SASSIFRAGA AUTUNNALE
(Saxifraga aizoides)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
15 agosto 2011

(f.f.) questa bella sassifraga dai fiori rosso-purpurei (invece che gialli come le conspecifiche presenti in altre zone) arricchisce la flora apuana. Essa non è particolarmente appariscente e dà il meglio di sé con il giusto ingrandimento che evidenzia la bellezza del fiore.

IL GENERE SAXIFRAGA

Il genere appartiene alla famiglia delle Saxifragaceae e fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome del genere deriva dalla parola latina saxĭfrǎga che indicava piante di questo genere. L’aggettivo saxĭfrǎgus significa “che frange sassi o scogli” e, a sua volta, deriva da saxum (= sasso, pietra) e dal verbo frangĕre (= spezzare, infrangere, rompere). Alcuni sostengono che il nome derivi dalla proprietà attribuita alla pianta di frantumare i calcoli renali, mentre altri sostengono che sia legata al fatto che queste piante rompono le rocce su cui vegetano mediante bioerosione. In inglese sono infatti chiamate anche stone-breakers.

Il genere comprende oltre 400 specie di piante erbacee, a volte legnose alla base, perenni, annuali e, di rado, annuali o biennali, originarie delle zone montane della fascia temperata boreale dove arrivano fino a 4000 metri di altitudine. Oltre 100 specie sono presenti in Europa sulle montagne e nelle regioni artiche o sub-artiche, ma la distribuzione è cosmopolita.

In genere le foglie crescono vicino al terreno, possono essere succulente e formare rosette. I fiori hanno cinque petali, sono bianchi, rosa, rossi e gialli e si alzano rispetto al corpo principale della pianta spesso a formare cime o pannocchie, i frutti sono generalmente capsule.

Le sassifraghe amano terreno umido e fresco, in mezz’ombra o ombra e sono usate come piante ornamentali e per decorare giardini rocciosi. Esse vegetano in zone d’altitudine su rupi e ghiaioni e sono di rado crescono a quote inferiori.

Mentre alcune specie sono presenti su areali molto ampi, molte hanno areale limitato o puntiforme e quindi sono endemiti. Notevole è il polimorfismo di queste piante che origina un numero molto alto di sottospecie e varietà e comporta alcune difficoltà nella classificazione.

Sulle Alpi Apuane sono presenti 12 specie di questo genere (cui dedicheremo articoli su questa rubrica). L’elenco che segue è quello classico (Ferrarini&Marchetti) e potrebbe essere soggetto a variazioni con il progredire delle ricerche:

Saxifraga adscendens L. [Saxifraga adscendens L. subsp. adscendens]

Saxifraga aizoides L. conosciuta anche come Saxifraga autumnalis L. var. atrorubensSaxifraga aizoides (Sassifraga autunnale)

Saxifraga bulbifera L.

Saxifraga caesia L.

Saxifraga etrusca Pign. conosciuta anche come Saxifraga aspera

Saxifraga exarata Vill. [Saxifraga exarata Vill. subsp. moschata]

Saxifraga granulata L. [Saxifraga granulata L. subsp. granulata]

Saxifraga lingulata Bellardi conosciuta anche come Saxifraga callosa Sm.

Saxifraga oppositifolia L. [Saxifraga oppositifolia L. subsp. oppositifolia var. latina)

Saxifraga paniculata Miller

Saxifraga rotuntifolia L. [Saxifraga rotuntifolia L. subsp. rotundifolia]

Saxifraga tridactylites L.

SAXIFRAGA AIZOIDES

Saxifraga aizoides L.

Classificata da Linneo nel 1753

Conosciuta anche come: Saxifraga autumnalis L. var. atrorubens, Saxifraga atrorubens Bert.

Conosciuta volgarmente come: sassifraga gialla, sassifraga autunnale

Il nome specifico aizoides deriva dai termini greci άει-ζωος (= sempre vivo) e είδος (= aspetto, forma) a significare il fatto che la pianta è sempreverde. Questo termine è usato anche per denominare piante di generi diversi.

Come detto in precedenza anche questa sassifraga presenta un certo polimorfismo tanto che gli esemplari apuani, che hanno fiore rosso e amano rupi e pietraie assolate, erano classificate in passato come specie distinta che, quindi, era considerata endemismo apuano. In realtà il colore è l’unica differenza per cui attualmente abbiamo un’unica specie con fiori di colore diverso.

Sulle Alpi Apuane la troviamo in ambienti di altitudine e freschi. Essa vegeta su pietraie e nelle fessure delle rocce formando dei tipici pulvini.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[1]:

592. – Saxifraga aizoides L.

= Saxifraga autumnalis – L.

(luoghi in cui è stata osservata:) Nelle Alpi di Camporaghena nella parte alta della Valle del Taverone (Nard.) e al M. Orsaio (Cocch.). nelle Alpi Apuane è sostituita dalla varierà seguente.

Fiorisce da luglio a settembre. Pianta erbacea perenne.

593. – Saxifraga aizoides L. β – atropurpurea (Sterub.)

= Saxifraga atrorubens – Bert.

(luoghi in cui è stata osservata:) Al M. Sella (Ross.), alla Tambura, tra il Sagro e la foce di Vinca, tra Vinca e il Giovo, tra la Rocca di Tenerano e la Dogana della Tecchia, al Poggio d’Altala sopra Equi, al Vergheto sopra Colonnata e tra il Pizzo Tamburone e Caglieglia, tra il Carchio e l’Altissimo.

Fiorisce da luglio a settembre. Pianta erbacea perenne.

Pellegrini cita altre specie dello stesso genere: Saxifraga adscendens L. [Saxifraga adscendens L. subsp. adscendens]; Saxifraga aizoon Jacq. [Saxifraga paniculata Miller]; Saxifraga aspera L. [Saxifraga etrusca Pign.]; Saxifraga bulbifera L.; Saxifraga caesia L.; Saxifraga cuneifolia subsp. apenninica Bert. [Saxifraga cuneifolia L.; Saxifraga granulata L. [Saxifraga granulata L. subsp. granulata]; Saxifraga lingulata Bellardi; Saxifraga moschata Wulfen; Saxifraga oppositifolia L. [Saxifraga oppositifolia L. subsp. oppositifolia]; Saxifraga rotundifolia L. [Saxifraga rotundifolia L. subsp. rotundifolia]; Saxifraga tridactylites L.

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magniliopsida; Sottoclasse: Rosidae; Ordine: Saxifragales; Famiglia: Saxifragaceae; Genere: Saxifraga; Specie: Saxifraga aizoides

Forma biologica: Camefita suffruticosa (simbolo: Ch suffr). Camefita (simbolo Ch): piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm. Suffruticosa (simbolo: suffr): le parti erbacee seccano ogni anno e rimane in vita la parte legnosa.

Altri autori la classificano come:

Emicriptofita scaposa (simbolo: H scap). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.

Descrizione: pianta erbacea perenne alta fino a 20 cm che forma pulvini. I numerosi fusti sono leggermente legnosi e striscianti, i rami fioriferi sono pubescenti ed ascendenti e presentano numerose foglie carnose, lanceolate-lineari e portano all’apice una infiorescenza con 3-7 fiori dal diametro di circa 1 cm. Ogni fiore presenta 5 sepali triangolari e 5 petali lanceolati di color giallo punteggiati di arancione oppure purpurei, le antere sono arancioni e l’ovario, a maturità, è rosso purpureo. Il frutto è una capsula ovoidale.

Antesi: giugno-agosto (sulle Apuane fino a ottobre)

Tipo corologico: circumboreale. Vegeta nelle zone fredde e freddo-temperate dell’emisfero boreale. In Europa è presente nelle zone artiche e subartiche, sulle montagne del nord e del centro fino all’Italia centrale (è presente anche in Calabria).

Habitat: zone umide, pendii franosi, rupi e pietraie, sia silicei che calcarei, da 300 a 3000 metri (sulle Apuane vegeta su rupi e pietraie).

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette dove si trovano, invece: Saxifraga callosa, Saxifraga etrusca, Saxifraga exarata subsp. exarata e Saxifraga granulata subsp. brevicaulis, Saxifraga latina. L’allegato C parla genericamente di tutte le sassifraghe, ma riteniamo che essa debba essere inclusa anche come specie.

BIBLIOGRAFIA

Giuseppe CATALDI Il genere Saxifraga sulle Alpi Apuane: status delle conoscenze e aspetti di conservazione, Tesi di laurea specialistica in Gestione e Valorizzazione delle Risorse Naturali, Università di Pisa 2007 (disponibile on-line sistema ETD-09132006-114846).

Altre foto della specie possono essere consultate qui

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 125-127.