(LU-Stazzema) ARNI-RIFUGIO PULITI-PASSO SELLA-MONTE FIOCCA (1711m)-PASSO FIOCCA-FORESTA DEL FATONERO-ARNI (anello)
ATTENZIONE!!!
Si raccomanda di consultare sempre lo stato dei sentieri poco prima di intraprendere l'escursione (Voce Menù "Sentieristica") oppure, ancor meglio, di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri.

Località di partenza:

ARNI (916m)

Località di arrivo:

ARNI (916m)

Dislivello mt.:

795

Tempo totale:

5h45'

Difficoltà

EE

Punti di appoggio:

Rifugio Puliti (quando aperto)

Rifornimento acqua:

In paese oppure al rifugio; nessuno lungo il percorso

Tratti ferrata:

No(brevi tratti assicurati)

Sequenza sentieri:

31A - 155 - 150 - 144 - tratti di cresta - 144

Tipologia percorso:

ND

Immagini del percorso (42)
Disclaimer
Descrizione itinerario
DATA ESCURSIONE: 26/09/2013



Qui un approfondimento sul Monte Macina.
Qui un approfondimento sul Monte Fiocca.
Qui un approfondimento sul Fatonero.

Relazione a cura di Francesco Salvatori

Dal parcheggio attraversiamo la strada e vediamo ben evidenti le indicazioni per il rifugio Puliti e i sentieri 31 e 31A. Seguendole, imbocchiamo delle scale in cemento e proseguiamo dapprima in mezzo ad un caseggiato, successivamente su stradella sterrata e infine su terrazzamenti, per raggiungere il rifugio (oggi chiuso) in 13'. Lo oltrepassiamo seguendo il 31A: immediatamente dopo averlo superato si svolta a destra, proseguendo in piano fino a incontrare dopo 5', alla base di un canalone, il cartello che indica il nuovissimo sentiero 155, con segnaletica ancora da completare. Svoltando a sinistra iniziamo a risalire il canalone, mantenendoci dentro al bosco e incontrando di tanto in tanto dei passaggi rocciosi. A 45' il bosco si dirada temporaneamente, mostrandoci in primo piano la cresta che raggiungeremo tra poco, e di sfondo un panorama che in condizioni di sereno spazierebbe su Altissimo, Corchia, Freddone e il lontananza sulle Panie. Per un poco il sentiero spiana, mantenendosi sottocresta, poi per aggirare un risalto roccioso si scende per un tratto e si risale sempre nel bosco. A 1h10' siamo finalmente sulla cresta che dallo Schienale dell'Asino si dirige al Macina: la seguiamo senza difficoltà e in 12' arriviamo a recuperare il sentiero 150, proveniente dal Passo del Vestito.
Il sentiero 150 prosegue per un buon tratto mantenendosi in cresta, con un'ottima vista sulla piramide del Macina proprio di fronte a noi. Immediatamente superiamo un risalto roccioso, successivamente ci imbattiamo in alcuni tratti leggermente esposti fino a incontrare a 1h40' un traliccio. Qua il crinale si impenna fino a congiungersi alla ripida cresta sul del Macina; i segni ci portano dunque a piegare verso destra, compiendo un traverso per poi scavalcare la cresta est del monte scendendo un po' e rimontando immediatamente. Passano 15' e ci troviamo a un bivio: davanti a noi proseguono le tracce rosse (sbiadite, a dire il vero) del 150, mentre sulla sinistra si dipartono quelle blu (molto nitide) per la vetta del Macina.
Chi volesse, può qua compiere una deviazione e salire al monte. Si percorre un ampio canale misto terra-roccia, per lo più scalinato ma spesso smosso: occorre prestare attenzione e soprattutto avvisare in caso (ben probabile) di caduta sassi, dato che sotto transita il sentiero 150 e sotto ancora si trova una cava. Salire porta via circa 20', scendere poco meno. In vetta è stato recentemente posto un quaderno su cui lasciare traccia del proprio passaggio. Il panorama è magnifico specialmente sulla cresta che si dirige verso il Sella.
Ma torniamo al nostro percorso: abbiamo adesso davanti a noi un tratto a mezza costa nel paleo, lungo il quale si inizia a piegare verso destra. Dopo 13' incontriamo un ravaneto costituito da massi piuttosto grossi, in altri 10' raggiungiamo e attraversiamo la marmifera (lungo cui transita il sentiero 31) e in breve siamo infine sui pratoni di Passo Sella, ampio valico di origine glaciale. Dopo 1h55' di cammino, ci concediamo una sosta.

30' sono sufficienti per riprendere le energie e ripartire. Per un breve tratto seguiamo il sentiero 144, diretto a Passo Fiocca, aggirando un primo risalto del crinale. Poi, quando il sentiero piegherebbe a sinistra iniziando a scendere, attacchiamo la cresta nord-ovest del Fiocca. Il grosso del percorso si articola su superficie erbosa, su cui peraltro sono ben visibili delle comode tracce; non mancano però alcuni tratti rocciosi che aumentano le difficoltà. Di questi, uno più semplice lo incontriamo quasi subito, superandolo senza l'utilizzo delle mani. Più impegnativi sono, invece, un paio consecutivi che troviamo quando siamo ormai in prossimità della vetta: di questi è specialmente il secondo a richiedere più attenzione, richiedendo ampio uso delle mani ed essendo dunque classificabile come primo grado. Percorrendo la cresta, il panorama è molto bello sul boscoso monte Croce (da non confondersi con l'omonimo nelle Apuane meridionali), sul Sumbra e sulla vetta del Fiocca stesso. Lasciato il passo da 50', dopo un ultimo tratto erboso conseguiamo finalmente la vetta, segnalata esclusivamente da uno scialbo palo di legno. Non sforzatevi a cercare: non troverete alcun diario. Nel frattempo il cielo si è riannuvolato e il panorama di cui godiamo è pressoché nullo, ma in genere la vista è un interessantissimo primo piano sul Sumbra, con di sfondo il gruppo delle Panie.
Dopo 15' di sosta in vetta ripartiamo, seguendo inizialmente la cresta est e successivamente mantenendosi sulla sinistra sino a riportarsi sul sentiero 144. Il primo tratto è erboso (molto interessanti alcune fioriture di Calluna vulgaris, comunemente detta Brugo, che coprono ampie zone con un tappeto tendente al rosso), poi si incontrano delle placche marmoree, primo indizio della vicinanza di Passo Fiocca. E infatti in breve raggiungiamo il passo: a 3h50' siamo sui tipici lastroni bianchissimi, da cui il panorama (quando le nuvole si diradano, permettendoci di goderlo) è magnifico sul Sumbra e specialmente sul suo spigolo ovest. Da qua con un tratto attrezzato (ferrata Malfatti) è possibile salire il monte.

Procediamo scendendo le placche marmoree, dopodiché si inizia a piegare verso destra. Alla nostra sinistra possiamo osservare il fosso dell'Anguillaja, noto per formare nella sua parte bassa le tipiche Marmitte dei Giganti. A 4h8' siamo al passo del Contapecore; il sentiero procede ora a mezzacosta nel paleo, praticamente in parina, fino a giungere in 12' all'ingresso della foresta del Fatonero, bellissimo bosco ormai dipinto dei colori autunnali; qua si riprende un minimo di quota. In 18', appena fuori dal bosco, incontriamo due brevissimi tratti attrezzati, il primo in discesa e il secondo in salita. Superato quest'ultimo (siamo qua al Malpasso), il sentiero svolta decisamente a destra. Si scende, dapprima su sterrato e successivamente su solide rocce, arrivando in 20' a imboccare una delle creste rocciose che si dipanano dal Fiocca. Seguendo questo crinale, e successivamente scendendo alla sua destra, procediamo su rocce per 21'. A questo punto inizia la vegetazione, e il sentiero si articola prevalentemente su terra, incontrando spesso dei grossi balzi. Altri 15' e, superate delle scale in cemento in corrispondenza di una casa in costruzione, siamo sulla strada. La seguiamo per qualche minuto e a 5h45' siamo al parcheggio, chiudendo così l'anello.
Viste su mappa: Come arrivare e Itinerario
Da Massa si segue per il Passo del Vestito, superato il quale si incontra sulla sinistra la deviazione per Arni. In alternativa è possibile salire da Seravezza proseguendo per la galleria del Cipollaio.
Note
Il percorso, comunque classificato come EE, presenta dei tratti impegnativi lungo il 150 e richiede il superamento di alcune difficoltà di primo grado lungo la cresta nord-ovest del Fiocca. È però possibile evitare questa cresta procedendo lungo il sentiero 144 arrivando così a Passo Fiocca senza dover salire sul monte.
Il sentiero 155, raccordo tra il 31A e il 150, è ancora in fase di tracciamento. Soltanto nella parte bassa compaiono dei segni fatti con la vernice, in ogni caso tutto lo sviluppo è al momento ben indicato con dei nastri bianco-rossi legati ai rami e con ometti di pietra. Ben difficile, dunque, sbagliare.
Ben diverso il discorso per quel che riguarda il 150. Qua i segni sono molto vecchi e sbiaditi. Il sentiero è comunque in generale evidente, ma è richiesto un minimo di senso dell'orientamento. Una ripassatina ai segni non guasterebbe affatto.
Traccia GPS