(Lu-Minucciano) VAL SERENAIA (1090 m) – BIVIO 178/INNESTO 180 (1312 m) - FOCE DI CARDETO (1640 m) - CAPANNA DI CAVA COLTELLI (1500 m) - FOCE DI CARDETO - VAL SERENAIA (A/R)
ATTENZIONE!!!
Si raccomanda di consultare sempre lo stato dei sentieri poco prima di intraprendere l'escursione (Voce Menù "Sentieristica") oppure, ancor meglio, di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri.

Località di partenza:

Val Serenaia (campeggio 1090 m)

Località di arrivo:

Capanna di cava Coltelli (1500 m)

Dislivello mt.:

750

Tempo totale:

08 h

Difficoltà

E

Punti di appoggio:

Rifugio Val Serenaia

Rifornimento acqua:

Parcheggio campeggio Val Serenaia

Tratti ferrata:

No

Sequenza sentieri:

178◆178_179◆179◆136⇧(ex 36)◆via di lizza◆136⇧(ex 36)◆178◆178_179◆178

Tipologia percorso:

Vengono utilizzati sentieri cai ben segnati ed evidenti. Le brevi deviazioni per le capanne d'abrì sono evidenti e semplici. Il tratto dall'edificio di Cava Coltelli alla capanna relativa segue una evidente via di lizza.

Immagini del percorso (70)
Disclaimer
Descrizione itinerario
DATA ESCURSIONE: 24/06/2023

Questa escursione è finalizzata a visitare le costruzioni in abrì presenti in Val Serenaia e nella vicina Carcaraia. Questo termine fu introdotto dal lunigianese Augusto Cesare Ambrosi (1919-2003) studioso di storia locale. Egli lo riferì, più o meno propriamente, ai ripari sotto roccia (dal francese Abri-sous-roche, cioè riparo sotto roccia). Questo è uno stile di costruzione che sfrutta la presenza di pareti rocciose e in particolare di cavita naturali nella roccia o sotto massi erratici. Esso era conosciuto sin dalla preistoria e poi si è perfezionato con l'utilizzo di muretti a secco. Queste costruzioni sono presenti nel territorio apuano, sia come ripari di pastori, che come costruzioni a servizio di cave e anche come eremi.

L’auto si può parcheggiare facilmente nei pressi del Rifugio Val Serenaia, lungo la strada, oppure, nell'ampio spiazzo parcheggio di fronte al Campeggio (alla curva dove la strada sale verso il Rifugio Donegani per poi diventare marmifera). Questo è possibile perchè al momento il campeggio è chiuso. Dal parcheggio (1087 m) del camping inizia il sentiero 178 (Val Serenaia-innesto marmifera Acquabianca) per la Foce di Cardeto e la marmifera dell'Acquabianca (oggi sentiero 36), noi lo seguiremo interamente fino alla marmifera. Subito fuori del parcheggio è presente anche una fontana (non ce ne sono altre). La zona è ricca di fioriture, in questo periodo scorgiamo qualche esemplare di Giglio di San Giovanni.
Il sentiero 178, sempre ben segnato, nella prima parte fiancheggia il campeggio e uno stradello ben curato (da parte opposta) che porta a zone picnic nelle vicinanze. Siamo subito nella faggeta e dopo pochi minuti, sulla destra, troviamo una casetta (Capannina Nerina). Entriamo nel bosco di faggi e a 6' costeggiamo una bella casetta con le imposte rosse (Baita Italia) con un’altra fontana, questa è privata, ma il proprietario, quando presente, non impedisce di riempire la borraccia. Dalla Baita si gode di buon panorama sulle pendici del Monte Pisanino.
Subito dopo il sentiero inizia a salire decisamente nel bosco, più avanti a 19', sulla sinistra, si nota, a poche decine di metri, un riparo tra 2 gigantesche rocce scese dal monte migliaia di anni fa che formano una sorta di capanna chiusa dall’uomo mediante dei muretti a secco, probabilmente serviva per custodire gli animali. Oggi esso segnala l’inizio di una traccia non segnata per il Solco del Rio Sambuco e la Foce dell’Altare, da cui si arriva alla vetta del Pisanino (mantenendosi a sinistra il sentiero è segnalato da piccoli ometti). Ci fermiamo a visitare questo primo riparo di abrì. Oltre al riparo sotto i due massi ciclopici ce n'è un secondo presso il masso di sinistra con un bel muro abbastanza alto e lo spazio era probabilemnte chiuso da una porta in legno. Inoltre guardando verso il sentiero c'è un altro modesto riparo sotto roccia, proprio di fronte ai due massi inclinati.
Dopo 5' riprendiamo il cammino. A 38', dopo un tratto in cui prospera il Giglio martagone (nella giusta stagione), il sentiero per un po' pianeggia e arriviamo a un bel punto panoramico su Pisanino e su Pizzo, ben visibili quando il bosco è spoglio, oggi essi si intravedono tra le fronde. Segue un breve tratto tranquillo, poi c'è la salita per un ripido canalone, sempre nel bosco. Lo iniziamo a percorrere a 45', esso richiede circa 5' per essere salito. Poi andiamo verso sinistra. Poi il sentiero riprende a salire e in breve, a 58', siamo al bivio (1312m) con il raccordo per il sentiero 180 (Val Serenaia-Rifugio Orto di Donna) che va a destra. Il sentiero 180 inizia poco distante dall’inizio del 178, sulla strada che porta al rifugio Donegani e alle cave di Orto di Donna. Esso termina al Rifugio Orto di Donna.
Saliamo pochi metri verso sinistra e siamo a un ripiano roccioso con pochi alberi che permette di godere di una splendida vista sul Pisanino e i suoi Zucchi. Percorrendo il breve ripiano vediamo sulla destra il Cavallo, il Contrario, il Passo delle Pecore e il rifugio Orto di Donna, il Grondilice, la Cresta Garnerone, la Foce di Giovo e il Pizzo. La visuale è aperta anche in estate poiché la vegetazione qua è piuttosto ridotta, in questo periodo prospera il maggiociondolo in piena fioritura. Finito il ripiano roccioso rientriamo nel bosco e a 01h 14' siamo a un grosso faggio con indicati i segni del sentiero. Prendiamo a sinistra salendo un breve tratto roccioso, il sentiero continua nel bosco tra rocce affioranti. A 01h 18' saliamo ancora su rocce e dopo 10' siamo ad un altro grosso faggio con indicati i segni del sentiero, da esso inizia la parte più ripida della salita. Infatti dobbiamo superare una paretina di roccia su cui il sentiero è inciso con comode e facili voltoline, può essere necessario aiutarsi con le mani in qualche tratto.
In pochi minuti (01h 39') arriviamo a un pianoro panoramico dal quale si gode di vista splendida su tutte le montagne che circondano val Serenaia: dal Pisanino, agli Zucchi fino alla Foce di Cardeto da una parte e dal Cavallo, al Contrario, al Grondilice, alla Cresta Garnerone fino al Pizzo d’Uccello dall'altra. Adesso il sentiero pianeggia o sale poco tra arbusti e qualche giovane faggio. Dopo una decina di minuti siamo a un grosso masso erratico con a fianco un altro, sulla destra. Sotto quest'ultimo c'è un riparo d'abrì e per vederlo basta spostarsi pochi metri a destra rispetto al sentiero.
Costeggiamo altre rocce e ci portiamo alle pendici degli Zucchi di Cardeto dove, in estate, prospera una vasta prateria di lamponi quasi ad altezza d’uomo, tra cui fioriscono Gigli di S. Giovanni insieme a Gigli Martagone. In primavera invece predominano le Primule Orecchia d’Orso che a decine hanno colonizzato le rocce gigantesche e la Daphne Mezereum. Molti sono poi gli arbusti di rosa pendulina cn i suoi fiori rossi.
A 02h siamo presso quello che la guida delle Apuane del 1905 chiamava l'Altare (pittorica capanna di pastori incavata sotto un grande masso). Essa si trova sulla destra del sentiero, a sinistra del quale c'è un masso erratico gigantesco, il più grande presente in zona (vedi fotografie). Poco dopo inizia un tratto di ripida salita verso il Cardeto. Il masso di copertura della capanna è lungo 11 m, largo 5 e spesso un paio. Con muretti a secco è stato ricavato un ricovero per uomini e animali con rudimentale panca in pietra. Forse risale al XVIII secolo.
Ci attardiamo a vederla, poi riprendiamo il cammino. Siamo adesso in ambiente aperto senza alberi, ora saliamo, costeggiando gli Zucchi, con qualche tratto piuttosto ripido sulle rocce, aiutandoci anche con le mani. Poi la ripidità diminuisce e a 02h 33' arriviamo al cartello dei sentieri. A destra si stacca il 179 (Passo della Focolaccia-Foce di Giovo) per il Rifugio Orto di Donna e la Foce di Giovo, mentre il 178/179 si dirige, a sinistra, in alto, alla Foce di Cardeto e poi alla Marmifera dell’Acqua Bianca (dove finisce il 178) e al Passo della Focolaccia (dove finisce il 179).
Ci fermiamo un attimo a prender fiato e poi saliamo alla Foce di Cardeto dove arriviamo a 02h 42' (1638m). Dalla foce inizia, a destra, un sentiero impegnativo per il Monte Cavallo. Adesso scendiamo per la Valle dell'Acqua Bianca con qualche tratto ripido tra gli alberi e qualche tratto aperto e meno ripido. A 02h 52' siamo alla caratteristica buca della neve in cui la stessa si conserva anche in estate, in quantità variabile, secondo l’andamento dell’inverno. Essa rimane sulla destra mentre a sinistra si stacca il sentiero, segnato di blu, per la vetta del Pisanino, con tratto iniziale in discesa.
Continuiamo costeggiando a mezzacosta le pendici del Cavallo per tratto aperto e molto panoramico su Roccandagia, Tambura che sono di fronte e sul Pisanino che rimane alle nostre spalle. A 03h siamo al bivio tra il 178 e il 179 (1596m), dove sono presenti le indicazioni. Il 179 prosegue diritto sulle pendici rocciose del Cavallo verso il Passo della Focolaccia. Il 178 scende a sinistra per immettersi nella marmifera che costituisce il tratto del sentiero 162 dal Passo della Focolaccia a Gorfigliano.
Scendiamo per tratto di facili rocce e in una decina di minuti siamo sulla marmifera, a una curva della stessa, anche qua sono presenti le necessarie indicazioni. Seguendo la marmifera verso destra si va al Passo della Focolaccia. Invece verso sinistra, tra le rocce, scende il sentiero 1000, proveniente dalla Focolaccia, e in dieci minuti arriva all'ingresso dell'Abisso Perestroika. Noi seguiamo la marmifera in discesa nella massima esposizione al sole. A 03h 23' superiamo una sbarra che impedisce il transito alle automobili e in un paio minuti siamo agli edifici di Cava Coltelli, da tempo abbandonata e prossima al devastante ravaneto della Focolaccia. Adesso saliremo a vedere la spettacolare capanna sotto roccia che si trova sopra la cava. Essa è stata ricavata nello spazio libero tra un masso di crollo e il suolo. Lo spazio disponibile è piccolo ed è stato reso disponibile con un muro in pietre ricoperto da cemento. L'apertura è alta 115 cm e l'interno è di poco più alto. Manca la porta, rimangono solo i cardini. È incerto se fosse in precenza un rifugio di pastori, ma sicuramente fu deposito di esplosivi a servizio della cava.
Saliamo sul poggio di fronte all'edificio dove arriva il braccio del mezzo meccanico abbandonato, seguiamo una linea di poteaux (strumento usato per far scorrere il filo elicoidale per tagliare il marmo alle cave e per fargli cambiare direzione. È formato da un’asta (il vero e proprio potò) su cui è inserita la puleggia) e poi andiamo a sinistra, seguendo una evidente via di lizza, a tratti ben conservata. Saliamo per la stessa deviando verso destra fino a trovarci nei pressi della costruzione a 03h 40'. Lasciamo la via di lizza e in una decina di metri siamo al sito della costruzione (1501m). Ci attardiamo ad ammirare questa perla delle Apuane Segrete: la ca' d'abrì capellona. Vediamo che più in alto c'è un'altra costruzione, più modesta, sotto roccia, sicuramente a servizio di pastori e alcuni di noi salgono a vederla. Scendiamo poi per la via di lizza e a 03h 56' siamo nuovamente all'edificio di cava. Torniamo indietro sotto un sole implacabile che ci rallenta e a 04h 16' siamo al bivio 162/178. In una decina di minuti siamo al bivio superiore tra 178 e 179 e a 05h 05' siamo nuovamente al Passo di Cardeto (tempi ripeto allungati dal gran caldo e dalla fatica). Scendiamo per il percorso fatto a salire in mattinata e ci fermiamo poco avanti un quarto d'ora a rifocillarci. Scendiamo con prudenza i tratti più ripidi e a 08h 02' terminiamo l'escursione arrivando al parcheggio del campeggio.
Viste su mappa: Come arrivare e Itinerario
Da Lucca seguire le indicazioni per Castelnuovo Garfagnana (47,4 km) e poi per Piazza al Serchio (62,2 km), seguire per Gramolazzo (70,2 km) e da qui per Minucciano, prima di raggiungere questo borgo all’inizio di una galleria (72,8 km) si svolta a sinistra (le indicazioni non mancano) e si segue per circa 5 km la strada asfaltata, in parte nel bosco, si arriva al rifugio Val Serenaia (77,8 km) e al Campeggio cento metri in avanti presso il quale si può parcheggiare, la strada poi si inerpica a destra per le cave e in pochi minuti porta al Rifugio Donegani. Partendo da Aulla (facilmente raggiungibile in autostrada) si segue la statale per Fivizzano e il Cerreto, superate Rometta e Soliera (10,8 km) si devia a destra per Gassano e da qua per Gragnola e poi per Casola (22 km), da Casola si va a Minucciano (29,8 km) e superato il borgo si arriva alla galleria di cui sopra (31,6 km) e si devia a destra dopo averla superata.
Note
Questa escursione è finalizzata a vedere le costruzioni sotto roccia di Val Serenaia e della Valle dell'Acqua Bianca. Per altre informazioni rimandiamo al recente libro a cura di Raffaello Puccini "Vivere sotto la roccia, eremi e capanne rupestri delle Alpi Apuane", Pacini editori per il parco Regionale delle Alpi Apuane. Inoltre di interesse c'è anche l'articolo di Augusto Ambrosi "La leggenda di S, Viano ed i santuari di "abri" nella Liguria etnica del levante", Memorie della Accademia Lunigianese di scienze G. Cappellini, vol. XXXI (1961) scaricabile liberamente in rete. Alcune di queste costruzioni sono molto belle e interessanti e molto poco conosciute. Quella di Cava Coltelli è una perla delle Apuane segrete settentrionali.
I panorami dell'escursione sono notevoli sulle cime di Val Serenaia, sulla Tambura e sulla Roccandagia. Le difficoltà non sono grandi, ma è richiesto allenamento, con neve e ghiaccio esse aumentano molto. I tempi sono indicativi, considerato quelli necessari alla visita delle costruzioni in abrì e il gran caldo che ci ha rallentato. È consigliato avere una buona scorta di acqua.