce la sudorazione) e febbrifughe: con le foglie si fanno anche tisane e infusi.

Questa pianta presenta una certa tendenza alla variabilità che si manifesta nel portamento più o meno prostato, nella forma delle foglie, nella dentellatura delle stesse e nella pelosità sia del fusto che del calice.

Di conseguenza sono descritte, in letteratura, entità diverse (sottospecie o varietà).

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Asteridae; Ordine: Lamiales; Famiglia: Lamiaceae; Genere: Acinos; Specie: Acinos alpinus.

Forma biologica: Camefita suffruticosa (simbolo: Ch suffr). Camefita (simbolo Ch): piante perenni e legnose alla base, con gme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm. Suffruticosa (simbolo: suffr): le parti erbacee seccano ogni anno e rimane in vita la parte legnosa.

Descrizione: è una pianta perenne alta 5-30 cm con fusto strisciante e legnoso alla base con rami ascendenti e pelosi. Le foglie sono picciolate, dentellate di forma ellittica o sub-rotonda. I fiori sono riuniti in verticillastri[3] da 3 a 8 unità, essi hanno il calice irto di densi peli e corolla violetta o rosa-purpurea con tubo conico pubescente.

Antesi:.maggio-agosto secondo l’altezza.

Tipo corologico:.specie montana dell’Europa meridionale dalla penisola iberica fino ai Balcani, Anatolia e Caucaso. In Italia vegeta sulle Alpi e sull’Appennino e sulle isole maggiori.

Habitat: vegeta da 900 metri fino a 2600 nei terreni calcarei: ghiaioni, pascoli e fessure delle rocce dove altre specie hanno difficoltà a sopravvivere.

Conservazione: la specie non è considerata a rischio, anche se, naturalmente, non deve essere danneggiata.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui.

 

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.


note

1Conrad Moench (1744-1805) fu un botanico tedesco. Fu professore all’università austriaca di Marburg.

2Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con l'indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 234.

3Il verticillo è un nodo di un asse attorno al quale si inseriscono più elenti come fiori o foglie. L’infiorescenza che si forma viene chiamata verticillastro.