SENTIERO CAI 37
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
ATTENZIONE!!!
In questa scheda è descritto soltanto il tracciato del sentiero indicato, risalente alla data sotto riportata. Non è presente alcun riferimento nè alcuna indicazione sul suo stato attuale e sulla sua attuale percorribilità, per conoscere i quali si rimanda alla voce "Sentieristica" del Menù Principale, in alto a destra. Rammentiamo, comunque, che, a tal proposito, la cosa migliore resta sempre quella di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri, poco prima di effettuare l'escursione.
11 settembre 2018

(f.f.) questo lungo sentiero porta dalla zona sopra Forno di Massa in Val Serenaia. Percorre ambienti molto diversi con panorami sempre interessanti. Ci sono resti di vecchie vie di cava e di vie di lizza e i ruderi del Rifugio Pisano. Sempre interessanti le fioriture. Con neve e ghiaccio il tragitto diventa difficoltoso.

 
 

SENTIERO 37

Il sentiero è di competenza del Cai sezione Massa nel tratto Mozziconi - Foce di Navola, della sezione Carrara nel tratto Foce di Navola - Foce di Giovo, è della sezione Pisa nel tratto Foce di Giovo - Rifugio Donegani.

Tragitto

Forno (Mozziconi) (440 m) - Canal Regollo - Foce di Navola (1291 m) [innesto sentiero 173] - Foce di Rasori (1316 m) [innesto sentieri 168 e 186] – Capanna Garnerone (1261 m) [innesto sentiero 153] – innesto 175 - Foce di Giovo (1500 m) [innesto sentieri 179 e 181] – Rifugio Donegani (1121 m)

Nel suo lungo percorso alcuni tratti sono comuni con altri sentieri. Dalla Foce di Navola fino a Foce di Rasori con il 173. Da quest'ultima foce alla Capanna Garnerone con i sentieri 173 e 186. Nell'ultimo tratto per la Foce di Giovo con il 175.

Nota. Il tratto di sentiero in Orto di Donna ha subito dei cambiamenti nel corso degli anni. Salendo dal Rifugio Donegani esso passava per zona di cave fino a recuperare il tratto finale di salita per la Foce di Giovo, uguale a quello odierno. Fu poi disegnato un altro sentiero (37 bis) che coincideva con il tratto dell'odierno 37 dalla marmifera fino all'innesto nel vecchio 37 (bivio presso cisterna). Questo sentiero fu realizzato ex-novo dalla Sezione Pisa e fu inaugurato l’8 luglio 2007. Esso fu intitolato a Maurizio Scheggi, avvocato e storica figura della sezione pisana. Poi, con la revisione del 2008, il 37 bis è diventato 37 e il vecchio 37 è diventato 37 A, prima di essere soppresso.

Informazioni sulla zona di partenza

Partenza da Forno-Mozziconi.
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara, a 6,5 Km un bivio: a sinistra la strada si dirige a Forno mentre a destra continua per Gronda e Resceto. Dopo un chilometro si raggiunge Forno che si sviluppa lungo il torrente e la strada. Si supera il Pizzo del Cotonificio che si trova di fronte alla ex-Filanda. Si prosegue fino a un bivio dove si continua verso sinistra in direzione Vergheto, si percorre circa un chilometro superando alcuni tornanti fino alla curva a gomito dove inizia il sentiero (9,8 km) (poco dopo ci sono alcune costruzioni ben evidenti sulla destra). Di fronte c'è un container per la raccolta dell'acqua.

Partenza da Val Serenaia.
Da Lucca si seguono le indicazioni per Castelnuovo Garfagnana (47,4 km) e poi per Piazza al Serchio (62,2 km), poi per Gramolazzo (70,2 km) e da qui per Minucciano, prima di raggiungere questo borgo all’inizio di una galleria (72,8 km) si svolta a sinistra (le indicazioni non mancano) e si segue per circa 5 km la strada asfaltata, in parte nel bosco. Si arriva al rifugio Val Serenaia (77,8 km) e al campeggio cento metri dopo, la strada poi si inerpica a destra per le cave e in pochi minuti porta al Rifugio Donegani (78,7 km). Qua è presente un ampio spiazzo parcheggio. Partendo da Aulla (facilmente raggiungibile in autostrada) si segue la statale per Fivizzano e il Cerreto, superate Rometta e Soliera (10,8 km) si devia a destra per Gassano e da qua per Gragnola e poi per Casola (22 km), da Casola si va a Minucciano (29,8 km) e superato il borgo si arriva alla galleria di cui sopra (31,6 km) e si devia a destra dopo averla superata.

Descrizione del percorso

Difficoltà: E/EE (breve tratto attrezzato). Il sentiero supera un dislivello superiore ai 1000 m e richiede allenamento e confidenza con il terreno apuano. Dopo il poggio di caricamento c'è da guadare il canale con attenzione e poi un tratto di via di lizza degradato e spesso umido e scivoloso. Il resto non presenta problemi. Prima di Foce Rasori c'è un breve tratto attrezzato leggermente esposto. Il tratto finale si sviluppa su roccette con qualche tratto ripido, ma senza esposizione. Naturalmente con neve e ghiaccio tutto si complica

Stato del sentiero: evidente e ben segnato con le necessarie indicazioni.

Tempi: andata: 6h 30'; ritorno: 6h

Il percorso

Sintesi: dai Mozziconi, per marmifera, arriva a un vecchio poggio di caricamento. Poi sale per via di lizza che lascia per salire alla zona delle Capanne di Navola. Arriva alla foce omonima e prosegue per quella Rasori. Poi entra nel bosco fino alla Capanna Garnerone, poco dopo esce all'aperto e costeggia a mezza costa la cresta Garnerone, prima in discesa, poi in lieve salita, supera un ravaneto, vegetazione varia e si innesta nel 175 insieme al quale arriva alla Foce di Giovo. L'ultimo tratto porta in Val Serenaia passando anche per cave abbandonate.

TRATTO CAI MASSA: Forno Mozziconi - Foce di Navola  

Il Canal Rególlo (sulle cartine indicato Regolo) inizia presso una curva a U con ottima visibilità (località Mozziconi): è ben indicato da una palina segnalatrice del sentiero e di fronte c’è un container per raccolta acqua e poco più avanti, lungo la strada, alcune costruzioni.
Il sentiero 37, nella parte iniziale, è una vecchia via di cava con qualche tratto franato, ma ben percorribile sempre in decisa salita. Questa vecchia via di cava era a servizio delle cave alte del Sagro (versante massese).Mozziconi,l'inizio del sentiero
Iniziamo a percorrere la via di cava, in parte ben conservata e in parte in cattivo stato, subito c’è un tratto franato che va percorso con attenzione, possono essere d’aiuto alcune vecchie corde metalliche.
A 6' una salitina porta a un grosso masso con corda, che aiuta nella progressione, bisogna comunque chinarsi (passo del gatto) e fare attenzione. Sulla destra si trova il Canal Rególlo e un tubo per l'acqua.
Superata di poco la salitina il letto del canale è vicino alla via di cava ed è possibile guadarlo facilmente (8') anche in presenza di acqua. [Andando a destra è possibile salire, per traccia, alla vetta del Picco di Navola passando per i Serroni, la Sella dei Focarelli e le Case Rapalli. Sono presenti segni rossi.]
Tralasciamo il guado e continuiamo a salire. C'è un tratto un po’ degradato, ma semplice a percorrersi e, a 11’, la sede della via si fa più larga e agevole. Sulla destra il torrente ha scavato qualche marmitta.
A 17’ abbiamo di fronte un primo ponte di cemento (quota 513 metri) che dobbiamo aggirare verso destra. Adesso il canale è alla nostra sinistra e la via continua con tratti buoni e alcuni più degradati che obbligano a scendere e a risalire. In alto scorgiamo la Casa Pisani, vicino a Foce Luccica, sul sentiero 38 per la Foce di Vinca.
A 28’ su un masso, a sinistra, c’è una struttura arrugginita destinata a una teleferica e pochi minuti dopo sulla sede della via ci sono alcuni vecchi blocchi di marmo.
A 33’ c’è un ponte di putrelle che porta verso sinistra ed era la confluenza di un’altra via di lizza proveniente dalla zona della Casa Pisani, subito dopo la sede della via ha ceduto. Intanto la salita inizia a farsi più ripida e a 51’ siamo presso un altro ponte ormai distrutto le cui putrelle di ferro si vedono nel canale (Ponte Barsanti a 713 metri). Ci sono strutture di cemento per un’altra teleferica che proveniva da sinistra e un antico poggio di caricamento per i camion che, in passato, arrivavano fin qua.
Ora dobbiamo scendere nel canale verso destra per recuperare la via di lizza che arrivava al poggio di caricamento, in parte franata come il ponte.
Saliamo con prudenza su rocce evitando le pozze d’acqua e ci spostiamo verso sinistra. A 01h siamo sulla via di lizza con il canale adesso nuovamente a destra. Questo tratto va percorso con attenzione perché può essere scivoloso.
Adesso saliamo ripidamente e a 01h 08’, presso un grosso masso sulla destra, dove la via è ceduta, dobbiamo dirigersi a destra lasciando la via di lizza. Ci sono anche alcuni vecchi cavi di acciaio ormai arrugginiti, attenzione a un segno rosso che potrebbe indurre a proseguire per la via di lizza.
Scendiamo un poco nella sede del canale e poi prendiamo a salire ripidamente per un costone roccioso con vegetazione. I segni sono pochi e sbiaditi, ma la traccia è ben evidente e ci porta verso sinistra.
A 01h 29’ siamo a un pianoro tra alberi di alto fusto: di fronte vediamo la prosecuzione della via di lizza appena percorsa con un edificio, il gruppo del Sagro e la macchia bianca data del ravaneto che scende dalle cave delle Bore e passa vicino alla Casa del Riccio posta anch'essa sul sentiero 38 per la foce di Vinca.
Saliamo e troviamo subito dei ruderi usati dai pastori locali, il sentiero continua adesso per balze erbose e si sposta verso sinistra abbastanza evidente e a 01h 48’ arriviamo ai ruderi del Rifugio Pisano del Cai di Pisa (inaugurato nel 1929, abbandonato nel secondo dopoguerra e poi distrutto da una frana).
Salendo incontriamo altri ruderi (capanne di Navola) e di fronte abbiamo oltre la foce di Navola, il monte Rasori e il Poggio di Navola che sembra tagliato con un rasoio.
Dopo pochi minuti abbiamo un ben evidente rudere a destra con ancora delle putrelle sul tetto: attenzione il sentiero va decisamente a sinistra. La vista sul Picco di Navola adesso mostra la sua imponente parete nuda e la cengia erbosa (Gengiva del Picco) alla sua base, che è percorribile a piedi con prudenza.
Proseguiamo fino a un costone facile che percorriamo per un po', superiamo un solitario albero di alto fusto e dopo un cinquantina di metri il sentiero prende a sinistra, a 02h 25', mentre sulla destra una traccia non segnata (e non indicata) porta al Picco di Navola.
La salita si fa ancora più ripida sempre su poggi erbosi con qualche roccetta: la traccia è ben segnata e la foce è di fronte a noi. A 03h 03’ siamo alla Foce di Navola con il suo caratteristico intaglio nella roccia. 

TRATTO CAI CARRARA: Foce di Navola - Foce di Giovo

Qua a Foce di Navola ci inseriamo nel sentiero 173 proveniente da Campocecina per le foci del Faneletto, del Pollaro e di Vinca e diretto alla Capanna Garnerone. Il tratto che percorreremo fino alla Capanna è comune con questo sentiero. La foce è panoramica, in particolare sul vicino Monte Rasori e sul gruppo del Sagro.
Proseguiamo verso destra per tratto aperto e panoramico sul percorso appena effettuato. Salendo verso Foce di NavolaSi vedono bene la Brugiana, il Sagro, il Picco di Navola e le valli che scendono verso Forno e Colonnata. Poi a 03h 10' ci spostiamo verso sinistra entrando nel bosco di conifere. [Continuando diritti si salgono le pendici del Rasori e si trova una traccia per la vetta dello stesso.]
Proseguiamo per tratto ameno in discesa e falsopiano dal quale è possibile salire alla traccia per la vetta del Rasori.
A 03h 18' siamo in tratto aperto e panoramico su Vinca, Pizzo e Grondilice, qua è presente una corda metallica di sicurezza in un breve tratto leggermente esposto che potrebbe essere insidioso con ghiaccio e pioggia. Lo superiamo in un paio di minuti e poi siamo nuovamente nel bosco.
A 03h 25' siamo alla Foce di Rasori. Qua incrociamo il sentiero 186 per la Finestra del Grondilice e il Rifugio Orto di Donna, il tratto che percorreremo fino alla Capanna Garnerone è comune ai sentieri 173 e 186. Ricordiamo che alla foce arriva anche il sentiero 168 da Biforco per il Canal Fondone. Il panorama è splendido sui vicini Monte Rasori e Monte Grondilice con la Forbice, la Punta Questa e il Torrione Figari (con caratteristico masso sulla vetta). Poi esso si allarga al Monte Sagro (bisogna però salire alla vicina piazzola dell'elicottero), in parte al Cavallo e poi alla Tambura, Sella, Macina, Altissimo e al crinale dal Monte Focoraccia fino al Folgorito e alla costa con le isole dell'arcipelago (Capraia, Gorgona, Elba).
Adesso scendiamo verso la Capanna Garnerone seguendo il bosco di conifere frutto di rimboschimenti poco rispettosi dell'ambiente apuano, risalenti agli anni cinquanta. Dopo 5' troviamo verso sinistra una traccia che porta sul sentiero 38, ormai non più manutenuta.
Dopo aver superato un paio di piccoli fossi a 03h 40' arriviamo alla Capanna Garnerone. Il nuovo edificio ha sostituito il vecchio prefabbricato del 1963 ed è stato inaugurato nel 2015. Esso ha una superficie un po' più grande (72 mq) ed è costruito interamente in legno. Il locale invernale sempre aperto ha 4 posti letto, c'è poi la cucina, un locale sosta e pranzo e due camerate con 12 posti letto. Presso il rifugio c'è la fonte della Vacchereccia, spesso a secco.
Al rifugio arriva, da sinistra, il sentiero 153 dalla strada asfaltata presso il Fosso dell'Acqua Bianca, inoltre arrivano il 173 e il 186 oltre al 37 che stiamo percorrendo. Esso continua in alto, a destra, rispetto alla Capanna. Il primo tratto è ancora nel bosco, ameno e fiancheggiato da muri di contenimento e procede in falsopiano o lieve discesa.
Dopo 5' siamo fuori dal bosco avendo sulla destra le guglie della cresta Garnerone e di fronte la Cresta Nattapiana, procedendo poi il panorama si aprirà completamente sul Pizzo d'Uccello, sul paese di Vinca e sulle sottostanti Prade sassose. Siamo in discesa tra vegetazione arbustiva.
Poi percorriamo un tratto su ravaneto, e a 04h 25' troviamo, sulla sinistra, una traccia, non segnata, che porta sul sentiero 38, vicino al bivio con il 153.
Adesso il sentiero è un saliscendi panoramico sul Pizzo, alcuni tratti sono su roccia facile e altri in tratti di boschetto, è necessaria un po' di attenzione in caso di terreno scivoloso per la pioggia.
L'ultimo tratto, per prateria erbosa in leggera salita, ci porta, a 04h 50', a un bivio: il 37 si innesta nel 175 proveniente da Vinca e diretto alla Foce di Giovo. È presente una palina di legno con indicazione dei sentieri. [Qua una traccia sale verso destra a recuperare il sentiero 191 per la Foce del Giovetto.]
Adesso la salita aumenta con traccia a tratti incisa in prateria di mirtilli e ginepri, a sinistra c'è la mole del Pizzo d'Uccello e di fronte la quota 1539 e la Foce di Giovo verso cui siamo diretti. A destra la Cresta Garnerone e dietro di noi il Sagro e, in basso, il borgo di Vinca. A 05h 10' arriviamo alla Foce di Giovo.

TRATTO CAI PISA: Foce di Giovo - Rifugio Donegani

Qua è presente una palina con le indicazioni dei sentieri. Il 181 va a sinistra per la Foce delFoce di Giovo Giovetto (qua si stacca la via normale per il Pizzo), Foce Siggioli e Ugliancaldo. Il 175 scende in basso per Vinca ed è il sentiero che abbiamo, in parte percorso; il 37 scende verso il Rifugio Donegani e Val Serenaia, mentre, dalla parte opposta, va a Capanna Garnerone e Forno e quindi, in parte, coincide con il 175. Infine il 179 che porta al Rifugio Orto di Donna, alla Foce del Cardeto e al Passo della Focolaccia.
Il panorama dalla foce è splendido su Sagro, Pisanino e Pizzo d’Uccello che incombe in tutta la sua imponenza e sulla cresta Garnerone. Vicino alla foce, verso il Pizzo, c'è una rupe rocciosa (quota 1539). Il luogo è erboso, ameno, ampio e invita al riposo e alla contemplazione, però spesso c’è molto vento.
Seguiamo adesso la traccia evidente che scende in una prateria di Calluna e di ginepri, con carline sparse in fioritura (nella giusta stagione). Segue poi un tratto tra radi alberi e infine entriamo nella faggeta per tratto di ampia mulattiera che scende a tornantini.
A 05h 12' troviamo delle indicazioni: il sentiero prosegue, sempre ben segnato, verso sinistra. Invece verso destra prosegue un'ampia traccia (si vede a pochi metri una vecchia cisterna) che costituiva il vecchio percorso del sentiero che è stato ridisegnato nel 2007 per evitare di passare dalle cave attive. Quindi scendiamo verso sinistra e in breve siamo su roccette con visuale sulle cave di Orto di Donna.
Segue poi tratto aperto su cava e panoramico sul Pisanino, Zucchi di Cardeto, Cavallo e Contrario. Segue un altro breve tratto nel bosco e a 05h 23' ne siamo nuovamente fuori e, dopo 5', siamo al bivio tra i sentieri 37 e 191. Il sentiero 191 sale per la Foce del Giovetto e la Foce dei Lizzari con un tratto attrezzato dopo il Giovetto (sentiero Piotti).
Proseguiamo in discesa con un altro tratto nel bosco e a 05h 39' siamo in tratto aperto. Dopo 5' siamo a un tentativo di cava con piccolo piazzale, qualche blocco di marmo abbandonato e una vasca scavata nel marmo.
Scendiamo per tratto su sfasciumi e a 06h percorriamo un tratto con pali metallici dove c'era, in passato, una corda metallica che aiutava nella progressione. In 3' siamo all'ultimo palo dopo esser scesi su facili roccette. Dopo altri 3' siamo a una cava abbandonata con vecchio edificio di cava.
Adesso scendiamo verso la sottostante marmifera per ripida discesa per sfasciumi. A 06h 15' siamo sulla marmifera ed è presente l'indicazione del sentiero con intitolazione a Maurizio Scheggi del Cai Pisa. La marmifera prosegue e, verso destra, porta al Rifugio Orto di Donna costeggiando cave vecchie e nuove. Seguiamo adesso la marmifera verso sinistra e dopo 5' scendiamo verso sinistra abbandonando la marmifera per tratto a tornantini nel bosco cui segue un tratto aperto. A 06h 25' siamo al piazzale presso il Rifugio Donegani dove il sentiero termina.Marmitte nel Canal Regollo

Aspetti di rilievo del sentiero

Mozziconi

Località a nord, e a monte, di Forno. Qua transita la strada asfaltata per il Pianello, da cui in pochi minuti si va al Vergheto. Presso una curva a U della strada (440 m) inizia il sentiero 37 che attraverso il canal Regollo porta a Foce di Navola e da qua a foce di Giovo e al Rifugio Donegani. Di fronte all'inizio del sentiero c'è un container per la raccolta delle acque.

Canal Regollo
Il Canal Rególlo (sulle cartine indicato Regolo) inizia presso una curva a U, in località Mozziconi, sulla strada che da Forno di Massa porta al Pianello presso il Vergheto. Il canale raccoglie le acque dalla zona del Monte Spallone e del Monte Sagro e, mescolandoci con il Canal Secco, dà origine al Frigido, fiume di Massa. L’orrida valle formata dal canale è percorso dal sentiero 37 diretto alla Foce di Navola che ricalca, in parte, il percorso di un’antica via di lizza per le cave delle Bore del Sagro. Lungo il percorso ci sono alcuni ponti semidistrutti, resti di piazzali e di teleferiche dove arrivava il marmo dalle cave massesi delle pendici del Sagro.

Rifugio Giovanni Pisano
Si trovava a 936 metri, presso le Capanne di Navola, lungo il sentiero 37, prima della foce di Navola. Era raggiungibile anche dal sentiero 38 per tracce e vie di lizza che si innestavano nel sentiero 37. Era proprietà del Cai di Pisa che lo aveva intitolato a Giovanni Pisano (1248-1315) insigne scultore e architetto. Fu inaugurato nel 1929 ed era punto d’appoggio per le salite allo spigolo est del Sagro, alla cima Questa e al Torrione Figari oltre che per tutte le escursioni nella Valle di Vinca. Subì danni in guerra e fu risistemato poi come rifugio Pisa nel 1953. Però andò rapidamente perdendo di interesse per gli alpinisti che potevano accedere più facilmente alle vette citate. La posizione aspra poi non attirava i semplici escursionisti, quindi fu abbandonato, saccheggiato e subì danni a causa del fortunale del 24 luglio 1968 che provocò movimenti franosi con danni notevoli alla struttura. Attualmente è ridotto a un cumulo di macerie.


Foce di Navola
 Anche Foce di Nàola, come dicono i vinchesi. Il termine deriva dalla voce mediterranea *naba, *nava che significa vallone, altipiano prativo. Si trova a 1295 metri in posizione centrale tra la Foce di Vinca e quella di Monte Rasori. È molto panoramica sulla costa e, in particolare, sullo spigolo est del Monte Sagro. Essa si trova in testata sia della Valle di Vinca che di quella del Canal Regolo o Regollo, nel massese. A essa arriva il 173 da Campocecina per la Foce di Vinca e il 37 da Forno per il canal Regollo. Poi il 37/173 la collega alla vicina Foce di Rasori. Da essa, in pochi minuti, è possibile salire alla vetta del vicino Monte Rasori. Ricordiamo che la zona a mare della foce di Navola causò a lungo contrasti tra Vinca e Forno per motivi di pascolo e nel 1512 intervenne come paciere Niccolò Macchiavelli.Capanna Garnerone

Foce di Rasori
Anche Foce Rasori. Situata a quota 1316 metri è un valico erboso, ampio e panoramico, che mette in comunicazione la valle di Vinca con il Canal Fondone nel massese. Si trova tra il monte omonimo e il versante sud-ovest del Monte Grondilice. La foce è importante nodo di sentieri: qua arriva il 168 da Forno (Biforco) che passa per il Canal Fondone e transitano il 37 Forno (Mozziconi) - Rifugio Donegani, il 38 Colonnata - Vinca, il 173 Rifugio Carrara - Capanna Garnerone e il 186 Capanna Garnerone - Rifugio Orto di Donna. A poca distanza dalla foce si trova anche una piazzola per gli elicotteri considerata uno dei punti più panoramici delle Apuane. Il panorama è splendido sui vicini Monte Rasori e Monte Grondilice con la Forbice, la Punta Questa e il Torrione Figari. Poi esso si allarga al Monte Sagro, in parte al Cavallo e poi alla Tambura, Sella, Macina, Altissimo e al crinale dal Monte Focoraccia fino al Folgorito e alla costa.

Capanna Garnerone
È situata, in uno spiazzo nel bosco di conifere, a 1260 metri sotto la cresta Garnerone. Si trova presso la Fonte della Vacchereccia, nell'alta valle di Vinca, in posizione panoramica sul Monte Sagro.
La struttura è proprietà della sezione Cai di Carrara e si trova su un terreno di proprietà dei Beni Sociali di Vinca dato in concessione. La vecchia Capanna Garnerone era un prefabbricato metallico Morteo, dal nome della ditta costruttrice di Genova. Fu inaugurata il 4 novembre 1963, come ricordava una targa affissa per i 40 anni. Nel 1978 venne costruita una piccola teleferica che sale dalla sottostante strada militare (oggi sentiero 38) e arriva nei pressi del rifugio.
Nell'estate 2014 la vecchia struttura è stata smantellata poiché la coibentatura in amianto la metteva fuori norma. Il nuovo edificio ha una superficie un po' più grande (72 mq) ed è costruito interamente in legno. Il locale invernale sempre aperto ha 4 posti letto, c'è poi la cucina, un locale sosta e pranzo e due camerate con 12 posti letto. Il rifugio è stato inaugurato il 7 giugno 2015 con 353 partecipanti e la presenza del sindaco di Fivizzano Paolo Grassi, padrone di casa.
Il rifugio non è custodito ed è importante punto di riferimento per chi intende salire le cime della zona e per chi vuol arrampicare sulla Cresta Garnerone.
Al rifugio arrivano i sentieri 153 dalla strada che avrebbe dovuto portare alle Cave del Sagro, il 173 dal Rifugio Carrara per la Foce di Vinca, il 186 dal Rifugio Orto di Donna. Inoltre qua transita il sentiero 37 (Foce di Giovo-Forno).

Foce di Giovo
Detta anche Foce di Giogo, cioè valico, dal latino jŭgum (= cima, catena di monti, giogaia, valico). È un’ampia sella erbosa, a 1500 metri di quota, tra la Cresta Garnerone e le propaggini del Pizzo d’Uccello (quota 1539), che mette in comunicazione la Valle di Vinca con la Val Serenaia.Foce Rasori
Il panorama dalla foce è splendido sul Sagro e le sue propaggini, sulla Cresta Garnerone, sul Pisanino e sul Pizzo d’Uccello che incombe in tutta la sua imponenza, ma spostandoci di pochi metri possiamo godere di bella vista sull’intero Orto di Donna (monti Cavallo, Contrario e Zucchi di Cardeto. Il luogo è erboso, ameno, ampio e invita al riposo e alla contemplazione.
La Foce è un nodo importante di sentieri ed è presente una palina con le indicazioni degli stessi: a nord il 181 per il Giovetto (da cui si stacca la via normale per ascendere al Pizzo d’Uccello), Foce Siggioli, Ugliancaldo e Pieve San Lorenzo, il 175 che scende in basso per Vinca, il 37 che scende verso il Rifugio Donegani e Val Serenaia, mentre dalla parte opposta va a Capanna Garnerone e Forno e quindi, in parte, coincide con il 175. Infine il 179 per il rifugio Orto di Donna, Foce di Cardeto e Passo della Focolaccia a sud

Rifugio Donegani
È situato a 1121 metri in Val Serenaia alle pendici est del Pizzo d’Uccello, proprio di fronte al Monte Pisanino, sulla marmifera per le cave di Orto di Donna.
Il primo rifugio in zona, conosciuto come Donegani vecchio, si trova, abbandonato, ma non distrutto, più in alto (quota 1282 metri) sulla strada marmifera per Cava 27 alle pendici della Cresta Garnerone. Esso si trovava tra la cava 10 e la 12 ed era stato inizialmente ricovero di cavatori della società Montecatini, attiva in zona.
L'edificio fu costruito verso il 1860 e fu trasformato in rifugio a opera del Cai di Lucca con la fattiva collaborazione dell’ingegner Guido Donegani (Livorno1877 - Bordighera 1947). Questi fu amministratore delegato e poi presidente della Montecatini, presidente della Banca Commerciale Italiana, deputato e senatore fascista e, soprattutto, appassionato di montagna.
In seguito il rifugio fu spostato dove si trova attualmente poiché si trovava in piena zona di cave in espansione. Anche la nuova struttura era uno stabile usato dai cavatori, ma in posizione più favorevole per escursionisti e alpinisti. Fu inaugurato il 14 luglio 1967, la struttura è su due piani con 52 posti letto e servizio di ristorante.
Il rifugio Donegani chiuse alla fine del secolo (1997) per poi riaprire come struttura privata, con lo stesso nome, nel 2005. In seguito (2007) è stata stipulata una convenzione con il Cai nazionale con apertura di un locale invernale e sconti per i soci. Da esso inizia il sentiero 37 per la Foce di Giovo e Forno (Mozziconi) e il 187 per Foce Siggioli. Poco distante inizia il sentiero 180 per cava 27.
Storicamente il rifugio Donegani è stato il punto di appoggio per escursionisti e scalatori della zona di Val Serenaia - Orto di Donna. Da qua, infatti, si può salire sul Pisanino, sul Pizzo d’Uccello, sul Grondilice, sul Contrario e sul Cavallo e si può accedere facilmente al Passo della Focolaccia e al Monte Tambura. Numerose possibilità sono riservate ai rocciatori: dagli Zucchi di Cardeto, ai vari percorsi del Pizzo e della cresta Garnerone 

Val Serenaia
Questa valle è di chiara origine glaciale (ghiacciaio di Gramolazzo risalente al würmiano), mentre in basso è scavata dal Serchio di Gramolazzo che qua inizia.
Essa si trova interamente nel comune di Minucciano ed è attraversata da una strada asfaltata che si stacca presso la galleria, a circa 800 metri di quota, della provinciale che unisce Minucciano e Gramolazzo.
La strada si sviluppa per circa 6 km in parte all’interno di un fitto bosco e arriva presso il Rifugio Val Serenaia e il vicino campeggio con ampio parcheggio da cui sale, verso destra, per finire al vicino Rifugio Donegani. Oltre questo essa diventa Rifugio Doneganiuna marmifera chiusa da una sbarra e sale alle cave del versante nord-orientale della Cresta Garnerone.
Il piano di Serenaia, a quota 1050 metri, costituisce il fondovalle. I prati sono ricchi di piante belle e rare che danno il meglio nella fioritura tardo primaverile: ricordiamo il Giglio di S. Giovanni, il Giglio Martagone e la rara Peonia Selvatica.
La valle è dominata dalla massa del Monte Pisanino sulla destra orografica. La testata della valle è costituita dagli Zucchi di Cardeto, dal Monte Cavallo, dal Contrario e dal Grondilice mentre a sinistra c’è la cresta Garnerone, il Pizzo d’Uccello, la Costiera di Capradozza e il Poggio di Baldozzana.
C’è da aggiungere che questa zona detiene il record di piovosità nelle Alpi Apuane superando i 3000 millimetri annui.
La testata della valle è occupata da una bella faggeta ricca, specialmente nel versante destro orografico, di massi caduti in tempi lontanissimi dalle falde degli Zucchi di Cardeto ed è molto piacevole a percorrersi seguendo il sentiero 178.
I tre rifugi presenti in zona: Val Serenaia, Donegani, Orto di Donna, oltre il bivacco K2 e il campeggio a fondovalle, rendono più agevoli le moltissime escursioni e scalate possibili in zona. Infatti Val Serenaia è percorsa da diversi sentieri, il 178 per la foce di Cardeto e la marmifera dell'Acqua Bianca, il 180 per il Rifugio Orto di Donna, il 187 per Foce Siggioli, il 179 da foce di Giovo al Cardeto e al passo della Focolaccia, il 37 per foce di Giovo e poi Forno, il 181 da Foce di Giovo per Foce Siggioli e Pieve San Lorenzo.
La toponomastica è incerta: per la cartina IGM Val Serenaia è l’intero bacino del Serchio di Gramolazzo e Orto di Donna è la conca prativa in testata alla valle. Per altri invece Serenaia è la conca e Orto di Donna sono le pendici sotto la Foce di Giovo, altri ancora usano i due termini come sinonimi

Orto di Donna
È così chiamata la parte alta di Val Serenaia sotto la cresta Garnerone e il Monte Grondilice. Essa è occupata per buona parte da un bosco di faggi.
È stata, dalla seconda metà del 1800, ed è ancora di più oggi, oggetto di escavazione intensiva di marmo che ha cambiato la fisionomia della valle in particolare con i suoi estesi ravaneti che hanno coperto porzioni consistenti di bosco.
Solo in inverno, quando la coltre nevosa nasconde le cave, la valle torna ad acquisire l’antica e incontaminata fisionomia.
È attraversato da una via di cava principale che porta al rifugio di cava 27 oggi rinominato Rifugio Orto di Donna.
La parte alta di Orto di Donna è percorsa dal sentiero 179 da Foce di Giovo per Foce di Cardeto. Su esso si innesta il sentiero 186 per la Finestra Grondilice e Foce Rasori.
In Orto di Donna, nel versante nord del Monte Contrario, in habitat dominato dal faggio è presente una piccola popolazione relitta di abete bianco (Abies picea) testimonianza di clima più freddo. Per evitare il rischio di estinzione, sin dagli anni novanta del secolo scorso, sono iniziati interventi di recupero in situ a opera del Parco delle Alpi Apuane con risultati, al momento, non incoraggianti.
 

Deviazioni e possibilità di escursioni

Questo lungo sentiero permette di effettuare numerose e sempre interessanti escursioni, ne citiamo alcune (è possibile utilizzare la Capanna Garnerone e i Rifugi Donegani e Orto di Donna per escursioni di più giorni).

Traversata Forno-Donegani: si tratta di percorrere l'intero percorso, servono 6 h 30' senza le necessarie soste.

Traversata Forno-Orto di Donna: arrivati a Foce di Rasori si sale alla Finestra del Grondilice (e volendo alla vetta) e poi si scende al Rifugio Orto di Donna. Servono circa 5 h 30'.

Forno Mozziconi-Capanna Garnerone e ritorno: si percorre il sentiero fino alla Capanna Garnerone e si torna indietro. Servono circa 6h 30'. Naturalmente sono possibili una serie di varianti limitandosi alla Foce di Navola o a quella di Rasori con percorsi più brevi.

Forno Mozziconi-Foce di Navola-Monte Rasori e ritorno: arrivati poco oltre Foce di Navola si sale al meglio alla vetta del Monte Rasori e si torna indietro con lo stesso percorso. Servono circa 6 ore.

Anello Forno Mozziconi-Sella dei Focarelli-Picco di Navola-Capanne di Navola-Forno: anello che abbandona subito il 37 per una traccia che porta alla vetta del Picco di Navola e poi va a recuperare il 37 in discesa per tornare al punto di partenza. Servono circa 6 h 30' e capacità di orientamento per tracce poco segnate.

Anello Biforco-Canal Fondone-Canal Regollo-Biforco: si percorre l'impegnativo Canal Fondone fino alla Foce di rasori, ci si porta a quella di navola e si scende con il 37 fino ai Mozziconi. Si completa l'anello per strada asfaltata. Servono circa 8 ore.

Anello Forno Mozziconi-Foce di Navola-Foce di Vinca-Vergheto-Forno Mozziconi: arrivati a Foce di Navola con il 173 si va a Foce di Vinca da cui si scende con il 38 fino al Vergheto. Poi una traccia porta alla strada asfaltata che riporta al punto di partenza. Servono circa 6 ore.


Itinerari relativi al sentiero CAI 37

 

Commento

La lunghezza del sentiero rende molto lungo e faticoso il percorso andata-ritorno in un’unica giornata anche perché diventerebbe puro esercizio fisico con soste ridotte. L’escursionista può quindi percorrerlo in parte e decidere di usare anche altri sentieri per fare la sua escursione: come sempre tutto dipende dai desideri e dalla fantasia del singolo.
Le fioriture sono sempre variate interessanti. I panorami sono molto interessanti e variati iniziando dal Canal Regollo con testimonianze di archeologia industriale legate all'estrazione del marmo.
Notevoli sono tutte le foci attraversate con panorami sempre bellissimi.
I rifugi presenti in zona permettono escursioni di più giorni. Inoltre il sentiero 37 permette di portarsi alla base di itinerari per salire al Pizzo d'Uccello, al Grondilice, al Rasori e al Picco di Navola.
Con la neve e con il ghiaccio la progressione su questo sentiero diventa faticosa e, a tratti, difficile e adatta a escursionisti esperti e provvisti della necessaria attrezzatura, in particolare nella zona delle Capanne di Navola e oltre la Capanna Garnerone e nel tratto finale per il Donegani.