GINESTRA
(Spartium junceum))
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
18 marzo 2013

(f.f.) la ginestra odorosa è pianta comune nella regione apuana dal piano fino alla montagna. Esistono specie simili caratterizzate dalla bella fioritura gialla.

IL GENERE SPARTIUM

Famiglia Fabaceae

Spartium L. fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome generico Spartium deriva dal greco σπάρτος (= sparto cioè pianta con le sue fibre si facevano corde) poiché con le fibre ricavate dai suoi rami si facevano corde. Il termine greco si riferiva, comunque, alla pianta Stipa tenacissima.

Il genere Spartium comprende un'unica specie cioè Spartium junceum. Le altre specie, inizialmente classificate in questo genere, ora sono comprese nei generi Cytisus, Genista e Chamaecytisus appartenenti alla stessa famiglia.

Il termine ginestra deriva dal latino gĕnista (e gĕnesta), ae di origine mediterranea. Questo termine è usato per indicare molte piante dai fiori gialli e simili tra loro come Spartium junceum (ginestra odorosa), Cytisus scoparius (ginestra dei carbonai), Genista spinosa (ginestra spinosa), Genista tinctoria (ginestrella), Ulex europaeus (ginestrone) e diverse altre.

La ginestra dà il nome a una delle ultime poesie[1] di Giacomo Leopardi di cui riportiamo i primi versi:

Qui su l'arida schiena

del formidabil monte

sterminator Vesuvo,

la quale null'altro allegra arbor né fior

tuoi cespi solitari intono spargi, odorata ginestra

contenta dei deserti.

La ginestra per il poeta è la testimone di una civiltà scomparsa sotto la lava, simbolo della permanenza della Natura contrapposta alla labilità dell'uomo e delle sue civiltà destinate a scomparire. Comunque la poesia trasmette anche un messaggio positivo di solidarietà umana che un po' stempera il pessimismo leopardiano.

SPARTIUM JUNCEUMSpartium junceum (Ginestra)

Spartium junceum L.

Classificata da Linneo nel 1753.

Conosciuta volgarmente come: ginestra (comune), ginestra odorosa, ginestra di Spagna.

Il nome specifico junceum deriva dall'aggettivo latino iuncĕus, a, um (= simile a giunco) a sua volta derivato dal verbo iungo, is, iunxi, iunctum, ĕre (= congiungere, unire). Questo perché lo stelo flessibile della ginestra, come quello del giunco, serve per legare.

La ginestra è un arbusto o arberello perenne alto da mezzo metro fino a 5 metri. Il fusto è eretto, legnoso e molto ramificato. I rami simili sono a quelli del giunco e hanno color verde. Le foglie sono sessili, piccole, di forma lineare e cadono molto presto, tanto che alla fioritura sono quasi del tutto assenti. Per questo i rami verdi sostituiscono le foglie nella fotosintesi clorofilliana. I fiori sono raccolti in racemi terminali, sono papilionacei, di color giallo intenso e molto profumati. I frutto è un baccello verde e coperto di peluria che diventa nero e glabro a maturità. I semi sono marrone scuro e sono molto tossici, ma graditi dagli uccelli.

Dai rami si ricavano fibre tessili per fare corde e tessuti e gli stessi possono essere usati come legacci in campagna. Foglie e rami giovani erano usati come coloranti e dai fiori si ricava un ottimo miele.

Questa pianta cresce in luoghi aridi in tutto il bacino del mediterraneo, ma si è naturalizzata in America e Australia in zone con clima simile a quello mediterraneo.

La ginestra è usata anche come pianta ornamentale e per consolidare scarpate e terreni franosi e per colonizzare terreni degradati.

I fiori e i semi contengono un alcaloide con proprietà diuretiche e purganti, ma l'uso è da evitare per la gran tossicità degli stessi.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[2]:

322. – Spartium junceumL.

= Genista juncea - Scop.

(luoghi in cui è stata osservata:) Nei colli di Porta e al Castello di Montignoso, a Pianamaggio sopra il Mirteto, al M. Codupino e nelle loc. Candia, Pernice, S.Terenzo. Tra la foce di Carrara e Mirteto alto, a Gragnana, al M. Bastione e al Pizzacuto, alla Spolverina, tra Caniparola e Fosdinovo, a Turlago, a Reusa, ad Agnino, tra Fivizzano e Licciana, in tutti i colli della valle del Magra, tra Villafranca e Bagnone, a Scorcetoli e a Caprio, in tutto il territorio di Pontremoli fino alla Cisa.

Volg. Ginestra. Fiorisce da maggio a luglio. Pianta legnosa.

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Rosidae; Ordine: Fabales; Famiglia: Fabaceae; Genere: Spartium; Specie: Spartium junceum

Forma biologica: Fanerofita cespugliosa (simbolo: P caesp). Fanerofita (simbolo: P) è una pianta perenne e legnosa con gemme svernanti poste a più di 30 cm dal suolo. Cespugliosa o cespitosa (simbolo: caesp) significa che il portamento è cespuglioso.

Descrizione: pianta arbustiva perenne che può presentarsi anche come alberello alto fino a 5 metri. Il fusto è eretto, cilindrico, fibroso e di color verde ed è molto ramificato. Le foglie sono semplici, sessili, lineari-lanceolate e piuttosto rade, scompaiono alla fioritura. I fiori sono raccolti in racemi apicali, sono profumati, papilionacei e di color giallo intenso. Il frutto è un legume nerastro a maturazione contenente numerosi semi brunastri.

Antesi: maggio - luglio.

Tipo corologico: steno-mediterranea, limitata alle zone mediterranee. È stata introdotta in Australia e nelle Americhe dove si è naturalizzata. In Italia è presente in tutte le regioni, ma in Valle d'Aosta e in Trentino-Alto Adige è naturalizzata.

Habitat: radure, terreni aridi ben adattabile a tutti i terreni, vegeta dal piano fino ai 1400 metri sull'Appennino e ancora più in alto sull'Etna.

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Il titolo della poesia è La ginestra o Il fiore del deserto e risale al 1836, ma fu pubblicata postuma solo nel 1845.

2 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 77.