(LU-Minucciano) GRAMOLAZZO–FOCE RIFOGLIOLA (810m)-VAL SERENAIA (1050m)–FOCE DI CARDETO (1642m)–MARMIFERA–GORFIGLIANO (685m)-GRAMOLAZZO (Anello del Pisanino)
ATTENZIONE!!!
Si raccomanda di consultare sempre lo stato dei sentieri poco prima di intraprendere l'escursione (Voce Menù "Sentieristica") oppure, ancor meglio, di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri.

Località di partenza:

GRAMOLAZZO (625m)

Località di arrivo:

GRAMOLAZZO (625m)

Dislivello mt.:

1017

Tempo totale:

08h 10'

Difficoltà

E

Punti di appoggio:

Gramolazzo, Rifugio Val Serenaia, Gorfigliano

Rifornimento acqua:

Gramolazzo, strada per Val Serenaia, Val Serenaia. Gorfigliano

Tratti ferrata:

No

Sequenza sentieri:

189, strada per Val Serenaia, 178, marmifera, strada per Gorfigliano e Gramolazzo

Tipologia percorso:

ND

Immagini del percorso (30)
Disclaimer
Descrizione itinerario
DATA ESCURSIONE: 30/05/2010


Qui un approfondimento sul sentiero 178.

Parcheggiamo in uno slargo alla base del borgo vecchio di Gramolazzo dominato dalla chiesa.
Da qua torniamo indietro per la strada per qualche centinaia di metri.
A 06’ troviamo, a sinistra, subito dopo una fontana, presso un lampione e un cassonetto, l’imbocco del sentiero 189 che scende a sinistra presso le ultime case del paese.
È uno stradello ampio che costeggia alcune case, un deposito di legna e poi, a 12’, una costruzione di legno con spiazzo usato come deposito e con sullo sfondo un bel panorama sul Pisanino.
Sulla sinistra rimane un modesto corso d’acqua (il Serchio di Gramolazzo) mentre il bosco si sviluppa in un tunnel ombroso di carpini e noccioli molto caratteristico.
Intanto il sentiero sale lentamente e pochi minuti dopo c’è una piccola fonte a destra, mentre sulla sinistra un sentiero che trascuriamo porta a guadare il torrente.
Superiamo poi un ponticello ed un rudere e passiamo una sbarra metallica aperta a 21’.
A 25’ siamo presso un trivio, alla fine del sentiero ombroso: a sinistra c’è un guado sul torrente dopo il quale continua uno stradello, davanti continua lo stradello che stiamo percorrendo, il sentiero segnato prosegue invece sulla destra all’inizio un po’ infrascato e con rari segni, poi si apre e a 32’ incontriamo una serie di piloni della corrente che ci lasciamo a sinistra.
A 33’ incrociamo un altro stradello.
Qua dobbiamo prendere a destra in decisa salita e arriviamo ad un vecchio castagneto e a 41’ i segni ci fanno risalire le balze del castagneto trascurando lo stradello nel bosco.
In pochi minuti siamo presso un taglio di bosco che sta recuperando velocemente, ci teniamo sulla sinistra fino a raggiungere a 50’ un capanno.
Adesso il sentiero si mantiene al lato del monte, supera alcuni ruderi e a 55’ arriviamo a Foce Rifogliola, sulla strada presso la maestà di Sant’Antonio.
Il sentiero 189 prosegue in alto per Poggio Baldozzana.
Noi continuiamo sulla strada asfaltata a sinistra in direzione di Val Serenaia.
Il percorso è in salita lieve, ma costante, con a sinistra la zona del Pisanino che più avanti sarà possibile anche ammirare, per un buon tratto si sviluppa nel bosco ed è particolarmente ricco di belle fioriture sulle rocce calcaree.
A 01h 43’ a destra c’è una bella fonte nel tratto boscoso.
Poco dopo il panorama inizia ad aprirsi sulla Val Serenaia e a 02h 06’ siamo al Rifugio di Val Serenaia dal quale in pochi minuti siamo al parcheggio di fronte al campeggio dove è presente anche una fontana che in estate, comunque, è spesso a secco.
Da qua inizia il sentiero 178, ben segnato, che nella prima parte fiancheggia il campeggio ed uno stradello ben curato che porta a zone picnic nelle vicinanze.
Entriamo nel bosco di faggi e dopo pochi minuti (02h 18’) costeggiamo una bella casetta (Baita Italia) con un’altra fontana, questa è privata, ma il proprietario, quando presente, non impedisce di riempire la borraccia.
Subito dopo il sentiero inizia a salire decisamente nel bosco con un tratto a tornanti.
Poco sopra (02h 23’) si nota, sulla sinistra, un riparo tra 2 gigantesche rocce scese dal monte migliaia di anni fa che formano una sorta di capanna chiusa dall’uomo mediante dei muretti a secco, forse serviva per le pecore, oggi esso segnala l’inizio di un sentiero non segnato per il Solco del rio Sambuco e la Foce dell’Altare da cui si arriva alla vetta del Pisanino (mantenendosi a sinistra il sentiero è segnalato da piccoli ometti).
A 02h 41’ siamo ad un bel punto panoramico sul Pisanino e sul Pizzo ben visibili quando il bosco è spoglio, oggi essi si intravedono tra le fronde.
Segue un breve tratto più tranquillo, cui segue la salita per un ripido canalone sempre nel bosco.
Il canalone richiede 7’ di salita, poi svoltiamo a sinistra.
Il sentiero riprende a salire e in breve (02h 57’) siamo al bivio con il sentiero 180 che arriva da destra, questo sentiero parte poco distante dall’inizio del 178, sulla strada che porta al rifugio Donegani ed alle cave di Orto di Donna.
Saliamo pochi metri e siamo ad un ripiano roccioso con pochi alberi che permette di godere di una splendida vista sul Pizzo d’Uccello, Pisanino e i suoi Zucchi.
Percorrendo il breve ripiano vediamo sulla destra il Cavallo, il Contrario, il passo delle Pecore ed il nuovo rifugio di Cava 27, il Grondilice, la Cresta Garnerone, la foce di Giovo ed il Pizzo.
La visuale è aperta anche in estate poiché la vegetazione qua è piuttosto ridotta, per quanto negli ultimi anni stia decisamente aumentando.
Finito il ripiano roccioso rientriamo nel bosco e ci imbattiamo subito in un grosso faggio (03h 09’), ancora una decina di minuti e arriviamo a un altro grosso faggio con indicati i segni del sentiero: da esso inizia la parte più ripida della salita.
Infatti dobbiamo superare una paretina di roccia su cui il sentiero è inciso con comode e facili voltoline ed in pochi minuti (03h 33’) siamo ad un pianoro dal quale si gode di vista splendida su tutte le montagne che circondano val Serenaia: dal Pisanino, agli Zucchi fino alla Foce di Cardeto da una parte e dal Cavallo, fino al Pizzo d’Uccello come descritto in precedenza.
Adesso il bosco è finito, passiamo per radi faggi costeggiando rocce portandoci alle pendici degli Zucchi di Cardeto, dove, in estate, prospera una vasta prateria di lamponi quasi ad altezza d’uomo, inframezzati da Gigli di S. Giovanni insieme a Gigli Martagone.
Oggi predominano le Primule Orecchia d’Orso che a decina hanno colonizzato queste immense rocce, insieme a Daphne Mezereum che emanano il loro odore intenso.
Adesso saliamo, costeggiando gli Zucchi, in maniera piuttosto ripida, poi la salita si addolcisce e, percorrendo le rocce sottostanti gli Zucchi, tra cui scorgiamo numerosi esemplari di Soldanella alpina arriviamo al cartello dei sentieri (04h 10’).
A destra si stacca il 179 per cava 27, mentre il 178 si dirige alla Marmifera dell’Acqua Bianca ed al Passo della Focolaccia.
Ci fermiamo una ventina di minuti a mangiare qualcosa e poi saliamo in 5’ alla vicina Foce di Cardeto (04h 33’) da cui inizia la discesa per la Valle dell’Acqua Bianca, sulla destra c’è invece un sentierino alpinistico per la cresta NO del Cavallo.
In pochi minuti (04h 40’) siamo alla deviazione, a sinistra, per il Pisanino indicato con segni blu sulla roccia mentre sulla destra c’è la caratteristica buca della neve in cui la stessa si conserva anche in estate, anche quest’anno però la quantità di neve è piuttosto scarsa.
Continuiamo il sentiero che costeggia le pendici basse del monte Cavallo molto panoramico sulla Roccandagia e sulla Tambura che sono di fronte e a 04h 48’ c’è una deviazione a sinistra che porta alla via di cava, noi la seguiamo per 7’ fino alla via di cava stessa trovando alcuni esemplari di Pulsatilla alpina.
Ora ci aspetta la lunga discesa per la marmifera fino alla strada asfaltata per Gorfigliano.
Il primo tratto è molto panoramico sui monti circostanti: Pisanino, Cavallo, Tambura e Roccandagia e permette di renderci conto delle profonde trasformazioni operate dalle cave e, in particolare, da quello che sta succedendo alla cava ancora attiva della Focolaccia che sta creando un immenso ravaneto sulle pendici che la marmifera percorre.
A 05h 07’ una sbarra chiude la strada e subito dopo c’è un primo edificio di cava fatto da blocchi di marmo che domina una vecchia cava sulla destra.
Lungo la discesa troviamo altri edifici di cava e ruderi e qualche deviazione secondaria che tralasciamo.
Il percorso è sempre molto ripido in discesa e faticoso ed esposto al sole, solo a tratti è ombreggiato e la discesa si fa meno ripida.
A 05h 51’ uno stradello sale a sinistra in direzione di vecchie cave e 5’ il panorama si apre sul monte Pisanino e le sue vecchie cave in particolare la panoramica cava dell’Acquabianca.
A 06h 10’ la marmifera passa presso una vecchia piccola cava che rimane a destra e subito dopo la strada si fa asfaltata.
In meno di 5’ arriviamo a una breve galleria che attraversiamo e a 06h 32’ siamo sulla strada principale che a destra porta a Campocatino e Vagli di Sotto, mentre a sinistra porta a Gorfigliano.
Noi scendiamo verso quest’ultimo paese e a 06h 54’ siamo presso un campo sportivo alla periferia del borgo, prendiamo a sinistra costeggiando un parco nel bosco con un monumento ai caduti e una zona di orti e baracche.
A 07h 09’ iniziano le prime case del paese che attraversiamo completamente, all’uscita dello stesso a 07h 41’ in alto, sulla sinistra, scorgiamo la vecchia chiesa di Gorfigliano che domina il borgo ancora un quarto d’ora di cammino e siamo sulla strada principale che attraversa Gramolazzo e ci dirigiamo a sinistra alla nostra vettura dove arriviamo a 08h 11’ dopo una breve sosta in un bar.
Viste su mappa: Come arrivare e Itinerario
Da Lucca seguire le indicazioni per Castelnuovo Garfagnana, poi per Piazza al Serchio e poi per Gramolazzo. Partendo da Massa si seguono le indicazioni per Aulla e da qua si segue la statale per Fivizzano ed il Cerreto. Superate Rometta e Soliera si devia a destra per Gassano e da qua per Gragnola e poi per Casola. Da Casola si va a Minucciano e, superato il borgo, si arriva alla galleria, superata la quale, in discesa, si raggiunge Gramolazzo in pochi minuti.
Note
L’itinerario descritto è lungo e faticoso, ma non difficile, purtroppo per lunga parte si svolge per strade asfaltate o per lunga e ripida marmifera.
Esso permette di aggirare il monte più alto delle Apuane con grande varietà di paesaggi in mezzo a una grande ricchezza di vegetazione.
Il primo tratto fino a Rifogliola è un sentiero dignitoso con qualche interessante panorama.
La strada per il rifugio è lunga, ma è allietata da belle fioriture e, nella parte finale, si apre agli splendidi panorami di Val Serenaia.
Il sentiero 178 è naturalmente la parte più bella dell’escursione in particolare la parte in alto presso gli Zucchi di Cardeto con panorami splendidi ed interessantissime fioriture.
Interessante è anche la Buca della Neve e il tratto fino alla marmifera.
Quest’ultima è lunga e faticosa, ma la parte alta riveste interesse dal punto dell’archeologia industriale e offre bei panorami sui monti circostanti oltre a mostrare lo scempio in atto della cava della Focolaccia che sta creando un grande ravaneto.
Sicuramente molto panoramica la veduta del Pisanino e delle sue cave tra cui spicca quella dell’Acquabianca.
Il resto del percorso sulla strada è obbligato per tornare al punto di partenza ed è interessante quando attraversa Gorfigliano.
Può essere interessante la visita alla vecchia chiesa che richiede comunque un allungamento del percorso. Consigliamo di effettuare questo itinerario nella buona stagione, evitando le giornate troppo calde e, naturalmente, provvisti di un buon allenamento.
Traccia GPS