CICERCHIA PRIMATICCIA
(Lathyrus vernus)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
9 maggio 2013

(f.f.) la cicerchia primaticcia è pianta comune sulle montagne apuane e mostra una fioritura primaverile abbastanza interessante.

IL GENERE LATHYRUS

Famiglia Fabaceae o Leguminosae

Lathyrus L. fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome generico Lathyrus deriva dal greco λάϑυσος usato dal filosofo e naturalista greco Teofrasto per denominare una leguminosa di questo genere, probabilmente la cicerchia. Alcuni collegano questo termine con il verbo ϑέρω (= scaldare) in riferimento a supposte proprietà afrodisiache di queste piante.

Il genere Lathyrus comprende circa 150 specie di cui una quarantina sono spontanee in Italia dove occupano gli habitat più vari e quasi tutte le fasce vegetazionali.

Esse sono native delle zone temperate europee, asiatiche e americane, sia settentrionali che meridionali, ma sono presenti anche nelle regioni tropicali dell'Africa orientale.

Esso è molto polimorfe e ogni specie possiede varie sottospecie e varietà. Le difficoltà classificatorie avevano portato Linneo a classificare alcune specie, che oggi appartengono a Lathyrus, nel genere Orobus.

Il genere Lathyrus comprende piccole piante erbacee annuali o perenni dal tipico fiore papilionaceo, possono essere rampicanti o arbustive. Le radici possono essere rizomatose o tuberose. I fusti sono solitamente erbacei e gracili. Le foglie sono pennato-composte con pochi segmenti abbastanza grandi di forma variabile da ovata a lanceolata a lineare, spesso alla base del picciolo sono presenti stipole. I fiori sono raccolti in racemi, e hanno colore variabile da bianco, a giallo, rosa, rosso, porpora, violetto e blu. La corolla è tipicamente papilionacea con 5 petali diversi: un petalo centrale più sviluppato (vessillo) spatolato e allargato e piegato all'indietro, due petali intermedi (ali) liberi e posti di lato mentre gli altri due (carena) sono saldati e incurvati e contengono gli organi riproduttivi. Il frutto è un legume piatto contenente numerosi semi.

Alcune specie sono usate come alimento: vengono consumati i semi, ma anche i legumi interi. In Italia vengono consumati i semi di Lathyrus sativus (cicerchia). C'è da dire, però, che tutti i semi di queste piante contengono una neurotossina che produce una grave malattia chiamata latirismo. Essa è tipica di regioni povere, specialmente africane, dove la cicerchia diventa l'unico o il principale alimento.

Alcune specie hanno invece tuberi commestibili.

Dalla fine del 1600 alcune specie di questo genere sono usate nei giardini europei per la bellezza dei loro fiori. In particolare molto apprezzato è il Lathyrus odoratus (pisello odoroso), originario della Sicilia, di cui sono note diverse interessanti cultivar.lathyrus vernus (Cicerchia primaticcia)

Molte specie sono considerate infestanti in agricoltura mentre alcune sono usate come foraggio.

LATHYRUS VERNUS

Lathyrus vernus (L.) Bernh.

Classificata da Johann Jacob Bernhardi[1] nel 1800. Invece Linneo la aveva classifacata come Orobus vernus.

Conosciuta volgarmente come: cicerchia primaticcia, cicerchia gracile, veccione primaverile.

Il nome specifico vernus deriva dall'aggettivo latino vernus, a, um (= primaverile a sua volta derivato da vēr, vēris che è la primavera) ad indicare il periodo della sua fioritura.

Il Lathyrus vernus è pianta erbacea perenne glabra con fusti eretti e angolosi alti da 10 a 40 centimetri, essa è dotata di rizoma. Ha foglie composte paripennate e provviste di stipole formate da 2-4 paia di foglioline ovali-lanceolate acuminate. Le foglie cadono dopo la fioritura. I fiori sono raccolti in racemi apicali e peduncolati, contenenti fino a 8 fiori papilionacei, peduncolati e penduli. Essi hanno colore viola porpora che poi diventa azzurrino, mentre le ali sono bluastre. Sono fortemente odorosi e l'odore è gradevole. La fioritura non è simultanea e procede dal basso verso l'alto. I frutti sono baccelli piatti, glabri, bruni e contengono parecchi semi scuri.

La pianta è moderatamente tossica e l'ingestione dei semi produce severi problemi di stomaco. Comunque alla pianta sono riconosciute proprietà medicamentose come astringente e vulneraria.

Questa specie, come molte congeneri, è piuttosto variabile nella forma e nelle dimensioni delle foglie e delle infiorescenze per cui esistono diverse sottospecie e varietà.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[2]:

440. – Lathyrus vernus(L.) Bernh.

(luoghi in cui è stata osservata:) nel bosco al M. Pizzacuto sopra Castelpoggio e tra Monzone e Vinca. Indicato anche a Cascina Piscinicchi e a Fontana Antina in territorio di Carrara (Bolzon).

Fiorisce da aprile a giugno. Pianta erbacea perenne.

Pellegrini cita molte altre specie dello stesso genere: Lathyrus annuus L.; Lathyrus aphaca L.; Lathyrus clymenum L.; Lathyrus montanus Bernh. var. tenuifolius (Ces., Pass. Et Gib) [Lathyrus montanus Bernh. var. tenuifolius (Roth) Garke]; Lathyrus montanus Bernh. var. typicus [Lathyrus montanus Bernh.]; Lathyrus niger (L.) Bernh.; Lathyrus nissolia L.; Lathyrus ocrus (L.) D.C.; Lathyrus pratensis L.; Lathyrus setifolius L.; Lathyrus silvester L. var. latifolius [Lathyrus sylvestris L.]; Lathyrus silvester L. var. typicus [Lathyrus sylvestris L.]; Lathyrus sphaericus Retz.; Lathyrus tuberosus L.; Lathyrus variegatus Gren. et Godr. [Lathyrus venetus (Miller) Wohlf.].

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta; Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Rosidae; Ordine: Fabales; Famiglia: Fabaceae; Genere: Lathyrus; Specie: Lathyrus vernus

Forma biologica: Geofita rizomatosa (simbolo G Rhiz). Geofita (simbolo G): pianta erbacea perenne con gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei. Rizomatosa (simbolo Rhiz): il fusto sotterraneo è detto rizoma e da esso, ogni anno, si dipartono le radici ed i fusti aerei.

Descrizione: pianta erbacea perenne rizomatosa e glabra con fusti eretti alti fino a 40 centimetri. Le foglie sono composte e paripennate e dotate di stipole, esse sono formate da 2, 3, 4 paia di foglioline ovali acuminate. I fiori sono raccolti in infiorescenze racemose di 3-8 fiori papilionacei peduncolati e penduli di color viola porpora che poi diventa azzurrino con le ali bluastre. I frutti sono baccelli piatti e scuri e contengono molti semi scuri.

Antesi: marzo - maggio

Tipo corologico: euroasiatica, presente dall'Europa fino al Giappone. In Italia è presente in tutto il territorio eccetto le regioni insulari.

Habitat: boschi di latifoglie su terreno di preferenza calcareo da 400 a 1800 metri.

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Johann Jacob Bernhardi (1774-1850) fu medico e botanico tedesco. Fu professore di botanica all'università di Erfurt e direttore del locale Orto Batanico. Il suo notevole erbario passò, dopo la sua morte, al Missouri Botanical Garden. Descrisse, tra l'altro, numerose nuove specie di orchidee.

2 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 99.