SENTIERO CAI 191
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
ATTENZIONE!!!
In questa scheda è descritto soltanto il tracciato del sentiero indicato, risalente alla data sotto riportata. Non è presente alcun riferimento nè alcuna indicazione sul suo stato attuale e sulla sua attuale percorribilità, per conoscere i quali si rimanda alla voce "Sentieristica" del Menù Principale, in alto a destra. Rammentiamo, comunque, che, a tal proposito, la cosa migliore resta sempre quella di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri, poco prima di effettuare l'escursione.
26 settembre 2016

(f.f.) il sentiero percorre una zona selvaggia e incontaminata delle Apuane alle pendici della Cresta Nattapiana, non è semplice e presenta qualche tratto impegnativo. Di grande interesse la presenza del ginepro fenicio.

 
 

SENTIERO 191

Il sentiero è di competenza del Cai sezione Pisa.

Tragitto

Foce dei Lizzari (1265 m) [innesto sentiero 190] - sentiero attrezzato Piotti - Foce del Giovetto (1497 m) [innesto sentiero 181] - innesto sentiero 37 (1370 m)

Informazioni sulla zona di partenza

Il sentiero può essere percorso solo usando altri sentieri per arrivare ai luoghi di partenza.

Come si arriva alla Foce dei Lizzari

Si perviene alla foce con il sentiero 190 che inizia dalla ex scuola elementare di Vinca (adesso Bed&Breakfast La Casa di Montagna) con un percorso di circa 1h 30'. Si attraversa il borgo e poi si sale per castagneti e poi per un rimboschimento a pini. L'ultimo tratto panoramico è su facili roccette.

Come si arriva alla Foce del Giovetto

Arrivano alla foce diversi sentieri, il più veloce è il sentiero 37 che inizia dal Rifugio Donegani (raggiungibile in auto). In meno di un'ora ci si innesta nel sentiero 191 e in un quarto d'ora siamo al Giovetto.

Descrizione del percorso Presso Foce del Giovetto

Difficoltà: EEA (sentiero difficile con tratti attrezzati che richiedono l'uso di caso e imbrago). Il percorso è lungo, faticoso e richiede allenamento e confidenza con i terreni apuani che possono essere infidi. Ci sono tre tratti attrezzati uno dei quali prevede si superare un dislivello di qualche decina di metri con un certo sforzo fisico. I problemi dell'itinerario riguardano però altri tratti del sentiero 191 privi di corda di sicurezza. In essi è necessario pratica nell'uso delle mani e dei piedi per cercare i giusti appigli e l'assenza di vertigini. Assolutamente da evitare con pioggia, neve e ghiaccio. Consigliamo di effettuare il percorso a escursionisti esperti, allenati e preparati alle difficoltà apuane e, se possibile, di farsi accompagnare da chi già ha percorso il sentiero.

Stato del sentiero: sono presenti i necessari segni e la traccia è evidente, inoltre aiutano qua e là alcuni ometti di pietra. I cavi d'acciaio sono in stato accettabile.

Tempi:

salita: 05h 20'

discesa: 04h 30'

I tempi sono indicativi, i giovani allenati ed esperti sicuramente impiegheranno molto meno.

Il percorso

Sintesi: Sentiero impegnativo sul versante sud della Cresta Nattapiana. Dalla Foce dei Lizzari si sviluppa a saliscendi con qualche tratto impegnativo e tre tratti attrezzati, di cui solo il terzo lungo e impegnativo. Poi, dopo un tratto nel bosco, sale alla Giovetto da cui scende raccordandosi con il sentiero 37.

Dopo essere saliti con il sentiero 190 da Vinca troviamo le indicazioni del sentiero 191 tra pini e roccette presso la Foce dei Lizzari. La stessa si trova pochi metri sulla sinistra dove inizia il sentiero attrezzato Zaccagna (continuazione del 190). Questo scende vers le Cave del Cantonaccio, situate nel versante nord del Pizzo d'Uccello, con tratti attrezzati, ma questa parte di sentiero è inagibile per danni subiti dai cavi d'acciaio negli ultimi anni.  Il sentiero 191 si dirige al Giovetto, alla base del Pizzo d'Uccello, da cui continua qualche centinaio di metri per inserirsi nel sentiero 37. Esso è lungo circa 3 km e percorre il versante meridionale della Cresta di Nattapiana, che è la lunga cresta rocciosa che divide la Valle di Vinca da quella del Solco di Equi. Questa cresta inizia dal Colle di Nattapiana e termina in vetta al Pizzo ed ha interesse alpinistico. Il sentiero attrezzato fu predisposto dalla sezione Cai di Pisa nel 1986 e fu intitolato a Mario Piotti, nel tempo ha subito interventi di manutenzione per renderlo più sicuro. È ben segnato e provvisto di 3 tratti di corda d'acciaio per superare alcuni tratti difficoltosi. Il primo brevissimo, il secondo più lungo e il terzo che permette di salire un dislivello di qualche decina di metri. Il sentiero si sviluppa in saliscendi con un dislivello di circa 230 metri in salita. L'ambiente è tipicamente apuano, selvaggio, molto erboso a causa del fastidioso paleo  e con qualche tratto impegnativo che richiede un certo sforzo atletico e molta attenzione. Iniziamo quindi il sentiero 191 scendendo per tratto erboso: sulla destra abbiamo Vinca, il Sagro e la sua cresta nord-ovest fino alla Torre di Monzone. Tra la vegetazione predomina la santolina e la santoreggia tipiche di questi ambienti sassosi e assolati. Più avanti ammireremo lo Juniperus phoenicea (ginepro fenicio), un bel arbusto sempreverde. Sulle Alpi Apuane è specie eterotopica, cioè si trova in un ambiente diverso da quello in cui vegeta normalmente. Questo documenta, quindi, le oscillazTratto attrezzzato del sentiero Piottiioni climatiche avvenute nei periodi post-glaciali. Il clima caldo e secco, presente allora sulle Apuane, permise a piante mediterranee di salire in quota e di rimanervi anche dopo i successivi cambiamenti climatici. Oggi il ginepro fenicio vegeta su rupi calcaree ben esposte al sole fino ai 1400 metri della Cresta Nattapiana. A 12' passiamo tra qualche albero e poco dopo saliamo un po'. A 27' vediamo bene la vetta del Pizzo d'Uccello, la Cresta Garnerone e il Monte Grondilice. A 35' siamo di fronte al primo tratto un po' impegnativo: un tratto di parete calcarea con sfasciumi da erosione piuttosto esposta in cui, con pazienza, progrediamo utilizzando gli appigli per mani e piedi che la roccia presenta in buona quantità. Riteniamo che con la roccia bagnata per la pioggia la progressione risulti piuttosto complicata. Poi segue un tratto più tranquillo in lieve discesa. A 01h 02' c'è un piccolo salto in discesa da fare con prudenza cui seguono circa 10 m di cengia erbosa piuttosto stretta. A 01h 19' c'è un altro salto in discesa cui segue un tratto di un paio di metri con esposizione dove serve l'aiuto delle mani, ma ci sono buoni appigli. È necessario fare molta attenzione. Continuiamo per tratto più semplice e, a 01h 28', troviamo il primo tratto di corda metallica di pochi metri per superare una lastronata marmorea molto liscia, ma ben percorribile. Subito dopo c'è un secondo tratto di corda un po' più lungo per superare un tratto roccioso, ma ricco di appigli, lo superiamo in meno di 5'. Segue un ripido canalino erboso in discesa e poi il sentiero torna tranquillo. A 01h 52' passiamo per un breve tratto alberato che, comunque, si apre subito e a 02h superiamo senza problemi un ramo, generalmente secco, del Canale Doglio [Questo canale scende formando in basso una gola e va a inserirsi nel Lucido di Vinca. Lo si attraversa vicino a Vince con il sentiero 38/175.] Subito dopo dobbiamo superare un salto di una trentina di metri che costeggia il canale, esso è attrezzato con il terzo (e ultimo) tratto di corda metallica. È questo il tratto più faticoso: è necessario tirarsi su utilizzando la corda, i pali metallici e i molti appigli della roccia, sostando dove è possibile su piccoli ripiani. Dopo 15' a 02h 17' la salita si fa meno ripida e di fronte a noi scorgiamo diverse quote della Cresta Nattapiana e alcuni pinnacoli calcarei. Poi la corda si sposta sulla destra e il sentiero prosegue su una cengia erbosa e a 02h 36' la corda finisce, adesso siamo tra alberi. La zona che andiamo a percorrere è conosciuta come Capanne del Giovo, anche se i ruderi delle vecchie costruzioni li troveremo più in basso. Infatti i pastori utilizzavano i massi precipitati dal monte, in questa zona, per costruire ripari. Adesso saliamo per tratto erboso tra i pini e ben presto usciamo dal bosco per percorrere un breve canalino. Siamo poi nuovamente nel bosco e a 03h 03' cominciamo a vedere la Cresta Garnerone e la vallata sottostante. Segue un tratto su grossi massi, di nuovo bosco e, a 03h 30', ancora roccette. Continuiamo la progressione all'aperto sempre su roccia con ogni tanto degli ometti che segnalano il percorso. Dopo una ventina di minuti cominciano a vedere la Foce di Giovo e le zone circostanti. A 04h 12' c'è una traccia, a destra, su terreno erboso, segnalata da alcuni ometti, diretta al sentiero 175 (distanza meno di 15'). La trascuriamo e continuiamo a salire verso sinistra. Adesso il sentiero è più ripido su rocce e sfasciumi e più in alto si sviluppa a facili tornantini su rocce scistose e lungo il percorso domina la Daphne oleoides. Salendo il panorama si apre sulla Foce di Giovo, sulla prima parte della Cresta Garnerone e sulla vetta del Grondilice, in basso ci sono molti ruderi usati in passato dai pastori (Capanne di Giovo). A 04h 30' ci spostiamo verso destra diretti all'intaglio che ci porterà al Giovetto. Dopo poco segue un salto di qualche metro, non difficile, da superare aiutandosi un po' con le mani e a 04h 40' siamo al vecchio cartello del Sentiero Attrezzato Mario Piotti, da qua si vede molto bene il borgo di Vinca. Saliamo ancora e cambiamo versante e a 04h 54' siamo alla Foce del Giovetto. Qua transita il sentiero 181 (Foce di Giovo - Foce Siggioli - Ugliancaldo - Pieve S.Lorenzo). Inoltre qua inizia la via più semplice per salire al Pizzo d'Uccello ai cui piedi ci troviamo. Sulla destra  una traccia in discesa entra nel bosco diretta al sentiero 37. Questa traccia è la parte finale del sentiero 191 e termina innestandosi nel 37 (Rifugio Donegani - Foce di Giovo) a 05h 20'.

Aspetti di rilievo del sentiero

Foce dei Lizzari

È un intaglio roccioso a 1265 metri di quota subito a est del Pizzo dell’Aquila sulla cresta Nattapiana. Esso è raggiungibile con il sentiero 190 sia da Vinca che dalle Cave del Cantonaccio, questo secondo tratto costituisce  il sentiero attrezzato ZaccCapanne di Giovoagna (al momento chiuso). Il nome deriva dal fatto che i vinchesi passavano di qua per accedere alle faggete del versante settentrionale del Pizzo (detto del Cantonaccio) per procurarsi i pali di faggio per costruire le lizze per il trasporto del marmo. In particolare andavano a tagliare i faggi della Buca della Rossola sotto il monte Bardaiano. Inoltre gli abitanti di Equi, Ugliancaldo e Vinca usavano il sentiero passante per questa foce per passare da un versante all'altro della cresta evitando percorsi molto più lunghi.

Sentiero Attrezzato Mario Piotti

Il sentiero attrezzato Piotti corrisponde al tratto del 191 che collega la Foce dei Lizzari con il Giovetto. È dedicato a Mario Piotti, grande alpinista, accademico nazionale e socio e istruttore del Cai Pisa, ma genovese di nascita. Oltre ad aver effettuato diverse scalate sulle Alpi, egli aprì molte nuove vie sulle Apuane specialmente nella zona del Pizzo d'Uccello. Morì tragicamente nel 1981 in allenamento sulle Palestre di Avane a Vecchiano PI. Il sentiero fu predisposto dalla sezione di Pisa del Cai e inaugurato nel 1986 e con il tempo ha subito interventi di manutenzione per renderlo più sicuro. Vedi sentiero 191.

Capanne di Giovo

Nelle vecchie carte Capanne di Giogo. Sono i resti di un antico insediamento pastorale alle pendici del Pizzo d’Uccello sotto la Foce di Giovo. La zona è attraversata dal sentiero 175 che costeggia alcuni di questi ruderi. Sempre sul 175, poco prima dell’inizio del bosco, presso un rudere circondato da piante di ciliegio si trova una fonte. La zona è molto panoramica, oltre che sul Pizzo, sulla Cresta Garnerone e sul Monte Sagro. Aggiungiamo che il termine viene usato, più o meno propriamente, anche per denominare la zona  a sud del Pizzo d'Uccello attraversata dal sentiero 191.

Foce del Giovetto

O, più semplicemente, Giovetto. È una sella, a quota 1497 metri, ai piedi del Pizzo d’Uccello posta a sud-est dello stesso monte. Partendo dalla Foce di Giovo il Giovetto è la terza piccola foce ed è raggiungibile col sentiero 181 (Foce di Giovo - Pieve S.Lorenzo). Dal Giovetto parte la via più facile per salire al Pizzo d’Uccello segnata, inizialmente, di blu e oggi con segni bianco-rosso e il sentiero 191 (sentiero attrezzato Piotti) che va a innestarsi con il 190 alla Foce dei Lizzari. Pochi metri sotto, sul 181, c'è una traccia che porta sul sentiero 37 che è diventata prosecuzione del sentiero 191.

Deviazioni e possibilità di escursioni

In passato era interessante percorrere l'impegnativo anello del Pizzo d'Uccello mediante la Via Ferrata Tordini - Galligani e i due sentieri attrezzati Zaccagna e Piotti. Oggi questo non è più possibile poiché il sentiero Zaccagna è in agibile. 

Diamo un paio di suggerimenti di escursioni possibile e l'escursionista saprà da solo trovarne altre utilizzando i numerosi sentieri presenti in zona e i rifugi esistenti.

  • Traversata Vinca - Val Serenaia: da Vinca si percorre il 190 fino alla Foce dei Lizzari e poi l'intero entiero 191 fino a raccordarsi con il 37 con cui si scende in Val Serenaia. Servono circa 7h 30'.

  • Anello Vinca - Giovetto - Giovo - Vinca: da Vinca con il 190 si arriva alla Foce dei Lizzari, con il 191 ci si porta al Giovetto. Qua con il 181 si arriva alla Foce di Giovo da cui si scende a Vinca con il sentiero 175. Il percorso è molto lungo: almeno 9 ore di cammino. Per abbreviarlo si può evitare di salire al Giovetto e si recupera il 175 con una traccia non segnata (vedi itinerario descritto nel sito). Servono allora circa 8 ore.

itinerari relativi al sentiero CAI 191 presenti sul sito:

 

Commento

Il Sentiero Attrezzato Piotti percorre una zona selvaggia e incontaminata panoramica sulla Valle di Vinca e sui monti circostanti. È segnato bene ed è piuttosto evidente, la manutenzione è buona. Il percorso è impegnativo e adatto solo a escursionisti preparati fisicamente ed esperti dell'infido terreno apuano. Sicuramente da evitare con terreno scivoloso e, a maggior ragione, con neve e ghiaccio. Tra le piante di rilievo è la presenza del Ginepro fenicio.