(LU-Seravezza) AZZANO MARMIFERA HENRAUX-LA POLLA (587m)-BIVIO PASSO DELLA GREPPIA/PASSO DEGLI UNCINI (1115m)-MARMIFERA-CAVA DEI COLONNONI (1200m)-CAVA MOSSA (851m)-AZZANO MARMIFERA (in parte ANELLO)
ATTENZIONE!!!
Si raccomanda di consultare sempre lo stato dei sentieri poco prima di intraprendere l'escursione (Voce Menù "Sentieristica") oppure, ancor meglio, di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri.

Località di partenza:

Azzano marmifera (440 m)

Località di arrivo:

Azzano marmifera (440 m)

Dislivello mt.:

760

Tempo totale:

06h 15'

Difficoltà

E

Punti di appoggio:

Azzano

Rifornimento acqua:

assente

Tratti ferrata:

No(brevi tratti assicurati)

Sequenza sentieri:

marmifera, 32, marmifera, via di lizza dei Colonnoni, marmifera

Tipologia percorso:

ND

Immagini del percorso (30)
Disclaimer
Descrizione itinerario
DATA ESCURSIONE: 26/10/2014



Dopo aver superato il paese di Azzano si trovano le indicazioni per le cave, tra cui la principale è quella della Tacca Bianca.
La strada si inerpica a destra in ripida salita, ma è subito interrotta da un cancello (presente da poco tempo) che permette il passaggio agli escursionisti sulla sinistra. In alternativa si perviene al punto di partenza dell'escursione costeggiando il torrente Serra, passando da Riomagno ed evitando Azzano.
Il primo tratto del percorso (come poi tutta l'escursione, dal bivio Greppia/Uncini, con esclusione della visita alla Cava dei Colonnoni) si svolge su marmifera ampia e agevole a percorrersi, anche se sempre piuttosto ripida. Ultimamente essa è stata sistemata alla luce dei progetti di riapertura sia della Cava Mossa che della cava Macchietta del gruppo della Tacca Bianca.
Iniziamo a camminare avendo, sulla sinistra, la cresta che dal Monte Folgorito (croce di vetta ben evidente) arriva al Monte Carchio e da qua al Monte Focoraccia e al Passo Focoraccia Nord (conosciuto impropriamente come Passo del Pitone).
La visuale si apre poi, progressivamente, sulla cresta che segue fino al passo della Greppia, a quello degli Uncini e poi al Monte Altissimo. In basso c’è l’alta valle boscosa del fiume Serra.
A 12’ siamo al Palazzo dell’Altissimo (ex casa Henraux) in località Mortigliani, a 521 metri di quota, esso è una bella costruzione in posizione molto panoramica.
Saliamo più ripidamente e a 24’ arriviamo a una sbarra e il panorama si apre sull’Altissimo, inciso dalle vie di cava e dilaniato da cave e da ravaneti.
Subito sulla destra c’è una vecchia cabina per l’elettricità e a 26’ arriviamo alla località "La Polla", sulla destra troviamo la cappella della Tacca Bianca, contenente la Madonna, collocata alla Tacca Bianca nel 1946 e trasportata qua nel 1979.
Qua c’è un bivio: a destra sale la marmifera per la Cava Mossa (o Michelangelo) e le altre cave dell’Altissimo che percorreremo al ritorno, invece a sinistra scende un altro ramo della marmifera che noi seguiamo. È presente l'indicazione sentiero 32 per la cresta SE del monte Altissimo, mentre è stata rimossa l'indicazione del Sentiero dei Cavatori, anch'esso segnato di recente.
Seguiamo il sentiero 32, a sinistra, sempre per ampia marmifera, e a 30' siamo presso l'ampio ravaneto che scende dalla Cava Mossa, scendiamo a sinistra con un minimo di attenzione e troviamo la Polla, cioè un getto di acqua che sgorga dalla roccia e che viene considerato la sorgente del torrente Serra.
Risaliamo per il ravaneto e in breve ci ritroviamo sulla marmifera, la seguiamo per poco e a 35’ troviamo un bivio: a destra sale il Sentiero dei Cavatori, segnato con segni rossi, esso arriva alla cresta sud-ovest del monte Altissimo (raggiunta anche dalla marmifera passante per la cava Mossa) poco dopo la cava stessa, poi prosegue, con percorso difficile, per la cava Macchietta. Invece a sinistra continua il sentiero 32, la cui parte iniziale era conosciuta come sentiero Fanfani / Agheti.
Il primo tratto ampio deriva dall'uso di esplosivi, esso fu aperto nel dopoguerra, nel quadro delle attività di rimboschimento volute da Amintore Fanfani, nel periodo in cui fu ministro dell’Agrocoltura (1951-53).
Il sentiero prosegue poi come mulattiera preesistente, diretta alla zona del Passo della Greppia, passando per la zona degli Agheti.
Nel suo tratto iniziale il sentiero è panoramico sulla zona della Polla, sulla Cappella e sul Palazzo dell'Altissimo mentre, più avanti, si apre sulla valle del Serra fino al mare.
A 45’ superiamo un canalino roccioso, dopo il quale la sede del sentiero torna ampia. A 50’ il sentiero si fa più stretto e più avanti si vede bene che esso è una mulattiera lastricata, piuttosto degradata e cominciano anche gli alberi, in particolare le eriche.
A 01h 10’ superiamo un canale roccioso che scende dalle pendici dell’Altissimo e va a immettersi nel Canale del Prato della Greppia, affluente del Serra che raccoglie le acque che scendono dall’Altissimo.
Adesso il sentiero sale un po’ per paleo e a 01h 15’ siamo su un tratto aperto e panoramico sulla zona di Azzano e sul suo Cavallino, fino al mare. Poi riprendono le eriche e gli alberi.
Seguono altri tratti ripidi e un po’ esposti e a 01h 23’ siamo a un bivio, a 790 metri: a sinistra sale ripido nel bosco un sentiero segnato di arancione diretto al Passo della Focoraccia nord (impropriamente chiamato passo del Pitone), invece il sentiero principale continua in salita, curvando decisamente a destra (presente indicazione).
Noi seguiamo quest’ultimo, sempre tra eriche e con interessanti scorci panoramici sul monte Altissimo, sul Picco di Falcovaia, sulle Cave dei Colonnoni e sulla marmifera.
Più avanti il sentiero procede tra alberi, per entrare poi decisamente in un breve tratto boscoso a 01h 38' , da cui usciamo ben presto per poi curvare a sinistra, 01h 49', per sfasciumi di marmo in ripida salita.
Il sentiero adesso è molto segnato e sale a zig-zag un erto canalino roccioso che scende dalla Greppia, qua e là sono presenti alcuni ometti.
A sinistra il panorama si apre su Folgorito, monte Focoraccia e costa, a destra sul Picco di Falcovaia (devastato dall'estrazione del marmo) e sulla marmifera.
La salita è ripida e lenta e a 02h 21' il fondo si fa erboso e ci si sposta verso destra, per il tratto finale prima della marmifera.
Dopo 5' prendiamo a salire su rocce e a 02h 30' c'è un breve tratto un po' esposto, attrezzato con corda metallica (una decina di metri). Poi con un ultimo tratto di ripida salita arriviamo, a 02h 34', sulla via di cava.
La marmifera sale in alto come sentiero 32 e pochi metri più avanti si stacca da essa una traccia segnata (e piuttosto impegnativa) per il Passo degli Uncini.
Noi invece lasciamo il sentiero 32 e continuiamo per la marmifera in discesa. Essa si sviluppa nell'anfiteatro occidentale del monte Altissimo, avendo sulla sinistra tutto il versante meridionale del monte, in particolare la zona della vetta e riusciamo a scorgere, a tratti, il percorso del sentiero 32. Più avanti scorgiamo la Cava dei Colonnoni e costeggiamo il suo ampio e antico ravaneto.
A 03h, dopo avere superato un mezzo meccanico in disarmo sulla strada, arriviamo a un bivio a quota 1028 metri. Esso sale a sinistra verso la cava Macchietta (da cui è possibile salire alla Cava Fitta e alla Tacca Bianca), mentre a destra si scende per tornare alla Polla.
Adesso saliamo verso sinistra diretti alla Cava dei Colonnoni. Infatti dopo circa 4' troviamo sulla sinistra un cavo metallico e due corde che aiutano a salire circa 5 metri per recuperare la via di lizza diretta alla cava dei Colonnoni.
Saliamo aiutandoci con le corde e siamo così sulla sede della vecchia via di lizza, scavata nella roccia. Sono presenti numerosi piri di legno infissi nei relativi fori, essi servivano per trattenere le cariche di marmo in discesa.
La via di lizza è molto ripida e nel tratto iniziale è scalinata, poi prosegue con qualche tornante fino al piazzale di cava, prima del quale c'è ancora un tratto scalinato, al quale arriviamo a 03h 36'.
Il piazzale è ingombro di sfasciumi di marmo e presenta alcune vecchie costruzioni in posizione aerea e molto panoramica.
Noi ci spostiamo verso destra per ammirare quello che rimane dell'antico Sentiero dei Tavoloni che collegava questa cava a quella della Tacca Bianca: essi erano passerelle di legno con ringhiera sospesa nel vuoto, appoggiate su supporti metallici infissi alla parete verticale.
Guardando verso il basso vediamo il piazzale della Cava Macchietta e sotto quello della Cava Mossa, naturalmente non ci sporgiamo troppo.
Alla Cava dei Colonnoni è possibile arrivare anche con il sentiero 32, con deviazione, prima che lo stesso salga al Passo dell'Orsone, dove recupera il sentiero 143 per la vetta del monte Altissimo, di conseguenza esistono modi diversi per accedere alla cava utilizzando la rete di sentieri segnati e non presenti in zona, quello scelto da noi è, comunque, il più agevole.
Dopo aver ispezionato la cava scendiamo a 03h 57'. La discesa è ripidissima e va fatta con la necessaria cautela.
A 04h 24' siamo nuovamente sulla via marmifera, scendiamo al bivio e da qui andiamo a sinistra in direzione della cava Mossa.
Come già detto la marmifera è stata ben sistemata e in diversi tratti sono presenti protezioni laterali di tubi innocenti, più utili ai camminatori che ai camionisti.
La marmifera si sviluppa in discesa, con ampi tornanti, scavalcando diverse volte la cresta sud-ovest del monte Altissimo che scende dal Passo del Vaso Tondo e separa il bacino della Tacca Bianca da quello dei Colonnoni.
Proseguendo, ad una curva, scorgiamo sulla sinistra un ardito sentiero aereo che porta a un rudere più in alto, una delle tante vie aperte dall’uomo in questo ambiente selvaggio che sono estremamente difficili a percorrersi.
Poco dopo, a 04h 41', da destra arriva un sentiero segnato di rosso: è il Sentiero dei Cavatori incontrato all'inizio dell'escursione. Esso continua poco più avanti come ripida via di lizza, c'è da aggiungere che mentre fino a qualche tempo fa il percorso portava la scritta "Sentiero dei cavatori seconda parte per esperti" oggi l'indicazione è stata cancellata per scoraggiare l'uso del sentiero stesso piuttosto disagevole.
Continuiamo a scendere e dopo una decina di minuti siamo all'ingresso della Cava Mossa, presso un bivio: a destra scende un ramo della marmifera diretto al piazzale di cava sottostante, ormai ingombro di marmo.
Noi proseguiamo per la parte alta della cava e a 04h 56' ci fermiamo per rifocillarci presso la parte finale della cava.
Il luogo è estremamente panoramico sulle cave alte dell'Altissimo e, scendendo, è possibile vedere bene l'enorme buco che è stato aperto nella montagna.
A 05h 14' finiamo la sosta e scendiamo e, dopo circa 10', abbiamo sulla destra numerosi poteaux infilati su blocchi di marmo e subito dopo percorriamo un tratto in cui la marmifera è scavata nella roccia con un caratteristico tetto roccioso.
Più avanti scende, da sinistra, un ravaneto dalla zona di Falcovaia, dove, per tracce di sentiero, era possibile salire alla Foce di Falcovaia.
Ancora qualche tornante e a 05h 55' siamo nuovamente alla Cappella della Tacca Bianca e a 06h 16' siamo al cancello dove finisce l'escursione.
Viste su mappa: Come arrivare e Itinerario
Da Seravezza si continua per immettersi nella provinciale per Castelnuovo Garfagnana e si torna subito indietro a sinistra, per il senso unico, verso Seravezza e ci si immette sulla strada che sulla destra porta a Giustagnana (2 km), La Cappella e ad Azzano (8 km). l'inizio della marmifera si trova un chilometro più avanti.
In alternativa si può seguire la strada che inizia prima del ponte per Seravezza, che passa per Riomagno (2,4 km) e per Malbacco (3 km). Essa costeggia il torrente Serra fino a cambiare direzione e incontrare la marmifera (7,3 km) per le cave dell'Altissimo sulla sinistra.
Il secondo percorso è più panoramico sul monte Altissimo mentre il primo permette di visitare la Pieve della Cappella.
Note
Il percorso descritto è uno dei tanti possibili in zona utilizzando la marmifera e il sentiero 32. Alcuni tratti sono già stati descritti in altre escursioni.
La salita è sempre ripida e faticosa, in particolare nelle giornate calde. I panorami sono molto interessanti, in una zona selvaggia, nonostante il forte impatto dell'escavazione marmifera.
La Cava dei Colonnoni è interessante testimonianza di archeologia industriale, con quello che resta dell'impressionante Sentiero dei Tavoloni che testimonia il duro lavoro dei cavatori e i pericoli ai quali erano esposti.
Il percorso è a tratti faticoso, ma non difficile. Rimane comunque il problema di saper usare la corda per salire e scendere i circa 4 metri per la via di lizza della cava.