FRAGARIA VESCA
(Fragola)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
08 novembre 2011

(f.f.) piccola pianta che dà un frutto molto profumato e apprezzato. È pianta comune sulle montagne apuane.

IL GENERE FRAGARIA

Famiglia Rosaceae

Fragaria L fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome generico Fragaria deriva dal verbo latino frăgro, as, āvi, āre (= emettere un buon odore, profumare) in relazione al buon odore delle fragole. La fragola in latino era denominata frāgŭla diminutivo di frāga, fragorum (= fragole) ed era usato anche il termine frāgum.

Il genere Fragaria comprende una trentina di specie e numerosi ibridi e cultivar, sono piante cosmopolite originarie sia dell’Eurasia che delle Americhe. Il corredo cromosomico aploide di tutte le specie è 7 e le stesse variano per il diverso grado di poliploidia, in genere maggiore è la poliploidia e maggiore è la robustezza della pianta e la grandezza del frutto.

Sono piante rizomatose prive di fusto e, generalmente, sono provviste di lunghi stoloni[1]. Le foglie sono ripartite e i fiori sono bianchi o gialli. La caratteristica più importante è il falso frutto[2] denominato fragola.

Quest’ultima, infatti, deriva dalla trasformazione del ricettacolo su cui sono inseriti i numerosi ovari che si trasformano in piccoli acheni verdastri che sono i veri frutti della pianta. I botanici la considerano un frutto aggregato e la chiamano conocarpo. Naturalmente in questo articolo quando parleremo di frutto ci riferiremo alla fragola propriamente detta.

Le piante di questo genere hanno proprietà medicinali: sono astringenti, depurative, diuretiche e toniche. Le foglie e la radice sono usate per guarire ulcere e piaghe e con le foglie è prodotto un infuso rinfrescante.

I frutti sono usati per preparare marmellate e per il consumo diretto.

La fragola simbolizza amore e a questo sentimento alludevano le fragole ricamate sul fazzoletto che Otello regalò a Desdemona e la cui perdita fu fatale alla stessa come narra la tragedia di Shakespeare.

La storia della fragola

La fragola di bosco è un frutto conosciuto da tempi antichissimi e citato nella Bibbia, nella mitologia e nei più antichi trattati di medicina. Il frutto rosso ricordava la morte di Adone e, successivamente, la passione di Cristo.

Prima della scoperta dell’America erano presenti in Europa tre specie autoctone di fragola: la Fragaria vesca, la Fragaria moschata originaria dell’Europa centrale e la meno diffusa Fragaria viridis. Queste piante producono frutti piccoli e sono difficili da coltivare. Fu l’introduzione in Europa delle specie americane a far diventare questo frutto un genere di largo consumo e una coltivazione di interesse commerciale, infatti le specie americane producono un frutto di grandi dimensioni.

La Fragaria virginiana era coltivata in Europa già dagli inizi del XVII secolo, ma non era usata ai fini alimentari. Fu l’ingegnere francese Amédée-François Frézier a portare in Francia alcune piante di Fragaria chiloensis dalla città cilena di Concepción agli inizi del secolo successivo e questa fu ibridata con la Fragaria moschata con produzione di frutti che vennero venduti a Parigi come apprezzate varietà gastronomiche.

In seguito continuarono gli esperimenti di ibridazione, in particolare in Olanda, con incroci tra la Fragaria virginiana e la Fragaria chiloensis a produrre ibridi resistenti al freddo e altamente produttivi che si diffusero in tutta Europa e anche in America.

FRAGARIA VESCA

Fragaria vesca (Fragola)

Fragaria vesca L.

Classificata da Linneo nel 1753.

Conosciuta volgarmente come: fragolina di bosco, fragola.

Il nome specifico vesca deriva dall’aggettivo latino vescus, a, um (= magro, sottile, tenero) ed è riferito alla consistenza molle del frutto.

La Fragaria vesca è una piccola pianta erbacea spontanea in Italia nel sottobosco che fornisce un piccolo frutto molto profumato e morbido, essa non è adatta alla coltivazione commerciale. Ama il clima temperato e terreni soffici, umidi e ombreggiati. Il frutto non è conservabile e deve essere consumato o lavorato in tempi brevi.

È specie diploide con 14 cromosomi.

Il frutto contiene vitamina C e molti sali minerali e acido salicilico. Ha proprietà depurative e diuretiche ed è utile nelle infiammazioni del cavo orale e nei disturbi gastrointestinali.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[3]:

495. – Fragaria vesca L.

(luoghi in cui è stata osservata:) Alla Tambura presso i Campaniletti (Bert.). Nella valle di Antona, al M. Rasori e a Resceto, sopra il Forno, al Sagro, alla Foce di Vinca. A Vendaso e a Mommio di Fivizzano, a Comano, a Camporaghena, fra Bottignano e Sassalbo, alla Tecchia della Luna sopra Bagnone, al Bosco di Rossano e ad Arzelato di Zeri, lungo il fiume Verde a Navola, a Guinadi, a Grondola, al M. Pianaccio, a Cervara, nei dintorni di Pontremoli e a Gargalla, a Montelungo, a Gravagna e alla Cisa.

Volg. fragola. Fiorisce in giugno e luglio. Pianta erbacea perenne.

Pellegrini cita un’altra specie dello stesso genere: Fragaria collina Ehrh [Fragaria viridis Duchesne subsp. viridis]

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Rosidae; Ordine: Rosales; Famiglia: Rosaceae; Genere: Fragaria; Specie: Fragaria vesca.

Forma biologica: Emicriptofita reptante (simbolo: H rept). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Reptante (simbolo: Rept) perchè l’accrescimento degli organi è aderente al suolo con carattere strisciante.

Descrizione: pianta erbacea perenne provvista di rizoma ramificato. I fusti sono brevi, esili e debolmente lignificati alla base e alti da 5 a 15 cm. Le foglie hanno lungo picciolo e sono riunite in rosette di tre con margine denticolato e numerose nervature, la pagina superiore è verde scuro mentre quella inferiore è biancastra e piuttosto pubescente. Dalla rosetta si dipartono stoloni a volte radicanti al suolo. Lo scapo porta da 1 a 3 fiori con 5 petali (di rado 4 o 6) bianchi. Il frutto sono piccoli acheni nerastri sparsi sul ricettacolo carnoso, ovale e rosso scarlatto che è la fragola (falso frutto).

Antesi: marzo-luglio (secondo il luogo di crescita). Il frutto matura in estate.

Tipo corologico: euro-asiatica. In Italia è comune su tutto il territorio generalmente sui rilievi.

Habitat: radure, boschi di faggi e pini da 200 a 1900 metri e raramente a quote più elevate.

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette mentre in altre regioni esistono limiti alla raccolta dei frutti.

Altre foto possono essere consultate qui

 

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



1 Lo stolone è un ramo laterale che nasce alla base della pianta e, allungandosi, scorre sopra o sotto il terreno emettendo radici e foglie che costituiscono le nuove piantine che sono, quindi, cloni dello stesso individuo.

2 Ricordiamo che in botanica si intende per frutto il prodotto della trasformazione dell’ovario del fiore. Invece è falso frutto quando alla sua formazione partecipano anche altre parti del fiore.

3 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 109.