(LU-Seravezza) LE GOBBIE – INNESTO SENT.155 (1045 m) – PASSO SELLA (1500 m) – RIFUGIO PULITI (1013 m) – LE GOBBIE (ANELLO)
ATTENZIONE!!!
Si raccomanda di consultare sempre lo stato dei sentieri poco prima di intraprendere l'escursione (Voce Menù "Sentieristica") oppure, ancor meglio, di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri.

Località di partenza:

LE GOBBIE (1037 m)

Località di arrivo:

LE GOBBIE (1037 m)

Dislivello mt.:

565

Tempo totale:

06h 15'

Difficoltà

EE+

Punti di appoggio:

Albergo Ristorante Le Gobbie – Arni – Rifugio Puliti

Rifornimento acqua:

Rifugio Puliti /esterno)

Tratti ferrata:

No

Sequenza sentieri:

42/150; 150; 31; 31/33: 33

Tipologia percorso:

Il percorso è interamente su sentieri Cai, comprese le vie marmifere

Immagini del percorso (69)
Disclaimer
Descrizione itinerario
(ESCURSIONE DEL 09/11/2008 - REVISIONE del 05/09/2021)




È necessario leggere attentamente le note a questa escursione. La cresta del Vestito è di difficoltà EE+ presentando alcuni tratti con passaggi di 1° grado ed un po’ di esposizione .

L'escursione inizia dall'ampio spiazzo delle Gobbie (1026 m) situato da parte opposta rispetto all'omonimo albergo ristorante. Provenendo dalla Galleria del Vestito si trova poco distante dall'imbocco della stessa. Qua inizia il sentiero 41 (Le Gobbie - Foce del Frate - Colle della Tecchia) e transita il 33 (Pasquilio-Passo degli Uncini-Arni). Quest'ultimo lo percorreremo, in parte, al ritorno per chiudere l'anello. Con entrambi i sentieri è possibile, con deviazioni su altri sentieri, salire all'Altissimo. Noi adesso seguiremo interamente il sentiero 150 (Le Gobbie-Passo Sella) che nel tratto iniziale coincide con il 42 (Le Gobbie-Passo del Vestito-Renara).
Il primo tratto coincide con la strada asfaltata che seguiamo in salita verso la Galleria del Vestito. In 3' siamo presso la galleria dove inizia una marmifera che seguiamo (presenti indicazioni). A sinistra ci sono le pendici del Monte Pelato, mentre sulla destra le propaggini del Macina. Vediamo (o vedremo) il Macina, parte dello Schienale dell'Asino e anche la cava Ronchieri, addossata al monte Sella.
A 8' la via di cava sale a sinistra diretta alle cave del Pelato, subito dopo sulla destra sale il sentiero 150. Invece il 42 prosegue per il vicino Passo del Vestito e poi scenderà (impegnativo) verso Renara.
Il sentiero 150 adesso inizia a salire tra rocce, arbusti e qualche raro albero e più avanti il panorama si apre sul monte Pelato e sull’Altissimo a sinistra, mentre sulla destra, in basso, scorre il Canale Buro, tributario del Canale delle Gobbie.
A 18’ il sentiero passa per sfasciumi e la visuale si apre sul Macina e sul Sella, a 26’ siamo in un punto panoramico stupendo con una visuale che dalla costa arriva al Sagro, Grondilice, Contrario, Cavallo e Sella e, in basso, abbiamo l’orrida valle di Renara. Questa visuale ci accompagna per un po’, mantenendosi il sentiero in cresta, tra pinnacoli rocciosi (questa è la Cresta del Vestito). A 40’ arriviamo a una selletta panoramica, tra l’altro sulle cave Ronchieri, e proseguiamo a destra su roccette agevoli.
A 50’ entriamo in una bella faggetta in cui il sentiero sale molto ripidamente a tornanti, esce dal bosco e arriva a 01h 17' allo Schienale dell'Asino (1372 m). Qua arriva il sentiero 155 (Arni-innesto 150).
[Anche Schiena dell'Asino. È la cresta che scende da quella del Vestito in direzione sud. Dalla quota 1385 (dove si raccordano i sentieri 150 e 155) scende verso sud. In realtà oggi si tende a chiamare (impropriamente) in questo modo la parte della Cresta del Vestito che scende dalle pendici del Macina.]
Adesso proseguiamo in direzione nord verso le pendici del Monte Macina e ci aspetta il tratto più impegnativo dell'escursione, cioè la prima parte della cresta che poi termina alla base del monte Macina. La cresta è molto panoramica sulla valle di Arni, dominata dal monte Fiocca e solcata dalla marmifera/sentiero 31 che percorreremo al ritorno. Sulla sinistra il panorama si apre sulla valle di Renara, sulla costa e sul golfo della Spezia, mentre di fronte abbiamo il Macina e le Apuane settentrionali, dal Sagro al Sella.
Il sentiero costeggia e aggira pinnacoli e torrioni calcarei con un minimo di esposizione e serve, in alcuni tratti, aiutarsi con le mani e mantenere sempre la giusta concentrazione. Ci sono appoggi per i piedi e appigli per le mani, facendo attenzione alla stabilità delle rocce. Comunque i segni indicano chiaramente qual è il percorso più adeguato, il sentiero è a saliscendi con prevalenza di discesa.
A 01h 45' terminiamo la parte più difficile e proseguiamo per il tratto finale della cresta, estremamente panoramico, che ci porta a 02h 02' ad alcuni vecchi tralicci dell'elettricità e alla sella 1377, alle pendici del Macina, che ci appare come una imponente piramide che ci sovrasta. Notiamo tra la vegetazione molti esemplari, ormai secchi, di Orobanche apuana (volgarmente succiamele) parassita della Santolina pinnata. Questa pianta è stata classificata di recente come endemita apuano e nel tratto fino al Passo di Sella è particolarmente diffusa.
Adesso il sentiero devia verso destra, in leggera discesa, su lastroni e sfasciumi di marmo, poi riprende a salire lievemente fino a 02h 14', quando la salita si fa più ripida e il sentiero aggira la cresta est del Macina. Poi segue un tratto di salita più lieve e iniziamo a vedere di fronte a noi il monte Sella con le sue gobbe.
A 02h 27' siamo alla base del tratto finale di salita che ci porta a 02h 35' a un bivio, dove segni blu sulla sinistra indicano la via di salita al Macina. Adesso il sentiero scende lievemente mantenendosi a mezza costa rispetto al Macina. Il primo tratto è nel paleo poi il fondo è roccioso o a sfasciumi.
A 02h 50' riprendiamo a salire e a 03h 04' siamo sulla marmifera (1471 m). Questa continua a sinistra per la panoramica cava Ronchieri, dopo aver superato una galleria (dalla cava è possibile salire alla vetta del Sella). A destra invece la marmifera scende verso Arni come sentiero 31. Di fronte a noi una traccia recintata, a destra, porta al Passo di Sella, verso il quale ci dirigiamo.
A 03h 08' siamo al passo (1494 m). Questo passo erboso dall'aspetto appenninico è importante crocevia di sentieri: il 31 (Cave Cervaiole-Passo Sella-Arnetola) scende per Arnetola (tratto conosciuto come sentiero della Todt, poiché fu risistemato come strada militare durante la seconda guerra mondiale dall'organizzazione tedesca Todt) e da parte opposta scende verso Arni (noi lo seguiremo). Il sentiero 144 va a Passo di Fiocca e poi ad Arni. Inoltre la vecchia via ferrata Vecchiacchi, non più percorribile, arrivava alla Focetta dell’Acqua Fredda. Oggi di questa rimane una traccia segnata in blu che sale alla vetta del Sella con percorso che presenta qualche asperità.
Nel 2018 è stata sistemata la marginetta che era ridotta a rudere, in essa c'è oggi un bassorilievo marmoreo di Sant'Agostino, santo caro sia agli abitanti di Arni che a quelli di Vagli. Dietro alla marginetta ci sono alcune lapidi commemorative che sarbbe bene murare all'interno della marginetta stessa. Poco distante c'è poi un crocifisso ligneo.
Qua fu costruito, nel 1963, un rifugio prefabbricato dal Cai di Livorno che ebbe vita effimera: fu distrutto da una tempesta di vento solo due settimane dopo l’inaugurazione e mai più ricostruito.
Il passo è molto panoramico sul Macina e la cresta che lo unisce al Sella e su quest'ultimo monte, sulle pendici del Fiocca. Poi si vede la Tambura e la Roccandagia e dietro l'Appennino.
Dopo una breve sosta scendiamo a 03h 20'. Percorreremo il sentiero 31 che all'inizio coincide con la marmifera. Questa presenta tratti di discesa piuttosto ripidi, ed è in buono stato e costeggia diverse cave, alcune abbandonate e altre ancora attive. Dopo circa 10' sulla destra troviamo alcune vecchie indicazioni per una fonte a 30 metri, proprio all’inizio del torrente Tùrrite Secca che scende a formare la vallata che da Arni porta a Castelnuovo Garfagnana, in quest’ultima località il torrente confluisce poi nel Serchio. Scendiamo per tornanti più o meno lunghi, passando per vecchi piazzali di cava, costeggiamo ruderi e a 04h 28', presso una curva, troviamo le indicazioni del sentiero 31 (989 m). Ricordiamo che in passato il sentiero proseguiva per la marmifera fino ad Arni per poi risalire al rifugio, adesso lo stesso evita il tratto finale della marmifera. Il primo tratto è un'ampia via di lizza che in un paio di minuti porta a una cava abbandonata, che lasciamo a destra. Prosegue poi come traccia in salita a mezzacosta su rocce e poi diventa un saliscendi erboso con di fronte la zona del Rifugio Puliti.
A 04h 58' sulla destra (1014 m) si stacca il sentiero 155 (presenti indicazioni). Dopo 5' siamo al Rifugio Puliti (1004 m) del Cai Pietrasanta dove ci abbeveriamo alla fontana, al momento il rifugio è chiuso per manutenzione. Dal rifugio scende un sentiero per la strada che costituisce la parte iniziale dei sentieri 33/155. Noi proseguiamo in salita sul 31/33. Costeggiamo alcune abitazioni ben tenute e colorate (Case Giannelli) poi salendo altre costruzioni e ruderi e sulla destra vediamo una bella vasca intagliata nel marmo.
A 05h 17' siamo sul pianoro sommitale dove sulla destra scende il sentiero 33. Proseguiamo e subito dopo sulla sinistra scende il sentiero 31 per la zona del Castellaccio mentre a destra ci sono tre croci metalliche che ricordano il Calvario, a 05h 20' siamo alla Madonna del Cavatore (1062 m). Oltre alla statua della Madonna che guarda verso Arni c'è un altarino in marmo e alcune stele ricordo. Il pianoro è molto panoramico sui monti Macina (che da qua appare come una piramide maestosa), Sella e Fiocca, sull'Altissimo, sul Monte dei Ronchi, Freddone, Corchia, Pania della Croce.
Sostiamo un quarto d'ora poi a 05h 34' scendiamo con il sentiero 33. Esso segue a mezza costa le ultime pendici del Macina, su paleo e poi su roccia. Molte sono le fioriture di carlina e di calluna.
Poi entra, dopo 10', in un boschetto di faggi, seguono tratti di bosco degradato che ci portano a 06h 12' all’Albergo Ristorante le Gobbie, poi alla strada e a 06h 14' chiudiamo l'anello arrivando al piazzale delle Gobbie.
Viste su mappa: Come arrivare e Itinerario
Da Massa, passando per Altagnana e Antona (8,4 km) si supera la galleria del Vestito che porta in provincia di Lucca. Fatti pochi metri si trova uno spiazzo sulla destra (19 km), di fronte al bar ristorante Le Gobbie, dove è semplice parcheggiare.
Da Seravezza si segue la strada provinciale di Arni (strada del Cipollaio), si lascia sulla destra il bivio per Ponte Stazzemese, e si arriva poco dopo alla deviazione per Retignano e poi a quella per Levigliani (12 km), si supera il bivio per Terrinca. Poi si continua fino alla Galleria del Cipollaio (20 km) e presso la località Tre Fiumi (20 km) si prosegue a sinistra per Arni (22,9 km), si supera una galleria e si arriva alle Gobbie (24,6 km). Provenendo da Castelnuovo Garfagnana servono 16,7 km per arrivare a Tre Fiumi e 21,5 per arrivare alle Gobbie.
Note
il sentiero è particolarmente panoramico sulle Apuane settentrionali e centrali, in particolare sulla Valle di Renara, sul Macina e sul Sella.
Il primo tratto della cresta del Vestito è semplice, ma faticoso e offre notevoli punti panoramici, dove è bene non sporgersi. La cresta dopo l'innesto del sentiero 155 è a sua volta molto panoramica, presenta però passaggi di primo grado in cui è necessario aiutarsi con le mani ed avere esperienza della roccia apuana, che richiede sempre molto rispetto. Attenzione quindi agli appigli e agli appoggi per evitare massi non sicuri che potrebbero cedere. Inoltre in alcuni tratti c’è un po’ di esposizione. Quindi il percorso è adatto solo ad esperti ed è da effettuarsi esclusivamente in condizioni di bel tempo e nella bella stagione evitando nella maniera più assoluta di percorrerlo con il ghiaccio.
Di interesse sono poi il Passo Sella e il ripiano della Madonna del Cavatore. I tempi sono riducibili senza soste per fotografare e con il passo dei giovani escursionisti.