(SP-La Spezia) COLLE DEL TELEGRAFO (516m) - S. ANTONIO (510m) - MENHIR DI TRAMONTI (483m) - MONESTEROLI (88m) (percorso A/R)
ATTENZIONE!!!
Si raccomanda di informarsi sulla percorribilità e sullo stato dei sentieri contattando gli Enti preposti, prima di intraprendere l'escursione.

Località di partenza:

COLLE DEL TELEGRAFO (mt.516)

Località di arrivo:

COLLE DEL TELEGRAFO (mt.516)

Dislivello mt.:

465

Tempo totale:

4h

Difficoltà

EE

Punti di appoggio:

Colle del Telegrafo - S. Antonio

Rifornimento acqua:

No

Tratti ferrata:

No

Sequenza sentieri:

AV5T (ex sentiero 1), 4, 4d, strada, 4, AV5T

Immagini del percorso (35)
Descrizione itinerario
(DATA ESCURSIONE: 26/12/2014)

L'escursione inizia dal Colle del Telegrafo una sella tra le alture che sovrastano Biassa, frazione collinare della Spezia. Esso deve il suo nome al fatto che all'inizio del 1800 qua c'era un stazione di un sistema di trasmissione di informazioni detto Telegrafo Ottico (usavano cannocchiali e dispositivi a braccia mobili dalla cui posizione dipendeva l'informazione).
La strada asfaltata continua verso monte Parodi e oltre.
Qui è presente un bar ristorante e c'è un importante crocevia di sentieri.
Il sentiero AV5T (Alta Via delle 5 Terre) ex sentiero 1 che proviene da Portovenere continua in salita nel bosco verso Cigoletta e Levanto.
Il 530 (ex 503a) va a Riomaggiore (la più meridionale delle Cinque Terre) e il SVA (Sentiero Verde Azzurro) (ex sentiero 3) va a Riomaggiore passando dal Santuario della Madonna di Montenero e parte a fianco del ristorante.
La nostra escursione inizia dal bar ristorante e segue inizialmente il sentiero AV5T (ex sentiero 1) come ampio sterrato.
A sinistra una strada asfaltata porta poco prima di S. Antonio e la incroceremo tra breve.
Superiamo una casa e poi saliamo qualche metro raggiungendo il punto più alto dell'escursione intorno ai 525 metri, poi scendiamo lievemente. Siamo in un ambiente di macchia con molti pini piuttosto in sofferenza, molti di essi sono caduti a terra.
A sinistra si intravede La Spezia. Seguono alcuni ruderi e attrezzi ginnici, infatti siamo nella Palestra nel Verde (Comune della Spezia): una serie di percorsi attrezzati per gli amanti dell’attività motoria in ambiente, peraltro, alquanto degradato.
A 18' siamo alla convergenza con la strada asfaltata e segue un tratto lastricato a sanpietrini e a 21' a destra si stacca il sentiero 4c per Fossola e il mare (Secca di Fossola).
Dopo pochi metri siamo alla cappella di S. Antonio Abate dedicata anche agli Alpini. C’è una fontana e un’area attrezzata per i pic-nic con bar annesso alla chiesa.
In questo punto arriva il sentiero 4 da Biassa che continua per Schiara. Noi lasciamo il sentiero 1 e curviamo a destra (proprio di fronte alla Cappella) per seguire il sentiero 4 (indicazione per Tramonti).
Quest'ultima zona, che corrisponde alle località di Fossola, Monesteroli e Schiara, era, per gli abitanti di Biassa, "Trans Montes" (al di là del monte) e qua essi andavano a coltivare le vigne a picco sul mare.
Siamo ancora sulla strada asfaltata che comunque è accessibile solo a chi possiede terreni e casette in zona.
La strada attraversa un bosco di pini e lecci con a destra il mare.
A 31', proprio prima che il sentiero lasci la strada asfaltata per scendere sulla destra, troviamo il Menhir di Tramonti o Croce di Schiara.
Di fronte a esso c'è una "posa" cioè un insieme di grossi massi che servivano come luogo di sosta per i vignaioli che magari carichi percorrevano a piedi il tragitto da Biassa a Tramonti e viceversa. Poco più avanti c'è anche un rifugio scavato nel terreno e costruito in pietra.
La zona che stiamo percorrendo era già frequentata in periodo preromano e la pesante pietra di arenaria collocata in posizione panoramica (per quanto oggi sia circondata dalla vegetazione) aveva un significato sacro e la sua collocazione, secondo alcuni, serviva per stabilire il solstizio d'inverno.
Alcuni studiosi sostengono, inoltre, che i massi della "posa" fossero in realtà preesistenti e anch'essi inizialmente infissi nel terreno come parte di questo luogo sacro.
Sul menhir fino a qualche tempo fa era infissa una croce metallica (segno di cristianizzazione), ma è stata tolta da vandali.
Lasciamo questo luogo carico di storia e spiritualità e lasciamo la strada per il sentiero che è chiuso da un rudimentale cancello contro i cinghiali.
Adesso iniziamo a percorrere un'ampia mulattiera lastricata di arenaria (pietra locale) con tratti ridotti a sentiero, il bosco è essenzialmente lecceta.
A 41' c'è un primo bivio: il sentiero 4 prosegue a sinistra per Schiara (passando dalla Fonte napoleonica di Nozzano) mentre noi adesso seguiamo il 4d per Monesteroli sempre scendendo per la mulattiera lastricata (verso destra).
Sulla sinistra c'è un bel muro a secco di contenimento.
Arriviamo a uno sterrato che continua la strada asfaltata (lo percorreremo al ritorno) e proseguiamo per la mulattiera e a 50' la discesa diventa un po' più ripida e la vista inizia a aprirsi sul mare a destra fino a Punta Mesco.
Siamo al "Casotto Milò" una minuscola costruzione panoramica risistemata.
Dopo 5' c'è un altro bivio: a sinistra il sentiero 4b prosegue per Campiglia mentre il nostro scende a destra (indicazioni Monesteroli e Fossola). Adesso iniziamo a scendere verso il mare tra piccoli vigneti coltivati in fazzoletti di terra e vegetazione mediterranea con prevalenza di eriche e pini.
Subito a sinistra c'è una costruzione a uso dei vigneti. Scendendo il panorama si apre inizialmente verso destra con Punta Mesco e gli altri promontori con in primo piano la zona di Fossola e a mare lo scoglio Grimaldo.
Superiamo una monorotaia per il trasporto delle uve e a 01h 05' la vista si apre alla sinistra su Palmaria e Tino.
Tra la vegetazione prosperano lecci e euforbie arboree.
Poco dopo scorgiamo lo scoglio Ferale (si trova di fronte a Schiara) con la sua caratteristica croce bianca sulla sommità.
Superiamo un vecchio impianto a motore di una teleferica ormai in disuso e iniziamo a vedere i tetti delle costruzioni di Monesteroli (pronuncia Monesteròli).
A 01h 08' siamo al bivio per Fossola (a destra il 4b porta a questa località).
Anche se la discesa era già ripida e impegnativa adesso inizia il tratto più ripido della Scalinata Grande che arriva alle case di Monesteroli. Questa scalinata è formata da oltre 1000 (alcuni dicono 1815) alti gradini di arenaria e percorre la parte alta del promontorio e pare sospesa tra il cielo e la terra.
Lo spettacolo è mozzafiato e la scala pare non finire mai.
A fianco prosperano eriche, euforbie e lecci che hanno rioccupato gli antichi terrazzamenti coltivati.
È richiesta gamba forte e sicura e un minimo di prudenza, specialmente quando ci si ferma a fotografare o a godere di questi panorami mozzafiato.
A 01h 15' arriviamo a una costruzione isolata e continuiamo a scendere con prudenza.
Intanto il panorama a sinistra si apre anche sulla spiaggia del Persico che si trova oltre Schiara.
A 01h 24' arriviamo alle prime case di Monesteroli che, in realtà, erano le cantine dei contadini di Biassa.
Esse risalgono alla fine del 1800/inizi 1900, ma potrebbero esserci state costruzioni preesistenti.
È discussa l'origine del nome di questo minuscolo borgo e lo studioso Formentini lo legherebbe al mitologico dio Mnestheus che si spingeva ai confini del mondo (come Ulisse) per cui gli abitanti di Biassa avrebbero considerato questo lembo di terra il confine del loro mondo. La vegetazione che circonda il paese è ricca di fichi d'India e di agavi oltre a euforbie, lecci, eriche, nespoli e viti.
Il panorama si apre sul vicino Seno di Fossola e la sua spiaggia sassosa (Spiaggia del Nacchè) dove i contadini andavano ad approvvigionarsi di acqua dolce essendoci una fonte.
Noi scendiamo tutto il borgo e ne ammiriamo lo sviluppo dal basso.
La scalinata si fa ora più stretta e degradata e a 01h 44' troviamo un tratto che è stata interessato da un frana che ne ha distrutto una piccola parte. Un'altra frana molto più imponente si staglia di fronte a noi e interessa la parte meridionale del seno di Fossola, ma non ha colpito la scalinata. Con prudenza è possibile superare l'ostacolo e continuare fino al mare a una spiaggetta sassosa davanti alla quale e vicinissimo c'è lo scoglio detto Montonào sul quale sono state sollevate alcune barchette.
C'è da aggiungere che qui un corso di acqua dolce proveniente dalla Spezia (nelle cartine Galleria Fognante), esce da una galleria, ormai in disuso, costruita negli anni '60 .
Noi comunque decidiamo di tornare indietro; la quota è di circa 60 metri ed è la più bassa dell'escursione.
Risaliamo alle prime costruzioni dove sostiamo una decina di minuti a rifocillarci.
A 02h 02' riprendiamo a salire per questa vera e propria scala penitenziale.
La salita è dura, ma tranquilla, e la affrontiamo senza fretta.
A 02h 25' siamo alla casa isolata e dopo un ultimo tratto ripido a 02h 32' siamo al bivio per Fossola. Continuiamo tra i vigneti e a 02h 49' siamo al bivio con il 4b.
A 03h 03' siamo all'altro bivio con il sentiero 4 e subito dopo troviamo lo sterrato a destra che percorriamo in salita, lasciando il sentiero, fino a un altro cancelletto per i cinghiali a cui arriviamo a 03h 08'.
Qui è presente anche l'inizio della monorotaia con i vagoni per il trasporto delle uve. Prendiamo a sinistra per la strada asfaltata, superiamo a 03h 21' una sbarra e subito dopo ritroviamo a sinistra il sentiero e il Menhir dove sostiamo brevemente.
A 03h 37' siamo a S. Antonio e a 03h 56' siamo al Telegrafo dove terminiamo l'escursione.
Viste su mappa: Come arrivare e Itinerario
Dalla Spezia si evita la strada per Portovenere e si segue la provinciale delle Cinque Terre (SP370) si arriva prima di una galleria (8,6 km) e si curva a destra per Biassa. La si attraversa completamente e a 13,6 km si raggiunge il Colle del Telegrafo.
Note
Questo breve percorso permette di ammirare una parte della zona di Tramonti in provincia della Spezia dove prosperava la coltivazione della vite.
È possibile vedere il Menhir di Tramonti, importante testimonianza delle popolazioni liguri precristiane e di immergerci nella natura che l'uomo ha "addomesticato" per trarne sostentamento con lunghi secoli di lavoro e fatica.
La vera sorpresa di questo itinerario è la scalinata di Monesteroli (vero e proprio patrimonio dell'umanità) che scende a picco verso il mare con una discesa mozzafiato per la sua ripidità e per i panorami che offre.
Il percorso non è difficile, ma la scalinata richiede piede sicuro e gamba forte in discesa e il giusto allenamento per salire.
Da evitarsi con pioggia e fondo scivoloso per evitare brutte cadute. La scalinata giustifica la valutazione EE del sentiero.
Per chi volesse saperne di più consigliamo la lettura del testo a cura di Attilio Casavecchia e Arturo Izzo, "Tramonti, cantine e vigneti tra le Cinque Terre e Portovenere" edito nel 1988 dalla Sagep di Genova.
Traccia GPS