CORNETTA, DONDOLINA
(Coronilla emerus o Emerus major)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
18 dicembre 2012

(f.f.) la dondolina è un arbusto sempreverde con una bella fioritura gialla, persistente e precoce, abbastanza diffuso nella regione apuana.

IL GENERE CORONILLA (o EMERUS)

Famiglia Fabaceae (Leguminosae)

Coronilla L fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome generico Coronilla deriva dal diminutivo spagnolo del termine latino cŏrōna, ae (= corona, circolo) in riferimento alla disposizione dei fiori che sembrano formare una piccola corona.

Attualmente il genere è chiamato anche: Emerus Mill.

Emerus fu classificato da Philip Miller[1] nel 1758.

Il nome generico Emerus deriva dal greco ἡμερόω (= rendere mite, addomesticare, coltivare) in quanto le piante di questo genere possono essere facilmente coltivate nei giardini.

È un genere di piante annuali o perenni, erbacee o arbustive con una tipica infiorescenza a fiori papilionacei disposti a corona. Le foglie possono essere semplici, trifogliate o impari-pennate. Le specie di tipo arbustivo hanno ramosità prostrata. I fiori possono essere bianco rosati, gialli o porporini. Essi hanno corolla di tipo papilionacea formata da 5 petali diversi: un petalo centrale più sviluppato (vessillo) piegato all'indietro, due petali intermedi (ali) liberi e posti di lato mentre gli altri due (carena) sono saldati e incurvati e contengono gli organi riproduttivi. Il frutto è un legume diviso in logge.

Esso comprende una trentina di specie diffuse in Europa, Asia occidentale, Africa settentrionale e isole Canarie, alcune specie si sono naturalizzate in America del Nord. Amano terreni calcarei in ambienti aridi. In Italia vegetano una decina di specie: Coronilla coronata, Coronilla cretica, Coronilla emerus, Coronilla juncea, Coronilla minima, Coronilla repanda, Coronilla scorpioides, Coronilla vaginalis, Coronilla valentina, Coronilla varia.

Sono piante velenose per quanto alcune fossero usate, in passato, come rimedi naturali. Alcune di queste piante sono usate per il giardinaggio. Inoltre molte di queste specie migliorano il contenuto di azoto del terreno grazie alla simbiosi delle radici con Rhizobium leguminosarum che è in grado di fissare[2] l'azoto atmosferico.

CORONILLA EMERUS ( o EMERUS MAJOR)

Coronilla emerus o Emerus major

Coronilla emerus L.

Classificata da Linneo nel 1753.

Conosciuta anche come: Emerus major Mill.

Conosciuta volgarmente come: cornetta, dondolina, emero (pr. èmero)

Il nome specifico emerus deriva dal greco ἡμερόω (= rendere mite, addomesticare, coltivare) in quanto è pianta che può essere facilmente coltivata nei giardini. Il termine major deriva dal latino maiŏr, maiŭs (= più grande) in riferimento alle dimensioni di questa pianta che è la più grande tra le congeneri.

È un arbusto sempreverde alto fino a tre metri con fusti molto ramosi. Ha foglie composte, impari-pennate. I fiori sono gialli raccolti in ombrelle pendule e il frutto è un legume sottile con strozzature tra i semi poco pronunciate. La fioritura è precoce e prolungata anche se soffre le estati asciutte.

È pianta diffusa in Europa centro-meridionale e in Asia minore, è comune nei boschi e nelle siepi soprattutto su substrato calcareo.

È pianta tossica, ma, nella medicina tradizionale, le erano riconosciute proprietà diuretiche e cardiotoniche e potenti effetti purgativi.

È usata come foraggio per i conigli e anche come pianta ornamentale e per il recupero di terreni degradati grazie all'esteso apparato radicale.

Questa specie si distingue bene dalle congeneri per le dimensioni più grandi.

È ancora discussa l'esistenza di due sottospecie: Emerus major Mill. subsp. major [Coronilla emerus L. s.l.] e Emerus major Mill. subsp. emeroides (Boiss. et Spruner) Soldano et F. Conti [Coronilla emerus L. subsp. emeroides (Boiss. et Spruner) Hayek]. La prima sarebbe presente in tutta Italia, mentre la seconda sarebbe assente in alcune regioni settentrionali. La differenza principale è l'antesi iniziante alla foliazione, nella prima e invece anticipante la stessa, nella seconda.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[3]:

447. – Coronilla emerus L. [Coronilla emerus L. subsp. emerus]

(luoghi in cui è stata osservata:) Sulle rupi di Porta e del Castello di Montignoso, in loc. Prado, tra il Ponte Vecchio di Massa e S.Lucia, sopra Canevara, a Gronda, al Colletto, nella selva delle Grazie, lungo la via tra il Mirteto e la foce di Carrara, nel M. Brugiana, nei colli dei dintorni di Carrara, a Pallerone e tra Aulla e Villafranca, ad Albiano, a Bagnone, a Pastina, nel territorio di Filattiera, a Lusuolo e tra Mulazzo e Pontremoli.

Fiorisce in aprile e maggio. Pianta legnosa.

Pellegrini cita altre specie dello stesso genere: Coronilla glauca L. [Coronilla valentina L. subsp. glauca (L.) Batt.], Coronilla minima L.; Coronilla scorpioides (L.) Koch.; Coronilla vaginalis L. [Coronilla vaginalis Lam.]; Coronilla varia L.

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Rosidae; Ordine: Fabales; Famiglia: Fabaceae (Leguminosae); Genere: Coronilla; Specie: Coronilla emerus

Forma biologica: Nano-fanerofita (simbolo: NP). Le fanerofite (simbolo P) sono piante perenni e legnose con gemme svernanti poste a un’altezza maggiore di 30 cm dal suolo. Le nano-fanerofite hanno le gemme poste tra 30 cm e 2 metri d’altezza.

Descrizione: Arbusto perenne sempreverde alto da 1 a 3 metri, peloso da giovane poi glabrescente. I fusti sono eretti, legnosi, angolosi e molto ramificati. Le foglie sono alterne e imparipennate formate da 5-9 foglioline obovate. I fiori sono inodori e raccolti in infiorescenze pendule ombrelliformi che hanno fino a 4 fiori di colore giallo in cui il vessillo è 2-3 volte il calice, le ali sono lunghe circa quanto il vessillo mentre la carena è molto più corta. I frutti sono legumi suddivisi in logge.

Antesi: gennaio-ottobre.

Tipo corologico: centro-europeo, ma presente anche in alcuni paesi nordici. In Italia è diffusa in tutte le regioni.

Habitat: cespuglieti, margine dei boschi, dal piano fino a 1600 metri. Ama posizioni soleggiate e non ha grandi esigenze nutritive, preferisce i suoli calcarei.

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette mentre risulta protetta in altre regioni italiane.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui

 

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Philip Miller (1691-1771) botanico britannico a lungo fu direttore del Giardino Botanico di Chelsea (Londra) dove coltivò rare piante esotiche. Descrisse numerose piante e introdusse la coltivazione del cotone nelle colonie americane.

2 Sinteticamente la fissazione dell'azoto consiste nella trasformazione dell'azoto gassoso in ione ammonio utilizzabile poi per la sintesi dei composti azotati organici.

3 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 101.