ARABETTA COLLINARE
(Arabis collina)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
05 maggio 2013

(f.f.) l'Arabis collina è pianta presente sulle nostre montagne sulle rocce da un centinaio di metri fino agli ambienti montani. Non è pianta protetta ed è molto diffusa.

GENERE ARABIS

Famiglia Brassicaceae

Arabis L fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome generico Arabis deriva dal latino Ărăbs, bis (= arabo, arabi) a sua volta dal greco Αραβία (= Arabia) da un termine arabo che significa, probabilmente, nomade. Questo per il fatto che piante di questo genere si adattano a vivere in ambienti aridi e sabbiosi ben rappresentati in Arabia. In realtà, comunque, questo genere è diffuso nelle regioni temperate e fredde dell'Eurasia, inoltre è presente in Etiopia e nell'America boreale. In Italia queste piante vivono in ambiente collinare o montuoso.

Il genere Arabis, in passato, comprendeva più di 800 specie euroasiatiche e nord-americane, ma gli studi genetici hanno evidenziato l’esistenza di due gruppi principali piuttosto diversi tra loro, per cui le specie americane sono state classificate quasi tutte in un nuovo genere (Boechera).

Al genere Arabis sono oggi attribuite un centinaio di specie.

Esse sono piante erbacee annuali o perenni alte da 10 cm a quasi un metro, di solito sono densamente pelose. Hanno foglie da intere a lobate lunghe da 1 a 6 cm e fiori piccoli con quattro petali bianchi, ma a volte rosei o giallastri. Il frutto è una siliqua lunga e sottile contenente da 10 a 20 semi

Arabis collina (Arabetta collinare)

 

Alcune specie sono usate per i giardini rocciosi, a mezzombra o in pieno sole. Resistono bene alla siccità e alle temperature basse.

ARABIS COLLINA

Arabis collina Ten.

Classificata da Michele Tenore[1] nel 1811.

Conosciuta anche come: Arabis muralis Bertol.

Conosciuta volgarmente come: arabetta collinare.

Il nome specifico collina deriva dall'aggettivo latino collīnus, a, um (= collinare, di collina) in relazione all'habitat che, comunque, si estende fino alla montagna.

È una pianta erbacea perenne alta al massimo 30 centimetri. Ha fusto principale eretto che, in genere, è accompagnato da fusti laterali ascendenti. Le foglie basali sono lanceolate-obovate e, in genere, dentate. Invece le foglie cauline sono grigio tomentose, quelle inferiori dentate e quelle superiori lanceolate e strette. I fiori sono raccolti in infiorescenze a racemo erette che contengono fino a 20 esemplari. Essi hanno quattro petali bianchi o, a volte, rosati. Il frutto è una siliqua.

A questa pianta non sono riconosciute proprietà medicamentose.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[2]:

77. – Arabis muralis - L. [Arabis collina Ten.]

(luoghi in cui è stata osservata:) Alpi Apuane al Frigido (G. Bert.), alla Tambura, sulle creste tra Caglieglia e la Brugiana (Bert.) e al M. Corchia (P. Sav.). Nei muri a Massa Vecchia e al paese della Rocca, nella via sotto il Monte presso Massa, a Castagnetola, a Ortola e al Mirteto. In territorio di Carrara (Bolzon) e lungo la strada tra Carrara e Miseglia (Bert.), a Codena, a Fossola, a Noceto e a Fontia. In Lunigiana nei muri a Vinca (Somm.), a Fivizzano, nel recinto del vecchio cimitero di Filattiera, e sulla via che dalla stazione sale al paese, al borgo di Villafranca, a Filetto e a Fornoli, a Quercia e ai Castelli di Aulla e di Bigliolo, a Codiponte presso Casola, a Gragnola, a Caprio e a Gigliana e in varie frazioni di Pontremoli.

Fiorisce da aprile a giugno. Pianta bienne.

Pellegrini riporta altre specie dello stesso genere: Arabis alpina L. var. grandiflora (Royle) [Arabis alpina L. subsp. caucasica (Willdt.) Briqu.]; Arabis hirsula L. [Arabis hirsuta (L.) Scop.]; Arabis perfoliata La. [Arabis glabra (L.) Bernh.]; Arabis pumila Winz. var. stellutata (Bert.) [Arabis pumila Jacq. subsp. stellulata (Bertol.) Nyman; Arabis turrita L.

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta; Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Dilleniidae; Ordine: Brassicales; Famiglia: Brassicaceae; Genere: Arabis; Specie: Arabis collina.

Forma biologica: Emicriptofita scaposa (simbolo: H scap). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.

Descrizione: pianta erbacea perenne che raggiunge i 30 centimetri. Il fusto principale è eretto e per lo più esso è accompagnato da altri fusti laterali ascendenti. Le foglie basali sono lanceolate-obovate e a volte spatolate, sono generalmente dentate e si restringono verso il picciolo. Le foglie cauline sono in numero variabile da un minimo di 3 a un massimo di 14 e sono grigiastre e tomentose. Quelle inferiori sono spesso dentate e quelle superiori sono lanceolate e piuttosto strette. I fiori sono raccolti in infiorescenze a racemo, erette, di 7-20 fiori con quattro petali bianchi o rosati, obovati e troncati all'apice. Il frutto è una siliqua.

Antesi: marzo - luglio.

Tipo corologico: orofita sud-europeo, catene montuose dell'Europa meridionale dalla Spagna ai Balcani con prolungamento ad Anatolia e Caucaso. Presente in tutta Italia eccetto il Friuli Venezia Giulia.

Habitat: rocce, muri, boscaglie, pascoli aridi da 100 metri fino a 2200.

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui


Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Michele Tenore (1780-1861) fu medico e botanico italiano. Fondò l'Orto Botanico di Napoli del quale fu il primo direttore. La sua principale opera fu la Flora napolitana che tratta delle piante dell'Italia meridionale in cui descrisse molte nuove specie.

2 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 30.