(LU-Stazzema) LA CULLA–CASE AI LECCI (605m)–RIPIANO DEI PENNATI (930 m)–MONTE GABBERI (1108m)–FOCE DI FARNOCCHIA (873 m)–CASE SENNARI (724 m)–SANT'ANNA LA CHIESA (655 m)–I MULINI (303 m)–LA CULLA (ANELLO)
ATTENZIONE!!!
Si raccomanda di consultare sempre lo stato dei sentieri poco prima di intraprendere l'escursione (Voce Menù "Sentieristica") oppure, ancor meglio, di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri.

Località di partenza:

La Culla (470m)

Località di arrivo:

La Culla (470m)

Dislivello mt.:

816

Tempo totale:

07 h

Difficoltà

EE

Punti di appoggio:

La Culla, Sant'Anna

Rifornimento acqua:

La Culla, Case Sennari, Sant'Anna La Chiesa

Tratti ferrata:

No

Sequenza sentieri:

107; sentiero NN; 4; sentiero NN

Tipologia percorso:

ND

Immagini del percorso (45)
Disclaimer
Descrizione itinerario
DATA ESCURSIONE: 26/02/2017



Qui un approfondimento sul Monte Gabberi.

NOTA: Evitando la cresta per la Foce di Farnocchia, come indicato nella relazione, la difficoltà dell'escursione diventa E.

Superato il cartello stradale de La Culla proseguiamo ancora qualche centinaio di metri fino a uno slargo-parcheggio dove arrivano anche le corriere e qua ci fermiamo. C’è anche una fontana, proprio sopra il minuscolo cimitero che si intravede tra le fronde. Presso la fontana ci sono le indicazioni del ristorante "Da Luciano", seguendo una stradina che scende alla locale chiesa e che percorreremo al ritorno. La zona del parcheggio è panoramica sulla piana di Camaiore, sul lago di Massaciuccoli e sulla costa.
Dobbiamo tornare indietro di una cinquantina di metri, seguendo i segni bianco-gialli della Traversata delle Frazioni Camaioresi e salire a sinistra per uno stradello cementato che porta ad alcune abitazioni. All’inizio ci sono indicazioni, alquanto stinte, del sentiero 107. Da qua iniziamo a prendere i tempi.
Lo stradello sale subito molto ripido e proprio dove diventa sterrato e si addolcisce si stacca, a 2', il sentiero 107 verso sinistra, invece i segni bianco-gialli continuano sullo stradello per le altre case presenti in zona e sono diretti a Greppolungo. Lungo il percorso troveremo altre diramazioni dirette a questo borgo del Comune di Camaiore.
Saliamo alcuni scalini di cemento, deviamo a sinistra e siamo sulla mulattiera molto ripida che costituisce il sentiero, subito c'è una prima deviazione sulla destra per Greppolungo.
Siamo in un fitto bosco di lecci dove il sentiero sale molto ripido e ben segnato. A tratti, è delimitato da muri a secco e sono presenti molte piante di pungitopo.
A 22’ siamo presso un gruppo di case ormai abbandonate (605 m), sono le Case ai Lecci. Questo è un antico borgo contadino, ormai in malora, in cui si riconoscono ancora pozzi di raccolta dell’acqua piovana e vasche scavate nella pietra e bei portali di pietra.
Il sentiero sale sulla loro sinistra, poi la salita si fa più dolce, con tratti di falsopiano. A 28' abbiamo, sulla nostra destra, un bel muro di sassi che costeggiamo per un po'. Continuiamo a salire e a 37' il bosco si fa più rado e vediamo di fronte a noi la cima del Gabberi, verso cui siamo diretti e, lontano sulla destra, il monte Prana con la sua croce sommitale.
Continuiamo nel bosco e a 44’ troviamo tracce di sentiero che provengono da destra, con indicazione "L'orrido A77" e una freccia segnalatrice per Greppolungo. Proseguiamo e a 51' ci troviamo alla Foce del Monte Arsiccio, una zona aperta e panoramica tra il monte omonimo e le pendici del Gabberi. Il panorama si apre sulla costa, su Camaiore e di fronte abbiamo il modesto ed erboso Monte Arsiccio (736 m) le cui pendici sono ricche di minerali, come avremo occasione di vedere più avanti.
Saliamo su facili rocce, arbusti e rari alberi e poi rientriamo nel bosco. A 01h 04' troviamo altre indicazioni di sentiero per Greppolungo, sulla destra. Subito dopo la stessa traccia si dirige verso sinistra (Sennari, Sant'Anna).
Proseguiamo e a 01h 15' troviamo un'altra indicazione per l'Orrido A77, verso destra. Saliamo e dopo 5', sulla sinistra, a pochi metri dal percorso, c'è una fonte con abbeveratoio scavato nella roccia.
Poi inizia un tratto scalinato e ripido (località La Piastra) che permette di superare una cintura rocciosa scavata dalle acque. Proseguiamo per qualche placca rocciosa, da fare con attenzione, quando il fondo è scivoloso, ma non c'è esposizione. [Qua perdiamo tempo a cercare il Ripiano dei Pennati.]
Poi il percorso curva a sinistra e diventa più tranquillo, proprio prima di riprendere la salita, sulla sinistra, a 01h 46', c'è il Ripiano dei Pennati, a pochi metri dal sentiero.
Questo è un balcone roccioso ben esposto al sole e panoramico sulla costa, sul quale sono incisi 15 pennati attorno a una profonda vaschetta, ci sono poi alcune iscrizioni illeggibili e alcune croci di cristianizzazione del sito oltre ad alcuni martelli di fattura recente. Alcune di queste incisioni sono molto consunte e poco visibili. È possibile che questo fosse un sito sacro alle popolazioni pre-romane della zona per cui le croci sono successive. Il luogo merita attenzione e cura e quindi evitiamo di danneggiarlo.
Dopo 10' riprendiamo il cammino, per aspra salita su rocce, che ci porta a 02h 09' presso delle placche rocciose, da cui, sulla sinistra, il panorama si apre sul Monte Lieto, con dietro la catena Apuana, dal Carchio fino al Corchia e sulla costa fino al Golfo della Spezia.
Seguiamo il percorso verso destra e saliamo alla cresta ovest che porta alla vetta del Monte Gabberi. Essa è molto panoramica sulle Apuane, adesso fino alle Panie. Il percorso non è difficile, tra spuntoni di roccia e vegetazione, avendo di fronte la vetta del monte con la croce sommitale.
A 02h 45' siamo presso la croce. L'ampio ripiano sommitale è straordinariamente panoramico sia sulla costa che sulle Apuane, nonostante la limitata altezza. Vediamo la piana di Camaiore, il lago di Massaciucoli e tutta la costa e se c’è visibilità è possibile vedere le isole dell’arcipelago. Il panorama è notevole su quasi tutte le Apuane settentrionali e, in particolare, sulle Panie e sulle Apuane meridionali.
Dopo una breve sosta riprendiamo il cammino a 02h 53', seguendo il sentiero 107 in direzione della Foce di San Rocchino.
Scendiamo per facili roccette carbonatiche che costituiscono il cosiddetto e altisonante Gradino Hillary. A 03h 03' siamo a un bivio, alla fine della discesa: il sentiero 107 prosegue verso destra diretto alla Foce di San Rocchino e, con deviazione, non numerata ma segnata, a Farnocchia. Noi seguiamo invece il sentiero segnato di bianco e rosso, ma non numerato, per la Foce di Farnocchia (presente modesta indicazione) che scende verso sinistra.
Il primo tratto è piuttosto ripido e va percorso con attenzione se il fondo è scivoloso. Poi diventa una evidente mulattiera che scende in maniera lieve.
A 03h 29' si evita una deviazione verso destra, si supera un vecchio capanno di cacciatori e, poco dopo, una vasca abbeveratoio, dopo la quale a 03h 33' siamo a un bivio: a sinistra scende una traccia segnata di bianco e rosso che va a recuperare il sentiero 4, poco sotto la Foce di Farnocchia. Questo percorso richiede circa un quarto d'ora ed è semplice, chi volesse evitare la crestina che noi percorreremo può semplificare così l'escursione (difficoltà E). Noi prendiamo verso destra, in lieve salita, seguendo segni blu di crinale.
All’inizio è tranquillo e in falsopiano, poi segue un brevissimo tratto sulle rocce, un po’ esposto, poi il percorso diventa più semplice e panoramico sul sottostante paese di Farnocchia, su Stazzema, Pomezzana, sulle Panie e monti circostanti.
Seguono altri tratti, non difficili, su roccette e, dopo aver costeggiato la quota 913, a 03h 53’, segue un breve canalino in discesa che percorriamo aiutandoci con la vegetazione, poi il sentiero continua sempre in discesa, ma più semplice e a 03h 55’ siamo alle Focette o Foce di Farnocchia, presso la quale una lapide marmorea ricorda Quentin Clewes (Annapaola Cancogni) scrittrice e traduttrice di famiglia versiliese che amava molto le montagne apuane. Qua la traccia blu continua per la vetta del Monte Lieto. La foce è attraversata dal sentiero 4 proveniente dalle Mulina e passante per Farnocchia e diretto a Sant'Anna e Valdicastello e pochi metri sotto la foce c'è una marginetta con icona marmorea voluta da Ottavio Bottari. Qua ci fermiamo a rifocillarci e a 04h 17' ci rimettiamo in cammino scendendo in direzione di Case Sennari (Sènnari) e Sant'Anna.
Scendiamo un paio di tornanti e troviamo a sinistra le indicazioni per il Monte Gabberi, si tratta del sentiero di cui abbiamo detto prima che permette di evitare la cresta.
Scendiamo ancora per tornanti e a 04h 33' troviamo sulla sinistra l'indicazione per una palestra di arrampicata della parete ONO del Gabberi.
Continuiamo la discesa e, dopo aver superato una rudimentale teleferica, a 04h 37' arriviamo presso una bella marginetta, ben restaurata, con icona marmorea della Madonna col Bambino (Giovanni di Matteo Gamba) del 1773, posta in posizione panoramica sulla costa e sul Monte Gabberi di cui si vede la croce (siamo in Località Gola).
Continuiamo per ameno saliscendi nel bosco e dopo 10' siamo nei pressi di una captazione di acqua con rubinetto.
Scendiamo ancora e a 04h 53' siamo sulla strada asfaltata, presso la località Case Sennari, in prossimità del Ristorante "La Veduta" (è presente una fontana).
Prendiamo verso destra per la strada, superiamo una marginetta e poi le case della Vaccareccia e a 05h 01' lasciamo al strada per scendere verso sinistra, imboccando il sentiero (presenti le indicazioni).
Costeggiamo una casa presso cui c'è una fonte e scendiamo per mulattiera, a 05h 07' superiamo un ponte poi passiamo vicino a un gruppo di case, sulla destra in alto, vicino alle quali c'è una zona sosta con panche di legno. In tutto questo tratto prosperano i crochi in piena fioritura.
A 05h 16' arriviamo all'ampio piazzale intitolato ad Anna Pardini, la vittima più piccola (solo 20 giorni) dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema del 12 agosto 1944.
Seguendo la strada asfaltata ci dirigiamo verso la vicina Chiesa intitolata a Sant'Anna (XVI secolo) [Ricordiamo che Sant'Anna di Stazzema è formata da numerose borgate o gruppi di case, tra cui la Chiesa, la Vaccareccia, Case Sennari, la Culla]. Da qua si vede bene il Monumento Ossario dei Martiri di Stazzema, inoltre c'è la vecchia scuola elementare trasformata in Museo Storico della Resistenza e qua inizia la Via Crucis che porta all'Ossario.
Torniamo indietro di qualche metro e scendiamo a destra ai lavatoi. Qua inizia la mulattiera per Valdicastello, oggi sentiero 4, anche se non è indicata con i segni bianco-rossi del Cai, comunque il tragitto è evidente. La mulattiera costeggerà il Canale delle Piastre e poi quello dei Mulini.
Il primo tratto è per tornantini lastricati e ripidi, con un certo degrado per alberi caduti e spazzatura. In questo primo tratto umido prospera il Galanthus Nivalis (bucaneve). A 05h 35' passiamo su un ponte in cui confluiscono due canali che vanno a formare il Canale delle Piastre che teniamo a destra in basso.
Il percorso adesso è ameno, in lieve discesa e di fronte abbiamo il Gabberi. Dopo 10' dal ponte siamo sulla strada asfaltata che porta alla Culla e poi alla Via Sarzanese. La seguiamo per qualche decina di metri e poi scendiamo a destra (presenti indicazioni).
Il primo tratto è ripida discesa nel bosco. A 05h 51' passiamo presso dei ruderi e 5' dopo siamo su un altro ponte sul Canale dei Mulini. Le rocce del fondo del canale hanno uno straordinario color giallo ocra, dovuto al deposito di minerali che scendono con le acque dalle sovrastanti miniere di ferro e bario del Monte Arsiccio. Lo spettacolo è notevole e ci accompagnerà, ma ricordiamo che l'alta presenza di minerali rende le acque inadatte alla vita della fauna.
Continuiamo e a 06 ore siamo presso una casetta cui segue il residuo di una sbarra lungo lo stradello che stiamo percorrendo.
A 06h 07' siamo a un bivio: a sinistra sale uno stradello sterrato che va a recuperare la strada principale. Noi proseguiamo per il sentiero e dopo 2' siamo nei pressi di una marginetta coperta di vegetazione e priva di icona.
Proseguiamo per l'ampio stradello e a 06h 26' siamo presso un cartello: a destra, a poca distanza, ci sono due mulini (Molino di Sant'Anna) a quota 303 m. I due edifici erano a servizio delle comunità di Sant'Anna, di Valdicastello e della Culla per macinare grano, granturco e castagne e ormai sono abbandonati.
Proseguiamo e dopo 3', sulla sinistra, sale una traccia ampia ed evidente che porta alla Culla. Lasciamo quindi il sentiero 4 diretto a Valdicastello che prosegue a destra e saliamo.
Il percorso è evidente. Ma ogni tanto ci sono delle frecce rosse. La mulattiera presenta qualche tratto ripido e altri più semplici, anche in falsopiano (questo tratto di sentiero percorre il territorio dei tre Comuni di Stazzema, Pietrasanta e Camaiore). In qualche breve tratto c'è un po' di degrado a causa di lievi frane.
Finalmente a 06h 56' siamo alle case più basse della Culla da cui saliamo verso sinistra diretti alla chiesa.
A 07h 03' siamo nel piazzale della Chiesa dedicata a Sant'Antonio da Padova e agli Angeli Custodi (secolo XVII).
Seguiamo la strada verso sinistra e in breve ci ritroviamo presso il parcheggio da dove siamo partiti, abbiamo impiegato 07h 09'.
Viste su mappa: Come arrivare e Itinerario
Usciti da Pietrasanta si prende la via Sarzanese per 2 km poi alla prima rotatoria (3,5 km) si devia a sinistra, si supera Monteggiori (6 km) e si arriva a La Culla (9,3 Km).
Note
Questa escursione presenta un breve tratto per escursionisti esperti che è però evitabile seguendo un altro sentiero.
È lunga e richiede allenamento per superare un buon dislivello. È però appagante per i panorami e le importanti testimonianze storiche che offre: interessante il borgo abbandonato di Case ai Lecci e straordinario è il Ripiano dei Pennati, testimonianza di antica religiosità dei Liguri-Apuani.
La vetta del Gabberi è estremamente panoramica e Sant'Anna testimonia la follia omicida della guerra che qua ha così profondamente colpito.
Avendo tempo è consigliabile visitare il Museo e il Monumento Ossario dei Martiri dell'eccidio. La mulattiera per Valdicastello offre lo spettacolo delle rocce color ocra del ruscello che scende dalle Miniere di Monte Arsiccio e più avanti i resti dei Mulini.
I tempi dell'escursione possono essere ridotti, ma è bene dedicare un po' di tempo a visitare i borghi attraversati e a godere delle bellezze naturali.
Traccia GPS