SOLDANELLA
(Soldanella alpina)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
9 giugno 2010

(f.f.) mi è capitato nelle ultime escursioni, alla base degli Zucchi di Cardeto e alle pendici del monte Grondilice, di ammirare questi fiori che sbocciano subito dopo la scomparsa della neve che in queste zone rimane a lungo. Sono fiori piccoli e bellissimi e sono rimasti sulle nostre montagne a farsi ammirare dagli escursionisti come muti testimoni di un’epoca più fredda di quella attuale.

IL GENERE SOLDANELLA

Famiglia Primulaceae

Soldanella L. Classificata da Linneo nel 1753. Soldanella (Soldanella alpina)

Il nome generico Soldanella con ogni probabilità deriva dal tardo latino soldus (= soldo) per l’aspetto tondeggiante delle foglie che ricordano piccole monete. Il termine latino deriva da solîdus nummus (= moneta massiccia) poi semplificato in soldus che indicava una moneta d’oro del periodo tardo imperiale.

Le piante di questo genere sono erbacee e perenni, hanno fusti prostrati e foglie rotondeggianti (cordato-reniformi) che formano una tipica rosetta basale. I fiori hanno corolla campanulata con margini sfrangiati e colore variabile dal blu pallido al lilla e ogni stelo porta da uno a cinque fiori.

Il genere comprende almeno 15 specie distinte native delle montagne europee e diffuse sui Pirenei, sulle Alpi, sull’Appennino, sui Balcani e sui Carpazi. Crescono nei boschi, nei pascoli e nelle zone rocciose dai 500 fino ai 3000 metri, di solito in luoghi in cui era presente la neve subito dopo il suo scioglimento.

Sono apprezzate per i giardini rocciosi, richiedono terreno fresco e umido e posizione soleggiata.

In Italia esistono almeno quattro specie di questo genere non molto diverse tra loro e che ibridano facilmente: Soldanella alpina L., Soldanella hungarica Simonskai, Soldanella minima Hoppe, Soldanella pusilla Baumg. (Soldanella alpicola).

Sono in corso studi sistematici per chiarire la posizione sistematica di queste specie che potrebbero portare anche alla revisione di quanto detto sopra.

SOLDANELLA ALPINA

Soldanella alpina L.

Classificata da Linneo nel 1753.

Conosciuta volgarmente come: soldanella comune.

Il nome specifico alpina deriva dal latino alpīnus, a, um (= delle Alpi) a indicare i luoghi in cui la pianta prospera.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[1]:

971. – Soldanella alpinaL.

(luoghi in cui è stata osservato:) nelle Alpi Apuane alla Tambura (Bert.) e al Pizzo d’Uccello.

Fiorisce in giugno. Pianta erbacea perenne.

La specie è considerata un relitto artico-alpina (rimandiamo all’articolo sul Camedrio alpino, cioè la rosacea Dryas octopetala, per la spiegazione del concetto di relitto).

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magniliopsida; Sottoclasse: Dilleniidae; Ordine: Primulales; Famiglia: Primulaceae; Genere: Soldanella; Specie: Soldanella alpina.

Forma biologica: Emicriptofita rosulate (simbolo: H ros). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Le Rosulate (simbolo: ros) hanno le foglie disposte a formare una rosetta basale.

Descrizione: erba perenne a rosetta alta da 5 a 10 cm. Il fusticino è eretto, arrossato e incurvato in alto, senza foglie e porta uno o più fiori. Le foglie sono tutte basali con lamina arrotondata di 1-2 cm di diametro e picciolo 1-3 cm. I fiori hanno forma di campanella pendula con la corolla sfrangiata da cui sporge la stilo, il colore è viola-lillaceo.

Antesi: maggio-luglio a seconda dell’altitudine, il periodo di fioritura corrisponde allo scioglimento delle nevi.

Tipo corologico: è diffusa sui monti dell’Europa centrale e meridionale e sull’arco alpino. Presente sull’Appenino settentrionale e centrale, sul Pollino e sulle Alpi Apuane, anche se un po’ più rara.

Habitat: boschi di conifere, prati, zone rocciose e pascoli umidi, è tipico elemento della flora di altitudine dai 500 fino ai 3000 metri.

Conservazione: la specie è classificata, in Toscana, come VU cioè vulnerabile e quindi deve essere particolarmente rispettata.

Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 200.