(LU-Stazzema) ARNI (916m) - PASSO FIOCCA (1550 m) - PASSO DI SELLA (1550 m) - ARNI (916m) [ANELLO]
ATTENZIONE!!!
Si raccomanda di consultare sempre lo stato dei sentieri poco prima di intraprendere l'escursione (Voce Menù "Sentieristica") oppure, ancor meglio, di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri.

Località di partenza:

ARNI (916m)

Località di arrivo:

ARNI (916m)

Dislivello mt.:

770

Tempo totale:

06 h 45'

Difficoltà

EE

Punti di appoggio:

Arni

Rifornimento acqua:

Arni

Tratti ferrata:

No(brevi tratti assicurati)

Sequenza sentieri:

raccordo NN; 144; 31 (via di cava); via di cava

Tipologia percorso:

ND

Immagini del percorso (55)
Disclaimer
Descrizione itinerario
DATA ESCURSIONE: 27/05/2018



Lasciata la provinciale, nei pressi di Arni, entriamo nel piccolo borgo e troviamo subito un parcheggio dove ci fermiamo.
[Arni è la frazione più settentrionale e più alta del comune di Stazzema. Essa si trova nel versante garfagnino, alle sorgenti della Turrite Secca, a nord-est del Monte Altissimo.
La valle di Arni ha forma longitudinale, in direzione da ovest a est, per un'estensione di circa 3 Km. Essa è dominata dal Monte Macina e dal Monte Fiocca ed è chiusa dal Sella. I monti che la circondano sono ricchi di minerali, in particolare di marmo.
Il borgo nacque agli inizi del 1800 da preesistenti abitazioni di pastori e nel 1822 fu costruito dagli abitanti l’oratorio di S. Agostino (il campanile invece è successivo). I giacimenti marmiferi furono sottoposti a intenso sfruttamento, che sconvolse, l’aspetto della valle a partire dalla fine del XIX secolo a causa dell'apertura della Galleria del Cipollaio, ma lo sfruttamento, intensivo e velleitario, durò poche decine di anni.
Oggi le cave sono quasi tutte abbandonate e questo ha portato allo spopolamento del borgo. La strada marmifera presente nella valle conduce verso le cave Ronchieri del versante massese del Monte Sella invece ancora attive. Attiva è pure la cava del Faniello. Ancora oggi l'attività economica prevalente è quella legata all'estrazione del marmo.]

Il sentiero che seguiremo è il 144 per Passo Sella che si può prendere anche pochi metri dopo il parcheggio, seguendo la strada asfaltata. Noi comunque seguiamo la traccia alternativa che sale dal parcheggio.
[Ricordiamo che da parte opposta salgono i sentieri 33 e 155, con tratto comune iniziale. Il primo diretto al Pasquilio, passando dalle Gobbie e dal Passo degli Uncini. Il secondo diretto al Passo di Sella passando dallo Schienale dell'Asino.]

Saliamo alcuni scalini e troviamo subito una fontana sulla sinistra. In pochi minuti siamo di nuovo sulla via asfaltata (e sul sentiero) che ci porta, andando a destra in salita, alle Case di Oriali a 7', presso di esse il sentiero sale, ben segnalato a destra con una breve scalinata iniziale. Alcune delle case sono state risistemate in maniera gradevole e molto rispettosa del luogo.
Adesso seguiamo delle balze erbose piuttosto ripide, con bella vista sul Monte Altissimo e sul Macina, in questo periodo la vegetazione erbosa è molto rigogliosa.
Più in alto poi il sentiero passa attraverso fastidiosi ginestroni che stanno invadendo la sede del sentiero stesso e si comincia a vedere, in basso, il paese di Arni.
Ancora più in alto il sentiero sale per facili rocce scalinate e a 38’ siamo sulla cresta rocciosa. presso una palina segnaletica, la vista adesso si allarga al monte Fiocca, che abbiamo di fronte, e al gruppo delle Panie e, a sinistra, al monte Macina e al Sella.
La cresta sale, ma in maniera non molto ripida. mantenendosi sempre molto panoramica e ricca di interessanti fioriture, tra cui moltissime orchidee.
A 1h 23’, dopo un breve tratto su terreno erboso, siamo alla base della parete del Fiocca e proseguiamo sulla destra per un tratto scalinato nel marmo, il sentiero è sempre ben segnato. Il tratto deve essere percorso con attenzione e piede sicuro e, in caso di fondo scivoloso, è bene tornare indietro.
Dopo una decina di minuti troviamo l’ingresso di una modesta grotta (Buca dei Corvi) e poi segue un tratto su roccette, paleo e terra.
A 1h 43’, presso un palo di legno, il sentiero gira a destra, seguendo la conformazione del monte (cresta sud-est). Poco dopo cominciamo a vedere l’inconfondibile sagoma a panettone del Monte Sumbra e a 1h 50’ siamo al Malpasso (1415 m), da cui scendiamo a sinistra in direzione del bosco del Fatonero, per un tratto di rocce scistose che bisogna percorrere con un po’ di attenzione.
All'inizio è presente un tratto di corda metallica, posta in loco di recente, che ci aiuta nella discesina., poi riprendiamo a salire e poco dopo c'è un altro tratto di corda metallica, dopo il quale entriamo nel bosco del Fatonero a 02h 05'.
[Il nome Fatonero deriva da faggio, infatti il bosco è una faggeta, e dal fatto che essendo molto fitto non lascia passare i raggi del sole. Da lontano esso appare come una macchia verde-nera. Nella fantasia popolare il bosco era abitato da spiriti e folletti, tra cui il famigerato Linchetto, dispettoso e disturbatore sia di uomini che di animali. Queste storie sono sopravvivenze di miti e riti dei Liguri Apuani e del loro culto degli alberi e degli spiriti tutelari delle foreste a cui si sono sovrapposti poi miti latini e germanici.]
Il sentiero prosegue ameno nella frescura del bosco, supera alcuni rivoli d'acqua e una piccola prateria a lamponi che si trova presso un rudere sulla destra.
A 02h 23' siamo fuori dal bosco e proseguiamo a mezzacosta con il sentiero inciso nel paleo e panoramico sul gruppo delle Panie. Di fronte c'è il Passo del Contapecore dove arriviamo a 02h 43'.
Il passo è una selletta panoramica, presso un poggio a quota 1482 metri, con indicazioni di sentiero e una stele di ardesia piena di nomi. La sella è una ventina di metri più bassa del poggio che fa parte del contrafforte che separa la Valle dell’Anguillaia da quella del Fatonero. Proprio di fronte a noi c’è il Sumbra con la sua imponenza e dall’altra parte il Fatonero che abbiamo appena percorso.
[Il passo deriva il nome dall’abitudine che avevamo i pastori di contare le loro pecore in questo luogo, poiché era inevitabile che i greggi si mischiassero tra la Valle del Fosso del Fatonero e quella del Fosso dell’Anguillaia.] Continuiamo in salita, inizialmente per un tratto erboso, poi risaliamo roccette e, infine, percorriamo un bel tratto su un lastrone di marmo che ci porta al Passo di Fiocca (3h 10’). Il passo è molto panoramico sul monte Fiocca e il Sumbra, sulle Panie e sul gruppo Sella, Tambura, Roccandagia, in basso vediamo la Valle dell’Edron e il lago di Vagli.
Sulla destra il sentiero 145 porta alla vetta del Monte Sumbra per poi continuare per Capanne di Careggine. Noi seguiremo il sentiero 144 per Passo di Sella.
Quindi continuiamo a salire per la lastronata dove prosperano belle fioriture di Genziana di Clusio, Genziana verna, Androsace villosa e qualche esemplare del minuscolo Galium paleoitalicum che ci attardiamo a fotografare.
Dopo una decina di minuti ci spostiamo verso destra per traccia erbosa e a 03h 32' siamo a una selletta da cui è possibile salire alla vetta del Monte Fiocca, questo è il punto più alto dell'escursione a 1604 m (qua una traccia non segnata riporta sul sentiero 144).
Adesso il sentiero scende verso sinistra con qualche tratto anche ripido, sulla destra abbiamo l'erboso Monte Croce. La zona è ricchissima di fioriture di Anemone ranuncoloides con le sue belle fioriture gialle e di Primula orecchia d'Orso sulle rocce e qualche esemplare di Pulsatilla alpina. Naturalmente le fioriture sono abbondanti anche di altre specie più comuni. Il sentiero continua con traccia pianeggiante, lasciando a destra una conca erbosa. Nel complesso la zona è piuttosto appenninica e poco apuana.
Continuiamo con tratti tranquilli e a 04h 08' scendiamo per tratto ripido su roccette, da percorrere con piede sicuro, che ci porta in 4' a un primo boschetto di faggi.
Poi ne segue un secondo più fitto nel quale prima scendiamo e poi saliamo, superiamo alcune roccette umide con attenzione e, a 04h 21', affrontiamo un breve tratto di salita attrezzato con un vecchio cavo metallico.
Poi il sentiero riprende a scendere fino ad arrivare a 04h 29' nei pressi di un rudere di pastori che rimane sulla destra, nei pressi di una radura.
Qua prendiamo a salire verso una piccola sella, con qualche tornantino ripido più in alto. Arriviamo alla selletta a 04h 53', qua verso sinistra c'è una traccia per salire al Fiocca in cresta. Di fronte a noi abbiamo Macina e Sella e, verso destra, il Passo di Sella verso cui siamo diretti.
Per facile tratto erboso a a 06h 08' siamo al Passo di Sella, sotto il monte omonimo. Esso è un passo erboso, dall’aspetto appenninico, tra le valli di Arni e di Arnetola. Qua arriva il sentiero 31 da Arni (la via di cava) che poi scende per Arnetola. Dal Passo del Vestito arriva il sentiero 150 che si innesta nel 155 proveniente dal Rifugio Puliti e, infine, dalla Focetta dell’Acqua Fredda arrivava il sentiero attrezzato Vecchiacchi, attualmente non percorribile poiché alcuni tratti sono stati danneggiati dalle frequenti scariche di sassi e il cavo metallico non dà più sicurezza. Inoltre una deviazione della marmifera porta alla cava Ronchieri dopo aver traforato la dorsale Sella-Macina.
Sono presenti un crocifisso ligneo, varie lapidi commemorative e i resti di una maestà ormai diruta. La prima lapide ricorda la morte nel 1951 di due giovani studenti di Viareggio (Fabio Mari e Franco Andrei) caduti sull’Alto di Sella.
Qua fu costruito, nel 1963, un rifugio prefabbricato dal Cai di Livorno che ebbe vita effimera: fu distrutto da una tempesta due settimane dopo l’inaugurazione e mai più ricostruito.
Il panorama è aperto su Macina, Sella, Focoletta, Tambura e Roccandagia. Dopo una breve sosta di un quarto d'ora riprendiamo il cammino. Ci aspetta la parte più noiosa dell'escursione, cioè la discesa per la marmifera che costituisce il sentiero 31. Dopo 5' troviamo, sulla destra, le indicazioni per una fonte a 30 metri, proprio all’inizio del torrente Tùrrite Secca che scende a formare la vallata che da Arni porta a Castelnuovo Garfagnana, in quest’ultima località il torrente confluisce nel Serchio.
Alcuni tratti di discesa sono ripidi, ma il fondo della marmifera, che si sviluppa a tornanti, è buono. A 06h 57' arriviamo presso una vecchia cava e più avanti arriviamo a un piazzale con ruderi di una torretta e resti di cave dismesse, sia a destra che a sinistra.
Scendiamo ancora e a 06h 12' a sinistra c'è l'indicazione per la Cava Faniello che è attiva. Continuiamo la discesa trovando altri ruderi e a 06h 23' siamo presso l'indicazione del sentiero 31 che lascia la marmifera per il vicino Rifugio Puliti, da cui proseguirà per le cave delle Cervaiole dove si interrompe.
Noi scendiamo per la marmifera, in breve siamo sulla strada asfaltata, superiamo alcuni box metallici e le prime case di Arni e a 06h 45' terminiamo l'escursione.
Viste su mappa: Come arrivare e Itinerario
Da Massa, passando per Altagnana e Antona (8,4 km) si imbocca la galleria del Vestito (18,1 km) che porta in provincia di Lucca. Si continua e si supera una seconda galleria (del Castellaccio) dopo la quale alla prima curva a U si devia a sinistra e dopo 100 m si trova il parcheggio (21 km). Da Seravezza si segue la strada provinciale di Arni (strada del Cipollaio), si lascia sulla destra il bivio per Ponte Stazzemese, e si arriva poco dopo alla deviazione per Retignano e poi a quella per Levigliani (12 km), si supera il bivio per Terrinca. Poi si continua fino alla Galleria del Cipollaio (20 km) e presso la località Tre Fiumi (20 km) si prosegue a sinistra per Arni superando Campagrina e la chiesa e al curvone a U si devia a destra per il parcheggio (22,7 km). Provenendo da Castelnuovo Garfagnana servono 16,7 km per arrivare a Tre Fiumi e 19,6 per arrivare al parcheggio di Arni.
Note
Questa escursione è un anello del Monte Fiocca. Il percorso richiede allenamento per il dislivello e attenzione in alcuni tratti che giustificano la difficoltà EE.
Innanzitutto c'è da percorrere un tratto su roccia, anche se scalinato, alle pendici del Fiocca. Poi c'è la discesina al Malpasso, oggi attrezzata con un cavo d'acciaio in due tratti prima del bosco. Inoltre nel bosco verso il Passo di Sella c'è un altro breve tratto attrezzato e qualche tratto da fare con attenzione, sempre su roccia. Il resto del percorso è di normale difficoltà, ma sconsigliamo di affrontare questa escursione con neve, ghiaccio e anche semplicemente con la pioggia che può rendere insidioso qualche passaggio su roccia.
I panorami sono notevoli su Fiocca, Sumbra, Panie, Macina, Sella e Tambura. In questo periodo notevoli sono le fioriture, dalle orchidee, alle genziane, alle primule orecchia d'orso e all'anemone ranuncoloide.
Il ritorno prevede di scendere per una lunga marmifera assolata con grande pazienza, per evitare la marmifera occorre affrontare l'impegnativo sentiero 150 e poi il 155 per tornare ad Arni, ma si allungano i tempi dell'escursione.
Per quanto riguarda i tempi essi possono essere ridotti per escursionisti giovani e non facendo molte foto.
Traccia GPS