(LU-Seravezza) AZZANO MARMIFERA HENRAUX–LA POLLA(510m)–SENTIERO FANFANI/AGHETI–PASSO DELLA FOCORACCIA(1058m)–AZZANO MARMIFERA
ATTENZIONE!!!
Si raccomanda di consultare sempre lo stato dei sentieri poco prima di intraprendere l'escursione (Voce Menù "Sentieristica") oppure, ancor meglio, di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri.

Località di partenza:

AZZANO marmifera (460 mt)

Località di arrivo:

AZZANO marmifera (460 mt)

Dislivello mt.:

600

Tempo totale:

5h 50'

Difficoltà

EE

Punti di appoggio:

Azzano

Rifornimento acqua:

Palazzo dell’Altissimo

Tratti ferrata:

No

Sequenza sentieri:

marmifera, sentiero Fanfani/Agheti, sentiero libertà, sentiero Fanfani/Agheti, marmifera

Tipologia percorso:

ND

Immagini del percorso (30)
Disclaimer
Descrizione itinerario
DATA ESCURSIONE: 21/10/2012



Questo percorso è riservato a escursionisti esperti abituati a percorrere sentieri non segnati e con buona capacità di orientamento.
Il tratto del sentiero della Libertà è impegnativo anche per un po’ di esposizione, a tratti, e per il terreno scivoloso nel bosco.
Se volete percorrerlo è meglio farlo con qualcuno che già lo conosce ed è bene evitare di farlo con brutto tempo e con neve e ghiaccio.


Superato Azzano troviamo le indicazioni per la marmifera delle cave, tra le quali quella della Tacca Bianca è la più conosciuta. Saliamo qualche centinaio di metri prima per strada asfaltata e subito dopo su sterrato e ci fermiamo al secondo spiazzo da cui iniziamo l’escursione.
Il percorso che seguiamo è un’ampia via marmifera e davanti a noi abbiamo, sulla sinistra, la cresta che dal Monte Folgorito arriva al Monte Carchio e da qua al Monte Focoraccia e al Passo omonimo (conosciuto impropriamente come Passo del Pitone) verso il quale siamo diretti.
La visuale si apre poi, progressivamente, sulla cresta che segue fino al passo della Greppia, a quello degli Uncini e poi al Monte Altissimo.
In basso c’è l’alta valle boscosa del torrente Serra.
A 12’ siamo al Palazzo dell’Altissimo (ex casa Henraux), in località Mortigliani, a 521 metri di quota, esso è una bella costruzione molto panoramica.
Saliamo più ripidamente, a 22’ arriviamo a una sbarra e il panorama si apre sull’Altissimo inciso dalle vie di cava e dilaniato da cave e da ravaneti.
Subito sulla destra c’è una vecchia cabina per l’elettricità e a 24’ arriviamo alla località: La Polla e sulla destra troviamo la cappella della Tacca Bianca, contenente la Madonna collocata alla Tacca Bianca nel 1946 e trasportata qua nel 1979.
Qui troviamo un bivio: a destra sale la marmifera per la Cava Mossa (o Michelangelo) e le altre cave dell’Altissimo, invece a sinistra scende un altro ramo della marmifera che noi seguiamo.
È presente l’indicazione “Sentiero dei cavatori” con ben evidenti segni rossi.
Il sentiero dei Cavatori arriva alla cresta sud-ovest del monte, oggi raggiunta dalla marmifera passante per la cava Mossa, proprio poco dopo la cava stessa, poi prosegue, con percorso difficile, per la cava Macchietta.
Noi prendiamo a sinistra, sempre per ampia marmifera e a 33’ siamo presso il ravaneto che scende dalla cava Mossa. Scendiamo a sinistra con un minimo di attenzione e troviamo la Polla, cioè un getto di acqua che sgorga dalla roccia che viene considerato la sorgente del Serra.
Risaliamo sul ravaneto e in breve ci ritroviamo sulla marmifera, la seguiamo per poco tempo, poi a 39’ troviamo un bivio: a destra, ben indicato, prosegue in salita il sentiero dei cavatori, noi invece proseguiamo a sinistra per l’ampio Sentiero Fanfani la cui ampia sede è frutto degli esplosivi.
Esso fu aperto nel dopoguerra, nel quadro delle attività di rimboschimento volute da Amintore Fanfani, nel periodo in cui fu ministro dell’Agricoltura (1951-53).
Il sentiero prosegue comunque come mulattiera preesistente al sentiero Fanfani, diretta, presumibilmente, alla zona del Passo della Greppia, conosciuta anche come sentiero degli Agheti.
Il sentiero è ricco di santoreggia fiorita e profumata e il tratto iniziale è panoramico sulla zona della Polla e sulla Cappella e le costruzioni vicine, più avanti poi si apre sulla valle del Serra fino al mare.
A 48’ superiamo un canalino roccioso dopo il quale la sede del sentiero torna ampia.
A 53’ il sentiero si fa più stretto e più avanti si vede bene che esso è una mulattiera lastricata piuttosto degradata e cominciano anche gli alberi, in particolare le stipe.
Il fondo è abbastanza umido e c’è sempre un po’ di esposizione per cui è necessaria concentrazione, comunque il sentiero è sufficientemente largo.
Scorgiamo lungo il sentiero alcuni esemplari di un anfibio che costituisce endemismo apuo-appennino la Salamandrina perspicillata (Salamandrina dagli occhiali) con la parte sotto la coda di un bel rosso brillante.
A 01h 15’ superiamo un canale roccioso che scende dalle pendici dell’Altissimo e va a immettersi nel Canale del Prato della Greppia, affluente del Serra, che raccoglie le acque che scendono dall’Altissimo.
Adesso il sentiero sale un po’ per paleo e a 01h 23’ siamo su un tratto aperto e panoramico sulla zona di Azzano e sul suo Cavallino fino al mare.
Poi riprendono le stipe e gli alberi.
Seguono altri tratti ripidi e un po’ esposti e a 01h 40’ siamo a un bivio a 790 metri: a sinistra sale ripido nel bosco un sentiero segnato di arancione diretto al Passo della Focoraccia (impropriamente chiamato passo del Pitone), invece il sentiero principale continua in salita curvando decisamente a destra per terminare, dopo mezz’ora, presso una zona di sfasciumi di marmo che scende dalla zona del Passo della Greppia.
Noi prendiamo a sinistra seguendo ben evidenti segni arancione piuttosto sbiaditi.
Questo tratto segue più o meno uno degli antichi Sentieri della Libertà che nella seconda guerra mondiale furono usati per passare il fronte che passava per la dorsale Folgorito-Carchio-Uncini.
Il sentiero entra nel bosco ed è subito molto ripido con fondo di terriccio umido e deve essere percorso con attenzione, specialmente in discesa.
A 02h 03’ arriviamo presso una grossa conifera con un ben evidente segno: il sentiero prosegue, stretto, a sinistra tra le felci, inizialmente in falsopiano, poi seguiranno saliscendi.
Tutto questo sentiero, che si sviluppa nel bosco, è da percorrere con attenzione, alcuni tratti sono esposti, altri sono scivolosi ed è necessaria sempre la massima concentrazione.
A 02h 12’ intravediamo tra la vegetazione il Passo della Focoraccia con il caratteristico albero.
A 02h 18’ ci sono alcune roccette che si possono superare tranquillamente oppure si può salire per il sentiero con un breve itinerario che le evita.
Proseguiamo e a 02h 31’ siamo presso una bella faggetta con segni gialli a salire che possono indurre in errore, ma bisogna sempre seguire i segni arancioni.
A 02h 37’ iniziamo la salita finale per il Passo, dopo aver percorso un breve tratto ripido e fondo umido, da fare con attenzione per non perdere i segni, anche se è chiaro dove dobbiamo andare.
Il tratto finale è invece su fondo pietroso e stabile con bel panorama sull’Altissimo e le sue cave e vie di cava.
A 02h 59’ arriviamo al Passo della Focoraccia, conosciuto impropriamente come Passo del Pitone o Pittone.
Il luogo era usato come passaggio del fronte nella seconda guerra mondiale ed è presente una croce di marmo e una lapide che ricorda due eroi della guerra partigiana che qui furono uccisi.
Qua transita il sentiero 33 dal Pasquilio per il Passo della Greppia e per quello degli Uncini fino ad arrivare ad Arni.
Il Passo è molto panoramico sulle Apuane settentrionali: dal Sagro fino alla Tambura e, in primo piano, sul monte di Antona.
Sostiamo pochi minuti e a 03h 07’ torniamo indietro e nel tragitto ci fermiamo 20’ a rifocillarci.
A 04h 15’ siamo all’albero di conifera marcato da cui scendiamo con grande attenzione e a 04h 33’ siamo nuovamente al bivio presso la curva.
A 05h 33’ siamo alla Cappella e a 05h 50’ siamo all’auto.
Viste su mappa: Come arrivare e Itinerario
Da Seravezza si continua per immettersi nella provinciale per Castelnuovo Garfagnana e si torna subito indietro a sinistra per il senso unico verso Seravezza e ci si immette sulla strada che sulla destra porta a Giustagnana (2 km), La Cappella e ad Azzano (8km).
Poi si prosegue oltre il paese per circa un chilometro fino al bivio verso destra per la marmifera, situato prima che la strada cominci a scendere per tornare a Seravezza con altro itinerario.
In alternativa si può seguire la strada che inizia prima del ponte per Seravezza che passa per Riomagno (2,4 km) e per Malbacco (3 km).
Essa costeggia il torrente Serra fino a cambiare direzione e incontrare la marmifera (7,3 km) sulla sinistra. Il secondo percorso è più panoramico sul monte Altissimo mentre il primo permette di visitare la Pieve della Cappella.
Note
Questo percorso è piuttosto impegnativo con qualche tratto da fare con attenzione, per una certa esposizione, fino al bivio per il Passo della Focoraccia.
Il percorso per il Passo è segnato e si sviluppa nel bosco con tratti ripidi e scivolosi e qualche altro tratto di saliscendi da fare con cautela per il fondo piuttosto malmesso e per un po’ di esposizione.
Buoni sono i panorami sulla zona dell’Altissimo, in particolare nel canale per il Passo.
Lo sconsigliamo con il brutto tempo e con la neve e il ghiaccio.