FIORDALISO RAGNATELOSO
(Centaurea arachnoidea)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
21 luglio 2010

(f.f.) il fiordaliso giallo, pur con qualche incertezza nella classificazione, è endemismo esclusivamente apuano il cui areale di distribuzione si trova quasi esclusivamente nel comune di Carrara. Esso è relativamente diffuso nel suo areale, ma non dobbiamo dimenticare che è pianta rara, soggetta a rischio legato all’attività estrattiva e quindi protetta. Il bellissimo fiore giallo quindi deve essere solo fotografato e mai colto.

GENERE CENTAUREA

Famiglia Asteraceae.

Centaurea L. Classificata da Linneo nel 1753.

Fiordaliso ragnateloso (Centaurea arachnoidea)

Altre notizie sul genere Centaurea si trovano sull’articolo dedicato alla Centaurea montis-Borlae, pubblicato sempre in questa rubrica.

Il nome generico dovrebbe essere pronunciato centaurèa, anche se è accettata la forma centàurea meno corretta. Esso deriva dal latino centaurēum usato per nominare queste piante. Il termine latino a sua volta deriva dal greco Κένταυρος (= centauro, mostro mitologico metà uomo e metà cavallo) e dall’aggettivo derivato Κενταύρειος (= centaureo, centaurico). Infatti Κείρων (= Chirone), considerato il più saggio e il più sapiente dei centauri, guarì molti eroi, anche con l’uso della centaurea, pianta amarissima e medicamentosa. Altre leggende dicono invece che egli stesso usò la pianta per curarsi.

In realtà le piante di questo genere non hanno reali proprietà medicamentose, se non un blando effetto digestivo, per cui anche l’attività medicamentoso deve essere considerata mitologica.

Il genere comprende oltre 600 specie erbacee perenni, annuali o biennali che vegetano nelle zone temperate dell’emisfero boreale, in particolare nella zona mediterranea e in Asia sud-occidentale. Esse sono caratterizzate da capolini di fiori, solitari o riuniti in pannocchie, con i colori che variano dal bianco al giallo al rosso e al blu. I fiori sono tutti tubulari e quelli della periferia, per lo più sterili, si aprono in ampi lobi. L’involucro dell’infiorescenza è formato da brattee che ricordano il carciofo e possono essere anche spinose. I frutti sono acheni.

Esistono difficoltà classificatorie a causa di polimorfismi e molte specie europee sono endemiche e a rischio di estinzione, entrambe le considerazioni valgono anche per la specie oggetto di questo articolo.

CENTAUREA ARACHNOIDEA

Centaurea rupestris L. Classificata da Linneo nel 1763.

Centaurea arachnoidea Viv. Classificata da Domenico Viviani[1] nel 1804.

Conosciuta anche come: Centaurea arachnoidea Viv. subsp. arachnoidea, Centaurea rupestris L. subsp. rupestris, Centaurea rupestris L. subsp. arachnoidea Viv.

Conosciuta volgarmente come: fiordaliso delle Apuane, fiordaliso giallo, fiordaliso ragnateloso.

Incertezze classificatorie fanno sì che questa pianta sia inclusa nella specie Centaurea rupestris L. come sottospecie rupestris, ma essa è sicuramente dotata di propria individualità che dovrebbero dargli dignità di specie distinta, come già fece il botanico ligure Viviani nel 1804. Al momento, comunque, manca ancora la conferma ufficiale del fatto che la Centaurea arachnoidea sia una specie distinta per cui rimane un minimo di incertezza nelle considerazioni sistematiche.

Ricordiamo che la Centaurea rupestris L. subsp. rupestris è presente nel territorio della ex-Iugoslavia occidentale, nell’Italia nord-orientale e nell’Italia centrale.

Il nome specifico arachnoidea deriva dal greco άράχνιον (= ragnatela) e da ειδος (= a forma di) cioè “a forma di ragnatela”. Esso si riferisce alla densa pelosità ragnatelosa presente sui fusti, sui piccioli e sugli assi delle foglie che tende poi a scomparire.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[2]:

844. – Centaurea rupestris L. [Centaurea arachnoidea Viv.]

(luoghi in cui è stata osservata:) Indicata alle cave di Colonnata sopra Carrara in loc. Grotta Lunga e alle cave di Torano (Bert.), in località Marcognano fra Carrara e Avenza (Bolzon.), a Canal Grande e alle cave di Gioia.

Fiorisce in giugno e luglio. Pianta perenne erbacea.

Pellegrini cita altre specie dello stesso genere: Centaurea alba L. [Centaurea alba L. subsp. deusta (Ten.) Nyman]; Centaurea amara L. [Centaurea bracteata Scop.]; Centaurea aplopepa Moretti [Centaurea arrigonii Greuter]; Centaurea calcitrapa L.; Centaurea cyanus L.; Centaurea jacea L.; Centaurea maculosa Lam.; Centaurea montana L.; Centaurea nervosa Willd.; Centaurea nigrescens Willd.; Centaurea paniculata Lam. [Centaurea panicultata L.]; Centaurea scabiosa L. [Centaurea scabiosa L. subsp. scabiosa]; Centaurea solstitialis L.; Centaurea transalpina Schleich.

Questa pianta è da considerarsi un endemismo strettamente apuano con probabile origine da correnti migratorie proveniente dai Balcani e, in particolare, è endemismo tipico del comune di Carrara presente con qualche esemplare anche all’Orto botanico di Pian della Fioba.

Ama il terreno decisamente calcareo dal marmo, alla dolomia al calcare cavernoso e vegeta dai 200 metri fino a oltre 1200. La maggior parte delle stazioni di Centaurea arachnoidea si trova presso cave attive e questo fa pensare che l’areale, in passato, fosse più grande.

Ne consegue che l’esiguità della popolazione, la limitatissima estensione dell’areale di occupazione e il rischio legato alle attività estrattive ne mettono in serio pericolo la sopravvivenza[3].

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Asteridae; Ordine: Asterales; Famiglia Asteraceae (Compositae); Sottofamiglia Tubuliferae; Genere Centaurea; Specie: Centaurea arachnoidea.

Forma biologica: Emicriptofita scaposa (simbolo: H scap). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.

Descrizione: la pianta è alta 20-70 cm, ha fusto eretto e scabro[4] senza o con pochi rami e in alto senza foglie. Le poche foglie superiori sono lineari mentre quelle alla base hanno contorno lanceolato e sono divise in lacinie lineari lunghe fino a 20 cm. All’apice del fusto uno o pochi capolini larghi fino a 3 cm di colore giallo con involucro cilindrico ovoidale. Il frutto è un achenio con pappo.

Antesi: giugno-luglio

Tipo corologico:. endemismo strettamente apuano anzi localizzato solo nel territorio del comune di Carrara: strada di Campocecina, Miseglia, Colonnata e Torano. Invece la Centaurea rupestris subsp. rupestris è presente nell’Italia centrale e nord-orientale.

Habitat: vegeta in erbosi e ambienti aridi, ben luminosi, da 200 a 1250 metri, su tutti i terreni calcarei (marmo, dolomia e calcare cavernoso).

Conservazione: la specie è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette con il nome di Centaurea arachnoidea Viv. Vaira propone la classificazione VU, cioè vulnerabile.

BIBLIOGRAFIA

Riccardo Vaira, Maria Ansaldi, Gianni Bedini, Fabio Garbari, Demografia, distribuzione e aspetti conservazionistici di specie minacciate della flora apuana, Atti Soc. tosc. Sci. Nat. (Pisa), Mem., Serie B, 11 (2004), pagg. 65-93 (76-77).

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui

 

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Viv. È l’abbreviazione usata per le piante descritte da Domenico Viviani (Legnaro di Levanto (SP) 1772 – Genova 1840). Dopo gli studi di medicina si dedicò alla botanica e fu, per 36 anni, professore all’Università di Genova.

2 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 176.

3 Notizie più particolareggiate possono essere attinte dall’articolo di Vaira et alii citato in bibliografia.

4 Cioè ruvido al tatto, non liscio.