CAMPANELLE COMUNI
(Leucojum vernum)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
14 maggio 2011

(f.f.) il campanellino è una piccola bulbosa con fiore molto bello che somiglia lontanamente al bucaneve. È possibile ammirarlo sulle Apuane, ma è pianta a rischio e va assolutamente lasciata in pace.

IL GENERE LEUCOJUM

Famiglia Amaryllidaceae

Leucojum L. fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome generico Leucojum deriva dalle parole greche λευκός (= bianco, lucente) e ϊον (= violetta). Quindi “viola bianca” anche se questa specie non ha nessun legame con le viole se non il periodo della fioritura.

Va aggiunto che il termine Λευκό-ϊον (= viola bianca) esisteva già in greco a indicare, probabilmente, una pianta diversa.

Leucoium è un piccolo genere che comprende da 10 a 20 specie secondo le diverse classificazioni. Alcuni botanici infatti classificano alcune specie nel genere Acis.

Sono piante tipiche dell’Europa centrale e mediterranea. Tutte hanno fioritura precoce e almeno cinque sono spontanee in Italia tra di esse il Leucojum vernum e il Leucojum aestivum.

Sono piante erbacee perenni provviste di bulbo, rustiche e resistenti. Hanno foglie solo basali e poco numerose con spata che sovrasta il fiore formato da tepali e a forma di campana.

LEUCOJUM VERNUMLeucojum vernum (Campanelle comuni)

Leucojum vernum L.

Classificata da Linneo nel 1753.

Conosciuta volgarmente come: campanella comune, campanellino/a, campanellino di primavera, falso bucaneve, cipollina.

Il nome specifico vernum deriva dall’aggettivo latino vernus, a, um (= primaverile) a sua volta derivato da vēr, vēris (= primavera). Naturalmente esso allude al periodo di fioritura di questa pianta, che, in realtà, inizia a fiorire alla fine dell’inverno.

Questa specie è in progressiva rarefazione, è ben presente sull’arco alpino mentre diventa meno frequente sull’Appennino. Invece nelle aree pianeggianti, come nella pianura padana, sta progressivamente sparendo. Di conseguenza è considerata dappertutto specie protetta.

Esso fiorisce dopo il bucaneve ed è pianta dalla vita breve, a maggio le foglie ingialliscono e la pianta entra in fase di quiescenza, per riformarsi dal bulbo alla fine dell’inverno con l’umidità prodotta dallo scioglimento delle nevi.

Il campanellino viene considerato pianta tossica, in particolare il bulbo e le foglie, per la presenza di alcaloidi, come la galantamina, che possono provocare avvelenamento. Comunque queste sostanze sono studiate in particolare per i loro effetti antitumorali.

La specie è molto apprezzata nei giardini rocciosi.

In Italia vegeta anche il Leucojum aestivum. Questa specie ha dimensioni maggiori rispetto al Leucojum vernum e infiorescenza a ombrella formata da 2 a 8 fiori, le foglie sono lunghe quanto lo scapo fiorale e fiorisce nella tarda primavera. È specie rara e a rischio di estinzione.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[1]:

1410. – Leucoium vernumL. [Leucojum vernum L.]

= Erinosma vernum – Herb.

(luoghi in cui è stata osservata:) Nei luoghi umidi selvatici fra Altagnana e Canevara presso Massa e fra Pariana e il M. Belvedere. Nella valle di Montignoso lungo il fosso del Tascio. Indicato anche al M. Carchio (Bert.) e in Pozzi sotto Poggio Uccellino nel gruppo del Sagro presso Carrara (Bolzon).

Volg. Camanelline. Fiorisce da febbraio ad aprile.

Pianta erbacea perenne

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Liliopsida; Sottoclasse: Liliidae; Ordine: Liliales; Famiglia: Amaryllidaceae; Genere: Leucojum; Specie: Leucojum vernum.

Forma biologica: Geofita bulbosa (simbolo: G bulb). Geofita (simbolo G): pianta erbacea perenne che porta le gemme in posizione sotterranea (in bulbi, rizomi, tuberi) e durante la stagione avversa non presenta organi aerei. Bulbosa (simbolo bulb): pianta che presenta un organo sotterraneo di riserva, detto bulbo, dal quale ogni anno nascono fusti, foglie e fiori.

Descrizione: pianta erbacea perenne con bulbo biancastro e subsferico largo fino a 3 cm. Le foglie sono basali, più corte dello scapo, sono lineari e ci color verde scuro lucido nella pagina superiore. Lo scapo è compresso e lungo fino a 30 cm, sia lo scapo che le foglie sono avvolti alla base da una guaina biancastra. Lo scapo porta di norma un unico fiore (raramente due) portato da un peduncolo pendulo avvolto alla base da una spata membranosa. Il fiore è pendulo, ha porta campanulata ed è leggermente profumato. Esso è formato da 6 tepali, tre interni e tre esterni, di ugual lunghezza, bianco-candidi e con una macchia verde o giallastra all’apice. Il frutto è una capsula carnosa verde.

Antesi: febbraio – aprile. Essa dipende dall’altitudine, dall’esposizione e dall’innevamento, infatti la fioritura inizia quando il terreno si libera dalla neve.

Tipo corologico: pianta sud-europea naturalizzata anche in America. È presente dalla penisola iberica fino all’Europa orientale come in Ucraina e in Russia. In Italia è presente nelle regioni alpine e padane e diventa rara sull’Appennino settentrionale e sulle Alpi Apuane, nelle Marche e in Abruzzo.

Habitat: vegeta in luoghi ricchi di humus, in mezz’ombra, boschi umidi di latifoglie, prati umidi e paludosi, rive di fossi dal piano fino a 1500 metri.

Conservazione: la specie è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette come pure Leucojum aestivum. È pianta rara con distribuzione discontinua e areale in contrazione specialmente in pianura.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 284.