DAFNE ALPINA
(Daphne alpina)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
23 settembre 2012

(f.f.) la dafne alpina è specie rara e protetta in gran parte del territorio nazionale, Toscana compresa. Sulle Apuane è possibile trovarla sia nella zona settentrionale che in quella meridionale ed è necessario distinguerla dalla congenere Daphne oleoides alla quale somiglia.

IL GENERE DAPHNE

Famiglia Thymelaeaceae.

Daphne L. 1753. Classificata da Linneo nel 1753.

Il nome del genere deriva dal greco δάφνη (= lauro, alloro) latinizzato in daphne. Δάφνη (= Dafne) è anche il nome della ninfa mutata in alloro. Infatti le foglie delle piante di questo genere somigliano a quelle dell’alloro (Laurus nobilis).

Dafne era figlia del dio-fiume Peneo e Apollo se ne innamorò, non ricambiato[1]. Quindi la ninfa fuggì inseguita dal dio e, quando stava per essere raggiunta, supplicò il padre di trasformarla in modo da sottrarsi al dio. Il padre acconsentì e la trasformò in alloro. Apollo, non potendo avere l’amore della fanciulla, fece del lauro la sua pianta sacra e se ne adornò il capo.

Una variante del mito dice che Dafne suscitò l’amore di Leucippo figlio di Enomao, re di Elide. Costui travestito da donna si conquistò l’amicizia di Dafne e delle sue amiche. Apollo geloso ispirò alle ragazze il desiderio di bagnarsi a una fonte per cui fu scoperto l’inganno, Leucippo si rese invisibile per sottrarsi all’ira delle ragazze e Apollo si precipitò a catturare Dafne che fuggì e pregò Zeus di salvarla, come avvenne, trasformandola in alloro.

Il genere Daphne comprende circa una settantina di specie, una decina delle quali spontanee nel territorio italiano.

Sono piccoli arbusti o bassi cespugli alti da pochi centimetri fino a un metro e più. Il fusto è generalmente legnoso con foglie caduche o persistenti e piccoli fiori tetrameri e frutti a drupa.

Queste piante sono diffuse in Europa centrale e meridionale, per lo più sui rilievi, nell’Africa mediterranea, nelle zone temperate della Siberia e in Asia centro-occidentale.

Quasi tutte queste piante sono velenose anche se sono usate nella medicina popolare.

Alcune specie sono usate come decorazione nei giardini rocciosi e nei parchi per la bellezza dei loro fiori

Tra le specie presenti in Italia ricordiamo:

Daphne alpina L. (dafne alpina), ha foglie corte e caduche e fiori bianchi e piccoli.

Daphne gnidium L. (gnidio, erba corsa), tipica delle zone costiere era usata dai pescatori di frodo per avvelenare il pesce, mentre i frutti giallastri erano usati per sofisticare il pepe.

Daphne laureola L. (olivella o laureola), sempreverde con piccoli fiori giallastri e frutti dalla forma di oliva, neri a maturità. Si trova nei boschi submontani e montani.

Daphne oleoidesSchreber (dafne spatolata), sempreverde con piccoli fiori bianchi.

DAPHNE ALPINA

Daphne alpina

Daphne alpina L.

Classificata da Linneo nel 1753.

Sulle Alpi Apuane è presente Daphne alpina L. subsp. alpina.

Conosciuta volgarmente come: dafne alpina.

Il nome specifico alpina deriva dall’aggettivo latino alpīnus, a, um (= delle Alpi) a indicare i luoghi in cui la pianta prospera. In questo caso il termine si riferisce alla presenza sulle montagne, non solo sulle Alpi.

Daphne alpina è presente, in maniera saltuaria, sulle montagne dell’Europa meridionale e dell’Asia minore mentre si esclude attualmente la presenza nell’Africa settentrionale.

Sulle Alpi Apuane è presente in gran parte del territorio con pochissimi individui singoli o a gruppi di 3-4. Mentre in passato i botanici la confinavano al settore meridionale delle Apuane oggi è confermata la presenza anche nel settore settentrionale.

Essa vegeta su terreni calcarei, purtroppo anche in prossimità di cave attive. La scarsità del numero di esemplari e la limitata capacità riproduttiva giustificano la classificazione della specie come gravemente minacciata. In Toscana essa è presente in pochissime altre zone: la Pania di Corfino e la Penna di Lucchio in provincia di Lucca e La Verna in provincia di Firenze.

Esiste una somiglianza della Daphne alpina con la Daphne oleoides Schreber che è specie sempreverde. Per molto tempo quest’ultima specie fu considerata sottospecie della prima con confusione sul relativo areale di distribuzione. Questo deriva anche dal fatto che le due specie condividono spesso l’habitat di ghiaioni, rupi e pascoli su substrato calcareo dagli 800 metri fino alle vette.

Le principali differenze tra le due specie sono le seguenti:

Alpina: ha foglie caduche, pelose, opache con apice arrotondato senza mucrone. I fiori profumano di vaniglia. La scorza dei rami terminali è grigiastra con screpolature e senza cicatrici.

Oleoides: ha foglie sempreverdi, lucide e generalmente glabre con apice arrotondato con breve mucrone, inoltre presenta evidenti nervature secondarie. I fiori hanno profumo acidulo. La scorza dei rami terminali è arrossata, liscia e con cicatrici fogliari evidenti

La specie Daphne alpina è presente nel territorio italiano con due sottospecie distinte anche nell’areale di distribuzione: Daphne alpina subsp. alpina assente in Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli e Daphne alpina subsp. scopoliana Urbani presente nelle tre regioni citate sopra.

La subspecie alpina è presente in stazioni molto localizzate nelle Alpi occidentali, sulle Marittime, sulle Apuane e sull’Appennino tosco-emiliano. È invece molto sporadica nell’Italia centrale e meridionale.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[2]:

1260. – Daphne alpina - L. [Daphne alpina L. subsp. alpina]

(luoghi in cui è stata osservato:) Al Solco di Equi nelle pendici settentrionali del Pizzo d’Uccello e tra il Carchio e l’Altissimo.

Fiorisce in maggio. Pianta legnosa.

Pellegrini cita altre specie dello stesso genere:

Daphne glandulosa Bert. [Daphne oleoides Schreiber]

Daphne gnidium L. (tipica della macchia mediterranea)

Daphne laureola L. [Dahne laureola L. subsp. laureola]

Daphne mezereum L.

Bibliografia[3]

Riccardo Vaira, Maria Ansaldi, Gianni Bedini, Fabio Garbari, Demografia, distribuzione e aspetti conservazionistici di specie minacciate della flora apuana, Atti Soc. tosc. Sci. Nat. (Pisa), Mem., Serie B, 11, 2004, pagg. 65-93 (79-80).

Gianni Bedini, Maria Ansaldi, Fabio Garbari: Mapping and demography of endangered plants in the Apuan Alps, NW Tuscany, Italy, Bocconea 21, 2007, pag 27-44.

Malvina Urbani, Ricerche biosistematiche e corologiche sulle Thymelaeaceae in Italia: Daphne alpina L., Webbia vol 46 (2), 1992, pag 203-217

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magniliopsida; Sottoclasse: Rosidae; Ordine: Myrtales; Famiglia: Thymelaeaceae; Genere: Daphne; Specie: Daphne alpina.

Forma biologica: Camefita fruticosa (simbolo: Ch frut). Camefita (simbolo Ch): piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm. Fruticose (simbolo: frut): hanno un aspetto arbustivo.

Essa ha anche caratteristiche delle: Nano-fanerofita (simbolo: NP). Le fanerofite (simbolo P) sono piante perenni e legnose con gemme svernanti poste a un’altezza maggiore di 30 cm dal suolo. Le nano-fanerofite hanno le gemme poste tra 30 cm e 2 metri d’altezza.

Descrizione: pianta cespugliosa a foglie caduche alta da 30 a 90 cm. Essa ha rami brevi, contorti e pelosi con corteccia grigiastra a chiazze nerastre. Le foglie sono lunghe 3-4 cm e sono raccolte all’estremità dei rami. Esse sono coriacee, di color grigio-verde, opache e più scure nella pagina superiore e di forma da ovato-lanceolate a lanceolate. I fiori sono bianchi, piccoli, vellutati e raccolti in fascetti da 4 a 10 all’estremità dei rami. Essi hanno profumo di vaniglia e forma a tubo cilindrico che si apre in quattro segmenti. Il frutto è una drupa di colore rosso-arancio che matura a luglio.

Antesi: aprile – giugno.

Tipo corologico: orofita euro-asiatica. In Europa è presente nei paesi mediterranei. È presente in tutte le regioni italiane eccetto che in Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. È specie rara sulle Alpi e molto rara sull’Appenino con areale discontinuo e frammentato.

Habitat: rupi, pascoli, ghiaioni, cespuglieti su terreno calcareo da 300 fino a 1700 metri.

Conservazione: in Toscana è considerata specie a rischio ed è classificata come CR (critically endangered) cioè gravemente minacciata e a rischio di estinzione in natura nell’immediato futuro. L’elenco toscano contiene anche Daphne cneorum L. Essa è protetta anche in molte altre regioni italiane.

Altre foto possono essere consultate qui

 

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 La fanciulla fu vittima della vendetta di Eros nei confronti di Apollo. Infatti quest’ultimo un giorno prese in giro Eros che stava tendendo un arco dicendogli che quell’arma era troppo potente per lui. Quindi Eros scoccò due frecce: una, dalla punta d’oro per accendere la passione amorosa, che scagliò contro Apollo e l’altra, con la punta di piombo che impediva la passione stessa, con cui trapassò la sfortunata ninfa. Quindi Dafne non avrebbe mai potuto soddisfare l’amore del dio Febo Apollo.

2 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 254.

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