GENZIANELLA
(Gentianella campestris)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
9 ottobre 2011

(f.f.) questa piccola pianta, generalmente biennale, prospera qua e là sulle nostre montagne e, pur non risultando protetta, in Toscana, merita grande rispetto. Il suo fiore è davvero molto bello.

IL GENERE GENTIANELLA

Famiglia Gentianaceae

Gentianella Moench fu classificato da Conrad Moench[1] nel 1794. Egli lo segregò dal genere Gentiana, classificato da Linneo nel 1753, essenzialmente per la presenza di corolle sfrangiate e l’assenza di pliche tra i petali.

Il nome generico Gentiana deriva dal latino gentĭāna usato dal naturalista Plinio il Vecchio. Egli sostenne che la pianta e le sue proprietà curative fossero state scoperte da Genzio[2] re degli Illiri (Gentius rex Illyriorum, in greco Γενθιος). Il termine Gentianella è diminutivo di Gentiana e si riferisce alle piccole dimensioni di queste piante dette anche genziane nane.

La storia della classificazione del genere Gentiana è molto complicata a cominciare da Linneo che lo divise in diversi gruppi distinti in base alla forma della corolla e delle appendici fiorali. In particolare furono introdotti, in seguito, i nuovi genere Gentianella e Gentianopsis tra loro strettamente imparentati con Gentianella considerato genere più evoluto. Con ogni probabilità Gentiana e Gentianella-Gentianopsis (dette anche genziane frangiate) sono linee parallele derivate da un antenato comune come dimostrato da studi genetico-molecolari.

Il genere Gentianella comprende da 100 a circa 200 specie di piante annuali, biennali o perenni dai fiori generalmente azzurri caratterizzate da piccole dimensioni. Il numero delle specie dipende dalle diverse classificazioni che non sono ancora definitive.

Esse sono presenti sia nell’emisfero boreale che in quello australe (Sud America, Australia e Nuova Zelanda) dove attualmente si trova la maggior concentrazione di specie nelle zone temperate e alpine, ma sono originarie dell’emisfero nord. Le specie australi sono generalmente perenni e senza frange nella corolla, invece quelle boreali sono annuali o biennali e hanno le frange e tra esse ricordiamo Gentianella amarella, Gentianella campestris e Gentianella austriaca.

Alcune di queste piante sono usate in liquoreria. Gentianella campestris

GENTIANELLA CAMPESTRIS

Gentianella campestris (L.) Börner subsp. campestris

Classificata da Carl Julius Börner[3] nel 1912.

Conosciuta anche come: Gentiana campestris L.

Conosciuta volgarmente come: genzianella, genzianella dei campi.

Il nome specifico campestris deriva dal latino campestĕr (campestris), campestris, campestre (= pianeggiante, campestre) in riferimento all’habitat principale di questa pianta.

La Gentianella campestris è specie tipica dell’Europa centrale e settentrionale e ha subito negli ultimi cinquanta anni una drastica riduzione tanto che viene considerata specie minacciata anche perchè la frammentazione della distribuzione porta a diminuzione del flusso genico tra gli individui con indebolimento degli individui superstiti. .

Sarebbe bene che questo status fosse riconosciuto anche dalla regione Toscana.

Essa è pianta generalmente biennale e a volte annuale e cresce su terreni debolmente acidi o neutri da 900 a 2700 metri di quota.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[4]:

994. – Gentiana campestris – L [Gentianella campestris (L.) Börner subsp. campestris]

(luoghi in cui è stata osservata:) indicata al M. Gotro in Lunigiana e in tutte le Alpi Apuane (Bert., Sim., Ad. Targ.). Da me raccolta a Campo Catino del Sagro e fra il Sagro e la foce di Vinca, alla Tambura e al M. Grondilice, sopra il Forno nella valle delle Rose, al Solco d’Equi e fra Monzone e Vinca.

Fiorisce in luglio e agosto. Pianta annuale.

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Ordine: Gentianales; Famiglia Gentianaceae; Genere Gentianella; Specie: Gentianella campestris

Forma biologica: Terofita scaposa (simbolo T scap ). Le Terofite sono piante erbacee annuali che superano la stagione avversa sotto forma di seme. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.

Può essere classificata anche come: Emicriptofita scaposa (simbolo: H scap). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.

Descrizione: pianta erbacea annuale o biennale alta fino a 30 cm. Ha fusto striato, eretto e molto ramoso. Le foglie sono molto piccole e spatolate alla base e sono più grandi in alto, sono opposte e ovali-lanceolate. I fiori hanno 4 petali ciliati alla base di colore violetto e, a volte, bianco o rosa e sono raccolti in infiorescenze racemose. Il frutto è una capsula

Antesi: giugno – ottobre.

Tipo corologico: centro e nord Europa. In Italia è assente in Friuli, Puglia, Calabria, Basilicata e isole maggiori.

.Habitat: pascoli, prati, brughiere umidi, acidi o neutri, da 900 a 2700 metri di quota.

Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette, come avviene, invece, in altre regioni italiane.

Altre foto possono essere consultate qui

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Conrad Moench (1744-1805) fu un botanico tedesco. Fu professore all’università austriaca di Marburg.

2 Genzio visse nel II secolo avanti cristo e fu sconfitto dai romani nel 168 a.C. e questo segnò la fine del regno che fu smembrato per essere meglio dominato. Ricordiamo che l’Iliria comprendeva l’odierna Albania e altri territori balcanici.

3 Carl Julius Bernhard Börner (1880-1953) fu botanico ed entomologo tedesco. Si dedicò in particolare allo studio della fillossera della vite ottenendo ottimi risultati.

4 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 204.