MIRTILLO NERO
(Vaccinium myrtillus)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
2 novembre 2011

(f.f.) questa pianta è diffusa sulle nostre montagne e ci fornisce una bacca gradevole con molte proprietà benefiche. La raccolta va fatta con attenzione e con il dovuto rispetto ed è soggetta a limitazioni.

IL GENERE VACCINIUM

Famiglia Ericaceae

Vaccinium L. fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome generico Vaccinium deriva dal latino vaccīnĭum, ĭi (= mirtillo, sia l’arbusto che il frutto) forse dal greco υακινηος o υακινθος (= giacinto).

Il genere Vaccinium comprende circa 450 specie spesso denominate mirtilli. La classificazione del genere è ancora incerta, specialmente per le specie asiatiche.

Le piante di questo genere sono piccoli arbusti che raramente superano il metro di altezza, fa eccezione il Vaccinium arboreum che vegeta nell’America del Nord che supera i 9 metri ed è un piccolo albero. Tutte le specie italiane sono molto piccole.

Le piante di questo genere sono tipiche dell’emisfero boreale e poche di esse prosperano sui rilievi delle zone tropicali. Vegetano su terreni acidi come nelle brughiere e nel sottobosco di faggi, querce e conifere.

Hanno foglie piccole e coriacee, in genere persistenti, e fiori urceolati e frutti a bacca[1] polposa (in realtà falsa bacca) spesso commestibili per l’uomo per cui alcune specie sono coltivate ai fini commerciali.

Tra le specie italiane ricordiamo Vaccinium myrtillus (mirtillo nero), Vaccinium uliginosum L. (falso mirtillo o mirtillo del lupo), Vaccinium vitis-idaea (mirtillo rosso o uva di monte). Quest’ultima specie ha foglie coriacee sempreverdi e produce bacche rosse eduli, ma amarognole.

VACCINIUM MYRTILLUSVaccinium myrtillus (Mirtillo)

Vaccinium myrtillus L.

Classificata da Linneo nel 1753.

Conosciuta volgarmente come: mirtillo nero, bàgola.

Il nome specifico deriva dalla latinizzazione del termine francese myrtille diminutivo di myrte (= mirto) a sua volta dal latino myrtŭs (anche murtŭs e mirtŭs), i e ŭs (= mirto) derivato dal greco μυρτος. Esso è usato per la somiglianza delle foglie di questa specie con quelle del mirto.

Il Vaccinium myrtillus è un piccolo arbusto a foglie caduche e seghettate. Il frutto è una bacca blu-nerastra acidula e commestibile. Esso contiene vitamina C e ha proprietà astringenti e antisettiche per il canale intestinale, viene usato per preparare marmellate e sciroppi, per produrre una sorta di vino e per ottenere dei gradevoli distillati oltre che per aromatizzare la grappa. Le foglie contengono mirtillina che ha azione ipoglicemizzante.

Nella tradizione popolare il mirtillo preserva la vista e questo è confermato dalla presenza di sostanze con azione benefica sulla microcircolazione della retina.

In Italia la specie è molto comune sulle Alpi e lungo l’Appennino. Sulle Alpi Apuane è presente nel sottobosco dei castagneti e delle faggete e, più in alto, in brughiere acide (vaccinieti) dove ricopre vaste aree.

La specie non si presta alla coltivazione commerciale.

Nella zona del Passo del Cerreto, nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, è stata individuata una popolazione di mirtilli bianchi per carenza di coloranti. Le cause del fenomeno non sono ancora state completamente determinate.

Sulle nostre montagne è presente anche Vaccinium gaultheroides Bigelow (o Vaccinium uliginosum L.) detto falso mirtillo o mirtillo del lupo che condivide l’habitat con Vaccinium myrtillus. Il frutto è simile, ma è insapore e ha polpa biancastra. Le foglie sono più ovate e verde glauco nella pagina superiore e verde-chiaro in quella inferiore.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[2]:

949. – Vaccinium myrtillusL.

(luoghi in cui è stata osservata:) Comune nella valle di Montignoso nel tratto tra S.Vito e Vietina. A Massa in loc. Pruneta, nelle selve ai Tecchioni, a Belvedere, a Pariana, a Po, al Colletto, fra Altagnana e Antona, fra il Forno e Resceto, a Renara. A Bedizzano e a Bergiola Foscalina e fra Castelpoggio e M. Bastione, nei monti di Fosdinovo, fra Fivizzano e Sassalbo, a Bagnone, a Mulazzo e Tresana, copioso nel territorio di Pontremoli in tutto il groppo della Cisa, a Montelungo, a Guinadi, a Grondola, a Braia, a Bratto, sopra Mignegno, a Gargalla, a Soccisa, a Valdantena. È indicato anche al M. Gotro, al M. Orsaio (Cal.) e nelle Alpi Apuane alla Brugiana, al Sagro e presso Marciaso di Fosdinovo (Bert.).

Volg. Perchiole, becciole, bagole, baccole, baggiole, mirtilli.

Fiorisce da maggio a luglio. Pianta legnosa.

Pellegrini cita anche il congenere: Vaccinium uliginosum L. [Vaccinium uliginosum L. subsp. microphyllum (Lange) Tolm.]

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Dillenidae; Ordine: Ericales; Famiglia: Ericaceae; Genere: Vaccinium; Specie: Vaccinium myrtillus

Forma biologica: Camefita fruticosa (simbolo: Ch frut). Camefita (simbolo Ch): piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm. Fruticose (simbolo: frut): hanno un aspetto arbustivo.

Descrizione: piccolo arbusto glabro a foglie caduche alto da 10 a 40 cm, ha un rizoma allungato con corteccia rossastra. I fusti sono verdi, eretti e molto ramificati, quelli vecchi sono legnosi alla base. Le foglie sono alterne, la lamina è ovale o ellittica ed è arrotondata alla base, i margini sono seghettati e il colore è verde su entrambe le facce, ma più lucente superiormente. I fiori sono piccoli e poco vistosi e sono posti all’ascella delle foglie, hanno corolla urceolata[3]verdastra e spesso soffusa di rosso. Il frutto è una falsa bacca subsferica di colore blu nerastro contenente numerosi semi.

Antesi: giugno – luglio.

Tipo corologico: circumboreale: zone fredde e temperato-fredde dell’Eurasia e del Nord-America. In Italia è presente sulle Alpi e sull’Appennino fino al Molise.

Habitat: cespuglieti, brughiere, pascoli, boschi sempre su terreno acido e umido da 1200 a 2000 metri e di rado ad altezze superiori.

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette. È specie protetta in alcune regioni italiane come Lombardia e Friuli Venezia Giulia.

Altre foto possono essere consultate qui

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Il termine bacca è comunemente riferito a frutto carnoso. In realtà bisognerebbe distinguere tra vera bacca e falsa bacca. La prima deriva dalla trasformazione di un ovario supero mentre la seconda deriva da un ovario infero e in questo caso si trasformano in frutto anche altre parti del fiore.

2 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 196.

3 Urceolato, riferito a calice o corolla, significa che è caratterizzato da zona ventrale rigonfia e imboccatura più stretta.