(LU-Seravezza) AZZANO MARMIFERA-LA POLLA (587m)-BIVIO PASSO GREPPIA/UNCINI (1115m)-SENTIERO ATTREZZATO-CAVA DELLA TELA-OCCHIO DELL'ALTISSIMO (1246m)-CAVA DEI COLONNONI-CAVA MOSSA- AZZANO MARMIFERA (in parte ANELLO)
ATTENZIONE!!!
Si raccomanda di consultare sempre lo stato dei sentieri poco prima di intraprendere l'escursione (Voce Menù "Sentieristica") oppure, ancor meglio, di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri.

Località di partenza:

Azzano marmifera (440 m)

Località di arrivo:

Azzano marmifera (440 m)

Dislivello mt.:

830

Tempo totale:

06h 45'

Difficoltà

EEA

Punti di appoggio:

Azzano (con deviazione)

Rifornimento acqua:

nessuno

Tratti ferrata:

Sequenza sentieri:

marmifera, 32, vie di lizza, marmifera

Tipologia percorso:

ND

Immagini del percorso (50)
Disclaimer
Descrizione itinerario
DATA ESCURSIONE: 12/09/2015



Iniziamo l'escursione dal cancello della marmifera Henraux, posto poco dopo l'inizio della stessa. Infatti in zona sono riprese le attività estrattive, in particolare alla Cava Macchietta, e l'accesso delle auto è interdetto.
Sulla sinistra del cancello c'è un passaggio pedonale e circa 100 metri più avanti troviamo, sulla destra, una traccia in salita (non segnata) per Azzano.
La marmifera è ampia e facile a percorrersi, anche se sempre ripida, è stata risistemata con la riapertura della Cava Macchietta che fa parte del gruppo delle cave della Tacca Bianca.
Sulla sinistra, da parte opposta della valle del Serra, abbiamo la cresta che dal monte Folgorito (evidente la croce di vetta) arriva al roccioso monte Carchio, al monte Focoraccia e al Passo omonimo (conosciuto impropriamente come Passo del Pitone). Salendo poi la visuale si apre alla cresta dei Pitoni fino al Passo della Greppia, poi ci sono gli Uncini e la mole del monte Altissimo, verso la cui parete meridionale siamo diretti. In basso c’è l’alta valle boscosa del fiume Serra.
In 15’ siamo al Palazzo dell’Altissimo (ex casa Henraux), in località Mortigliani, a 521 metri di quota, esso è una bella costruzione in posizione molto panoramica (il rubinetto di fronte all'abitazione è stato chiuso, non si sa perché).
Saliamo più ripidamente e a 24’ arriviamo a una sbarra, il panorama si apre sull’Altissimo, inciso dalle vie di cava e dilaniato da cave e da ravaneti. Subito sulla destra c’è una vecchia cabina per l’elettricità, cui seguono altre costruzioni, e a 29' siamo alla località La Polla e sulla destra troviamo la cappella della Tacca Bianca contenente la Madonna, collocata precedentemente alla Tacca Bianca, nel 1946, e trasportata qua nel 1979 con la chiusura delle cave alte.
Qua c’è un bivio: a destra sale la marmifera per la Cava Mossa e le altre cave dell’Altissimo che percorreremo al ritorno, invece a sinistra scende un altro breve ramo della marmifera che noi seguiamo. Nel piazzale di fronte alla Cappella è presente l'indicazione sentiero 32 per la cresta SE del monte Altissimo, mentre è stata rimossa l'indicazione del Sentiero dei Cavatori, anch'esso segnato di recente. Inoltre in questo piazzale è stata allestita una sorta di area sosta con blocchi di marmo.
Prendiamo a sinistra e poco avanti troviamo la lapide commemorativa dell'inaugurazione del sentiero 32 e, poco dopo, arriviamo presso l'ampio ravaneto che scende dalla Cava Mossa, scendiamo a sinistra con un minimo di attenzione e a 36' troviamo la Polla, cioè un getto di acqua che sgorga dalla roccia e che viene considerato la sorgente del torrente Serra.
Risaliamo per il ravaneto e in breve ci ritroviamo sulla marmifera, la seguiamo per poco e a 40’ troviamo un bivio. A destra sale il Sentiero dei Cavatori segnato con segni rossi, esso arriva alla cresta sud-ovest del monte Altissimo (raggiunta anche dalla marmifera passante per la cava Mossa) poco dopo la cava stessa, poi prosegue, con percorso difficile, per la cava Macchietta (c'è da dire che in alto sulla marmifera le indicazioni del sentiero dei cavatori sono state tolte, forse per impedire l'accesso alla cava). Invece a sinistra continua il sentiero 32, la cui parte iniziale è conosciuta come sentiero Fanfani / Agheti (quest'ultimo toponimo è, comunque, errato). Il primo tratto ampio deriva dall'uso di esplosivi, esso fu aperto nel dopoguerra nel quadro del Piano di rimboschimento nazionale, voluto da Amintore Fanfani nel periodo in cui fu ministro dell’Agricoltura (1951-53), finalizzato a ridurre la disoccupazione. Il sentiero prosegue poi come mulattiera, preesistente, diretta alla zona del Passo della Greppia, passando per la zona conosciuta come Alle Grotte di Celè (impropriamente Agheti).
Nel suo ampio tratto iniziale il sentiero è panoramico sulla zona della Polla, sulla Cappella e sul Palazzo dell'Altissimo mentre, più avanti, si apre sulla valle del Serra fino al mare.
A 45’ superiamo un canalino roccioso dopo il quale la sede del sentiero torna ampia.
A 50’ il sentiero si fa più stretto e più avanti si vede bene che esso è una mulattiera lastricata piuttosto degradata e cominciano anche gli alberi, in particolare le eriche che qua hanno struttura arborea. A 01h 10’ superiamo un canale roccioso che scende dalle pendici dell’Altissimo e va a immettersi nel Canale del Prato della Greppia, affluente del Serra.
Ricordiamo che nelle pozze presenti in zona prospera la Salamandrina perspicillata, interessante endemismo apuo-appenninico.
Adesso il sentiero sale un po’ per paleo e a 01h 15’ siamo su un tratto aperto e panoramico sulla zona di Azzano e sul suo Cavallino fino al mare.
Poi riprendono le eriche e gli alberi. Seguono altri tratti ripidi e un po’ esposti e a 01h 23’ siamo a un bivio a 790 metri: a sinistra sale ripido nel bosco un sentiero segnato di arancione diretto al Passo della Focoraccia (mancano indicazioni), invece il sentiero principale continua in salita, curvando decisamente a destra (presente indicazione).
Il sentiero di sinistra è un Sentiero della Libertà che permise il transito degli sfollati durante l'ultima guerra.
Noi seguiamo il 32, sempre tra eriche, e con interessanti scorci panoramici sul monte Altissimo, sul Picco di Falcovaia (devastato dall'estrazione del marmo), sulle Cave dei Colonnoni e sulla marmifera.
Più avanti il sentiero procede tra alberi per entrare poi decisamente in un breve tratto boscoso a 01h 37', da cui usciamo ben presto, per poi curvare a sinistra (presenti indicazioni) a 01h 46' per sfasciumi di marmo in ripida salita.
Il sentiero adesso è molto segnato e sale a zig-zag un erto canalino con fondo a sfasciumi che scende dalla Greppia, qua e là sono presenti alcuni ometti. A sinistra il panorama si apre su Folgorito, monte Focoraccia e costa mentre a destra sul Picco di Falcovaia e sulla marmifera.
La salita è ripida e lenta poi, in alto, il fondo si fa erboso e ci si sposta verso destra, diretti al il tratto finale prima della marmifera. A 02h 24' riceviamo dalla sinistra (quota 1090 m) un sentiero proveniente dal Passo della Greppia (Sentiero della Libertà). Esso è stato segnato e sistemato di recente dal Cai di Pisa. Quindi entrambi i sentieri della libertà si innestano sull'attuale sentiero 32 diretti ad Azzano.
Poi prendiamo a salire su rocce e dopo 5' c'è un breve tratto un po' esposto, ma semplice, attrezzato con corda metallica (una decina di metri).
Poi, con un ultimo tratto di ripida salita, arriviamo a 02h 33' sulla marmifera che origina, da una deviazione della via principale, dalla Polla, prima che la stessa salga alla Cava Macchietta.
Adesso saliamo sulla marmifera verso sinistra, il primo tratto è per sfasciumi e troviamo dopo 5' le indicazioni stinte di una traccia (difficile) per il passo degli Uncini che portano al canale Uncini-Greppia che scende da quota 1401 del sentiero 33. Continuiamo a percorrere la marmifera che è abbastanza ampia e piuttosto aerea, con bella vista sulla parete sud dell’Altissimo, sulla zona della vetta, sulle cave dei Colonnoni e, sulla destra, quelle delle Cervaiole al Picco di Falcovaia. Dietro di noi c'è la catena Folgorito, Carchio, Focoraccia, Pitoni, Uncini.
Il percorso non è difficile, anche se in qualche breve tratto c’è un po’ di degrado.
A 02h 54', presso una scarica di massi sul sentiero, troviamo le indicazioni del sentiero 32 che sale a sinistra, invece più avanti c'è l'imbocco di una galleria che portava a un altro percorso aereo, usato dai cavatori, che si ricollega a quello della parte attrezzata, salendo per tratti esposti e quindi da evitarsi.
Saliamo subito e dopo pochi minuti troviamo un tratto di cavo metallico che aiuta nella progressione in caso di terreno scivoloso, segue un tratto erboso e a 03h 02' siamo a un bivio: a sinistra la traccia porta agli Uncini (presente indicazione e segni rossi) mentre a destra, dopo pochi metri, inizia il tratto attrezzato.
Ci mettiamo casco e imbrago e a 03h 14' iniziamo il percorso. Il primo tratto è attrezzato, oltre che da cavo metallico, con quattro gradini metallici infissi nella roccia che ci permettono di superare un salto su roccia liscia e molto ripida, poi percorreremo un lungo traverso quasi del tutto attrezzato con cavo metallico. con qualche breve interruzione senza sicurezze.
Il percorso si mantiene intorno ai 1205 metri, con qualche saliscendi. Esso non presenta difficoltà tecniche e non richiede fatica e la sede del sentiero, pur non essendo ampia, permette la progressione senza difficoltà. Di fronte a noi ci sono la Cava della Tela e quella dei Colonnoni, unite da una via di lizza.
A 03h 37' finiamo il tratto attrezzato e ci troviamo tra sfasciumi di marmo, in lieve discesa, che annunciano la zona delle cave.
A 03h 46', presso i ruderi di un edificio di cava, con chiare indicazioni, il sentiero 32 sale a sinistra, noi ci fermiamo circa 6' a toglierci l'imbrago e poi saliamo.
Dopo circa 5' di salita, per tratto erboso, troviamo sulla destra l'indicazione Cava dei Colonnoni.
Lasciamo il sentiero 32 che sale ripidamente per circa 250 metri a recuperare il sentiero 143, alla Foce dell'Onda.
Noi siamo adesso (03h 57') al piazzale della Cava della Tela, dove ci sono sfasciumi, qualche blocco squadrato abbandonato, due grossi vasconi per la raccolta dell'acqua, un grosso muro di contenimento e, sulla destra, la via di lizza che ci porterà alla Cava dei Colonnoni. Inoltre c'è un edificio sotto roccia (casa d'abrì), presso il quale si può scendere a una grotta con una vasca in marmo per la raccolta dell'acqua.
Saliamo dal piazzale, verso sinistra, per ravaneto e in pochi minuti ci troviamo di fronte l'"Occhio dell'Altissimo", cioè un'apertura nella montagna che si apre sul piazzale della Cava della Tacca Bianca e dal quale si gode un bel panorama sul Cavallino di Azzano e sulla costa.
Questo intaglio, alto qualche decina di metri, è dovuto all'attività dell'uomo alla ricerca del famoso statuario della zona, tra l'altro le cave sottostanti a quella della Tacca Bianca (Fitta e Macchietta) si sviluppano proprio nel ventre della montagna.
Con attenzione a non sporgerci troppo per sicurezza, ammiriamo il piazzale sottostante e scorgiamo sulla destra in basso l'arrivo del Sentiero dei Tavoloni che univa la Cava dei Colonnoni a quella della Tacca Bianca. Esso era una passerella di tavole di legno, lunga un centinaio di metri, con ringhiera di filo metallico, sospesa nel vuoto appoggiata su supporti metallici infissi alla parete verticale. Un'opera incredibile ormai inutilizzabile.
Dopo la visita alla cava scendiamo a 04h 17' verso la sottostante Cava dei Colonnoni.
La discesa avviene per via di lizza che si stacca sulla destra della cava, presso un alto muro di contenimento.
La discesa è ripidissima e conviene mantenersi a sinistra verso le rocce, poiché questo tratto è scalinato ad uso dei cavatori che dovevano controllare il progredire delle cariche di marmo trasportate sulla via di lizza.
Lungo la stessa sono presenti diversi fori quadrati dove erano alloggiati i piri di castagno, attorno ai quali venivano avvolte le funi che trattenevano i blocchi di marmo (cariche).
La progressione sulla via di lizza è lenta e richiede concentrazione, ma ben presto la via curva verso sinistra e si addolcisce.
A 04h 32' troviamo sulla sinistra un bellissimo piro di marmo infilato nella roccia, i piri di marmo sono piuttosto rari sulle vie di lizze apuane e questo merita una sosta per ammirarlo e fotografarlo.
Ancora un paio di minuti e siamo alla Cava dei Colonnoni. Il piazzale è ingombro di sfasciumi di marmo e presenta alcune vecchie costruzioni in posizione aerea e molto panoramica.
Noi scendiamo subito, ma ricordiamo che spostandoci verso sinistra possiamo ammirare l'inizio di quello che rimane dell'antico Sentiero dei Tavoloni che collegava questa cava a quella della Tacca Bianca e del quale abbiamo già parlato.
La discesa dalla cava viene fatta per ripidissima via di lizza che va percorsa con la necessaria cautela. Essa si sviluppa in tornanti scavati nella roccia con qualche tratto scalinato, sono presenti numerosi piri di legno infissi nei relativi fori.
Arriviamo poi a un salto di circa 5 metri che porta alla sottostante marmifera. Un cavo metallico e due corde permettono di scendere agevolmente sulla sede della via marmifera, siamo a 05h 06'.
La via porta in salita al piazzale della Cava Macchietta da cui è possibile salire alla Cava Fitta e a quella della Tacca Bianca.
Noi andiamo in discesa al vicino bivio che a destra porta al punto di arrivo del sentiero 32 che abbiamo indicato come bivio Greppia/Uncini. Invece in discesa, a sinistra, porta alla Polla. Come già detto la marmifera è stata ben sistemata e in diversi tratti sono presenti protezioni laterali di tubi innocenti, più utili ai camminatori che ai camionisti.
La marmifera si sviluppa in discesa, con ampi tornanti, scavalcando diverse volte la cresta sud-ovest del monte Altissimo che scende dal Passo del Vaso Tondo e separa il bacino della Tacca Bianca da quello dei Colonnoni.
Poco dopo, a una curva, scorgiamo sulla sinistra un ardito sentiero aereo che porta a un rudere più in alto, una delle tante vie aperte dall’uomo in questo ambiente selvaggio che sono estremamente difficili a percorrersi.
Sostiamo 15' e poi riprendiamo il cammino. A 05h 39' da destra arriva un sentiero segnato di rosso: è il Sentiero dei Cavatori incontrato all'inizio dell'escursione. Esso continua poco più avanti come ripida via di lizza, c'è da aggiungere che mentre fino a qualche tempo fa il percorso portava la scritta "Sentiero dei cavatori seconda parte per esperti" oggi l'indicazione è stata cancellata per scoraggiare l'uso del sentiero stesso, piuttosto disagevole.
Continuiamo a scendere e dopo una decina di minuti siamo all'ingresso della Cava Mossa presso un bivio: a destra scende un ramo della marmifera diretto al piazzale di cava sottostante, ormai ingombro di marmo e di detriti.
A 05h 49' siamo sul piazzale alto della cava, sotto il quale si trova l'antro della parte sottostante della cava. Sulla destra ci sono strutture di servizio della cava, che, al momento, è inattiva, ma di essa la Ditta Henraux ha chiesto la riapertura.
Dalla cava si gode di ottima vista sulle cave alte dell'Altissimo e, scendendo, è possibile vedere bene l'enorme buco (Occhio dell'Altissimo) che è stato aperto nella montagna e che noi abbiamo visitato in precedenza.
Scendiamo qualche ripido tornante e a 06h abbiamo sulla destra numerosi poteaux (aste con pulegge in cui scorreva il filo elicoidale per tagliare il marmo) infilati su blocchi di marmo e subito dopo percorriamo un tratto in cui la marmifera è scavata nella roccia con un caratteristico tetto roccioso.
Dopo 5' scende, da sinistra, un ravaneto dalla zona di Falcovaia, dove per tracce di sentiero era possibile salire alla Foce di Falcovaia. Oggi c'è un breve stradello a uso delle cave.
Ancora qualche tornante e a 06h 27' siamo nuovamente alla Cappella della Tacca Bianca dove chiudiamo l'anello e a 06h 46' siamo al cancello dove finisce l'escursione.
Viste su mappa: Come arrivare e Itinerario
Da Seravezza si continua per immettersi nella provinciale per Castelnuovo Garfagnana e si torna subito indietro a sinistra per il senso unico verso Seravezza e ci si immette sulla strada che sulla destra porta a Giustagnana (2 km), La Cappella e ad Azzano (8 km), l'inizio della marmifera si trova un chilometro più avanti. In alternativa si può seguire la strada che inizia prima del ponte per Seravezza che passa per Riomagno (2,4 km) e per Malbacco (3 km). Essa costeggia il torrente Serra fino a cambiare direzione e incontrare la marmifera (7,3 km) per le cave dell'Altissimo sulla sinistra. Il secondo percorso è più panoramico sul monte Altissimo mentre il primo permette di visitare la Pieve della Cappella.
Note
Questo itinerario prevede la salita con il sentiero 32 e la discesa per vie di lizza e per la marmifera Henraux, quindi è nuovo rispetto ad altre escursioni che abbiamo già fatto alle pendici dell'Altissimo.
I panorami sono sempre molto interessanti in una zona selvaggia, nonostante il forte impatto dovuto all'escavazione marmifera.
Le due cave visitate sono molto panoramiche sulla costa e sull'Altissimo e sono notevoli testimonianze di archeologia industriale.
Di rilievo quello che resta dell'impressionante Sentiero dei Tavoloni che testimonia il duro lavoro dei cavatori e i pericoli ai quali erano quotidianamente esposti.
Dalla Cava della Tela si accede facilmente all'Occhio dell'Altissimo, un'impressionante voragine scavata nella montagna attraverso la quale si gode di un panorama indimenticabile sul piazzale della cava della Tacca Bianca e sulla costa.
Il tratto iniziale è semplice, poi c'è il canalino Alle Grotte di Celè piuttosto ripido e faticoso che termina con un tratto esposto, ma attrezzato.
Semplice il tratto della marmifera fino al tratto che precede quello attrezzato. Questo va percorso con la attrezzatura solita: imbrago e casco, facendo attenzione a qualche tratto dove il cavo d'acciaio non c'è. Le vie di lizza sono ripidissime e vanno percorse con calma e attenzione. Rimane poi il problema di saper usare la corda per salire e scendere i circa 4 metri che portano dalla via di lizza alla marmifera.
Un giovane ben allenato può percorrere questo itinerario in tempi ridotti di almeno 1 ora, 1 ora e mezzo, ma chi scrive si ferma per fotografare e ha un passo tranquillo.
Il percorso è da evitarsi con ghiaccio e neve, è sconsigliato dopo le piogge e in estate è necessario portarsi dietro una buona scorta di acqua.
Traccia GPS