ROSA ALPINA
(Rosa pendulina)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
22 aprile 2013

(f.f.) questa bella rosa è abbastanza presente sulle nostre montagne, nelle praterie in quota, e presenta una bella fioritura rossa.

IL GENERE ROSA

stat Roma pristina nome, nomina nuda tenemus [1]

Famiglia Rosaceae

Rosa L fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome generico Rosa deriva dal latino rŏsa (= rosa, fiore e pianta).

Il genere Rosa è originario dell’Asia con alcune specie europee, nord-africane e nord-americane, esso comprende circa 200 specie, con molte varietà e cultivar e numerosi ibridi. Queste piante sono cespugliose, arbustive e rampicanti alte da 20 cm fino a 5 metri. Hanno foglie generalmente caduche, ma possono anche essere sempreverdi, alterne e imparipennate, formate da 5-7-9 foglioline dentate. I rami sono, in genere, spinosi. I fiori sono ermafroditi, più o meno profumati, con dimensioni, forma e colore variabili, generalmente con 5 petali. Essi hanno numerosi stami e pistilli e i frutti sono acheni contenuti in un falso frutto detto cinorrodio derivante dal ricettacolo del fiore.

Le rose preferiscono i climi freddi, i terreni compatti e calcarei ed esposizione soleggiata.

La rosa è considerata la regina dei fiori per la sua bellezza, infatti essa è usata come pianta ornamentale e per la coltivazione in vaso, in questi casi si usano varietà con moltiplicazione del numero dei petali. Industrialmente alcune varietà sono usate per il fiore reciso. Dai petali di alcune specie si estraggono l’essenza di rosa e aromi usati in profumeria, in cosmetica e in pasticceria.

I petali hanno proprietà astringenti e le foglie sono antidiarroiche, i frutti sono ricchi di vitamina C e sono diuretici, sedativi, astringenti e vermifughi. Dalle foglie si ricava poi un apprezzato tè.

La rosa ha stimolato la nascite di molti miti e leggende e di un ampio simbolismo laico e religioso.

È simbolo della bellezza fuggevole per la sua durata effimera. È custode dei segreti poiché con i petali nasconde la sua parte più intima. La forma concentrica evoca la ruota del tempo che scorre e quindi il ciclo vita-morte, da cui il rosone delle chiese. È simbolo dell’Uno ineffabile, dello Spirito Santo e di Cristo.

Le specie spontanee in Italia sono una quarantina alcune delle quali sono presenti nel territorio apuano, tra esse ricordiamo:

Rosa arvensis Hudson con i petali bianchi

Rosa canina L. e le specie a essa imparentate

Rosa pendulina L. con petali rosa scuro, presente nelle praterie in quota

Rosa pulverulenta M. Bieb con i petali rosa, essa è presente sul Pizzo d’Uccello e nelle Apuane meridionali

Rosa serafinii Viv. con petali dai colori variabili dal bianco al rosso, essa non è, comunque, molto diffusa ed è specie protetta.

ROSA PENDULINARosa pendulina (Rosa alpina)

Rosa pendulina L.

Classificata da Linneo nel 1753.

Conosciuta anche come: Rosa alpina L.

Conosciuta volgarmente come: rosa alpina, rosa pendolina.

Il nome specifico pendulina deriva dall’aggettivo latino pendŭlus, a, um (= pendente, penzolante) in relazione ai rami e fusti penduli che caratterizzano questa specie.

La Rosa pendulina è un arbusto perenne deciduo, legnoso e cespuglioso con radici fascicolate, alto da 30 a 200 centimetri, ma, generalmente, non supera il metro. Ha fusti esili, glabri, spesso prostrati con poche spine, anche i rami rossastri e penduli hanno poche spine. Le foglie sono imparipennate con due stipole lanceolate alla base, sono formate da 7-11 segmenti ellittici con i margini dentati, essi sono generalmente glabri e ghiandolosi sui bordi. Hanno fiori profumati per lo più solitari e, a volte, raccolti in corimbi. Essi presentano cinque petali lanceolati di colore che varia dal rosa al rosso scuro e numerosi stami gialli, quando la pianta è prostrata i fiori si presentano radenti al suolo. I falsi frutti (cinorrodi) derivano dall'ingrossamento del ricettacolo, sono penduli e hanno forma a botticella o sferici e a maturità sono rosso-arancio e presentano, in genere, spine setolose.

Questa pianta ama siti soleggiati e resiste anche a temperature molto basse (oltre 20 gradi sotto zero), cresce bene in terreni sabbiosi o pietrosi. Sono conosciute diverse varietà apprezzate per i giardini rocciosi.

Come le congeneri anche questa rosa ha proprietà medicamentose. Con i frutti si fanno marmellate e salse per accompagnare carni e formaggi.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini [2]:

513. – Rosa alpina L. [Rosa pendulina L.]

(luoghi in cui è stata osservata:) al M. Gotro (Bert.), al M. Orsaio in Lunigiana (Cal.), tra Foce Orsara e Vinca (Bert.), al Sagro in loc. Pozzi (Bolzon), tra il Carchio e l'Altissimo e nella sottostante valle di Antona, al M. Belvedere sopra i Tecchioni, lungo il Frigido tra Gronda e Resceto, tra Monzone e Vinca nella valle del Lucido.

Fiorisce in luglio. Pianta legnosa.

Pellegrini cita altre specie dello stesso genere: Rosa agrestis Savi; Rosa alpina L. [Rosa pendulina L.]; Rosa canina L. var. dumetorum (Thuill.) [Rosa canina L. var. corymbifera (Borkh.) Rouy]; [Rosa canina L. var. glaberrima (Du Mort.) [Rosa canina L. sensu Bouleng.]; Rosa canina L. var. lutetiana (Lem.) [Rosa canina L.var. canina]; Rosa harvensis Hudson; Rosa canina var. dumalis Bechst. [Rosa dumalis Bechst.]; Rosa gallica L.; Rosa pomifera Herrm. [Rosa villosa L.]; Rosa sempervirens L.

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta; Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Rosidae; Ordine: Rosales; Famiglia: Rosaceae; Genere: Rosa; Specie: Rosa pendulina

Forma biologica: Nano-fanerofita (simbolo: NP). Le fanerofite (simbolo P) sono piante perenni e legnose con gemme svernanti poste a un’altezza maggiore di 30 cm dal suolo. Le nano-fanerofite hanno le gemme poste tra 30 cm e 2 metri d’altezza.

Descrizione: arbusto legnoso perenne, a foglie caduche, alto da 40 a 80 cm e più raramente alto fino a 2 metri. I fusti sono esili, prostrati e poco spinosi. I rami sono rossastri e penduli anch'essi con poche spine. Le foglie sono alterne e imparipennate formate da 7-11 segmenti ellittici e presentano margini dentati. I fiori profumati sono generalmente solitari o raccolti in corimbi. Hanno cinque petali lanceolati di colore da rosa a rosso scuro con molti stami gialli. I falsi frutti (cinorrodi) sono pendenti, a forma di bottiglia o sferici e a maturità sono rosso-arancio.

Antesi: maggio - luglio.

Tipo corologico: orofita sud-europea presente sulle catene montuose dell'Europa meridionale fino al Caucaso. In Italia è diffusa sull'arco alpino e più rara sul'Appennino settentrionale e centrale. È assente in Puglia, Calabria e Basilicata e nelle isole maggiori.

Habitat: cespuglieti, siepi, pendii sassosi, margine dei boschi, boschi di latifoglie, ama terreni acidi e ricchi di humus, da 600 metri a 2400.

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette dove sono presenti le congeneri Rosa glutinosa Sibth et Sm., Rosa pimpinellifolia L. e Rosa serafinii Viv.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Potremmo sintetizzare questa frase dicendo che la bellezza della rosa è fugace e di essa rimane un’impressione o solo il nome del fiore. Questa frase è una variazione (originata probabilmente da un refuso di stampa) dell’originale stat Roma pristina nome, nomina nuda tenemus. Essa è tratta da un verso del monaco benedettino Bernardo di Morval, vissuto nel XII secolo, ed è contenuta in De contemptu mundi. La traduzione del verso è dell’antica Roma è rimasto il nome, noi abbiamo solo nudi nomi cioè la fama e la gloria sono effimeri e di esse rimangono solo nomi. Ne consegue che l’uomo deve cambiare il suo atteggiamento da amore per il mondo a contemplazione dello stesso. La fortuna della frase è dovuta al fatto che con essa Umberto Eco chiude il suo celeberrimo romanzo Il nome della Rosa e per Eco il senso della frase è analogo a quello del monaco. Infatti Adso, il narratore della storia, alla fine della sua vita riflette sulla vanità del vivere e sul mistero della morte che annulla la realtà e ogni diversità nella tenebra divina.

2 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 112-113.