ROCCA DI TENERANO
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
21 Marzo 2009

(f.f.) modestissima vetta delle Alpi Apuane, ma ottimo punto panoramico che merita la lievissima fatica per salirla.

ROCCA DI TENERANO

la Rocca (versante nord) in autunno vista dal sentiero 171Modesto rilievo (1206 metri) nel comune di Fivizzano al culmine di una cresta che si sviluppa in direzione sud-est, ben evidente percorrendo la carrozzabile per Campocecina.

Sulle sue pendici, verso la Val Saliceto, si apre la Grotta della Tecchia o Tecchia di Tenerano.

Tutta la zona della Rocca è sede di fenomeni carsici: il Complesso della Rocca di Tenerano. Esso ha uno sviluppo totale di 5400 metri ed un dislivello di 573 con tre ingressi principali. Gli speleologi stanno continuando le esplorazioni e gli studi per collegare altre cavità al complesso principale.

La salita alla vetta è facile, per tracce di sentiero, partendo da una grossa croce di legno in prossimità dei vicini Prati di Cardeto e della casa omonima dove arrivano i sentieri 184 e 171/40. Dalla vetta la vista sul mare, sul Sagro, il Pizzo d’Uccello e la Cresta Garnerone è veramente splendida.

TENERANO

Borgo del comune di Fivizzano a 443 metri di quota. È situato nella Lunigiana orientale a confine col comune di Fosdinovo. Si trova sulla riva destra del Canale Robiana affluente del Lucido. La chiesa, risalente al XII secolo, è dedicata a San Michele Arcangelo, festeggiato la prima domenica di maggio. Invece la prima domenica di settembre si festeggia la Madonna del Rosario.

In passato il 23 giugno si allestiva nella piazza del paese il falò di San Giovanni e per le festività dei Santi e dei Morti era preparato il tradizionale pane di noci cotto nei forni del paese.

La zona fu abitata dal Paleolitico, poi prosperano i Liguri-Apuani come si ricava dai numerosi ritrovamenti di statue stele in località Pontevecchio[1].

Dopo essere stato feudo dei Malaspina di Gragnola passò spontaneamente alla Repubblica fiorentina nel 1504. Nel 1833 la Parrocchia contava 169 abitanti che poi crebbero, ma con la seconda metà del secolo scorso cominciò lo spopolamento per mancanza di lavoro tanto che oggi il borgo è quasi disabitato.

Presso il cimitero, alla Maestà della Villa, partono i sentieri 46 per la Gabellaccia e Gragnana ed il 171 per la Casa Cardeto e Campocecina.

Come si arriva da Carrarala vetta della Rocca, sullo sfondo a sx il Sagro e a dx la cresta Garnerone

Poco dopo il bivio (655 metri) che porta a Campocecina, lungo la statale 446 Carrara-Fosdinovo (detta la “Spolverina[2]”), si prende a destra. La strada passa per la faggeta attorno al Pizzacuto poi arriva a Marciaso (5 km), Ponte Vecchio (7 km), Maestà della Villa (9,5 km), Tenerano (10,5 km), Isolano (13 km) e Ponte di Monzone (14 km).

STRAGI A TENERANO

Sul campanile della chiesa ci sono due lapidi.

Una così recita: Tenerano ai suoi figli caduti sotto i colpi dei nazifascisti durante la guerra di liberazione 1943 1945. Essa riporta i nomi di tre uomini uccisi il 24 agosto 1944 e di altri 11 uccisi il 13 settembre tra i quali un bambino di pochi mesi.

L’altra lapide ricorda i cinque ragazzini che morirono per l’esplosione di un residuato bellico il 28 gennaio 1946 ed insieme commemora altri due martiri della guerra di Resistenza.

Quando si parla di Eccidio di Tenerano c’è un po’ di confusione nei testi.

Emidio Mosti[3] parla di un rastrellamento, il 24 agosto, fra la popolazione di Tenerano con la cattura di sedici giovani che furono poi mitragliati nella piazzetta del paese che fu poi dato alle fiamme. La lapide porta solo tre vittime per quel giorno di cui due anziani.

Lido Galletto[4] parla invece dei fatti di settembre. I tedeschi a caccia di un gruppo di partigiani che si era rifugiato nei boschi vicino a Tenerano distrussero due famiglie che vivevano in casolari a ridosso della montagna. Così scrive Galletto:

I partigiani erano rimasti immobili e in silenzio ai loro posti. Sentivano a cadenze ondulate la canzone “Lilì Marleen” che i tedeschi cantavano in coro marciando verso Monzone, portata dalla brezza della sera che si espandeva dal Lucido, lambendo con la sua lieve carezza le chiome turgide degli alberi, ancorati come membrana alle ripide ondulazioni fra Viano e Tenerano, disperdendosi su per la collina.

MAESTÀ DELLA VILLAla vetta vista dalla Torre di Monzone, sullo sfondo il mare, a dx l’isola Palmaria

Si trova a 450 metri di quota qua iniziano i sentieri 46 e 171 e si trova il cimitero di Tenerano. Dista circa un chilometro dal borgo principale lungo la strada asfaltata che dalla Spolverina porta a Monzone.

TECCHIA DI TENERANO

La grotta si apre alle pendici della Torre di Tenerano ad ovest verso la Val Saliceto nella parte bassa del Canal d’Arpa. Essa è scavata nel calcare cavernoso tipico della zona. E vi si accede facilmente dalla Maestà della Villa.

Fu abitata sin dal neolitico ed usata fino a tempi recenti per alloggiare gli animali e si notano in essa i muretti costruiti per i recinti.

Si trova a circa 500 metri di quota e si sviluppa per 100 metri con un dislivello di venti ed una volta molto alta.

Fu esplorata da Igino Cocchi[5] nel 1865 e vi furono trovati tra l’altro frammenti di ceramica eneolitica ed ossa umane.

Hanno scritto della Tecchia

Cesare ZOLFANELLI, Vincenzo SANTINI[6]

Sul fianco e a nord del monte Spolverina che nel suo sommo giogo s’innalza metri 1047 sul livello del mare; ma il paese no si eleva che di metri 564. È al sud di Fivizzano da cui dista 10 chilometri e mezzo. Vi predomina il calcare cavernoso. Tenerano è noto per la sua famosa Tecchia alle falde del Sagro, ad un chilometro e mezzo da paese. La grotta presenta una gran bocca alta metri 24 e larga 33; va internandosi diminuendo in guisa che si riduce a poco più di metri 4 e si prolunga nel monte per 150 a sbieco. La sua gran volta posa su i massi laterali, incrostata di tartaro in varie, scherzose e bizzarre figure. Le stalattiti, i risalti, i sassi del pavimento ad ora ad ora insorgenti sono ad ogni poco vestiti di lunghi filamenti di capelvenere. Nel mezzo vi ha un laghetto formato dagli stillicidi e l’acqua che cade a goccie a goccie, massime in una sotterranea cavità, forma certi metallici tintinnii che i paesani chiamano i Suonatori. Questo antro suole ricoverare nell’estate il bestiame del villaggio, avendo sull’ingresso due abbondantissime polle per abbeverarlo. Di trovano nel territorio di Tenerano, oltre la pozzolana, dei sassi spugnosi, dei marmi calcinati, delle pietre brecciate, sparse qua e là ed altre concrezioni che anche per i forti terremoti che vi accaddero, potrebbero avvalorare l’opinione che vi fosse stato in altri tempi un vulcano. Nei dintorni di Tenerano abbondano i marmi bianchi, bianco-rossi, bardigli e mischi dei quali non se ne può fare uso in commercio per mancanza di strade. In questa grotta furono fatti i primi scavi nella stalammite dal professore Igino Cocchi per rinvenirvi armi di pietra ed oggetti preistorici. Al suo posto è dato l’elenco degli oggetti ritrovati.

Carlo CASELLI[7]

Appena un chilometro e mezzo sopra Bocciari ed in fondo al rio Navola, si apre la Tecchia di Tenerano, una cavità naturale con entrata di m. 43, che mette in una sala larga circa m. 60 ed alta m. 20. sul fondo del salone, tutto rivestito di crosta stalagmitica, si estende per circa m. 12 un laghetto sempre pieno d’acqua. Il prof. Puini, assistente del geologo di Terrarossa, Igino Cocchi, rompendo una porzione della crosta stalagmitica, vi raccolse ossa umane e cocci di vasi, materiale che è stato completamente disperso prima di essere attentamente studiato. Pure recentemente il prof. Ugo Rellini di Roma, vi raccolse pezzetti di carbone e cocci d’un vaso di creta grossolana.

SENTIERI

Sentiero 40la croce presso l’inizio del sentiero per la vetta

Torano (142m) - Sella Pianaccia (650m) incrocio sent 40 A – Piscinicchi (987m) – incrocio 185 - Grenzi- incrocio 171 – incrocio 174 - Casa Cardeto (1120m) incrocio 184 - La Monzonara - Monzone Alto (277m) – Monzone (207m). Il sentiero inizia prima del ponte sul canale Porcinacchia. Entra nel bosco e sale ripidamente la Pianaccia fino a Piscinicchi. Dopo un tratto sulla carrozzabile il sentiero entra nel bosco per congiungersi con il 185 presso alcune grotte. Segue un tratto ameno e poi sale a sinistra verso i Grenzi. All’inizio supera dei ruderi ormai nascosti dalla vegetazione e sale nella faggeta, con un paio di punti panoramici, poi scende verso la zona delle miniere di manganese della FIAT aprendosi verso il versante della Torre di Monzone e della Rocca di Tenerano. Segue una breve salita ed un paio di bivi con altri sentieri fino ad arrivare alla Casa Cardeto da cui scende verso Monzone mdiante la Mulattiera di Respettolo.

Sentiero 46

Ponte Storto Gragnana (346m) – incrocio 185 - Passo Gabellaccia (895m) - Canale dei Bocciari -Maestà della Villa Tenerano (450m). Questo sentiero ricalca antichissimi itinerari percorsi dall’uomo primitivo, che utilizzava la Grotta della Gabellaccia come riparo. In seguito esso divenne parte integrante della Via del Sale o dei Lombardi verso Tenerano ed oltre.

Sentiero 171

Maestà della Villa (450m) – innesto 46 - Foce S. Antonio (840m) innesto 40b (rinominato 194) – innesto 40 - Casa Cardeto (1110m) innesto 184 – innesto 174 - Acquasparta (1260m) innesto nel 185 – Rifugio Carrara (1320m). Io lo terminerei ad Acquasparta. Inizia dal cimitero e percorrendo il bosco arriva alla Casa Cardeto da cui si sale abbastanza ripidamente per una decina di minuti per poi continuare più tranquillamente. Poi si costeggiamo delle grotte scavate nella roccia calcarea e dopo aver aggirato il monte Ballerino il sentiero passa tra due case ristrutturate per andare in una piana con una mini-maestà dedicata alla Madonna di Fatima, in alto, a sinistra, ci sono alcuni ripetitori. Invece sulla destra c’è il piazzale di Acquasparta dove il sentiero si immette nel 185.

Sentiero 174

Casa Cardeto (1120m) - Foce dei Pozzi (1208m) incrocio 183 - Cava Fratteta - Case Walton - Foce di Pianza (1270m). Sentiero semplice in parte nel bosco ed in parte per le piane che scendono da Campocecina. La parte che costeggia Fratteta va fatta con attenzione in caso di ghiaccio, poi si passa par le case del Borla fino alla Foce.

Sentiero 183

La Monzonara (diramazione sentiero 40) -Casa Respettolo (1081m) innesto 184 – Porcigliola - Foce dei Pozzi (1208m) innesto 174 - Foce Ballerino - Rifugio Carrara (1320m). Il sentiero segue il bosco fino a Respettolo, poi sale seguendo in basso le pendici della Torre di Monzone, supera la zona di Porcigliola dove sono presenti alcuni ruderi. All’inizio si snoda nel bosco per poi uscire nelle panoramiche praterie di Caponirella. Alla Foce dei Pozzi incrocia il 174 e poco dopo incontra l’imbocco dell’Antro degli Orridi, poi sale verso la Foce del Ballerino mantenendosi panoramico sulla zona del Pizzo d’Uccello. A tratti di bosco si alternano praterie, poi il sentiero si mescola con l’Anello didattico del Ballerino e si conclude al Rifugio Carrara.

Sentiero 184

Passo Gabellaccia (895m) - Cava Peghini[8]- Casa Cardeto (1110m) innesto 40 e 171 – Foce di Porcigliola (1148m) -Casa Respettolo (1081m) innesto nel 183. Il primo tratto è uno sterrato nel bosco che dopo la cava diventa sentiero. Attualmente il tratto da Casa Cardeto per Respettolo si perde nel bosco a causa degli scarsi segni ormai molto vecchi e dell’aumento notevole della vegetazione. Nella parte più alta i segni, sia pure scoloriti, sono ancora presenti. A Foce Porcigliola tracce di sentiero portano in vetta alla Torre. Dopo la Foce si scende nel bosco con segni ancora insufficienti fino ad arrivare a Respettolo dove si incontra il sentiero 183.

ALTRE LETTURE

Si rimanda ad altri articoli di questa rubrica:

ITINERARI RELATIVI ALLA ROCCA DI TENERANO:

 

note

1 La località Pontevecchio, compresa tra la Tecchia di Tenerano e quella della Gabellaccia, era un luogo importantissimo per le popolazioni neolitiche per la sua posizione strategica. Era sicuramente centro religioso come suggerisce la scoperta di un complesso di nove statue stele rinvenuto agli inizi del 1900 mentre si mettevano a dimora delle piante di castagno.

2 Il nome deriva dall’antico nome del Monte Bastione presso il quale alla fine del 1800 fu costruito un forte militare che doveva proteggere il porto della Spezia.

3 Emidio MOSTI, La Resistenza Apuana, Longanesi, Milano, 1973. Pag. 100. L’autore è morto nel 2008 lasciando un testo da pubblicare con aggiornamenti della pubblicazione precedente.

4 Lido GALLETTO, La lunga estate, Ceccotti Editore, Massa, 1995. Pag. 319-322.

5 Igino COCCHI (Terrarossa di Licciana Nardi MS 1827 – Livorno 1913), geologo, fondatore della Società Geologica Italiana e del Club Alpino Italiano, particolarmente interessato al folklore finlandese.

6 Cesare ZOLFANELLI, Vincenzo SANTINI, Guida alle Alpi Apuane, Tipografia di G. Barbèra, Firenze. 1874. Ristampa anastatica a cura di Multigrafica Editrice, Roma, 1983. Pag 105-106.

7 Carlo CASELLI (Il Viandante), Lunigiana ignota, Tipografia Moderna, La Spezia, 1933. Ristampa anastatica a cura di: Arnaldo Forni Editore, Bologna, 1980. Pag 139.

8 Le maestranze della cava erano di Tenerano ed analogamente i boschi circostanti appartenevano ed appartengono ad abitanti di quel borgo.