ANDROSACE APPENNINICA
(Androsace villosa)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
29 ottobre 2012

(f.f.) l’Androsace villosa è pianta con una fioritura abbondante e bellissima. Essa è abbastanza rara sulle Alpi Apuane essendo presente solo in poche stazioni. Non è pianta protetta, ma sarebbe bene che lo fosse come succede in altre regioni italiane.

IL GENERE ANDROSACE

Famiglia Primulaceae

Androsace L. fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome generico Androsace deriva dai termini greci ανήρ, ανδρός (= uomo, maschio) e σάκος (= scudo, protezione), quindi “scudo dell’uomo” in riferimento alla rosetta di foglie che somiglia vagamente a uno scudo.

Il genere Androsace comprende un centinaio di specie erbacee, annuali, biennali e, generalmente, perenni presenti in Europa, Asia e Nord-America. Sono tipiche di regioni montane sulle rupi e nei pascoli sopra i 1000 metri di altitudine e formano densi cespuglietti alti al massimo 10 cm. Esse sono molto ramificate e hanno foglie ovali e appuntite per lo più ricoperte da una densa peluria biancastra. Fioriscono a primavera inoltrata e producono numerosissimi piccoli fiori a 5 petali, bianchi o rosati, solitari o raccolti in ombrelle. Il frutto è una capsula.

Sono molto apprezzate nei giardini rocciosi per creare macchie di vegetazione colorata e sono conosciute con il termine di gelsomini di roccia.

Molte specie prosperano sulle montagne himalaiane , da cui si ritiene che il genere abbia avuto origine, tra esse ricordiamo Androsace lanuginosa e Androsace sarmentosa coltivate anche in Italia per lo loro bellezza. In Europa esse sono presenti sui sistemi montuosi centrali e meridionali, in particolare sulle Alpi e sui Pirenei. In Italia, oltre che sulle Alpi, si trovano sull’Appennino e sulle Alpi Apuane.

Sono ancora in corso studi genetici che potrebbero aumentare il numero delle specie di questo genere inglobando in esso piante dei generi Douglasia e Vitaliana.

Tra le specie presenti in Italia ricordiamo: Androsace alpina, Androsace carnea, Androsace lactea, Androsace maxima, Androsace obtusifolia, Androsace septentrionalis, Androsace villosa, Androsace vitaliana. In Toscana è presente la sola Androsace villosa subsp. villosa.

ANDROSACE VILLOSA

Androsace villosa (Androsace appenninica)

Androsace villosa L. subsp. villosa

Classificata da Linneo nel 1753.

Conosciuta volgarmente come: androsace appenninica o appennina.

Il nome specifico villosa deriva dall’aggettivo latino villōsus, a, um (= villoso, peloso) in riferimento alla fitta pelosità delle foglie e dei rami.

L’Androsace villosa è pianta cespitosa[1] perenne che forma densi cuscini emisferici formati da numerose rosette fogliari. Da esse, alla fioritura, si alzano moltissimi scapi fiorali con infiorescenze apicali a ombrella formate da 2 a 4 fiori. Essi presentano un corto tubo corollino e 5 lobi obovati bianchi o, più raramente, rosati con fauce da giallo a rossastro secondo l’età.

Questa pianta è molto apprezzata per i giardini rocciosi per cui esistono diverse varietà e cultivar. In Italia è presente solo Androsace villosa L. subsp. villosa.

In Italia è specie rara presente nell’Appennino centrale dal Monte Vettore al Pollino e sulle Alpi Apuane, mentre è incerta la presenza sull’Appennino settentrionale. È invece più rara sulle Alpi.

Sulle Alpi Apuane è specie piuttosto rara e limitata a poche stazioni presso il Monte Borla e il vicino Monte Sagro, il Sumbra e il sottostante Passo di Fiocca. Cresce nei pascoli e nei tavolati calcarei da 1200 metri fino alla vetta del Sumbra a oltre 1700 metri. Al momento attuale in Toscana questa specie è stata trovata solo sulle Alpi Apuane ed è presente nella lista di attenzione del Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO) che la considera in pericolo pur ritenendo che la distribuzione toscana sia sottostimata e che il Parco delle Alpi Apuane sia un valido strumento per preservare l’habitat della specie.

Noi riteniamo che debba essere invece classificata come specie protetta.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[2]:

969. – Androsace villosa – L.

(luoghi in cui è stata osservata:) indicato nelle Alpi Apuane al Sagro (Bert.), tra Costa Felce e la Pianza (Bolzon) e al M. Sumbra (Ross.).

Fiorisce in luglio e agosto. Pianta erbacea perenne.

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Dilleniidae; Ordine: Primulales; Famiglia: Primulaceae; Genere: Androsace; Specie: Androsace villosa

Forma biologica: Camefita reptante (simbolo: Ch. Rept.). Camefita (simbolo: Ch.) è una pianta perenne e legnosa alla base, con gemme svernanti poste in posizione basale ad un’altezza dal suolo da 2 a 30 cm. Reptante (simbolo: Rept) perchè l’accrescimento degli organi è aderente al suolo con carattere strisciante.

Descrizione: pianta cespitosa perenne alta da 2 a 4 centimetri. I fusti rossastri, pubescenti, legnosi e ramificati insieme alle numerose rosette fogliari formano densi cuscinetti emisferici. Le foglie sono sessili, lineari-lanceolate e lunghe circa 5 mm, hanno colore verde e la presenza di numerosi peli le rende biancastre e vellutate, particolarmente prima della fioritura. Dai pulvini, alla fioritura, si elevano numerosi scapi fiorali pelosi e rossastri alti circa 1 cm che portano all’apice un’ombrella di 2-4 fiori. Essi hanno corolla di 6-10 mm con corto tubo corollino e 5 lobi obovati bianchi o rosati con fauce gialla che diventa rossa dopo l’impollinazione. Il frutto è una capsula globosa.

Antesi: maggio – luglio.

Tipo corologico: eurasiatico. In Europa è presente sui rilievi meridionali e in Italia sulle Alpi e sull’Appennino, ma è specie piuttosto rara. Assente nelle isole maggiori, in Puglia, in Val d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Liguria e forse anche Emilia-Romagna.

Habitat: rupi calcaree e pascoli sassosi da 1000 a 2500 metri.

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette.

Altre foto possono essere consultate qui

 

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Cespitosa è un pianta i cui numerosi steli, foglie e fiori derivano da una radice unica e sono strettamente uniti.

2 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 200.