RUSCOLO MAGGIORE
(Ruscus hypoglossum)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
18 marzo 2011

(f.f.) il ruscolo non è pianta molto diffusa sulle Alpi Apuane e diventa particolarmente bella quando è coperta di bacche rosso vive. È pianta protetta e non dobbiamo assolutamente disturbarla.

IL GENERE RUSCUS

Famiglia Liliaceae

Ruscus L. fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome generico Ruscus deriva dal sostantivo femminile latino ruscus, i (= rusco, pungitopo) forse contrazione di rustĭcus, a, um (= rustico, relativo alla campagna). Infatti gli abitanti delle campagne utilizzavano i rami pungenti del Ruscus aculeatus per proteggere il cibo dai topi.

Il genere Ruscus è costituito da solo sei specie che alcuni autori attribuiscono alla famiglia delle Ruscaceae o alla sottofamiglia delle Ruscaceae nell’ambito delle Liliaceae.

Esse sono piante perenni, sempreverdi e dall’aspetto arbustivo. Possono superare anche il metro di altezza, hanno fusti ramosi che portano numerosi cladodi[1] con l’aspetto di foglie. Le vere foglie sono invece molto piccole e non svolgono la fotosintesi. I fiori sono molto piccoli, bianchi e al centro viola scuro. Il frutto è una bacca rossa di 0,5-1 cm di diametro. Alcune specie sono monoiche[2] mentre altre sono dioiche[3].

La presenza di rizomi permette a queste piante di colonizzare ampie porzioni di terreno.

Le piante di questo genere sono presenti nell’Europa occidentale e meridionale, in Inghilterra, nel Caucaso, nell’Africa settentrionale e nell’Asia sud-occidentale e nella Macaronesia[4].

Le specie di questo genere sono: Ruscus aculeatus, Ruscus colchicus, Ruscus hypoglossum, Ruscus hypophyllum, Ruscus microglossus, Ruscus streptophyllum.

RUSCUS HYPOGLOSSUM[5]Ruscus hypoglossum (Ruscolo maggiore)

Ruscus hypoglossum L.

Classificata da Linneo nel 1753.

Conosciuta volgarmente come: ruscolo maggiore, pungitopo maggiore, linguetta e bislingua.

Il nome specifico hypoglossum deriva dai termini greci ύπό (= sotto, di sotto) e γλωσσα (= lingua). Questo perchè il fiore sembra trovarsi sotto una lingua che è la brattea protettiva.

Questa pianta tende a formare ampi tappeti per lo svilupparsi dell’apparato radicale. È pianta dioica con netta prevalenza in natura delle piante con fiori maschili (quelle che non producono le bacche).

Non si conoscono usi nella medicina popolare, anzi la pianta viene considerata tossica.

È apprezzata anche dai giardinieri e sopporta bene temperature sotto lo zero.

La pianta è protetta in buona parte del territorio nazionale ed è minacciata dalla raccolta indiscriminata e dal fatto che viene mangiata da erbivori di grossa taglia come cervi e caprioli.

Pianta simile è il Ruscus aculeatus che si distingue molto bene per i cladodi più piccoli e molto pungenti.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[6]:

1423. – Ruscus hypophyllum – L. β Hypoglossum (L.) [Ruscus hypoglossum L.]

(luoghi in cui è stata osservata:) Indicato a Carrara lungo il canale di Perimacchia presso Torano e lungo il Carrione sotto Miseglia (Bolzon).

Fiorisce da dicembre ad aprile

Pianta legnosa.

Pellegrini cita anche: Ruscus aculeatus L.

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Liliopsida; Sottoclasse: Liliidae; Ordine: Liliales; Famiglia: Liliaceae; Genere: Ruscus; Specie: Ruscus hypoglossum

Forma biologica: Camefita fruticosa (simbolo: Ch frut). Camefita (simbolo Ch): piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm. Fruticosa (simbolo: frut): ha aspetto arbustivo.

Può essere classificata anche come: Geofita rizomatosa (simbolo: G rhiz). Geofita (simbolo G): pianta erbacea perenne che porta le gemme in posizione sotterranea (in bulbi, rizomi, tuberi) e durante la stagione avversa non presenta organi aerei. Rizomatosa (simbolo rhiz.): il fusto è un rizoma che ogni anno emette radici e fusti avventizi aerei.

Descrizione: arbusto perenne sempreverde provvisto di grosso rizoma strisciante. Tutta la pianta è verde cupo lucente e piuttosto coriacea. È alta da 30 a 60 cm, i fusti sono gracili e semplici e presentano cladodi ellittici lunghi fino a 8cm e non pungenti. Le vere foglie sono molto piccole e ridotte a piccole squame alla base dei cladodi. I fiori sono molto piccoli e verdastri riuniti in fascetti di 2-5, sono unisessuali in piante dioiche e si formano nella pagina superiore dei cladodi. Il frutto è una bacca subsferica di colore rosso-vivo di diametro da 1 a1,5 cm e matura in autunno ed è presente sulla pianta insieme ai nuovi fiori..

Antesi: dicembre - aprile

Tipo corologico: vegeta nell’Europa mediterranea e nell’Europa orientale fino al Caucaso e nell’Africa settentrionale. In Italia è presente in quasi tutte le regioni eccetto Val d’Aosta, Trentino, Puglia, Basilicata e Calabria.

Habitat: luoghi selvatici e ombrosi, negli oliveti e nei boschi di latifoglie dal piano fino a 1400 metri.

Conservazione: la specie è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette ed è considerata LR (lower risk). Però c’è da dire che questa pianta è soggetta a limitazione nella raccolta che è permessa fino a 10 fronde a persona al giorno (che a noi pare comunque una quantità eccessiva).

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 I cladodi sono fusti o rami che, a causa della mancanza o dell’insufficienza delle foglie, diventano verdi e assumono le funzioni delle foglie stesse. Ne sono esempi le pale del Fico d’India, il caule dell’asparago e, appunto, le pseudo-foglie del pungitopo.

2 Monoiche: presentano fiori maschili e fiori femminili distinti nella stessa pianta.

3 Dioiche: esistono piante con solo fiori femminili e piante solo con fiori maschili. È, comunque, scorretto parlare di pianta maschio e di pianta femmina.

4 Nome collettivo per indicare gli arcipelaghi presenti nell’Oceano Atlantico al largo delle coste africane (Azzorre, Capo Verde, Canarie, Madera e Isole Selvagge.

5 Notiamo l’errore grammaticale, infatti ruscus in latino è femminile per cui la notazione corretta sarebbe Ruscus hypoglossa. In alternativa, esistendo anche ruscum neutro, potrebbe essere Ruscum hypoglossum.

6 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 286.