SENTIERO CAI 166
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
ATTENZIONE!!!
In questa scheda è descritto soltanto il tracciato del sentiero indicato, risalente alla data sotto riportata. Non è presente alcun riferimento nè alcuna indicazione sul suo stato attuale e sulla sua attuale percorribilità, per conoscere i quali si rimanda alla voce "Sentieristica" del Menù Principale, in alto a destra. Rammentiamo, comunque, che, a tal proposito, la cosa migliore resta sempre quella di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri, poco prima di effettuare l'escursione.
12 novembre 2010

(f.f.) questo sentiero è faticoso per il dislivello che supera, in buona parte seguendo l’antica via di lizza Magnani, in un ambiente aspro e selvaggio, pesantemente ridisegnato dall’estrazione del marmo. I panorami sono interessantissimi e notevoli le fioriture. Usando altri sentieri sono possibili interessanti traversate e faticosi anelli, anche salendo la Tambura.

 
 

SENTIERO 166

Il sentiero è di competenza del Cai sezione di Massa che ne cura la manutenzione.

Tragitto

Resceto (485m) [innesto 35 (Via Vandelli), 161 e 165] – innesto 170 – Lizza Magnani - innesto 166 A -innesto 163 (ca 1100m) - Cave Magnani (1325m) – confluenza con 36 - Bivacco Aronte - Passo della Focolaccia (1642m) [innesto 148, 177, 179].
Nel suo percorso la prima parte è comune con i sentieri 35 e 170, invece la parte finale è comune con il 36.

Informazioni sulla zona di partenzaResceto

Il percorso inizia da Resceto, frazione montana di Massa da cui dista 11,5 km.
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara,  a 6,5 Km a sinistra la strada si dirige a Forno, si continua invece per il ramo di destra, si superano le Guadine e Gronda e si continua la strada che finisce a Resceto (11,5 km) nella piazzetta del paese (mantenersi sempre a sinistra).
Alcune corse dell’ATN portano da Massa a Resceto e viceversa, ma la domenica è possibile salire solo con una corsa alle 14 e una alle 19 e scendere alle 14.30 e alle 19.30.

Descrizione del percorso

Il sentiero unisce il borgo di Resceto con il passo della Focolaccia e con la Garfagnana e viene usato, in genere, per effettuare escursioni che usano altri sentieri e permettono di effettuare interessanti anelli che passano per la vetta della Tambura o lunghe traversate che portano a Campocatino e in Val Serenaia.
Il dislivello è notevole e il percorso prevede tratti molto ripidi lungo la vecchia via di lizza Magnani, a tratti piuttosto degradata. I paesaggi molto selvaggi delle Apuane massesi sono stati profondamente modificati dall’attività di escavazione del marmo, ancora molto attiva nella parte alta del percorso, presso il passo della Focolaccia.

Difficoltà: EE (sentiero difficile) la classificazione dipende dal gran dislivello da superare che richiede buon allenamento, inoltre va considerato che il sentiero è quasi tutto esposto al sole. Il fondo della via di lizza è piuttosto sconnesso e va fatto con attenzione il tratto che precede la Casa Verde di Piastra Marina, la parte successiva è ripida, ma agevole. Le difficoltà aumentano con neve e ghiaccio.
Stato del sentiero: il sentiero è ben evidente poiché segue la via di lizza e poi la marmifera. Non è particolarmente segnato il tratto precedente la casa Verde per cui in discesa è necessario fare attenzione.
Dati i dislivelli alcuni tratti in discesa sono ripidi e mettono a dura prova le articolazione delle ginocchia.
 Salendo sul 166, in basso la via Vandelli
Tempi:
salita:  04h 15’
discesa:  03h 05’

Il percorso

Sintesi: In realtà il sentiero nasce come deviazione sul 35, poco prima della Casa del Fondo, e va a innestarsi sulla marmifera che dalle cave di Piastra Marina porta al passo. Sentiero aspro e faticoso che in buona parte ricalca la via di Lizza della Focolaccia, aprendosi su panorami in parte selvaggi e in parte devastati dall’escavazione. Il primo tratto è ben conservato e segue la conformazione della montagna  per poi peggiorare in salita. A livello del bivio con il 163 sale per sfasciumi in modo piuttosto ripido e poi per un tratto alberato, segue ancora una rapida salita per un canale piuttosto scosceso fino alla Casa Verde di servizio delle cave. Da questa, seguendo la marmifera, con diversi tornanti, il sentiero arriva all’edificio delle cave della Focolaccia e poi al vicino passo.

Partiamo dal paese di Resceto dove è semplice parcheggiare: o nel parcheggio alla fine della strada o lungo la strada stessa. Partiamo dal parcheggio: presso di esso c’è una fontana che a volte, in estate, è a secco. Saliamo la via ancora asfaltata sopra il parcheggio e subito troviamo sulla destra una maestà dedicata a S. Giovanni Battista, proseguiamo e la strada ben presto diventa sterrata, arriviamo (07’) alla base di un ripido canalone, con muretti di cemento armato per imbrigliare la forza delle acque, e sulla roccia vediamo la scritta: strada Vandelli Km 6, in pratica qua inizia la via Vandelli (servono 6 km per arrivare al Passo della Tambura). Il primo tratto del sentiero che stiamo percorrendo è comune al sentiero 35 (via Vandelli), al 166 e al 170. Arrivati (10’) allo Zucco di Zanghin (564m) la visuale si apre sulla via Vandelli che vediamo inerpicarsi sulla destra e sulla lizza Magnani (sentiero 166) che sale le pendici del monte Cavallo e che percorreremo. Poco dopo (12’), sulla sinistra, si stacca il sentiero 170 diretto alla Foce della Vettolina (da questa foce passa il sentiero 36 che, in alto, si collega con l’itinerario che stiamo seguendo). A 19’ incontriamo la casa del Fondo (627m) e dopo 10’ la deviazione a sinistra che seguiamo: essa indica i sentieri 166 e 166 bis (sulle cartine indicato con la nuova numerazione166 A). Iniziamo a salire ripidamente con bella vista sulla Vandelli che si inerpica a destra e sul ponte metallico che permette di superare il canal Pianone. A 41’ incrociamo il bivio per il 166 A, che trascuriamo. Adesso il percorso si fa progressivamente più ripido e segue il tracciato della vecchia via di lizza Magnani, piuttosto degradata, un tratto è ormai franato (56’) e lo superiamo senza difficoltà aggirando uno sperone roccioso. L’antica via di lizza segue il contorno della montagnaUn tratto della lizza della Focolaccia na senza dare tregua e a 1h 40’ siamo presso uno slargo, cui arriva un canalone dalla montagna, con un tratto nella via di lizza che permette il deflusso delle acque.  Poi il percorso devia decisamente verso destra e arriva a 02h 11’ al bivio con il sentiero 163 (indicato difficile) per i Campaniletti. Continuiamo a salire verso sinistra e in 10’ entriamo in una zona alberata, alla quale segue un tratto accidentato per un antico ravaneto, seguiamo i segni, salendo ancora ripidamente e facendo attenzione, anche se il percorso non è mai esposto e arriviamo alla Casa Verde (1352m) della Cava di Piastra Marina a 03h 30’. Adesso ci dirigiamo verso la marmifera, che seguiamo in salita  e in 15’ troviamo a sinistra la deviazione per il 166 A che porta a Resceto con la via di lizza del Padulello. Il sentiero continuerebbe sulla roccia di fronte a noi per alcuni metri, ma decidiamo di continuare per la strada di cava che a destra sale al Passo della Focolaccia e alle relative cave. Continuiamo a salire per questo ambiente devastato dalle cave tra il monte Cavallo e la Tambura e a 04h 05’ siamo preso l’edificio che funziona da mensa per i cavatori, poco sotto la massa colorata del Bivacco Aronte e l’imponente Coda del Cavallo. Ancora 10’ (04h 15’) e siamo a quello che rimane del Passo della Focolaccia, ormai sbancato dalla cava omonima.

Aspetti di rilievo del sentiero

Resceto
Paese nel comune di Massa a quota 485 metri. Si trova ai piedi della Tambura e del monte Cavallo ed è dominato dalla mole di Piastra Marina. La carrozzabile della bassa Tambura finisce nella piazzetta di questo paesino e si continua con la famosa via Vandelli. Il borgo si sviluppò proprio dopo la costruzione della Vandelli e non presenta particolarità oltre la posizione che è molto panoramica. È un paese di cavatori e di pastori, le case sono costruite di ardesia e brecciame di marmo e la chiesa è dedicata alla beata Vergine del Carmine. Fino al 2009, durante il mese di Agosto, ogni anno si teneva la rievocazione storica della lizzatura. È nodo strategico per gli escursionisti delle Apuane massesi, da qua parte il sentiero 35 (via Vandelli) e le diramazioni 166 e 166 bis (nuova numerazione 166 A) per il rifugio Aronte alla Focolaccia, inoltre la diramazione 170 per la foce delle Vettoline.  Poi parte il sentiero 165 per le cave Gruzze o Cruze seguendo il canale dei Vernacchi (nelle cartine IGM dei Piastriccioni) e il sentiero 161 per Castagnolo e Forno e, con deviazione, ancora per la foce delle Vettoline.  

Via di lizza della Focolaccia Il Passo della Focolaccia
Detta anche via di lizza di Magnani o del Pianone. Luigi Magnani nel 1868 rilevò da Iacopo Ceccarelli un’attività estrattiva aperta in località Pania Tonda o Serra del Piastrone, in zona oggi detta Piastra Marina. La via di lizza partiva dalle cave della Focolaccia (1658 metri) per confluire con la via Vandelli (694 metri) per un dislivello di 964 metri e un’estensione lineare di 2680 metri. Costituiva anche parte del collegamento tra Resceto e Gorfigliano. Iniziava dalla zona del passo e scendeva per il canale Fecoraccia o canal Pianone che inizialmente seguiva a sinistra. La parte alta è stata distrutta a causa dell’escavazione e dell’apertura di nuove cave e di vie marmifere. Da 1300 metri circa segue la destra del canale e supera due spuntoni rocciosi a 900 metri e poco sotto per poi scendere verso la Vandelli. Oggi parte di essa costituisce il sentiero 166, dal quale si stacca, a circa 1100 metri, il 163 che si innesta con la via Vandelli. Il fondo disastrato ne fa oggi un sentiero difficoltoso.

Passo della Focolaccia
Si trova a quota 1650 metri ed è un largo valico tra il monte Cavallo e la Tambura, a confine tra il comune di Massa e quello di Minucciano. È un antico valico che metteva in comunicazione Gorfigliano (Minucciano) e Resceto (Massa), qua fu costruito il bivacco Aronte nel 1902, primo rifugio sulle Apuane. Con il tempo la zona è stata devastata dall’estrazione del marmo, facilitata dall’apertura della marmifera da Gorfigliano. Si arriva qua da Resceto con i sentieri 166 e 166 bis (nuova numerazione 166 A) che sono antiche vie di lizza e con il 170 attraverso la foce delle Vettoline; da Forno con il 36 (per il Canal Cerignano) e il 167 (da case Càrpano per Forcella di Porta) e da Val Serenaia per la Foce di Cardeto con il 178 e 179; da Campocatino per il passo della Tombaccia con il 177 e da Gorfigliano per via di cava e con il sentiero 178 che si stacca dalla stessa. Da tempo l’attività estrattiva in zona è fonte di proteste da parte degli ambientalisti a causa delle trasformazioni che la stessa ha apportato, in maniera ormai irreparabile, all’originaria conformazione del passo, già nel 1991 furono fatti i primi sequestri delle cave. Oggi sta crescendo di dimensioni il ravaneto che scende dalle cave nel versante verso Gorfigliano.

Deviazioni e possibilità di escursioni

Il sentiero 166 permette di fare diverse escursioni connettendosi ad altri sentieri.

Diamo qualche suggerimento, ricordando di partire sempre con buone scorte di acqua e di effettuare i percorsi esclusivamente nella buona stagione:

  • Andata e ritorno sul 166: richiede, con le soste fisiologiche e una capatina al Bivacco Aronte , circa 8 ore. È faticoso sia in salita che in discesa, noi preferiamo percorrere gli anelli seguenti.
  • Dalla Focolaccia salita alla Tambura e discesa con la Vandelli : richiede almeno 9 ore e 30’ con soste in vetta e deviazione con sosta al Rifugio dei Campaniletti. È un percorso notevole per la varietà di panorami e per lo storico percorso della Vandelli e permette una full immersion nell’aspro paesaggio apuano che non lascia indifferenti per la gran quantità di stimoli offerti all’escursionista.
  • Salita con il 166 e discesa con il 166 A: in un’unica escursione permette di percorrere due importanti vie di lizza. Richiede circa 8 ore con tratti di discesa molto ripidi anche sul 166 A.

È possibile effettuare traversate su Val Serenaia dove sono presenti ben tre rifugi, su Campocatino e Arnetola e su Gorfigliano e Gramolazzo. Queste opzioni richiedono però la presenza di un mezzo per tornare alla base di partenza oppure la programmazione di escursioni su più giornate.

Itinerari relativi al sentiero CAI 166 presenti sul sito:

Commento

Il sentiero è sufficientemente lungo da permettere un’escursione completa percorrendolo all’andata e al ritorno, come ho detto sopra anche se ritengo preferibile percorrere degli anelli.
Le Apuane massesi sono selvagge, per quanto devastate dall’escavazione del marmo, e gli itinerari descritti permettono di vedere di persona cosa sta succedendo, oltre ad avere notevoli testimonianze di archeologia industriale.
Il Rifugio Aronte (cui abbiamo dedicato un articolo) è una storica testimonianza dell’alpinismo apuano ed era inserito, allora, in una zona aspra e selvaggia.
I panorami dal passo della Focolaccia sono eccezionali, in particolare sulla possente mole del Pisanino, il re delle Apuane.
Se poi l’escursionista si lascia tentare dall’anello con salita alla Tambura e discesa sulla Vandelli, in una sola giornata, avrà occasione di conoscere alcune delle zone più rilevanti delle nostre montagne.

Raccomandiamo però di percorrere questi sentieri solo nella buona stagione: il ghiaccio apuano è molto insidioso e in particolare in questa zona.