SORBO DEGLI UCCELLATORI
(Sorbus aucuparia)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
20 marzo 2013

(f.f.) il sorbo degli uccellatori è una pianta con bella fioritura e bei frutti rossi persistenti e amati dagli uccelli. È possibile ammirarlo qua e là sulle montagne apuane.

IL GENERE SORBUS

Famiglia Rosaceae

Sorbus L fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome generico Sorbus deriva dal sostantivo femminile latino sorbus, i usato per denominare questa pianta. Forse il termine latino origina dal verbo sorbĕo, es, sorbŭi, sorbēre (= bere, assorbire) poiché i frutti del sorbo assorbirebbero i flussi intestinali come sostenevano medici dell’antichità. In realtà è più probabile che il termine latino derivi dalla radice indoeuropea *sorbho (= rosso) in relazione al colore dei frutti.

Il genere Sorbus comprende un centinaio di specie di alberi o arbusti a foglia caduca, originari delle regioni temperate dell’emisfero boreale, in particolare dell’Asia. Queste piante prosperano nei boschi, nei luoghi rocciosi e sulle montagne. Le foglie sono alterne, picciolate con forma da ellittica a ovata e hanno margini seghettati. Le infiorescenze sono corimbi formati da fiori bianchi. I frutti sono pomi ovoidali o rotondi di colore rosso arancio a maturazione e sono, generalmente, eduli e ricchi di vitamina C.

Tra le specie più diffuse in Italia ricordiamo: Sorbus aria o farinaccio, Sorbus aucuparia o sorbo degli uccellatori e Sorbus domestica o sorbo domestico.

Ricordiamo il temine regionale sorbole! che indica stupore e meraviglia che deriva proprio dal frutto del sorbo, la sorba o sorbola. Sorbus aucuparia (Sorbo degli uccellatori)

SORBUS AUCUPARIA

Sorbus aucuparia L.

Classificata da Linneo nel 1753.

Conosciuta volgarmente come: sorbo degli uccellatori, sorbo selvatico.

Il nome specifico aucuparia deriva dal termine latino aucŭpĭum, ĭi (= uccellagione). Infatti, poiché i suoi frutti sono molto graditi dagli uccelli, presso di esso si costruivano capanni per cacciare o catturare la fauna aviaria in particolare pettirossi, tordi e merli. Da questo deriva anche il nome volgare della specie.

Il sorbo degli uccellatori è pianta a foglie decidue che può presentarsi sia come albero che come arbusto. Come albero non è molto alto, raggiungendo al massimo 15 metri e la chioma è verticale e con l'età prende forma tondeggiante. L'albero può vivere 120 anni. Le radici sono a fittone con robuste radici laterali. Il tronco ha corteccia liscia e lucida che diventa scura e si fessura con l'età. Le foglie sono alterne e composte, imparipennate e lunghe fino a 20 centimetri e composte da 6-9 paia di foglioline lanceolate, seghettate e con l'apice acuto che in autunno si colorano di un bel rosso scuro. I numerosi fiori sono raccolti in corimbi ramosi ed eretti larghi fino a 15 centimetri. Essi hanno cinque petali bianchi e obovati e un odore simile a quello dei fiori di castagno. Il frutto è un pomo globoso largo fino a 1 cm, rosso scarlatto e acidulo a maturità. I frutti sono raccolti in infiorescenze a grappolo, maturano a settembre e rimangono sulla pianta fino all'inverno.

Questa pianta è presente in tutta Europa nei boschi montani di caducifoglie, in Italia è presente nelle aree con climi più freddi e in quelle più calde a partire dai 500 metri di altitudine.

Il legno di sorbo è duro, compatto, di colore rosso bruno ed è usato per fare oggetti al tornio e per intaglio e, in montagna, per fare slitte. Inoltre esso era usato come legna da ardere.

Il sorbo è usato come pianta ornamentale per la sua bellezza sia nei giardini che lungo le strade ed esistono cultivar con frutti dal gusto dolce. Le foglie sono apprezzate come foraggio dagli ovini.

I frutti, aciduli e poco saporiti, sono commestibili e sono consumati cotti o secchi, è da evitare il consumo dei frutti freschi perché possono danneggiare le mucose dell'apparato digerente. Inoltre da essi si ricava una bevanda ricca di vitamina C e si preparano gelatine e marmellate e si aromatizzano liquori oppure si fanno fermentare per ricavarne distillati.

Essi sono molto apprezzati dagli uccelli che ne facilitano la disseminazione con gli escrementi. I semi sono tossici per alto contenuto in HCN.

Nella medicina popolare i frutti erano usati come lassativo e diuretico e per la cura di malattie da raffreddamento. Il decotto dei frutti è usato per sciacqui contro malattie della gola. Sono corso studi per testare le proprietà anticancerose dei frutti.

Nel folklore celtico e tedesco questo albero simboleggiava la rinascita materiale e spirituale dopo il buio invernale. I suoi frutti erano considerati nutrimento degli dei e il suo legno era talismano contro fulmini e sortilegi.

Esistono diverse sottospecie di questa pianta di cui almeno tre presenti in Italia, sulle Apuane è presente solo la sottospecie Sorbus aucuparia L. subsp. aucuparia.

Una specie simile è Sorbus domestica L. i cui frutti sono però piriformi, giallo rossastri e punteggiati e a maturazione diventano brunastri.

Il botanico apuano Pietro Pellegrini[1] non riporta questa pianta, ma le due congeneri: Pirus aria (L.) Hhrh [Sorbus aria (L.) Crantz subsp. aria] e Pirus sorbus (L.) Gaertn. [Sorbus domestica L.].

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Rosidae; Ordine: Rosales; Famiglia: Rosaceae; Genere: Sorbus; Specie: Sorbus aucuparia

Forma biologica: fanerofita arborea (P scap). Fanerofita (simbolo: P) è una pianta perenne e legnosa con gemme svernanti poste a più di 30 cm dal suolo. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.

La pianta può avere anche forma biologica di: Fanerofita cespugliosa (simbolo: P caesp). Cespugliosa o cespitosa (simbolo: caesp) significa che il portamento è cespuglioso.

Descrizione: pianta decidua che può presentarsi come albero di medie dimensioni alto fino a 20 metri o come arbusto specialmente a quote alte. La chioma è tondeggiante con rami orizzontali e ascendenti. Il tronco è sottile e molto ramificato con corteccia grigia e lucida che scurisce e si fessura con l'età. Le foglie sono alterne e composte, imparipennate, formate da 6-7 paia di foglioline lanceolate con margine seghettato e apice acuto. Esse sono di colore verde scuro e lisce nella pagina superiore e verde glauco e pubescenti in quella inferiore, in autunno diventano rosso scuro. I fiori numerosi sono raccolti in corimbi larghi fino a 15 centimetri. Essi hanno corolla composta da cinque petali obovati di color bianco. I frutti sono pomi raccolti in grappoli e sono di colore rosso scarlatto.

Antesi: maggio - luglio.

Tipo corologico: europeo. Presente anche nel Caucaso e in Asia occidentale. In Italia è assente in Valle d'Aosta, nelle isole maggiori e in Campania, Puglia, Basilicata e Calabria.

Habitat: ambienti rocciosi, margine dei boschi, radure da 400 fino a 2400 metri. Si adatta a vari substrati purché ricchi di humus e abbastanza umidi.

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette in cui si trova la specie Sorbus chamaemespilus (L.) Crantz.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara.