LILIOASFODELO MAGGIORE
(Anthericum liliago)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
11 novembre 2012

(f.f.) l’Anthericum liliago è una pianta con bei fiori bianchi che somigliano sia a quelli del al giglio che dell’asfodelo. È ben diffuso sulle nostre montagne.

IL GENERE ANTHERICUM

Famiglia Liliaceae

Anthericum L fu classificato da Linneo nel 1753.

Il nome generico Anthericum deriva dal latino dotto anthericus, i (= stelo fiorito dell’asfodelo, fiore dell’asfodelo) diventato neutro per Linneo. A sua volta il termine latino deriva dal greco ανθέρικος che ha lo stesso significato, il quale deriva da ανθέριξ (= spiga). Il nome è usato per la somiglianza delle piante di questo genere con gli asfodeli.

Il genere Anthericum comprende circa 300 specie, ma la classificazione è ancora piuttosto incerta. Esse sono piante perenni e rizomatose. Le foglie sono lunghe e strette, il fusto è più o meno ramificato e i rami portano all’apice infiorescenze a racemo di fiori bianchi e stellati. Le piante di questo genere sono tipiche dell’Africa meridionale (in particolare Eritrea e Somalia) e del Madagascar , ma sono presenti anche in Europa.

In Italia sono spontanee due specie: Anthericum ramosum (lilioasfodelo minore) e Anthericum liliago (giglio di San Bernardo). La seconda specie ha fiori più grandi e infiorescenza meno ramificata.

Queste piante sono coltivate nei giardini.

ANTHERICUM LILIAGO

Anthericum liliago

Anthericum liliago L.

Classificata da Linneo nel 1753.

Conosciuta anche come: Phalangium liliago Schreiber

Conosciuta volgarmente come: anterico, giglio di San Bernardo, liliagine, lilioasfodelo maggiore.

Il nome specifico liliago deriva dall’aggettivo latino līlĭācĕus, a, um (o –cĭus) (= di giglio) per la somiglianza dei fiori a quelli del giglio.

L’Anthericum liliago è una pianta erbacea perenne alta da 30 a 60 cm con fusto cilindrico eretto e glabro e con foglie, solo basali, di forma nastriforme e lunghe sino a 40 cm. I fiori sono disposti in racemo (in numero compreso tra 10 e 20), sono peduncolati e hanno con 6 petali bianchi caratterizzati da 3 sottili nervature. La fioritura avviene dal basso verso l’alto e quindi non è possibile trovare tutti i fiori dischiusi contemporaneamente.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[1]:

1467. – Phalangium liliago Schreb. [Anthericum liliago L.]

= Anthericum liliago – L.

(luoghi in cui è stata osservata:) In luoghi boscosi tra Bergiola Maggiore e Bedizzano e sulla cima del M. Brugiana, nella valle e nel M. di Antona. A Predia sopra Fivizzano e a Sassalbo, tra Castelpoggio e M. Bastione, nei dintorni di Pontremoli e a Montelungo. Trovasi anche alla sinistra del Frigido a Massa tra il ponte della via Aurelia e la Rinchiostra e nei boschi di Canal Magro.

Fiorisce da maggio a luglio. Pianta erbacea perenne.

Pellegrini cita anche Phalangium ramosum Poir. [Anthericum ramosum L.]

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Liliopsida; Sottoclasse: Liliidae; Ordine: Liliales; Famiglia: Liliaceae; Genere: Anthericum; Specie: Anthericum liliago

Forma biologica: Geofita bulbosa (simbolo: G bulb). Geofita (simbolo G): pianta erbacea perenne che porta le gemme in posizione sotterranea (in bulbi, rizomi, tuberi) e durante la stagione avversa non presenta organi aerei. Bulbosa (simbolo bulb): pianta che presenta un organo sotterraneo di riserva, detto bulbo, dal quale ogni anno nascono fusti, foglie e fiori.

Descrizione: pianta erbacea perenne rizomatosa. Raggiunge l’altezza di 30-60cm. i fusti sono cilindrici, eretti, glabri e indivisi. Ha foglie solo basali lineari e nastriformi. I fiori peduncolati sono raccolti in racemi da 10 a 20. Essi hanno 6 petali bianchi con antere giallo-verdastre. Il frutto è una capsula ovale.

Antesi: maggio - giugno

Tipo corologico: sub-atlantico. Pianta europea assente solo nei paesi nordici. In Italia è assente in Sicilia e in Puglia e incerta nel Friuli-Venezia Giulia.

Habitat: praterie aride e soleggiate dai 300 ai 1800 metri, preferisce i terreni silicei.

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette.

Altre foto possono essere consultate qui

 

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 293.