(MS-Massa) RESCETO–MONTE CASTAGNOLO (1011 m)–SELLA DELLA CIMA DI CROCE (982 m)–CAVA DELLA MANDRIOLA (875 m)–FOCE DELLA VETTOLINA (1025 m)–RESCETO (ANELLO)
ATTENZIONE!!!
Si raccomanda di consultare sempre lo stato dei sentieri poco prima di intraprendere l'escursione (Voce Menù "Sentieristica") oppure, ancor meglio, di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri.

Località di partenza:

Resceto (508 m )

Località di arrivo:

Resceto (508 m)

Dislivello mt.:

805

Tempo totale:

05h 30'

Difficoltà

EE

Punti di appoggio:

Resceto

Rifornimento acqua:

Resceto, fonte bivio 36/161

Tratti ferrata:

No(brevi tratti assicurati)

Sequenza sentieri:

161; sentiero di vetta; 161; 36; 170; 35

Tipologia percorso:

Il breve tratto dal 161 per la vetta del Monte Castagnolo è evidente e semplice, come pure il tratto per recuperare il sentiero segnato. Tutto il resto dell'itinerario è su sentieri Cai ben segnati ed evidenti.

Immagini del percorso (68)
Disclaimer
Descrizione itinerario
DATA ESCURSIONE: 21/03/2022



Consigliamo di leggere le note alla presente escursione.

Qui un approfondimento sul Monte Castagnolo.
Qui un approfondimento sul sentiero 161.


Partiamo dal paese di Resceto dove è semplice parcheggiare: o alla fine della strada principale, in una piccola piazzetta, o lungo la strada.

[Il nome Rescéto deriva, forse, dal termine dialettale réscia, di origine versiliese, usato per indicare i rovi. Il borgo si trova ai piedi della Tambura e del Monte Cavallo ed è dominato dalla mole di Piastra Marina. La carrozzabile della bassa Tambura finisce nella piazzetta di questo borgo da cui continua diventando la famosa Via Vandelli. Resceto si sviluppò proprio dopo la costruzione della Vandelli e si trova in posizione molto panoramica. Era un paese di cavatori e di pastori, le case sono costruite con ardesia e brecciame di marmo. La chiesa è intitolata alla Beata Vergine del Carmine e risale al XVIII secolo con rifacimenti successivi, il campanile fu aggiunto nel 1931.]

Ricordiamo che dalla piazzetta iniziano diversi sentieri: Il 161 (Resceto-Forno) che percorreremo fino all'innesto nel sentiero 36. Da parte opposta (in salita) iniziano i sentieri 35 Via Vandelli (Resceto-Arnetola), 166 (Resceto-Lizza Magnani-Passo della Focolaccia) e 170 (Resceto-Foce della Vettolina-Case Carpano), con tratto iniziale in comune. Al ritorno percorreremo il breve tratto comune 35/166/170. Il 165 (Resceto-Focetta dell'Acqua Fredda) scende per il borgo per percorrere poi il Canale dei Vernacchi.
Noi seguiamo il 161 scendendo per la strada asfaltata e in un paio di minuti troviamo, sulla destra, le indicazioni del sentiero. Il primo tratto è su scalini di cemento e poi entriamo subito nel castagneto, tra ricche fioriture di viole e primule. Il sentiero è sempre evidente e i segni Cai sono nuovi. Saliamo per ampi tornanti e a 15' incrociamo una strada sterrata, testimonianza della stupidità e dell’avidità umana: essa avrebbe dovuto collegare la zona di Resceto con Gorfigliano, mediante galleria sotto la Tambura, in realtà si è fermata poche centinaia di metri più avanti, sprecando denari della collettività. Attraversiamo la strada e, leggermente sulla sinistra, c'è la continuazione del sentiero per alcuni gradini cementati. All’inizio il sentiero si mantiene basso, parallelo alla strada, poi sale sempre ben segnato seguendo ancora dei tornanti, ci sono delle varianti che potrebbero indurre in errore, ma i segni sono sempre chiarificatori. Tra i fiori adesso ci sono molti crochi.
A 38' siamo all'aperto, in un bel punto panoramico sul Monte Pelato e sul Carchio e subito dopo il sentiero cambia versante e, in pochi metri, arriva alla “Bonifica di Resceto” costituita da una serie di terrazzamenti alle pendici del Monte Castagnolo. Essi furono costruiti negli anni trenta del 1900 e sono ormai in completo abbandono e invasi da alberi e ginestroni.

[La Bonifica fu realizzata, in periodo di autarchia, negli anni 1937 e 1938 nel tentativo di strappare terreno coltivabile alla montagna. Furono create una trentina di terrazze tagliando i castagni. Esse dovevano essere coltivate a frumento e ortaggi e non mancavano gli alberi da frutto. Dopo la guerra il tentativo velleitaro fu, naturalmente, abbandonato e per cercare di rimediare alla deturpazione ambientale se ne aggiunse un’altra cioè la piantumazione di conifere, piante non adatte alla zona.]

Per tratto pianeggiante arriviamo, a 43', presso una vecchia vasca dove si trova la sorgente del “Callarolo”, saliamo, lasciandola a sinistra, per un tratto ripido che in 5’ ci porta a un altro bel punto panoramico, molto aperto. Qua si stacca a sinistra la traccia per Forno-Pian dei Santi (sentiero non numerato, ma segnato, e indicato nella cartina 4Land), già percorsa in altre escursioni.
Continuiamo a salire e a 57' siamo a un altro luogo panoramico presso quattro giovani pini, qua c'è una panchina in legno. Il sentiero adesso va a sinistra in leggera salita per poi risalire verso destra a recuperare, a 01h 03', il crinale panoramico che proseguiva dai quattro pini. In passato la traccia del sentiero seguiva interamente il crinale senza andare a sinistra. Fatti pochi metri siamo in un bosco di conifere che seguiamo in lieve salita.
A 01h 17' siamo a un balcone panoramico su Sagro, Grondilice, Contrario e Cavallo fino al Monte della Mandriola. Comunque la visuale è ostacolata dalla vegetazione. Nei pressi, sulla destra, c’era un capanno di cacciatori, ormai distrutto. Continuiamo sulla destra salendo rasente la roccia del monte Castagnolo. All’inizio ci sono i ruderi di un riparo sotto roccia usato in passato dai pastori.
Poi saliamo per tratto ripido per facili tornantini su roccia e arriviamo a 01h 28' a un piccolo pianoro panoramico. Qua lasciamo il sentiero che prosegue in discesa e prendiamo una traccia, in salita, sulla destra (presente indicazione) per la vetta del Monte Castagnolo.
A 01h 30' siamo in vetta. Il monte è modesto, in pratica un collinone erboso, ma è molto panoramico, dal Sagro fino al Sella, con ben evidenti le ardite vie di lizza per la Focolaccia e la via Vandelli. In primo piano c'è poi il roccioso Monte della Mandriola. Rimaniamo poco in vetta e scendiamo per evidente traccia a recuperare il sentiero 161 dove siamo in 5'. Poco dopo sulla destra c'è un bel fungo roccioso detto “La Rocchetta” (1065m) che somiglia vagamente a una faccia. A fianco di questa rocchetta tracce di sentiero scendono per portarsi a Casa Castagnolo con percorso a tratti un po’ esposto.
Noi continuiamo fino ad arrivare a 01h 38’ alla sella della Cima della Croce, presso la quale un altro sentiero più semplice porta a Casa Castagnolo, che da qua è ben visibile. Continuando invece per il crinale si perviene alla Cima della Croce (1057 m) e proseguendo ancora, per tratto impegnativo, alla Cima della Mandriola (1106 m). Adesso seguiremo il 161 in discesa, verso sinistra, con tratti anche ripidi, per inserirci sul sentiero 36. Abbiamo sulla destra le pendici della Mandriola.
A 01h 49' passiamo presso un assaggio di cava con ravaneto, avendo di fronte il Monte Sagro, dopo 5’ il sentiero scende ripido tra alberi. Poi la ripidità diminuisce e a 02h 02' siamo nella parte alta di una vecchia cava (Cava della Mandriola) con alcuni poteaux, un piazzale e alcuni blocchi. Il sentiero continua ben segnato e molto ripido per un ravaneto dove è necessaria un po’ di attenzione per non smuovere troppo le roccette. Poi la ripidità diminuisce, a 02h 12’ siamo a un taglio di cava.
Poco dopo il sentiero segue, verso sinistra, un costone roccioso ripido e alberato con il ravaneto della cava sulla sinistra. Passiamo anche presso una vecchia carica (blocchi di marmo che dovevano essere lizzati) abbandonata e a 02h 24' ci innestiamo nel sentiero 36 che qua coincide con la marmifera. Invece il 161 prosegue sulla marmifera e poco dopo va a sinistra per Forno. Il lungo sentiero 36 (Biforco-Passo della Focolaccia-Gorfigliano) qua proviene dal Canal Cerignano, devastato dall'escavazione del marmo, e prosegue per la Foce della Vettolina e lo seguiremo fino alla foce.
Adesso saliamo per la panoramica e larga via marmifera (presenti i segni cai). Subito, sulla destra, c'è una sorgente. Il panorama salendo si apre sul Grondilice e poi sulle altre vette apuane, dal Sagro fino alla Tambura e al Sella. Inoltre godiamo, in basso, di interessanti scorci della valle di Canal Cerignano e sulla zona di Case Carpano.
A 02h 33' ci spostiamo verso destra e camminiamo su marmo, a sinistra una barriera di blocchi funziona da guard-rail. Dopo 5' siamo presso la cava abbandonata dalla quale si diparte verso sinistra un’altra marmifera più dirupata, ben segnata e facile a percorrersi che porta ad altri tentativi di cava superiori. Seguiamo i segni e a 02h 49' una grossa corda aiuta a superare un tratto ripido su marmo, dove comunque sono presenti appigli e appoggi per i piedi. In un paio di minuti siamo sulla marmifera, saliamo ancora e a 03h lasciamo la cava per una traccia segnata verso destra.
Adesso siamo in un boschetto che seguiamo in salita, dove sono presenti muretti a secco che sostengono vecchi piazzali con blocchi di marmo. A 03h 05' c'è un tratto di corda metallica, verso sinistra, cui segue un altro tratto a destra, per agevolare la discesa di un breve tratto su roccia addossato alla parete. Serve attenzione nei tratti dove non è presente la corda metallica.
A 03h 20', terminata la discesa, siamo a un bivio: il sentiero segnato sale a destra. Invece a sinistra c'è una traccia che si dirige verso due case, che si vedono in lontananza, dove intercetta il sentiero 170. Noi saliamo seguendo il sentiero che qua è una traccia nel paleo con qualche tratto stretto.
A 03h 30' siamo a un bivio (senza indicazioni) a sinistra scende il sentiero 170 (Resceto-Foce della Vettolina-Case Carpano) diretto ad alcuni ruderi e poi salirà a Case Carpano. Invece sulla destra sale un breve tratto comune ai sentieri 36 e 170 per la Foce della Vettolina.

[Questa è una piccola sella che si trova sul contrafforte che si stacca verso sud dal Monte Cavallo e divide la valle di Forno da quella di Resceto. Nei pressi della foce verso nord c'è alpeggio omonimo sparso di ruderi.]

Noi seguiamo questo e in 5' siamo alla Foce della Vettolina, il punto più alto dell'escursione. Qua si stacca a sinistra il 36 per il Passo della Focolaccia. Adesso seguiremo il 170 per tornare a Resceto. Il sentiero è stato sistemato di recente, eliminando fastidiosi ginestroni, ed è ben segnato. Rimane comunque un sentiero impegnativo (EE) con tratti di discesa molto ripida e alcuni salti da percorrere con la dovuta attenzione.
A 04h siamo presso una fonte abbeveratoio, poi il sentiero diventa più ameno. A 04h 10' superiamo una scarica di sassi in un canalino che scende dalla Mandriola e il sentiero comincia ad aprirsi, con bei panorami sulla Vandelli e sulle vie di lizza.
Proseguiamo e a 04h 29' siamo al piazzale di un vecchio tentativo di cava con rudere, poteaux e altri resti metallici. Il luogo è panoramico e ci fermiamo a rifocillarci fino a 04h 47'.
Riprendiamo il cammino, dopo 5' siamo a un altro tentativo di cava con blocchi di marmo abbandonati. A 04h 57' ci innestiamo in una ampia via di lizza andando verso sinistra. Il ramo di destra scende dalle cave della Mandriola di zona Castagnolo. Dopo 10' il sentiero va a sinistra mentre proseguendo dritti si va a recuperare lo stradello attraversato all'andata dal sentiero 161.
In breve, a 5h 15', ci innestiamo nel sentiero 35 Via Vandelli e lo seguiamo in discesa verso destra, lasciando subito a sinistra la piazzola dell'elicottero.
Scendiamo e poi il sentiero diventa via asfaltata, supera una marginetta, e a 05h 27' siamo alla piazzetta di Resceto dove chiudiamo l'anello.
Viste su mappa: Come arrivare e Itinerario
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara. A 6,5 Km a sinistra la strada si dirige a Forno, si continua invece per il ramo di destra, si superano le Guadine e Gronda e si continua la strada che finisce a Resceto (11,5 km) nella piazzetta del paese.
Note
Questo anello è molto interessante per i panorami sulle Apuane settentrionali, sia da Castagnolo che più avanti. Si attraversano vecche cave e tentativi velleitari che hanno deturpato le montagne. Il percorso è sempre ben segnato, ma è impegnativo sia per il dislivello che per le ripide discese. Il sentiero 170 pur sistemato richiede sempre attenzione, come pure alcuni tratti del sentiero 36. Il percorso descritto (dal Castagnolo in poi) è da evitarsi con neve e ghiaccio.