DORONICO DI COLONNA
(Doronicum columnae)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
21 marzo 2010

(f.f.) il doronico di Colonna è pianta piuttosto comune sulle nostre montagne dove spicca per il colore giallo acceso dei suoi capolini, non è considerata a rischio, ma naturalmente merita tutto il nostro rispetto.

LE ASTERACEE

Le Asteraceae (dal greco άστήρ, έρος (= fiore a stella) e dal latino acĕus che è un suffisso formativo di aggettivi di somiglianza) sono conosciute anche come Compositeae (dal latino componĕre = comporre), termine quest’ultimo ormai desueto.

Esse costituiscono la più grande famiglia vegetale divisa in un migliaio di generi per un totale di circa ventimila specie distinte. Prosperano in tutti gli habitat, possono essere erbacee o arbustive, talvolta arboree o rampicanti. Esse sono caratterizzate dall’infiorescenza a capolino. Fanno parte della famiglia piante medicinali come la camomilla, piante aromatiche come l’artemisia e l’achillea, piante usate nell’alimentazione come il carciofo, il cardo, la cicoria e l’indivia e piante ornamentali come il crisantemo la dalia ed il girasole.

GENERE DORONICUM

(Doronicum, L. 1753). Il primo a usare questo nome fu il botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656-1708) esso fu poi stabilizzato da Linneo.

Il genere comprende piante erbacee e perenni con varia pelosità che è utile nella classificazione delle varie specie. Queste piante da pochi centimetri arrivano fino a 2 metri di altezza e sono piante rizomatose con rizoma spesso velenoso. L’infiorescenza è un grande capolino di color giallo oro.

Probabilmente il genere è di origine indiana (sud-himalayana) e l’habitat è quello della flora temperata e temperata-fredda dei rilievi montani, le piante crescono in luoghi freschi, aperti o ai margini dei boschi e non scendono mai troppo.

Il genere comprende oltre 25 specie di cui alcune vivono anche nel nostro paese.

Le principali specie spontanee in Italia sono: Doronicum austriacum, Doronicum clusii, Doronicum columnae, Doronicum glaciale, Doronicum grandiflorum, Doronicum pardalianches.

Alcune di queste piante sono utilizzate per giardini rocciosi anche in considerazione della loro resistenza al freddo ed altre avevano un utilizzo medicamentoso che oggi si tende a escludere.

DORONICUM COLUMNAE

Doronicum columnae Ten.[1]

Sinonimi: Doronicum cordatum (Wulfen) C.H. Schultz, Doronicum wulfenianum Poir.

Nome volgare: doronico di Colonna, doronico italiano.Doronicum columnae (Doronico di Colonna)

Il nome generico deriva dal latino medioevale doronicum a sua volta derivato dall’arabo darānaģ nome della senecio vulgaris (senecione o calderugia). Questa è una asteracea con capolini cilindrici con fiori molto piccoli ed è pianta appetita dagli uccelli come il cardellino (calderugio). È specie tossica anche se ne esistono utilizzi medicamentosi. Originaria dell’Africa del nord è ormai diffusa in tutta Europa ed è pianta infestante molto resistente anche ai diserbanti.

Il nome generico ricorda Fabio Colonna (Napoli 1567 – Napoli 1640). Egli studiò giurisprudenza, ma poi si dedicò essenzialmente agli studi eruditi di medicina e di botanica. Comunque i suoi interessi spaziarono in molti campi scientifici: studiò i fossili, la musica e le api, inoltre fece uso del telescopio e del microscopio per fare osservazioni scientifiche.

Nel 1592 pubblicò un libro intitolato ΦΥΤΟΒΑΣΑΝΟΣ (Phytobasanos = la tortura delle piante) sive plantarum aliquot antiquorum delineationibus magis respondentium historia. Il titolo deriva dal greco, da φυτόν (= pianta) e da βάσανος (= tortura). Esso intendeva significare che si mettevano a tortura le piante in modo che rivelassero il proprio vero essere.

Infatti i testi botanici del passato facevano gran confusione di nomi per indicare la stessa pianta per cui il merito del giovane erudito fu quello di porre un problema di grande importanza che comunque non fu in grado di risolvere.

Un altro merito di Colonna[2] fu di aver usato per la prima volta la tecnica dell’incisione su rame per rappresentare le piante nella sua opera. Questa tecnica era più complessa e costosa della xilografia, ma permetteva di ottenere una maggior precisione.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[3]:

817. – Doronicum caucasicumBieb.

= Doronicum Columnae Ten.

= Arnica cordata – Wulf.

= Doronicum cordatum – Sz. Bip.

= Doronicum cordifolium – Sternb.

= Doronicum uniflorum – Ten.

(luoghi in cui è stata osservata:) Alla Tambura (Bert.), a Carrara sopra Cascina Piscinicchi, lungo la strada fra Carrara e Colonnata, al Tarnone presso Dogana della Tecchia, a Campo Cecina, alle cave del Sagro (Bolzon), ai Fantiscritti (Somm.), tra il Sagro e la Foce di Vinca e tra il Carchio e l’Altissimo.

Fiorisce da maggio a luglio. Pianta erbacea perenne.

Pellegrini cita anche: Doronicum Pardalianches L. (= Doronicum cordatum Lam., Doronicum Matthioli Tausch., Doronicum scorpioides Sav.) e Doronicum austriacum Jacq. (= Doronicum Pardalianches α L., Doronicum scorpioides W. Et Grab., Arnica austriaca Hpe. in Sturm.).

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Asteridae; Ordine: Asterales; Famiglia: Asteraceae (Compositae); Genere: Doronicum; Specie: columnae.

Forma biologica: Geofita Rizomatosa (simbolo G Rhiz). Geofita (simbolo G): pianta erbacea perenne con gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei. Rizomatosa (simbolo Rhiz): il fusto sotterraneo è detto rizoma e da esso, ogni anno, si dipartono le radici ed i fusti aerei.

Descrizione: è una pianta erbacea perenne alta da 20 a 50 cm. È glabra o solo leggermente pelosa con rizoma scuro, glabro e obliquo. Il fusto è eretto incurvato all’apice e porta all’apice un solo capolino. Le foglie basali sono picciolate e hanno lamina cuoriforme e dentata sul bordo, le foglie cauline sono sessili, lanceolate e amplessicauli[4]. L’infiorescenza è un capolino dal diametro di 4-5 cm, i fiori periferici (quelli che sembrano petali) sono ligulati, larghi 3 mm e lunghi circa 2 cm mentre i fiori centrali sono tubulosi. I fiori periferici sono di color giallo oro e quelli centrali sono aranciati. I frutti sono acheni senza pappo.

Antesi: aprile-agosto.

Tipo corologico: è specie orofita ben diffusa sulle montagne nel sud-est europeo fino al Caucaso. In Italia è comune, oltre che sulle Alpi Apuane, su tutto l’Appennino da nord a sud e sulle Alpi, dove comunque è più rara. È assente sulle isole maggiori e in Val d’Aosta.

Habitat: vive in ambienti ombrosi e umidi, in boschi e su rupi e detriti calcarei tra i 1500 e i 2000 metri. sulle Apuane è presente da 500 a 1700 metri.

Conservazione: la specie non è considerata a rischio particolare, anche se, naturalmente, non deve essere danneggiata ed il fiore non deve essere colto.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui

 

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Ten. è l’abbreviazione usata per le piante descritte e classificate da Michele Tenore (Napoli 1780 - Udine 1861). Egli studiò medicina a Napoli e si interessò poi di botanica, fu professore all’università di Napoli dove fondo l’Orto Botanico. Fu autore di una monumentale Flora napolitana ancora oggi importante riferimento per gli studiosi di botanica dell’Italia meridionale. In questa opera descrisse nel 1811 il Doronicum columnae.

2 Egli poi pubblicò nel 1606 a Roma Minus cognitarum stirpium aliquot EKFRASIS (= descrizione, dal greco) e nel 1616 Pars altera a completare la prima, anche in queste opere di botanica fece uso di pregevoli incisioni.

3 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 171.

4 Amplessicaule: abbracciante il fusto (caule), termine riferito a foglie che circondano il fusto con la loro parte basale.