CEFALANTERA ROSSA
(Cephalanthera rubra)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
10 dicembre 2012

(f.f.) la Cephalanthera rubra è un'orchidea presente nella regione apuana. Essa ha una bella e abbondante fioritura. Non è specie protetta da noi, ma è bene non disturbarla.

IL GENERE CEPHALANTHERA

Famiglia Orchidaceae

Cephalanthera Richard fu classificato da Louis Claude Marie Richard[1] nel 1817.

Il nome generico Cephalanthera deriva dal greco κεφαλή (= testa) e dal latino scientifico anthera a sua volta derivato dal greco ανϑηρός (= fiorito, che fiorisce). Infatti nelle Orchidaceae androceo e gineceo si fondono a formare un organo chiamato ginostemio che, in questo genere, ha forma globosa che richiama quella di una testa umana.

Queste piante sono conosciute, in Italia, come elleborine a causa della vaga somiglianza delle loro foglie con quelle del Veratrum album conosciuto anche come elleboro.

Questo genere è formato da piante erbacee perenni rizomatose alte fino a 50-60 centimetri. Il fusto è semplice e poco foglioso. Le foglie sono verde brillante, sessili, lanceolate e percorse da nervature parallele. All'apice del fusto c'è l'infiorescenza a spiga composta da numerosi fiori. Questi sono formati da due verticilli con tre tepali ciascuno: quello esterno forma una sorta di elmetto invece quello interno è caratterizzato da un tepalo centrale più corto, detto labello[2], privo di sperone e strozzato nella parte mediana e provvisto di un disegno caratteristico.

Il frutto è una capsula deiscente. I semi, poveri di nutrimento, devono essere infettati da funghi simbiontici che forniscono i materiali nutritivi necessari per la germinazione. I fiori sono privi di nettare per cui l'impollinazione avviene perché alcuni insetti sono attratti dalla cresta gialla del labello che viene scambiata per gli stami di piante che fioriscono nello stesso periodo e nello stesso habitat. L'impollinazione non è molto facile per cui i fiori possono attendere anche molto tempo, questo spiega il fatto che le orchidee si conservano tanto tempo anche dopo essere state recise.

Il genere comprende circa 15 specie dell'emisfero boreale, principalmente euroasiatiche, solo una è presente in America. Crescono nel sottobosco, su terreni calcarei, al piano, in collina o montagna fino a 1400 metri, amano ambienti ombreggiati e non temono il freddo

Queste piante possono essere usate nel giardinaggio e non sono molto ricercate nel commercio floreale. Inoltre alcune di esse sono protette.

In Italia sono presenti tre specie: Cephalanthera damasonium (Cefalantera bianca), Cephalanthera longifolia (Cefalantera maggiore) e Cephalanthera rubra (Cefalantera rossa), queste specie possono ibridare tra loro. L'habitat preferito sono i boschi di castagno e di faggio.

Sulle Alpi Apuane sono tutte presenti e la Cephalanthera damasonium è la meno frequente.

CEPHALANTHERA RUBRA

Cephalanthera rubra (Cefalantera rossa)

Cephalanthera rubra (L.) Rich.

Classificata da Louis Claude Marie Richard nel 1817.

Conosciuta volgarmente come: cefalantera[3] rossa, elleborina rossa.

Il nome specifico rubra deriva dall'aggettivo latino rŭbĕr, -bra, -brum (= rosso) in riferimento al colore dei fiori.

La Cephalanthera rubra è una pianta erbacea perenne, alta 20-60 centimetri, dotata di rizoma. Il fusto è eretto e provvisto di 5-8 lunghe foglie alterne e lanceolate. All'apice del fusto c'è l'infiorescenza formata da 2-12 fiori rosso porpora semichiusi che si aprono solo nelle ore più calde e luminose della giornata. Essi sono dotati di una brattea simile a una foglia che può essere lunga quanto il fiore. Il labello è acuminato e presenta una macchia biancastra percorsa da creste gialle.

È impollinata da imenotteri che scambiano le creste giallastre del labello per stami ricchi di polline. Comunque la riproduzione può avvenire anche in via vegetativa dalle gemme prodotte dai rizomi.

È pianta euroasiatica diffusa su tutto il territorio nazionale. Vegeta su substrato calcareo, nei prati umidi e nei boschi di latifoglie dal piano fino alla montagna.

È pianta protetta in diversi stati europei e regioni italiane, ma non in Toscana.

Il colore del fiore la distingue nettamente dalle altre due specie italiane e apuane.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[4]:

1356. – Cephalanthera rubra (L.) Rich.

= Serapias rubra - L.

(luoghi in cui è stata osservata:) indicata nelle Alpi Apuane alla Tambura (Bert.), trovasi anche nelle selve tra Pariana e Belvedere. Nella valle del Lucido a Equi e a Gragnola, nei boschi della Spolverina e tra Tendola e Ceserano. Indicata anche nella selva delle Grazie e a S. Giuseppe presso Massa (Poggi e Ross.) e a Carrara nei boschi di Bedizzano (Bolzon).

Volg. Elleborina rossa. Fiorisce in giugno e luglio. Pianta erbacea perenne.

Pellegrini cita anche Cephalanthera ensifolia (Ehrh.) Rich. [Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch]

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Liliopsida; Sottoclasse: Liliidae; Ordine: Orchidales; Famiglia: Orchidaceae; Genere: Cephalanthera; Specie: Cephalanthera rubra

Forma biologica: Geofita rizomatosa (simbolo G Rhiz). Geofita (simbolo G): pianta erbacea perenne con gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei. Rizomatosa (simbolo Rhiz): il fusto sotterraneo è detto rizoma e da esso, ogni anno, si dipartono le radici ed i fusti aerei.

Descrizione: Pianta erbacea perenne provvista di rizoma e alta 20-60 centimetri. Ha fusto esile ed eretto arrossato e lievemente peloso. Ha da 3 a 8 foglie alterne, lanceolate con nervature parallele. L'infiorescenza a racemo, lunga circa 12 cm, si trova all'apice del fusto ed è composta da 2-12 fiori di colore rosso porpora provvisti da brattee di protezione. I tepali esterni sono lanceolati con apice acuto e più lunghi di quelli interni, il labello è trilobo e più chiaro, l'epichilo è biancastro, acuminato ed è percorso da creste gialle longitudinali. Il frutto è una capsula deiscente.

Antesi: maggio - luglio.

Tipo corologico: euroasiatica, ma presente anche in alcune regioni dell'Africa settentrionale. Presente in tutta Italia.

Habitat: boschi e cespuglieti su terreno calcareo non umido, dal piano fino a 1800 metri.

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette.

Può essere utile la lettura del testo:

Gino BERTOZZI, Ernesto DE ANGELI, Giuliano PACIFICO, Le orchidee delle Apuane, Mauro Baroni Editore, Viareggio, 2000. 207 pagine. (con 63 schede di piante, una sezione sul territorio apuano e una sulle orchidee in generale)

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui


Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Louis Claude Marie Richard (1754-1821) fu medico e botanico francese appartenente a una famiglia di naturalisti. Trascorse diversi anni in America centrale e meridionale dove studiò la flora locale. Tra le sue opere c'è De orchideis europaeis annotationes.

2 Il labello è un petalo specializzato tipico delle Orchidacae e costituisce il carattere distintivo chiave delle stesse. Esso si è evoluto come adattamento alla fecondazione da parte degli insetti. La sua forma varia nei diversi generi: può essere intero o diviso, ma, in genere, è trilobo con lobi a loro volta divisi in lobuli. In alcuni generi (Serapias, Epipactis, Cephalanthera) esso è diviso longitudinalmente, mediante una strozzatura, in due parti: ipochilo, quella interna, ed epichilo quella esterna. La parte mediana del labello è talvolta provvista di un disegno variabile per forma ed estensione e, in certi casi, il labello si prolunga in uno sperone.

3 La pronuncia è cefalantèra.

4 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 273.